Fiamme verdi di tutta Italia sullo storico Dosso di Trento

Fiamme verdi di tutta Italia sullo storico Dosso di Trento Fiamme verdi di tutta Italiasullo storico Dosso di Trento La simbolica solenne cerimonia — Discorsi dell'onorevole Angelo Manaresi .-- La festosissima giornata Trento, 25 aprile. Sullo storico Dosso di l'rento, vigilato dana granue ombra di Battisti, il marcire aipj.no, le fiamme verdi, convenute da tutte le province per. l'adunata nazionale del lO.o, hanno compiuto ieri un rito di altissimo significato patriottico, ponendo idealmente la prima pietra dei Museo nazionale degli alpini che, per volere del Duce, sorgerà sulla sommità del colle accanto al tempio di Cesare Battisti. La sveglia è suonata presto nelle caserme e negli accantonamenti. Alle 7 i 20 mila «scarpoL ni » hanno affrontato, col . loro passo cadenzato di.robusti montanari, l'erta salita che conduce alla sommità del -colle. Precedute dal labaro glorioso del 10:o alpini fregiato da 78 medaglie d'oro, e dal labaro della Legione trentina di volontari di guerra, decorato di 13 medaglie d'oro, le fiamme verdi e le rappresentanze delle truppe alpine, giunte sulla sommità dello storico Dosso, si sono schierate in ranghi serrati davanti al tempio che eterna il sacrificio di Battisti. t La consegna della sacra terra Presso il mausoleo erano, con l'on. Manaresi, comandante del lO.o, la madre del martire alpino Fabio Filzi, compagno di Battisti nella guerra e nell'olocausto, la medaglia d'oro on. ■ Turrini, Barnaba e Lunelli, una ventina di generali, fra cui il gen. Etna, comandante la tradotta delle fiamme verdi di Torino, senatori e deputati, autorità e gerarchie di varie province, tutti i consiglieri nazionali del lO.o con i comandanti delle varie sezioni provinciali. Nella vastissima spianata prospiciente il monumento, dalla quale si domina la pittoresca visione di Trento, erano pure schierati, oltre ai venti mila alpini, i giovani fascisti e tutte le organizzazioni politiche, sindacali combattentistiche e d'arma. La cerimonia è stata breve ed austera. Dopo la deposizione di una corona di lauro davanti al sacello del Martire, il presidente dei volontari di guerra della Legione trentina, -gen. Guido Larcher, ha consegnato all'on. Manaresi, a nome del Podestà di .Trento, la terra sacra sulla quale sorgerà il Museo nazionale degli alpini, esaltando con vibranti pa role la gloria delle indomite' fiamme verdi, che conobbero le più sanguinose prove, i più aspri cimenti e le più fulgide vittorie, e sono sempre pronte a rinnovare, agli ordini del Re e del Duce, tutti gli ardimenti, per la grandezza e la potenza dell'Italia imperiale. L'on. Manaresi, nel ringraziare per l'offerta significativa della terra sacra la città di Trento, cara al cuore di tutti gli italiani per i suoi martiri e i suoi eroi e per la sua inesausta passione di patria, si è detto lieto di poter assumere con orgogliosa fierezza il pegno solenne che il Museo della gloria alpina sarà realizzato nel più breve tempo possibile, con fervido ritmo fascista, secondo* il comandamento del Duce. L'oratore ha poi esaltato la grandezza del sacrifizio di Cesare Battisti in cui si riassume tutta una magnifica tradizione trentina di pensiero e di azione, e ha concluso con l'appello del Martire, secondo l'austero rito fascista. Ventimila voci gagliarde hanno risposto « presente >. Il saluto al Re e al Duce dato dal Federale ha chiuso la cerimonia. La banda della Divisione alpina «Val Pusteria » ha intoriato gli inni della Patria e della Rivoluzione suscitando nuove dimostrazioni di altissimo entusiasmo patriottico.La trionfale sfilata I ventimila alpini sono discesi quindi dalla collina concentrandosi alla base del Dosso. Di qui un imponente corteo, aperto dagli 800 gagliardetti delle sezioni provinciali, con una quarantina di musiche e di fanfare, si è mosso verso la città imbandierata e festante, innalzando le insegne gloriose e 1 trofei allegorici, e ha sfilato in perfetta formazione militare davanti al monumento a Dante, dove erano .raccolte le autorità, fra gli applausi entusiastici di una moltitudine di popolo, che faceva ala al loro passaggio.In via Belenzani, dove altissime colonne con rami di pino intrecciati recavano il numero dei reggimenti alpini, coi loro fierisBim; motti sormontati da un'aquila d'orata, gli alpini seno passati trionfalmente sotto una piog¬ i e ¬ gia di fiori e di foglietti tricolori, fra le ovazioni della folla. Nella s corica piazza del Duomo hanno assistito poi alla Messa da campo, celebrata da un cappellano alpino, e dopo la cerimonia religiosa, l'on. Manaresi ha pronunziato un.- applauditissimo discorso, ricordando agli alpini le virtù e il patriottismo delia terra trentina, baluardo inespugnabile e incorruttibile delle pia pure tradizioni italiche ed esaltando il sacrifizio dei suoi martiri e l'eroismo dei suoi figli migliori. L'oratore ha ricordato l'adunata alpina dei settembre 1922, quando gli alpini d'Italia, sfilando in Trento redenta davanti al Re, riaffermarono la loro volontà di difendere la vittoria, e ha conclu. so con una ispirata esaltazione'al genio del Duce, .che ha dato all'Italia uh Impero. Una vibrante ovazione ha accolto il discorso, e le dimostrazioni di entusiasmo si sono rinnovate a lungo, mentre dalla folla salivano i canti della guerra e della Rivoluzione. Nel pomeriggio l'on. Manaresi ha inaugurato il nuovo labaro della Società alpinista tridentina, pronunziando brevi parole e -ha tenuto quindi. a rapporto i presidenti delle Sezioni alpinistiche dell'alta e media Italia. In serata ha inaugurato il nuovo- collegamento radiofonico fra Trento e il rifugio del centro alpinistico italiano Cesare Battisti, sulla cima della raganella, a oltre duemila metri di altezza. Per tutta la giornata gli alpini hanno portato nelle vie e nelle piazze, sempre animatissime, la eco canora e gioiosa della loro anima montanara. Durante la notte hanno lasciato Trento con tradotte e treni speciali, fra nuove dimostrazioni patriottiche, Il Contedi Torino a-Como per il radano naz. dei cavalieri Como, 25 aprile. Migliaia e migliaia di cavalieri di tutte le regioni d'Italia hanno partecipato ieri al 4.o raduno nazionale dell'arma, al quale è pure intervenuto S. A. R. il Conte di Torino, ricevuto alla stazione da tutte le auorità e gerarchle e salutato da entusiastiche acclamazioni e ricevuto solennemente a palazzo Baragiola, dove ha sede la sezione comasca dell'arma. I cavalieri, radunatisi nel vasto piazzale Giulio Cesare, incolonnati, attraverso le vie della città in festa, si sono recati a rendere omaggio al Sacrarlo del 67.o fanteria, al Sacrario del Caduti fascisti nella Casa del Fascio ed al monumento ai' Caduti in guerra, proseguendo poi per lo stadio Sinigaglia, dove, suddivisi in 14 reggimenti di formazione, si sono collocati in linea di fronte avendo al loro lato uno squadrone del Savoia Cavalleria, mentre dietro di essi erano schierate rappresentanze di tutte le associazioni d'arma. II Conte di Torino, seguito da tutte le autorità e da un folto stuolo di generali, al suo arrivo è stato accolto da un vibrante applauso, dal rullo del tamburi e dalle note degli inni nazionali. Egli ha passato In rassegna lo schieramento, quindi 11 Vescovo Mons. Macchi ha benedetto 11 nuovo stendardo della Sezione comasca dell'arma di cavalleria e la bandiera che l'arma stessa ha donato alle scuoje comunali Baracca. Hanno pronunciato in seguito nobilissimi discorsi, esaltando il significato della cerimonia e le glorie dell'arma, il Podestà di Como, il capitano Bhragiola§residente della Sezione comasca ell'arma e il- Provveditore agli Studi, n Vescovo ha poi celebrata la Messa al campo e subito dopo il Conte di Torino si è recato in piazza Cavour, dove ha assistito alla grandiosa sfilata dei cavalieri e delle rappresentanze d'armi. Dopo la sfilata 11 Principe si e recato alla Casa del Fascio, nel cui Sacrario ha reso nuovamente omaggio ai Caduti fascisti, quindi è ripartito per Milano. I cavalieri alla loro volta, a bordo di piroscafi speciali, si recavano in diversi paesi del lago per il rancio sociale. Al rancio tenutosi a Tremezzina hanno preso parte le autorità e gerarchie provinciali.Alle ore 17, nella storica- villa dell'Olmo, S. E. il gen. Giubbilei ha tenuto rapporto agli ispettori di zona e ai presidenti di sezione di tutta Italia.