Resistenza senza speranza d'una divisione rossa accerchiata di Riccardo Forte
Resistenza senza speranza d'una divisione rossa accerchiata La battaglia nella Valle del Cinca Resistenza senza speranza d'una divisione rossa accerchiata (Da uno dei nostri inviati) Fronte dei Pirenei, 29 aprile. Alla, retroguardia del nuovo fronte nazionale determinato nel settore pireneico dalla, recente avanzata, è rimasta un'ampia regione montagnosa presso la frontiera francese, dove un tronco del l'esercito rosso si dibatte nell'isolamento irrimediabile in cui è venuto a trovarsi. Si tratta della 43» divisione. Comandata da un colonnello, essa tiene i monti e non cede. Una linea di burroni e di vette inaccessibili, con strapiombi da cinquecento a seicento metri, separa i seimila uomini dell'esercito rosso dalle truppe nazionali che ti circondano. Nella zona ov'è accerchiata la divisione rossa sorgono ventidue villaggi, una centrale elettrica, un ospedale e due sanatori. E' una regione piena d'acqua, di freddo, di neve. Tredici fiumi e fiumicelli solcano il territorio in tutti i sensi, formando una rete di valli, fitte come un sistema di vene, che s'innestano le iene sulle altre. Tutti questi corsi d'acqua vanno a sboccare nella grande valle del Cinca, nellajpartè settentrionale di questa valle, dà Battana in su. La resistenza di questi rossi ha del mistero. La lotta fra l'esercito nazionale e questo grosso relitto dell'esercito rosso nella regione delle nevi eterne, a cento chilometri aK'interno del fronte catalano, è uno'degli episodi pia drammatici di questa guerra. I villaggi, appollaiati negli oscuri fondi delle vallate pireneiche e spopolati anche in tempi normali, sono rigurgitanti di militi rossi. Tutti gli adulti validi della regione sono stati mobilitati e costretti ad erigere fortificazioni. La divisione accerchiata dispone di un'eccezionale ^quantità di armi automatiche: «Vi è in media — mi dicevano al Comando nazionale, sistemato in un paesello presso Boltana — una mitragliatrice ogni cento metri. Vi sono anche cannoni, ma i rossi non se ne servono: spendono le munizioni con- grande parsimonia, perchè 'scarseggiano ». Bono andato sulle tracce della divistone invisibile, che i nazionali imprigionano da ogni parte. Alcuni militi rossi, che accompagnano i feriti fino alla frontiera, nel tratto che unisce e divide la Francia con queste truppe, mi hanno detto che pensano di resistere almeno un mese. Delle tre alte valli dei Pirenei ■ quella dell'Aran, quella del Cinca e quella dell'Esera — i rossi occupano la vallata di mezzo. A destra e a sinistra, ad occidente e ad oriente sono i nazionali; a nordest la frontiera francese e lo spartiacque pireneico, contro cui vanno a morire le tre valli. In quella di Aran e d'Esdra non è rimasto un solo soldato rosso; il più piccolo gruppo di ribelli è scomparso; le popolazioni tornano fidenti e felici ed hanno ripreso il lavoro. Da per tutto la vita è normale, come in ogni paese delle retrovie; dev nemici, chi non è passato in Francia si è arreso. Nell'alta valle del Cinca, invece, l'esercito nazionale non è ancora entrato; i rossi spadroneggiano senza alcun controllo, alcuna limitazione, alcun freno. Non vi è nessuna possibilità di comunicare col governo di Barcellona; lo stesso stato maggiore repubblicano non ha alcuna autorità su questa banda di ribelli. Isolati dal mondo, i rossi si trincerano in tragico silenzio; essi dovranno scegliere fra la resa, la fuga o la morte. Mi trovo al fronte della Divisione di Navarro. I soldati, coperti dei loro pesanti mantelli invernali, affrontano il freddo delle solitudini glaciali, a duemila metri di altezza. Di tanto in tanto echeggia nella valle qualche sparo.isolato. Si aspetta. Riccardo Forte Requénff 30 45i..
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