LE NOZZE DI RE ZOG in un fasto fiabesco fra il giubilo del popolo di Guido Baroni

LE NOZZE DI RE ZOG in un fasto fiabesco fra il giubilo del popolo LE NOZZE DI RE ZOG in un fasto fiabesco fra il giubilo del popolo 31 ministro Ciano testimone del Sourano nel rito nuziale - Gli augusti sposi partiti per Durazzo - La folla acclama al Duce ed all'Italia (Dal nostro inviato) Tirana, 27 aprile. La grande aspirazione del popolo skipetaro è stata esaudita: Geraldina Apponyi si è unita stamane nel dolce nodo dell'amore al biondo Sovrano che ' l'aveva chiesta in sposa. Re Zo'g ha una compagna, e l'Albania una Regina. La cerimonia nuziale si è svolta alla Reggia neh salone delle armi. L'atmosfera, il colore dell'ambiente, non meritano altro, aggettivo: fiabeschi. Dame e cavalieri in costume, dai mantelli adomi di preziosi ricami, le pareti gialle e nere da cui pendevano lunghe spingarde dalle canne istoriate, i fini pugnali d'argento, le pistole arabe, le scimitarre circasse, ecco gli elementi del quadro che ci riportava al fasto e al pittoresco di antichi tempi, e suscitava nel nostro spirito una nostalgia di eroiche avventure e di fierezze cavalleresche. Quadro pittoresco Fino dalle ore 10 è cominciato l'afflusso degli invitati. In fondo al salone, sul grande tavolo di noce che servirà alla firma dell'atto nuziale, al centro è un grande calamaio di argento, offerto alcuni armi or sono da una grande Società italiana a Re Zog allora Presidente della Repubblica di Albania; JI Sovrano lo ha voluto oggi usare con gesto significativo per un atto così importante e decisivo della sua vita. Anche una cartella di.cuoio bruno è dono di un altro ente italiano. Sovrasta il tavolo il quadro a olio raffigurante la madre del Sovrano. Dietro il tavolo prendono posto per tempo i fotografi e i cinematografisti convenuti da tutto il mondo a questa festa regale. Ai lati della sala gli invitati in? Zittiscono nei posti a loro riservati. A sinistra, a lato del tavolo si adunano i diplomatici fra cui notiamo i Ministri d'Inghilterra, di Francia, di Germania e di altri Stati accreditati presso la Corte. Segue il gruppo degli ospiti ungheresi che portano nella cerimonia una nota spiccatissima di nobiltà e di eleganza. Ecco il Principe Estores nella divisa rossa della sua storica famigliò, con la giubba negligentemente buttata sulla spalla, tutta ricamata d'oro ed orlata di una fine pelliccia; il barone Urban attillato in un costume nero con il cappuccio all'ussaro; ecco il conte Jankovic anche egli vestito all'antica foggia magiara e la contessimi Forgach che sembra fatta di pizzi e di trine, vestita di raso verde con un lungo strascico damascato d'oro; e la contessa Teleki in un vaporoso abito di trina bianco. Nel gruppo è il conte Apponyi^ zio della sposa, il quale, emozionato dall'avvenimento che così intimamente lo tocca, non cessa di raccogliere congratulazioni da parte degli amici stretti a lui intorno. In qtiesto quadro che ci ricorda l'era dei grandi feudatari magiari, si notano anche gentili signore straniere in abiti di gala di ricchissima fattura. In un altro lato della sala prendono posto le delegazioni provinciali a cui si è 'affiancato il nostro gruppo di giornalisti, che per la premurosa intercessione del conte Ciano sono tutti presenti alla cerimonia. I membri del Governo albanese capeggiati dal Presidente del Consiglio Rotta prendono posto vicino al tavolo dal lato destro. Quindi segue ■ il gruppo dei membri del Parlamento, dei rappresentanti delle Forze Armate, degli alti funzionari dello Stato. Gli uomini indossano tutti la marsina e le divise militavi con decorazioni. Completa l'adunata un ristrettissimo gruppo di invitati in rappresentanza delle principali famiglie albanesi legate da personale amicizia con il Sovrano. In mezzo alla sala il cui paviviento è ricoperto da ricchissimi tappeti orientali fra i quali alcuni « Smirne » di grandissimo pregio, si allineano fronteggiandosi, due fila di venti ufficiali rappresentanti tutti i Corpi armati albanesi e la Guardia Reale. Il corteo regale Alle 10,30,7>ientre in tutti gli invitati l'attesa per la cerimonia è vivissima, giungono il sacerdote ortodosso e i preti mussulmani. Poco dopo entra la madre della sposa- con i piccoli fratelli di Geraldina. L'arrivo della coppia regale è preceduto da quello del seguito del conte Ciano. Entrano infatti nella sala per prendere i posti loro riservati il Ministro Jacomoni, il gr. uff. Anfuso capo Gabinetto del conte Ciano, il marchese D'Aieta, il dott. Bellia, il comandante dell'incrociatore Giovanni Dalle Bande Nere e il nostro addetto militare a Tirana. Quando, pochi istanti dopo, il Re in alta uniforme di comandante dell'esercito albanese si avanza dando il braccio alla sposa sorridente, chiusa nel candido velo dal lunghissimo strascico sorretto da ufficiali della guardia, si levano le note di una musica tzigana e quelle dell'inno nazionale albanese. La sposa passa tra la doppia siepe degli invitati sorreggendo un mazzo di mughetti e avanza, visibilmente felice, verso il grande tavolo. Seguono otto coppie di dame negli abiti bianchi portando fasci di fiori bianchi. Nel candido fulgore di quel bellissimo gruppo si distinguono le quattro sorelle del Sovrano, quindi procede il Duca di Bergamo che dà il braccio alla principéssa Xenia e il conte Ciano in divisa di Ministro col gran cordone celeste della suprema onorificenza albanese, che dà il braccio alla principessa Napie, il principe Amid con la principessa reale, il barone Villani, testimone della sposa. Tacciono le note della musica e si compie l'atto nuziale. Gli sposi si dispongono di fronte al tavolo: accanto, sul lato sinistro, sono i testimoni'della sposa barone Villani e il cunte Apponyi zio della sposa; a destra per il Sovrano il Ministro Ciano e il prìncipe Amid. Il presidente della camera legge i tre articoli del codice simili a quelli del vecchio codice itaZtano e domandato il consenso della sposa e dello sposo li dichiara uniti. Gioia di popolo - La cerimonia è così conclusa. Al « si » della sposa scroscia un fervido applauso, mentre la musica intona la marcia nuziale e fuori echeggiano possenti salve di artiglieria. La guardia reale sguaina la sciabola. Il Conte Ciano dà la mano alla sposa formulando i più caldi auguri per la sua felicità. Quindi il corteo si avvia all'uscita sotto l'arco delle lucenti sciabole degli ufficiali. Le dame ora s'inchinano al passaggio del Re e della nuova Regina. Il gran salone si sfolla lentamente mentre intorno al Palazzo Reale un'immensa folla acclama entusiasticamente gli sposi. Da questo momento gli albanesi hanno la loro Regina. Tiran'a, se nei giorni scorsi aveva già un aspetto di festosità eccezionale, oggi appare ancora più intensamente popolata di gente dai-mille costumi, dai diversi dialetti, dalle va rie regioni. Intorno al Palazzo Rea le il popolo affolla tutte le strade, senza mai acennare ad allontanarsi: esso continua ad.applaudire, a cantare, ebbro. Gruppi di mussulmani attirano l'attenzione di vasti capannelli di curiosi con le loro tipiche danze; altri cantano nenie orientali piene di suggestione. Il traffico è completamente paralizzato; i cortili delle moschee rigurgitano di gente, mentre il muezzin, dall'alto del minareto, chiama i fedeli ai riti propiziatori per la felicità degli sposi. Tutto ha il tono e l'atmosfera della tipica festosità orientale. Le bottegucce e le friggitorie diffondono l'acre odore di grasso bruciato e sono colme di clienti insoliti; dall'interno dei caffè gremiti gracchiano vecchi dischi su grammofoni ormai disusati. Ovunque è un canto e la gioia è in tutti i cuori per il grande evento nazionale. Non c'è caso che alcuno abbandoni il campo: questa folla è immobile e dalla piazza Scanderbeg al Palazzo Reale è una enorme distesa umana che canta, prega e attende. Le lussuose macchine degli invitati e dei diplomatici che escono dal Palazzo Reale solo a stento possono passare fendendo la calca. Il conte Ciano che si trova in automobile con la signora Jacomoni e il Ministro, è riconosciuto subito e, come sempre, suscita una grande manifestazione di deferente simpatia. Intanto il cannone continua a scandire ritmicamente i suoi 101 colpi, mentre nel cielo aerei volteggiano intorno ad un grande aerostato in cui si leggono scritte di saluto agli angusti sposi. Piccoli particolari nel quadro festoso e colorito: carretti di gelati, venditori di gazose, piccoli spacciatori di dolciumi circolano in mezzo alla folla che vuole vivere, pienamente in uno stato di felice stordimento e di dolce abbandono, questa giornata che resterà per tutti indimenticabile. La colazione a Corte Alle 13 ha avuto luogo una colazione a Corte, presenti il Duca di Bergamo e i suoi aiutanti, il Ministro Ciano e il suo seguito, il governo e i principi albanesi. Il violentissimo acquazzone pomeridiano non ha diradato la fitta folla che dietro-i cordoni attendeva la partenza dei Sovrani che si sono recati a-Durazzo per la luna di miele, e quella del Duca di Bergamo. Alle ore 11, lungo il viale Mussolini che porta alla strada per Durazzo si sono schierate le forze armate del presidio, le organizzazioni giovanili, le rappresentanze della provincia e una folla immensa. Lungo la strada che da Durazzo scende tortuosa verso il mare digradando fra basse selve sterpose sono accorse le popolazioni di pastori e contadini per applaudire al passaggio dei Sovrani. Il corteo si muove preceduto da una staffetta con la scorta di motociclisti; subito dopo l'auto che accoglie la coppia regale e quella del Duca di Bergamo e del conte Ciano che accompagna il Princi¬ pe Sabaudo all'imbarco a Durazzo. Il passaggio attraverso là città' ansiosamente atteso fino da stamane da immense rnoltitudinì desiderose dì vedere i Sovrani, dà luogo ad una irrefrenabile dimostrazione. Il popolo prende anche occasione per rinnovare all'Italia Fascista ed a Mussolini, che gli albanet.. considerano ed invocano come il loro grande amico e _protettore, la devozione e la riconoscenza che ite circondano i nomi su questa sponda. Le salve di artiglieria assumono una cadenza semata mentre il corteo passa fra schiere di soldati che presentano le armi e il popolo, sventolando le bandiere rosse e nere e il nostro tricolore, canta l'inno nazionale. Le macchine procedono lentamente ed i Sovrani, il Principe Sabaudo e il Ministro Ciano rispondono sorrìdendo all'affettuoso saluto. La dimostrazione si rinnova lungo la strada fino a Durazzo dove tutto il popolo attende ansioso i Sovrani che ivi resteranno ospiti graditissimi per alcuni giorni. A Durazzo Al limite della città il sindaco porge il suo saluto ai Sovrani il cui corteo si arresta un istante. Alle óre 18 al Municipio di Durazzo si svolge un grande ricevimento e fuori del Palazzo la folla applaude obbligando il Duca di Bergabio e il conte Ciano ad affacciarsi al balcone per rispondere alle grandi ovazioni rivolte al Duce ed all'Italia. Nell'ora del tramonto la cittadina adriatica, ci appare nell'incanto delle sue bellezze, sullo specchio del mare calmissimo, e le case imbandierate e decorate a festa lungo l'arco azzurrino fanno corona alle belle navi nostre, ancorate nella rada, con il gran pavese issato e gli equipaggi schierati a murata. Dai balconi, dalle finestre, dai tetti dalle basse case e dalle villette fino alle prime rampe della strada che sale al massiccio castello ove i Sovrani hanno la loro residenza estiva c'è gente che acclama e che applaude al passaggio del corteo. La dimostrazione si ripete quando il Duca di Bergamo col conte Ciano si reca alla banchina mentre tuonano le salve di artiglieria dal Giovanni Delle Bande Nere in segno di saluto al Principe Reale. Il Ministro Ciano accompagna il Principe a bordo, dopo avere passato in rivista sul pontile il battaglione albanese che rendè gli onori al suono degli inni delle due Nazioni. Le navi italiane levano quindi l'ancora salutate dalle batterie costiere e si dirigono verso la costa italiana? Il Ministro Ciano rientra in auto a Tirana séguito dal corteo di macchine con i Ministri albanesi e il seguito. Quando il conte Ciano rientra a Tirana è già notte. Ma 3opra la corona dei monti che circonda la città, fiammeggiano le luci rossastre di grandi fuochi, accesi dai montanari sui più alti picchi per solennizzare la storica giornata della forte stirpe skipetara'. Nelle strade luccicano piccole luci. La piazza Scanderbeg rintrona di mortaretti mentre si levano nel cielo girandole di mille e mille colori. La folla assiste alla grande luminaria e non ha segni di stanchezza, ma sembra dolcemente cullarsi in questa atmosfera di festa senza fine. Guido Baroni