I risultati del conveno di Londra comunicatia lord Halifax a Grandi di Leo Rea

I risultati del conveno di Londra comunicatia lord Halifax a Grandi I risultati del conveno di Londra comunicatia lord Halifax a Grandi I francesi considerano l'accordo italo-inglese come on contributo alla pace e gli inglesi sperano che le conversazioni franco-italiane abbiano buoni risultati Londra, 29 aprile. Il comunicato diramato stasera fa giustizia di quelli che vogliamo ritenere soltanto affrettati giudizi dei giornali londinesi. Non che ci aspettassimo di vedere in tale consuetudinario documento i particolari di quell'Intesa che va sotto 11 nome di preparazione difensiva (di queste cose non si occu pano i Primi Ministri e i ministri degli Esteri, ma gli Stati Maggiori, e in proposito non si diramano comunicazioni), ma in base a informazioni assunte a fonte seria sappiamo che dai colloqui di ieri e di oggi non è nato, in fatto di collaborazione militare, nulla di più grande o di più stretto di quanto sia stato stabilito negli accordi del marzo 1936. In fatto di alleanza le conversazioni di Ieri e di oggi hanno segnato piuttosto una continuazione che un ampliamento degli accordi adottati in luogo del trattato di Locamo. Del « come » questi accordi saranno, in caso di necessità, realizzati è una faccenda di cui si sono occupati, si occupano .o si occuperanno i « tecnici », e per saperne qualcosa in proposito bisognerebbe fare il mestiere dell'agente segreto anzi che quello del giornalista. Grandi a Downing Street Che alla diplomazia non si sia rinunziato è dimostrato dal fatto che, appena terminate le conversazioni con i francesi, Lord Halifax ha invitato l'Ambasciatore d'Italia al Foreign Office per un colloquio. Il Conte Grandi si è recato alle 5 a Downing Street e ha avuto col Segretario agli Esteri una lunga e cordiale conversazione durata un'ora, nel corso della quale Lord Halifax lo ha' messo dettagliatamente al corrente su tutte le questioni esaminate e sui risultati delle discussioni di ieri e di oggi fra i Ministri britannici e francesi. Negli ambienti giornalistici e politici si è subito commentato questo colloquio e dalla lunghezza stessa di esso si è tratta giustamente .l'illazione che le conversazioni anglo-francesi daranno da fare più ai diplomatici che ai militari. Altro segno: a Londra si.guarda' attentamente à un'avvenimento di-primissima importanza, cioè alla visita di Hitler a Roma e si guarda ad essa non con apprensione, ma con speranza. Altro segno ancora: secondo informazioni che armiamo ragione di ritenere esatte, durante le conversazioni anglo-francesi si è deciso di fare al più presto un « approccio » a Berlino, per cercare di dirimere la questione della minoranza sudeta. Dopo Grandi, Lord Halifax ha ricevuto l'Incaricato d'affari tedesco. Il comunicato sui colloqui Ma leggiamo 11 comunicato diramato stasera: « Durante la loro visita a Londra il signor Daladier e il signor Giorgio Bonnet hanno avuto numerose conversazioni col Primo Ministro, col segretario di Stato per gli Esteri e con altri ministri, nel corso delle quali essi hanno discusso, nello spirito di reciproca fiducia cui s'informano le relazioni fra i due Paesi, i punti che attualmente concernono il mantenimento della pace. I ministri francesi e britannici hanno esaminato i risultati delle recenti conversazioni fra il ministro degli Esteri italiano e l'ambasciatore di S. M. britannica a Roma, conversazioni che hanno portato agli accordi firmati e pubblicati il 16 aprile. I ministri francesi hanno dichiarato il loro vivo compiacimento per tale contributo alla distensione europea. I ministri britannici da parte loro hanno espresso la speranza che le conversazioni iniziate fra i governi italiano e francese portino a risultati egualmente soddisfacenti. I ministri britannici e francesi hanno espresso l'opinione che la distensione nel Mediterraneo ri¬ sultante da questi accordi contri-buirà all'entrata in vigore della ri-soluzione 4 novembre 1937 per il ritiro delle truppe straniere partecipanti alla guerra in Spagna e faciliterà la conclusione di accordi per il ritiro del materiale bellico. « Essi hanno esaminato attentaj mente la situazione nell' Europa centrale e si sono trovati in generale accordo sull'azione che più utilmente potrebbe far trovare la base di una pacificazione ed equa sistemazione dei problemi sorti in tale zona dell'Europa. « Essi hanno inoltre discusso alcune questioni relative alla situazione nell'Estremo Oriente e hanno preso l'occasione per discutere certe questioni menzionate nell'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio della Società delle Nazioni. « Come risultato delle franche e complete discussioni che hanno avuto luogo, è stato ancora una volta riconosciuto che la Francia e la Gran Bretagna sono legate da stretta comunanza d'interessi, e i ministri francesi e britannici hanno quindi convenuto essere della più grande importanza, nell' attuale momento, che i due Governi continuino e sviluppino una politica di consultazione e di collaborazione in difesa non soltanto dei loro comuni interessi, ma anche di quegli ideali della vita nazionale e internazionale che uniscono i due Paesi ». Liquidata la frase caudale del comunicato, rileviamo subito che più della metà di questo è dedicata all'importanza della collaborazione italiana, ai risultati positivi di tale collaborazione, che ha portato al primo passo sulla via della distensione europea. Ora su quella via tutti sono d'accordo che bisogna continuare: Italia e Inghilterra l'hanno indicata e hanno dimostrato che è tutt'altro che impercorribile. I francesi la trovano dura e, stando a buone informazioni, hanno chiesto a Chamberlain e ad Halifax di interporre i loro uffici presso il Governo di Roma: ma è 11 cammino che è difficile, o sono le loro gambe che non vanno? Un confronto fra la Complessità delle superate divergenze italo-inglesi e delle non ancora superate Italo-francesi non può lasciar dubbio sulla risposta a tale interrogativo. La questione cecoslovacca I colloqui svoltisi oggi sono stati quasi Interamente dedicati alla questione della minoranza sudeta in Cecoslovacchia. I ministri francesi hanno spiegato con grande enfasi che nel caso di una Invasione armata della Cecoslovacchia, la Francia si vedrebbe obbligata ad attuare gli obblighi assunti. Essi, come avevamo facilmente previsto ieri, hanno tentato di ottenere alcuni maggiori pegni da parte della Gran Bretagna, allo scopo che questa intervenga parallelamente alla Francia. I ministri britannici hanno dovuto spiegare che essi non potevano assolutamente andare oltre le dichiarazióni sulla politica estera recentemente fatte in Parlamento dal Primo Ministro e dal Ministro degli Esteri. VA questo proposito, il collaboratore diplomatico de! Daily Telegraph aggiunge che « è stato tuttavia riconosciuto da entrambe le parti che se gli avvenimenti portassero a un Intervento armato da parte tedesca In Cecoslovacchia, cosa che porterebbe inevitabilmente a una guerra generale in Europa, questo Paese, ora cosi strettamente impegnato alla conservazione dell'integrità territoriale francese, sarebbe obbligato a gluocare la sua parte ». Quanto all'azione d'ordine di¬ iplomatico, si prevedono due linee ! hì o i« «_* j jdi azione: la prima intesa ad insistere perchè le due parti più direttamente interessate in Cecoslovacchia pazientino; la seconda consiste nell'alutare con tutti i mezzi possibili la formazione di una base per una giusta e duratura sistemazione fra i cechi e le minoranze tedesche. Tanto il Governo francese che quello britannico erano al corrente del piano preparato sotto la direzione del Presidente Bènes e ci risulta che su certi punti di tale plano, essi hanno suggerito ulteriori modificazioni e concessioni. Tuttavia si è espressa l'opinione che le concessioni non possono venire da una sola parte; che Henlein deve anche egli da parte sua ridurre alcune delle sue richieste. Un accesso al mare a Gdnia? Ma, considerando in special modo l'aiuto che può essere dato alla Cecoslovacchia, è stato preso nota di certe conversazioni commerciali che ora sono in corso fra Praga e Varsavia: queste conversazioni sembrano essere ispirate dal desiderio di assicurare che la Cecoslovacchia abbia un accesso al mare per l'esportazione dei suoi prodotti, anche nel caso che la Germania, allo scopo di premère sulle decisioni nei confronti dei Sudetl, chiudesse le frontiere che controlla. A questo proposito, il collaboratore diplomatico del Daily Telegraph, al quale lasciamo tutta la responsabilità della informazione, scrive che « si sono fatti buoni progressi su tale linea, in modo che i prodotti cecoslovacchi possano passare attraverso la Polonia e raggiungere il porto di Gdnia sul Baltico, invece che attraverso la Germania, ad Amburgo o a Trieste ». La discussione quindi è passata ad un altro aspetto della situazione centro-europea, alla possibilità cioè di aprire nuovi mercati per gli Stati danubiani e balcanici, mediante l'acquisto da parte britannica e francese di alcuni prodotti industriali ed agricoli. Il suggerimento è venuto da parte della Francia ma l'Idea è stata considerata buona si, ma da doversi sot ! toporre ad un esame di esperti il che vuol probabilmente dire che si è voluto metterla a dormire per non urtare dà parte britannica i Dcminions. I giornali nei commentì alla chiusa delle conversazioni anglo-francesi danno macchina indietro in confronto alla preminenza data air la importanza militare delle conversazioni, di ieri. Il Daily Telegraph nel suo primo editoriale sottolinea come gli accordi di Roma costituiscano una base solida sulla quale lavorare per la distensione europea. II giornale, rivolgendosi ai laburisti che hanno presentato una mozione di censura contro il governo, scrive: «I ministri francesi sono partiti da Londra molto soddisfatti della visita ». Quanto alla parte militare degli accordi citati il giornale scrive: « Sarebbev prematuro definire i limiti di tale cooperazlone, ma accettato il principio, esso sarà facilmente applicabile cosi da aumentare la forza distensiva dell'Inghilterra e della Francia. Bisogna dire chiaramente che questa collaborazione non costituisce alcun nuovo obbligo o alcun nuovo impegno da parte nostra e che essa non deve essere diretta contro qualsiasi altra Paese ». Leo Rea

Persone citate: Chamberlain, Conte Grandi, Daladier, Giorgio Bonnet, Grandi I, Hitler