Gaudini vincitore alla sciabola

Gaudini vincitore alla sciabola LA CHIUSURA DEL TORNEO PI NAPOLI Gaudini vincitore alla sciabola Napoli, 25 aprile. Con tredici sciabolatori in gara, e per giunta con il precedente delle finali a dieci concorrenti, se ne potevano rimandare a casa tre senza salvar l'onore ? Abbiamo già detto che questo è un torneo che non rientra nella regola, un torneo da cui volevamo soprattutto cogliere l'occasione per vedere gli uomini con quattro paia di occhiali per farli combattere e per farli allenare. Allora, viva l'abbondanza; un po' di buona volontà e un girone unico con ben 78 assalti. La gara è stata bellissima, ma è andata liscia liscia, senza l'ombra di emozioni per quanto riguarda il vincitore, perchè Giulio Gaudini ha vinto come ha voluto. L'unica cosa che ci possiamo augurare è che a Piestany capiti a Gaudini una giornata come questa, ed allora se ne vedrebbero delle belle. Voi pensate che Giuliane sia stato lieto, sorridente, soddisfatto? Era più nero che mai, scontroso, roteando periodicamente gli occhi imbronciati, acuti come le lame d'uri faro. Questi son fatti personali che non ci interessa di chiarire: quel che a noi fa molto piacére, e l'aver visto il neocampfone d'Italia di sciabola vincere tutti gli assalti, distaccare i compagni di tre vittorie e, per giunta, non riuscire a perdere neppure quella volta che, insomma, non gli sarebbe dispiaciuto. (Lettore, se non ci intendi, non dare la colpa al proto: son questi i misteri sui quali non è lecito insistere). La gara è stata lineare: il romano ha preso subito la testa e chi lo conosce bene poteva .dire fin dalla mattinata che contro il muro Gaudini si sarebbero oggi rotta la testa forse tutti gli avversari del mondo: ma un momento. C'erano tutti gli avversari che, per esempio, avevano contrastato a Gaudini la vittoria di Milano ? Di quelli che ci premevano particolarmente, di quelli convocati con cordiale insistenza ad un torneo che da tempo si sapeva obbligatorio, ne mancava uno che sa p dovrebbe sapere di non aver reso, con questo assenteismo, un servigio allo sport nazionale. Ma noi sappiamo che la riconoscenza degli uomini" è spesso una leggenda tiriamo diritto anche perchè in R _ _ Regime "fascista coloro "che si ritengono-indispensabili, ci fanno semplicemente pietà. Ma non abbiamo il diritto di infliggere le nostre chiacchiere al lettore che vuol sapere quel, che s'è fatto a Napoli. Per cambiare subito argomento vi diamo la classifica: 1. Giulio Gaudini, di Roma, con 11 vittorie; 2) Masciotta, di Torino, con 8 vittorie e 14 colpi; 3. Racca, di Padova, con 8 vittorie e 15 colpi; 4. Montano, di Livorno, con 8 vittorie e 19 colpi; 5. De Martino, di Napoli, con 8 vittorie e 23 colpi; 6. Perenno,'di Genova, con 6 vittorie; 7. Ferrando, di Genova, con 5 vittorie; 8. dopo barrage: Caioli di Livorno, Liebman di Trieste, e Turchi di Milano, tutti con 4 vittorie e 14 colpi; 11. Di Vitto, di Firenze, con 3 vittorie; 12. Oliverl, di Palermo, con 1 vittoria; 13. Di Lorenzo, di Napoli, zero vittorie, ritiratosi dopo pochi assalti in seguito a.malessere. Quali commenti vi dobbiamofare? I tre ragazzi in campo di Budapest, non hanno demeritato, anzi hanno fatto prodigi in campo aperto: Racca è terzo, De Martino è quinto, Ferrando è settimo. De Martino ha scavalcato un « prima categoria » di due vittorie, e Ferrando, il campione della seconda, è anche qui, dopo De Martino, in testa al lotto sebbene abbia avuto, specie nella mattinata, più di un momento in cui sembrava assonnato. La nostra ansia di parlarvi delle seconde categorie più in vista, ci fa tardare il meritato riconoscimento agli animatori di questa gara: uno è Msvsciotta, il quale non ci è mai parss maturo come ora, un altro è Raoca, che ha chiaramente dimostrato come fosse giusta la promozione dell'anno passato, un altro è Montano che, dopo la paurosa parentesi di Parigi, sembra aver ripreso fiducia in si e nella sua scherma, che è sempre di ottima fattura. Per dire degli altri, ci dovremmo troppo dilungare, ma accenniamo soltanto a' Perenno che lo merita per la sua disciplinata passione, e a Turchi che, pur senza alienamente, ha mostrato, a chi sapeva vederle, le sue notevoli possibilità. Anche nella sciabola la faccenda dell'allenamento è una cosa fondamentale. Noi non siamo purtroppo come gli ungheresi che hanno tutti i loro uomini in una stessa città e si divertono a far tutto l'anno quel che i nostri a malapena fanno con sacrifici che non ignoriamo, per una settimana o poco più. Prendete i nostri migliori: Gaudini non ha a Roma avversari della sua levatura e gli altri sono sparsi per lo stivale, da Torino a Palermo, da Padova a Napoli, a Trieste a Genova. E quando in una città ne trovi due e potresti tirare un respiro, è difficile farli incontrare, come è difficile che la luna faccia una carezza all'isola di Capri. Il problema della sciabola ha fatto qualche passo ed altri ne farà, ma è ancora da risolvere. Constatiamo intanto che questo torneo, svoltosi sotto l'alto patronato del Principe di Piemonte e organizzato dall'Accademia nazionale, meritevole come sempre d'elogio per l'appassionata tenacia dei suoi dirigenti, ha avuto nella sciabola la gara meno,movimentata (vedi supremazia di Gaudini), ma forse la più ricca di equilibrio, quella insomma, in cui le distanze fra il secondo e l'ultimo classificato erano le più brevi. Per domani è convocato a Napoli il Direttorio federale. Molte questioni sono sul tappeto, ma ce n'è una che per gli schermidori e per il pubblico, è di gran lunga la ,più importante: la scelta degli uomini che prenderanno parte ai Campionati del mondo. La Federazione diramerà in proposito, nel tempo più breve, un comunicato ufficiale. Nedo Nadi