Vibrante ordine del giorno del gen. Berti ai suoi Legionari di Riccardo Forte

Vibrante ordine del giorno del gen. Berti ai suoi Legionari ImA. VITTORIA. nEImim'BBRO Vibrante ordine del giorno del gen. Berti ai suoi Legionari " L'Italia vi ammira-Il Duce è iiero di voi,, e a e . l i a a a a l ì e ei a à Tortosa, 25 aprile. Ecco l'ordine del giorno diramato alle Forze Legionarie nella ricorrenza del Natale di Roma, al termine della battaglia dell'Ebro: « Legionari! Da Rudilla a Tortosa, in cinque -settimane, d'i lotta senza quartiere, il nemico vi ha invano opposto il nerbo delle sue truppe più agguerrite. Voi lo avete ripetutamente battuto in terra e.nel cielo; e gli avete preso tre città, cinquanta paesi e diecimila prigionieri. « La battaglia dell'Ebro è conclusa; Come un dì ne giungeste alle sorgenti, oggi ne presidiate le foci. Levate in alto le armi e salutate i Camerati caduti. Per il loro sacrificio ed il vostro valore, la vittoria di Aragona si specchia ora, nel mare di Roma, che unisce la nostra a questa latina, martoriata terra di eroi. « L'Italia vi ammira. « Il Duce è fiero di voi ». Il generale di Corpo d'Armata, comandante del C. T. V.: Berti. La vita ritorna nelle zone di confine ' (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Gavarnie, 25 aprile. La guerra nelle alte valli dei Pirenei è una guerra nuova.'! soldati vanno a caccia del nemico su per le montagne, in piccole colonne; i collegamenti sono lontani e rari; l'iniziativa del singolo battaglione s'innesta sul complesso dei movimenti; poche o nessuna notizia del risultato delle azioni intraprese sui settori Dtcini. E' una guerra di iniziativa, di sorpresa, di rapidità. Si combatte e si avanza con armi semplici e relativamente primt'tive; il fucile, il cannone; ignorato il carro d'assalto; questa battaglia ha l'aria di una grande manovra. Armonia nuova La popolazione va incontro agli uomini armati, che vengono a portare la buona nuova della liberazione dall'arbitrio dei sindacati, del ritorno alla libertà delle pratiche religiose; un suono che i bambini hanno dimenticato riempie le valli: quello delle campane. I militi rossi le avevano portate via per fonderle o le tenevano semplicemente legate, e nella chiesa era idfmmdDucmrcamqgzscpndepIstato messo un reparto di distri-ìbuzionc di viveri o un mercato Il giorno dopo lu liberazione arrivano dalla Francia, per t passi alpestri, i p?wii profughi che avevano abbandonato il paese da due anni. Con loro è il parroco. I vec-chi contadini e le donne del luogo si riuniscono nella chiesa nuda, dove non c'è più altare, non ci sono più tabernacoli, più quadri votivi, più panche, più sedie, più nulla; fra le quattro pareti nude, senza una immagine, severe come quelle di una fortezza o di una ca ai serma, ma che conservano ancora - quel profumo misterioso di santità che c incancellabile, si svolge la cerimònia della riconsacrazione, ntomo a un Crocefisso e ai rami di foglie verdi sparsi per terra. I profughi arrivano in gruppetti familiari, numerosi e fitti, camminando gli uni dietro gli altri come automi, coi grandi sacchi neri da cui spunta fuori ogni ben di Dio. Qualche volta li accompagna un mulo, che è più stanco e scalcinato di loro. Appena arrivati domandano notizie non già dei parenti o degli a?nici, ma delle vacche che hanno lasciato al paese; alcuni avevano tentato ingenuamente di portarsele in Francia, quando i militi in procinto di fitggìre diedero l'ordine alla popolazione di sgomberare per prima; si erano presentati alla frontiera con un seguito di mucche e di pecore, che gli agenti della dogana francese avevano ricacciato indietro spietatamente, potendosi tollerare una invasione di uomini e donne derelitte, ma non una invasione di bestiame. Gli animali erano tornati indietro, ed erano per i monti. Qua e là nel paese una casa chiusa. La gente allude con riserbo al vicino assente; è uno che aveva qualche ragione di temere l'arrivo delle truppe nazionali, perchè era intervenuto attivamente nella organizzazione della Spagna rossa; la casa rimarrà chiusa. Risanamento I suoi ospiti andranno «tendi cando all'estero una pietà ed un soccorso che riceveranno con avariala per i primi mesi. Poi torneranno dopo aver sollecitato la grazia ed il perdono del Governo di Burgos. La dolcezza dei luoghi, la castità del paesaggio, imprimono anche alla guerra una umanità che non le è estranea e che non stona. I soldati parlano dei rossi che sono ritnasti annidati nel paese senza rancore ne disprezzo, sorridono e tacciono di fronte agli inutili sforzi di eloquenza, spesi per convincere i nuovi venuti che essi hanno sempre lavorato per la Spagna nazionale, sia pure collaborando con i rossi. La frontiera è vicina; chi non è contento può andarsene senza- troppe difficoltà; chi resta accetta, implicitamente, l'autorità del nuovo Governo. Alcuni di fronte alla fuga dei capi che non hanno volu to rischiare neppure un centime tro della propria pelle per conte- smdnlsprsnere l'avanzata delle truppe che venivano dalla valle e sono passati in Francia alcuni giorni prima che spuntassero le prime pattuglie di Solchoaga, si mostrano disgustati e nauseati. Si dicono traditi. Altri affermano che erano affiliati ai sindacati estremisti perchè non avrebbero potuto trovare lavoro altrimenti. Aspettano di vedere all'opera i nuovi dirigenti Cosi un paese, rosso fino a ieri, si trasforma impercettibilmente. Nel giro di pochi giorni, poche settimane al più, le tracce del governo repubblicano sono scomparse senza spargimento di sangue, per quel normale piocesso di ?insse- stamento e di risanamento che è nella natura. I fuggiaschi che invece di riparare in Francia si sono addentrati'nelle montagne e sperano dì poter prolungare con l'imboscata ed il banditismo la resistenza saranno presto disingannati. Nel loro gioco disperato manca ormai a pedina più importante, che i* 'appoggio delle popolazioni. Sulle montagne che circondano le alt* valli, sonò piazzate batterie da lOh che spazzano, con la sola loro presenza, tùtt'intorno, ogni velleità rfi resistenza. . Tuttavia alcune truppe rosse sì ostinano a resistere. I sentieri alpesti che le collegano, in . modo sia pure precario, con le valli del versante opposto, quello della Francia, sono la loro sicurezza e a loro forza. Qualche cassa di viveri arriva. Cioccolato, liquori, biscotti. Arrivano, attraverso la frontiera, notizie della Spagna rossa: l'annuncio della resistenza di Miaja, qualche giornale di,Barcellona, il comunicato dello Stato Maggiore repubblicano clic elogia il comportamento della Jf.i.u divisione, che, isolata neue alte valli, rifiuta di arrendersi e tiene duro. Sterile resistenza Quale è lo scopo di questa resistenza ? Nessuno. E' un gesto sterile di una truppa composta essenzialmente di estremisti della F.A.I. e della confederazione del lavoro anarchica; quattro o cinquemila uomini, segregati dal mondo civile, tagliati dalla Catalogna da una fascia di più di cento chilometri di larghezza occupata dai nazionali, mal sorretti dai simpatizzanti di oltre frontiera con un irregolare arrivo di viveri attraverso passaggi praticati sulla neve gelata, debbono da un momento all'altro giungere in Francia, ad Arreau, a St. Lary, a Luchon, dove la guardia mobile è sul piede di guerra, per incanalare questo afflusso di sbandati e ristorare i profughi, prima, di avviarti a Barcellona. Il centro di questa resistenza disperata è il villaggio di Bielsa, nel fondo valle del Cinca. Di giù, l'Esercito nazionale arriva; le ore sono contate; ogni giorno è una posizione occupata, un paesello redente dal terrore che fa gravare sui villici spaventati l'addensarsi di migliaia di militi armati. In Francia la vicina presenza di questa divisione rossa si percepisce attraverso l'arrivo quotidiano di piccoli drappelli di militi, feriti o ammalati. Essi portano le notizie della guerriglia ed assicurano che potranno resistere ancora un mese o due. Oggi sono arrivati in un villaggio delle valli sul versante spagnolo otto tubercolotici, che avevano dovuto abbandonare, sotto l'ingmnzione dei militi rossi, un sanatorio aggirato dalle truppe di Navarrq. Avevano fatto dieci ore di marcia nella neve. Alcuni avevano trentanove gradi di febbre e fra essi era una donna che si è abbattuta a terra, appena arrivata, in un vomito di sangue. Riccardo Forte

Persone citate: Bielsa, Duce