DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Per le orecchie dello spettatore -- Stendhal sullo schermo - Ritorna Francesca Bertini? -- Un po' dì carestia - Il solito autore - Dall'automobile al cinema -- I rurali in platea Questa volta, entriamo nella cabina d'un teatro cinematografico. Nei più vasti è ormai una vera e propria « centrale », nella quale sono allogati, con tutti gli accessori inerenti, i due apparecchi di proiezione che s'alternano senza stacco di bobina in bobina, il quadro che regola,, con batterie e batterie di commutatori e di « resistenze», le molteplici sorgenti luminose, talvolta complesse come quelle d'un teatro lirico, palcoscenico compreso. Insomma, nei cinema" più aggiornati, nulla è stalo trascurato o si trascura perchè il film sia offerto allo spettatore in una riproduzione perfetta, e in ima cornice al massimo confortevole e compiuta; eppure, se ne tradiscono sovente gli scopi con criteri almeno barbini. E' un portavoce di categoria che coraggiosamente li denuncia; e quei criteri, tutti ospitati nella cabina, si riassumono in due: velocità di proiezione e .intensità sonora. Saprete che in un minuto secondo sfilano dinanzi alla sorgente luminosa ventiquattro fotogrammi. E' Una cadenza, questa, che permette la più scrupolosa e fedele riproduzione della realtà; (con il film muto- la cadenza dei fotogrammi era di sedici al secondo, con effetti di tremolìi e di sobbalzi). Il nuòvo ritmo di proiezione fa così sfilare in un'ora esattamente 1.641 metri di pellicola. Ma qualche esercente ha fretta di stipare la giornata del maggior nu mero possibile di spettacoli; oppure, alle prese con un film di lunghezza superiore alla media, vuol stipare, nello stesso numero di ore, lo stesso numero di spettacoli che gli sarebbero offerti da un film di lunghezza normale. Che accade, allora? Si accelera quel ritmo. A 25 fotogrammi al secondo sono 1.710 metri di pellicola in un'ora; a 26, metri 1.778; a 27,.metri 1.846. Cosi, tra il ritmo normale di 24, e il ritmo esasperato di 27, si ha una differenza di ben 205 metri di pellicola; esattamente sette minuti e mezzo di proiezione guadagnati in un'ora. Moltiplicate quei minuti per le otto, dieci ore di spettacolo giornaliere, e avrete un margine non indifferente. Gli effetti? Per gli, occhi dello spettatore, quasi nulla, perchè la velocità dei movimenti ne sarà un po' aumentata ma morbidissima; per le orecchie, invece, battute serrate, a raffiche, scariche a bruciapelo, perchè la colonna sonora, condannata a quel ritmo, dovrà per forza di cose seguirlo. Aggiungete che ciò non ri- guarda soltanto le battute di dialogo, via anche il connnento musicale, non sempre rassegnato a far soltanto da musica di fondo; e avrete allora ritmi al galoppo, nei quali l'accavallarsi e il moltiplicarsi di quelle frazioni di secondo può dar vita a effetti anche grotteschi. . L'altro peritolo che continuamente minaccia l'orecchio dello spettatore è quello del cosidetto volume. Grosso modo, il volume, sonora di una proiezione è regolabile dall'operatore come la sonorità di un apparecchio radiofonico; e sovente film dalla registrazione sonora perfetta vengono malmenati da una riproduzione grossolana, nella quale possono tanto entrare {'incuria dell'opera tore quanto la volontà dell'esercen te. Ve ne sono di quelli, infatti, che ritengono di dover assordare il loro pubblico con sonorità stentoree, in un diapason continuato e ossessivo; e ciò, a sentir loro, «/a più effetto». Altri, alle prove del film, si redigono scrupolosamente una piccata tabella d'ap punti, perchè l'operatore interven ga poi con i suoi crescendo o 1 suoi diminuendo; e se tutto ciò risponde a criteri logici, 0 addirit- tura a una sensibilità vigile e riguardosa, c'è' <Ja issare il gran pavese; ma in molti casi, purtroppo, V esercente si preoccupa di altri « effetti », di quelli che possono nascere da facili, meccanici contrasti; e allora, da una sordina penosa, che a furia di essere delicata diventa inintellegibile, si passa al tonante irrompere di urla o di fragori che ti farebbero tappare istintivamente le orecchie. Vi è poi una terza categoria di esercenti: quelli che dopo aver visionato la. copia con l'operatore, respiralo soddisfatti, perchè non vi hanno trovato nè graffi nè «code»; e dicono all'alleato: va bene. Piano,' pianissimo, forte, fortissimo, va tutto' bene, l'operatore mette una tonalità, fissa; e la macchina è allora una macchina nel più rigoroso senso della parola. Un'audizione intelligentemente preparata di un film può sottolinearne il valore, può anche e persino eliminarne alcuni eventuali difetti di registrazióne; mentre tutte le cure che i tecnici possono aver dedicato a quella registrazione possono essere tradite da una negligenza elementare. Pietà, o signori della cabina, pietà per le orecchie del povero spettatore. *** La « Grandi Film Storici », editrice del Giuseppe Verdi, ha allo studio una grandiosa riduzione de La Certosa di Parma, dal romanzo di Stendhal, che dovrebbe iniziarsi in autunno con la regia dì Carmine Gallone. — La spedizione per La croce del Sud, giunta nei dintorni di Addis Abeba, ha iniziato le prime riprese del film, dirette da Guido Brjgnone, direttore di produzione Eugenio Fontana. — Si stanno girando le ultime inquadrature di 'Equatore, nell'oltre Giuba, alle quali ha partecipato un gruppo di giovani attori diretti da Gino Valori. — L' Era-Film, continuando nell'accurata preparazione del Rigoletto, ha intanto iniziato L'orqlogio a cucùj dall'omonima commedia di Donini; regia di Camillo' Mastrocinque, sceneggiatura di Mario Soldati e di Renato Castellani. Fra gli attori, Vittorio De Sica, Ugo Ceseri e Laura Solari, secondo premio nel concorso bandito dalla stessa Era-Film. — L'ImperatorFilm, oltre a Tutta la vita in una notte, tratto dalia commedia .Ruota di Lodovici, annuncia un film interpretato dal tenore Galliano Masini, mentre la Juventus-Film annuncia una riduzione di Fuochi d'artificio, la nota: e fortunata commedia di Luigi Chiarelli, per la regia di Gennaro Righelli. — A Cinecittà s'inaugurerà fra breve una scpola di truccatura; i corsi, gratuiti, saranno tenuti da Andrea Shakatouny (a Roma per sorvegliare le truccature del Verdi), e avranno la durata di quattro ..** Non è ancora ■ scomparso il ricordo di Prigionieri della montagna, Tempeste •sul Monte Bianco, Ebbrezza bianca, Avventura in Engadina, La luce azzurra; tutti film che avevano il loro più vero motivo nella serenità o nella tragicità della montagna; e che ebbero tutti lo stesso produttore, Sokal, il qujile, dopo esordi come produttore di studio (e si ricorda di lui il pregevole Studente di Pra ga — prima versione, con Conrad Veidt), si senti sempre più attratto verso visioni alpine, e ora sta per tornarvi, con II grande slancio, un film che avrà come teatro di posa il Monte Bianco, e come prò tagonista assoluto lo sci. Anche qui la vicenda sarà un pretesto ad ardimentose prodezze e a sfondi incomparabili. . **# Le sale cinematografiche lngle si, con quelle parigine, sono un po' il termometro dell'esercizio europeo; e attualmente denunciano un disagio che non è soltanto loro. Mancano i- film, specialmente in Inghilterra. Gli studi inglesi quest'inverno hanno prodotto ben poco; e il complesso dei nuovi film americani, che aveva fornito abbondante materia prima all'esercente, ora già accenna a declinare. Cosi a Londra si assiste a ciò che soltanto di rado si aveva nei più fiacchi mesi estivi: a una serie davvero notevole di riprese, anche nei principali teatri. Il Galton ha ripreso Scarface, il London ha ripreso II conte di Monte Cristo, il Ritz si è riattaccato a La rivolta del Bounty; e via dicendo. Non è il caso di insistere precisamente su questi titoli, per varie ragioni un po' fuori concorso; ma quando esercenti e pubblico vorranno comprendere come mille volte meglio, a distanza di mesi, sia il rivedere un ottimo film, anziché sorbirsi una « novità » fiacca e incolore che ha in tutto e per tutto il merito di essere una pseudo-novità? Il cinema, per quel che d'arte e d'intelligenza vi esiste, avrà ogni vantaggio dal lento e sicuro stratificarsi di un suo repertorio. '•#**. Un autore e un regista, Marcel Achard e Pierre Chenal, sulla vexata quaestio: chi sia il vero « autore» cinematografico; e uno sceneggiatore, Henri Jeanson. Per Achard, naturalmente, l'autore del soggetto è l'autore del film; anche se il soggetto sia tutto in quattro o cinque generiche paginette, sceneggiatore e regista formano, di quel film in nuce, ti pubblico ideale, esigentissimo, che collabora perchè quelle poche paginette si sviluppino e s'articolino nel vero e proprio... film. (E allora?). Per Chenal, invece, e non meno naturalmente, il regista è quello che crea il film, rifacendo persino buona parte del soggetto quando ciò gli appaia necessario, buona parte della sceneggiatura, quando ciò gli appaia opportuno; lo scrittore scrive in poche o molte pagine la « pos sibilità» di un film, non un film Per Jeanson, infine, il dialogo è tutto, o, almeno ha una importan za fondamentale, una funzione preponderante. (Infatti lo Jeanson s'è specializzato in dialoghi per l'altoparlante). ••** Minime. — Henry Ford e la « Gsneral Motors » starebbero per costituire un importante gruppo di produzione, con un primo programma di sei film, ciascuno dei quali dovrebbe costare da mezzo a un milione di dollari. — La nuova apparizione di Deanna Durbin sarà in Le tre ragazze lasciano la città, dove le tre « ragazze in gamba» vivranno un'altra serie delle loro rosee avventure con Joe Me Crea, per la regia di Archie Mayo. — Una satira de / tre moschettieri sarà interpretata dai tre fratelli Ritz. — Cecil De Mille non riposa: sta preparando Union Pacific, una vicenda ambientata attorno al sorgere delle prime grandi compagnie ferroviarie americane; — Paul MUni sarà o Lupo di mare, di Jack London, o Massimiliano, alle prese con Juarez. — Pabst è tornato dalla Cina, dove ha ripreso gli esterni occorrenti al suo Dramma di Shanghai. —; Louis Verneuil, il commediografo, diventerà attore cinematografico ne II treno per Venezia. — L'industria cinematografica tedesca, giustamente fiera dei risultati del suo procedimento di ripresa a colori, Berthon-Siemens, non intende di adottare sistemi tricromici stranieri; e annuncia invece, del suo, perfezionamenti decìsivi, soprattutto agli effetti della pratica diffusione. —. Secondo un'inchiesta effettuata dal Dipartimento Rurale americano, il cinema sarebbe la forma di divertimento più popolare anche in quel ceto di lavoratori. Oltre il 30 per cento dei guadagni di 9467 famiglie di 140 villaggi appartenenti a 20 Stati della Confederazione è stato speso per il cinema, secondo un'accurata statistica; e in quelli, poi, del Mississippi, Carolina e Georgia, sono state proporzionalmente spese le maggiori cifre, cioè 16 dollari di media annua per famiglia. — Si è iniziata in questi giorni, a Hollywood, la versione americana di Darò un milione, di Zavatti ni, regista Walter Lang. Warner Baxter interpreterà il ruolo di De Sica; Peter Lorre quello di Almirante, e Maryerie Weaver quello di Assia Noris. m. g. t Caterina Boratto, cóme apparirà nel suo prossimo film. Figurlni di Tltlna Rota per il « Giuseppe Verdi ». mesi. — Francesca Bertini tornerebbe allo schermo in La contessa Castiglione.

Luoghi citati: Addis Abeba, Cina, Georgia, Hollywood, Inghilterra, Londra, Roma, Shanghai, Venezia