ESAME TECNICO di un campionato emozionante

ESAME TECNICO di un campionato emozionante Otto mesi di lotta per fo "scudetto ESAME TECNICO di un campionato emozionante II campionato è finito. Non ha avuto quella coda clw- da parecchi si desiderava, da motti si temeva, e che, vista la parità A'* valore fra alcuni contendenti, sarebbe stata, in fondo, tutt'altro che f\wti luogo. Lasciamone stare l'andamento, che tutti conoscono a memoria Lasciamone stare le fasi emozionanti, tanto emozionanti da far perdere la testa a più d'mw che avrebbe dovuto tenerla beri a posto, e da far perdere la iifta a qualche spettatore dal fisico' non adatto a sostenere i colpi l'ielle grandi emozioni. Lasciamone .«.tare anche il risultato, limitand'vci a ripetere la nostra opinione schietta che la vittoria sia spettata alla squadra meglio attrezzata, fornita dei migliori mezzi tecnici e, in complesso, più merir tevole. - Punto di vista tecnico Proviamoci ad esaminarlo, questo campionato, come una rassegna -dei valori nazionali, proviamoci a considerarlo dal punto di vi3ta tecnico, ed a .vedere cosa esso abbia detto di nuovo e di interessante negli otto mesi della stia marcia. Dopo aver dato, nella prima parte del suo decorso, il tempo e l'opportunità ad ognuno dei contendenti di sistemarsi, ambientarsi, distendersi nello sforzo, il campionato ha messo aila prova la vera consistenza, il vero equilibrio tecnico di tutti coloro che di primato potevano o volevano parlare. E come un giudice che fosse punto, ad un dato momento del dibattito, dal desiderio dì divertirai alle spalle delle diverse parti in causa, si è preso iZ gusto di illudere i contendenti e poi di metterne in- mostra clamorosamente le debolezze ed i difetti. Una specie di presa in giro in grande stile... Vennero fuori, così, tutti i punti deboli delle squadre, tutte le imperfezioni di inquadratura, di condotta, di equilibrio. AI fuoco della lotta ognuno si scaldava e, conseguentemente, si scopriva e rivelava "i propri* di/etti: a difetti rivelati, seguiva immediatamente U crollo. Si ebbe, cosi, l'impressione, volta a volta, che l'Ambrosiana, il Genova) il Bologna, la Juventus, il Milan, la Triestina, il titolo di campione lo avessero in mano, e che ognuna, volta a volta, lo gettasse via come cosa che scottasse. La verità è che questo è stato un po' un campionato dei difetti, quasi una rassegna delle debolezze. La verità chiara e lampante, che finiva per emergere da tanti crolli, era che nessuna delle squadre aventi aspirazione al titolo possedeva al completo i mezzi per assicurarselo. Nessuna aveva in modo assoluto l'attrezzatura necessaria. Ognuna aveva del buono, qualche cosa di fiacco o di scadente lo avevamo tutte. Di modo che la saldezza, l'equilibrio, la fermezza non erano doti di nes suno. Squilibri e deficienze Chi era forte' in difesa aveva un attacco evanescente. Chi possedeva una prima linea contundente e penetrante aveva una retroguardia tentennante. Chi stava abbastanza bene come equilibrio tecnico peccava di equilibrio mentale, nel senso-che non aveva fermezza, era soggetta- ad esaltarsi od . a deprimersi e, quindi, oscillava terribilmente.nel rendimento. Chi aveva buoni mezzi a disposizione non poteva gettare sulla bilancia il peso dell'esperienza, peso decisivo nelle, competizioni di lungo metraggio. Giunto alle svolte decisive, ai momenti cruciali balbettava: si trovava di fronte a co sa più grande di. sè. La squadra iti grado di staccarsi nettamente dalle altre, di imperare sul lotto, perchè provvista di tutte le buone doti o, per lo meno, perchè provvista di buone doti in misura del tutto superiore, alle altre, non esisteva, quest'anno, In somma i difetti compensavano le doti. Ha finito — giustamente — per vincere, quella die più spiccate qualità tecniche e meno gravi difetti aveva. Nel suo compito di fucina di energie il campionato non ha fatto chiasso. Di nuovo, di veramente nuovo, come valori individuali, non ha prodotto gran che. Già è difficile che la Divisione Nazionale A crei di per sè una forza nuova, prendendo un uomo dall'oscurità e facendone di botto un campione. Di solito, la categoria maggiore sfrutta, non crea. Bisognerebbe, per questo, spingere lo sguardo ai campionati delle categorie mino ri, quelli della B e della C, tutto ra »n corso. Precisamente come è difficile che un calciatore possa formarsi, rifinirsi ed imporsi in una stagione sola: la via da percorrere dall'interessato è una scala dove i gradini si possono salire più o meno in fretta, ma non a due o tre per volta. Se si considerano le cose sotto questo aspetto, allora sì, occorre riconoscere che del lavoro utile la stagione ne ha compiuto. Parecchi uomini che il passato recentissimo aveva portato alla ribalta, hanno trovato nel campionato testé finito definitiva consacrazione. Vedasi un gruppo di giovani che le Olimpiadi aveva posto in mostra: Locateìli, Bava, Bertoni della B, per non parlare di Foni che già prima era qualcuno. Vedasi un gruppetto di giovani che già l'anno scorso avevano puntato fuori il capo: Olmi dell'Ambrosiana, Chizzo della Triestina, Biavati del Bologna. Vedasi la speciale categoria di certi uomini che hanno avuto bisogno di cambiare ambiente per trovare il giusto tono — nessuno di noi rende al massimo in un avibiente in cui non si sente a posto —: esempio tipico, Morselli passato al Genova, e al quale è successo quello che era successo a Foni passando alla Juventus ed a Ferraris passando all'Ambrosiana. Se si tien conto di tutto questo, non si può non ammettere che la stagione abbia fatto il suo. dovere. Gli uomini nuovi .Del nuovo, si diceva. Il nuovo di zecca, il nuovo in linea assoluto non può essere, nel calcio, che roba in sul nascere) in formazione: proprio per i motivi già visti. Ed allora, anche qui, qualche cosa ire da registrare. Trieste da sola ha prodotto un Trevisan, un Bancilfo, un Valcareggi, ai quali la sola cura da consigliare è quella del .tempo. L'Ambrosiana sta portando avanti un Campatela ed altri elementi che la stoffa del calciatore posseggono indubbiamente. E nella Divisione B, centri come Padova, Pisa, Ancona — nessuna delle citazioni nostre vuole aver l'aria di essere completa ed esclusiva:,, non si tratta che di accenni — hanno tratto dall'oscurità attaccanti, terzini e mediani che dovrebbero farsi strada. Il lavoro della produzione di calciatori di grande levatura è lento, difficile e complesso. Esso è al momento attuale anche impellentemente necessario, urgente, quasi. Che la schiera dei giuocatori anziani, di classe, si va, copie è nell'ordine naturale delle cose, ogni anno assottigliando. Se riandiamo agli anni della maggior gloria italiana in campo intemazionale, ne troviamo più pocM.ni dei nomi appartenenti al famoso nucleo di atleti di eccezione: nomi che ancora corrispondono a uomini in piena efficienza. Bpcó Meazza e Ferrari, con qualche alto e basso di forma, e Monze/xlio reduce da una delle poche 'ferite della sua carriera. E', all'meirca, tutto. Gli altri-uomini in vista, figure di primo piano, anche ,nel campionato di quest'anno, appartengono già ad una generazione seguente:. Piola, Ceresoli, Andrvolo, Pasinati, PerazZolo, Olivieri* Si, v'è necessita sentita di avvento di giuoco-tori di classe, per la difesa di quéi fulgido nome che gli anziani hanvo fatto all'Italia calcistica. Ed il campionato, sotto questo aspetto,, occorre ripe- terlo, il suo dovere, senza infamia e senza lode, là ha fatto. Farà forse di più l'anno prossimo. Dove il campionato stesso si è portato meglio è nell'evoluzione tecnica dei singoli giuocatori. Tutta una massa di uomini ha superato lo stadio della mediocrità: il giuocatore tecnicamente scadente e fisicamente impreparato, l'incapace; è diventato oramai una rarità. Dove il campionato s'è portato peggio, è nel campo tattico. La sola tattica che ha fatto progressi-è quella difensiva. La storia della stagione è piena di partite basate sul concetto delia distruzione del lavoro altrui. Di lavoro d'attacco, che sia vera costruzione sana, schietta, soda, pensata, ed attuata, poco. Tema che porterebbe lontano, che il rilievo non ha carattere italiano, ma europeo, mondiale, si può dire. E dove, infine, il campionato merita un cento con lode, è nel campo dell'interesse agonistico E' così, franco lo spirito dei contendenti, così maschio il contegno delle squadre, che ogni primato è stato quest'anno battuto in fatto di affluenza di folla. Nessuno sport trova così immediata e precìsa rispondenza nel clima fascista — clima intrepido ed energico, tutto lotta e rischio e coraggio — come il Calcio. Le belle, sane battaglie del pallone rotondo sono entrate nelle abitudini del popolo italiano. E' una constatazione che il campionato ha quest'anno confermato e ribadito. Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Ancona, Italia, Padova, Pisa, Trieste