IL PIÙ' "CANTABILE PITTORE D'ITALIA" di Marziano Bernardi

IL PIÙ' "CANTABILE PITTORE D'ITALIA"Pavia per Tranquillo Cremona IL PIÙ' "CANTABILE PITTORE D'ITALIA" Pavia, 22 aprile. Questa grande, importantissimmostra che domani S. Mi il RImperatore inaugura nel CastelVisconteo di Pavia, e che celebrando — con un anno di ritardil centenario della nascita dTranquillo Cremona (Pavia, 10 aprile 1837 - Milano, 10 giugn1878) intende riassumere, allestta con cura e sagacia, un cinquantennio d'arte lombarda e dimostrare tutta l'influenza che sullpittura milanese del secondo romanticismo fino al Segantini, aPreviati, al Gola ebbe il Cremona; raggiunge anzitutto due risutati. E il primo è di darci moddi ritornare sull'arte cremoniancon pacatezza, liberi gli occhi dale allucinazioni di un entusiasmletterario, libera la mente dai soverchi ricordi di una fioritura crtica fin troppo vasta, e quasi sproporzionata alla reale statura del'artista. Il secondo — ch'è forse l'opposto di quanto s'attendevano gesperti ordinatori della mostra — è di ridurre nei suoi giusti ter mini quell'influenza, e dimostrarhe le musicalità cromatiche, llanguidezze patetiche, le vaporoità stilistiche di Tranquillo Creona sono, si, l'esponente più proante dell'atmosfera sentimentaldella « Scapigliatura » milanesema ohe tolti i temperamenti deboli e facilmente impressionabicome il Ripari o il Mentessi, i piforti pittori lombardi che lavorano fra il '70 e il '90 (fatta eccezione pel Ranzoni che non è pidebitore del Cremona di quantne sia creditore) tosto trovano accenti .e modi espressivi del 'tuttindipendenti da quelli cremonianie che le loro affinità hanno se mada ricercarsi in quel generale moto di liberazione stilistica dal tradizionalismo accademico che accomuna non soltanto gli artisti italiani, ma gli artisti europei. A parte ogni preconcetto culturale, domandiamo dove siano i punti dcontatto qpl Cremona nel Carcano dell'Ora di riposo, della Partita a biliardo o della grande Veduta alpestre, 'nel Tallone della Massaia, nel Bazzaro dell'Ave Afaria alla Certosa, nel Gignous daPaesaggio robustissimamente costruito piano' per piano, nel Segantini della Pescivendola e della Falconiera, nel Gola del Paesaggio invernale, nel Previati del Ritratto di Erminia Cairati; e quanto al Morbelli della Stazione ■ dMilano nel 188,9, assai prima chal Cremona s'ha da pensare — fin per la vivacità realistica detèma da impressionista — al Monet della Gare Saint-Lazare, ch'del '77. La « Scapigliatura » Il fatto è che nell'ambito deglstudi lombardi la leggenda letteraria lavorò in parti uguali su due punti: la « Scapigliatura »che lo stesso Piero Nardi chiamò una semplice « camaraderìe artistica »; e la complessità dell'opera di Tranquillo Cremona, pittore spesso delizioso ma non di taglia da improntare di sè un Intero periodo, pur ricco di tanti ingegnvigorosi, ove si astragga da quella facile emotività sentimentale che costituisce appunto il lato manchevole dell'arte sua, e che non potè influire che in modo negativo, come si vede da un Rapetto da un Fontana, dagli Infiniti soggettlnl d'un romanticismo rugiadoso e sciatto che si plasmarono sui vari Prime gelosie, Povero ma superbo, Page boudeur, degenerando in tutto un popolo di sdolcinati spazzacamini e di orfane zuccherose. Si venne cosi, per via della «Scapigliatura », a creder sul serio nele possibilità pittoriche d'un Emiio Praga, e nell' importanza di etterati troppo « squisiti, feminei e lambiccati » (fu giustamente detto) come Carlo Pisani-Dossiche l'autore di Melodia stesso rirasse diciottenne, pallido, emaciato, e macerato già da una senibilità superiore ai suoi mezzi espressivi. Quanto al Cremonaalutando le famose burle di quel'ambiente di teste matte, gli aneddoti che correvano sui tre ceebri «nani » (il Ranzoni, il Grandi, Tranquillo stesso), « la disordinata volontà di spensieratezza » he, secondo il Nicodemi, fu la caatteristica prima della, « Scapigliatura », s'incorse nello stesso equivoco:' e attorno a lui gli amici nfatuati dalla predicazione del Rovani sull'affinità di tutte le arti pensarono davvero d'aver trovato n quella pittura estremamente musicale e cosi sospirosa da parer iù sognata che vista, l'espressione verace dei loro fremiti di libeazione da ogni forma accademi- ca; e dopo di lui tutti gli assertori dello ■« sfumato » lombardo da Leonardo in poi, vollero vedere un caposcuola in chi in fondo non era stato che la più tipica, la più esasperata espressione di una tendenza accennata da Giovanni Carnevali con'ben altro vigore d'arte e portata poi in scultura dal Grandi fino a Medardo Rosso, col risultato di contaminare le finalità delle due diverse attività plasticheIl suo borghesismo Porre quindi Tranquillo Cremona al centro dell'arte lombarda fra l '70 e il '90 o il '900 è secondo noi un errore tradizionale per 11 quale si scambia la causa con l'effetto; e lo stesso errore sarebbe ripetuto qualora al Cremona si sostituisse il Ranzoni; con la differenza però che avremmo al posto suo un artista ugualmente raffinato ma di gran lunga più robusto e intenso: come si vede qui dalla parete ranzoniana in cui basta lo stupendo Ritratto di Paolo, Piero e Gigi Troubetskoy (1873) per farvi frantumare contro — come spume iridescenti su una roccia — metà delle pitture cremoniane raccolte in queste sale. Ma perchè un artista come Giovanni Carnevali che riallacciandosi al Correggio e facendo tappa al Guardi riesce ad anticipare nettamente Previati, è, si può dire, uno sconosciuto presso il pubblico, e un pittore come Tranquillo Cremona che si limitò, nella sua breve vita, a modulare un' unica sua nota è tra i più popolari d'Itaia? Vedete anche la sua famosissima Edera del Museo Civico di Torino e che, naturalmente, è staa scelta come manifesto pubblicitario dell'esposizione: chi non la conosce? in quante migliaia di artoline illustrate non è stata riprodotta a colori? Eppure — diiamo francamente — L'edera è un quadro mediocre, di una svenevolezza, di una sdolcinatura anto spinta che bisogna sforzari di' dimenticare il profilo di Caalani e l'effemminatezza di quel'abbraccio frenetico, per riuscire a gustare, come merita, la belleza autentica di qualche brano pitorico, lo splendore di quella luce ul volto della donna ormai indiferente. Non credo che vi sia criico d'arte a non concordare su ciò: ma è convenuto che L'edera resti l più celebre quadro del Cremona e guai a dirne male) e che il publico continui ad andarne in visibilio. Gli è che uno dei guai dei quari di Tranquillo Cremona fu sempre — sembra un paradosso — 'estrema facilità a ricordarli. Non nel senso, voglio dire, che si può icordare un quadro di Fattori o i De Nittis o di Mose Bianchi o i Segantini per l'arte con cui i alori pittorici si equilibrano coi alori rappresentativi, ma nel seno che quasi sempre — tolti i -più everi ritratti — in Cremona si ovrà vincere e quasi annullare il oggetto per poter apprezzare solanto la pittura. Non ch'egli, in ondo, cercasse il soggetto « belo », inseguisse instancabile quelo che la critica d'arte ottocenteca esercitata dai letterati alla Panzacchl chiamava il « sogno di ellezza» di un artista; ma era in ui, invincibile, il desiderio patetio, l'ansia sentimentale del meloico: che Melodia, appunto, s'intola il quadro — stupendo per isultati luministici — che riasume tutte le sue ricerche. Melo¬ dia, cosi intesa, è cantabilità; è portarsi via, uscendo dal teatro, l'« Amami Alfredo » da fischiettar per strada, supremo grido dell'amore borghese, come fu detto. E nell'esser riuscito il più « cantabile » del pittori italiani del secondo Ottocento sta appunto il borghesismo di Tranquillo Cremona: un borghesismo che lo fa applaudire dalle masse con lo stesso fervore con cui applaudono Guido Reni, il Barabino e certo Murillo: non gli applausi popolari, cioè, che vanno a un Raffaello o a Tiziano travisati, ma applausi di gente, ahimè, che ha davvero capito, ed avuto purtroppo ciò che voleva. L'esponente di un gusto Nel rivedere quindi tutto'Cremona come mai, prima d'ora, si era visto cosi completo e ben circondato dai suol predecessori e contemporanei e successori, conviene scindere il pittore sempre originalissimo, di una personalità stilistica' inconfondibile, il pittore spesso mirabile per grazia, ricchezza, squisitezza cromatica e tonale, dall'artista monocorde e di gusti limitati. Sul terreno dei pu-, ri valori decorativi il capolavoro balza talvolta assoluto: Ritratto della signora Marozzi, Melodia, Ritratto della signora Deschamps, High-Life, Ritratto della Ivon; ed il processo dell'evoluzione dello stile (graduale conquista dello sfumato fino all'evanescenza della veste maschile nell'Edera.) è netto e sicuro dagli Amanti del '62 e dal Falconiere del '63 giù giù fino al periodo della produzione più felice e facile, che va dal '73 alla morte. Qui s'ha da ricercare ed ammirare il fantasioso pennelleggiar del Cremona, quel suo sapiente scavare le ombre per farne sfavilare, in contrasto, 1 lumi, quel suo prodigio plastico che consiste nel distruggere la forma per ricrearla con sola forza di luce; qui è veramente il suo lirismo pittorico che si manifesta in un irrazionaismo cromatico portato ai limiti estremi: tocchi ed accordi che tai osò, fra i moderni, il solo Mancini. Sul terreno invece del valori rappresentativi spesso invece conviene chiuder gli occhi; e già s'è detto il perchè; ed.in questo squiibrio delle funzioni espressive di un quadro (decorazione e rappresentazione, checché ne dica la criica attuale) si deve vedere la manchevolezza del Cremona come maestro: un maestro quale può essere Fattori, Fontanesi, Seganini. Radunando quasi mezzo secolo d'arte lombarda, dal Carnevali e dal Trecourt, dal Farufflni e dal Cornienti giù giù fino al Bazzaro ed al Grubicy, la mostra del Catello Visconteo ci offre perciò un panorama pittorico utilissimo,, cui an riscontro una sezione di sculura ed un'altra di architettura. Ma conferma quanto dicevamo in principio: che Tranquillo Cremona è e resta l'esponente squisito e personalissimo di un clima artitico, e non il creatore di un peiodo e di un gusto pittorico. Gli mancò, per quest'opera, forse anhe il tempo; ma soprattutto il vigore del temperamento, capace di uperare le ideologie stesse (rovaniana affinità fra poesia-sculturamusica-pittura) imprecisamente manifestate dalla « Scapigliatura», Marziano Bernardi Tranquillo Cremona: MELODIA