Manovre del Fronte popolare per paralizzare il Quai d'Orsay di Leo Rea

Manovre del Fronte popolare per paralizzare il Quai d'Orsay Manovre del Fronte popolare per paralizzare il Quai d'Orsay Si punta su Barcellona per tentare di imbrogliare le carte fra Parigi e Roma Parigi, 20 aprile. Il Consiglio dei Ministri,, riunitosi stamani all'Eliseo non ha preso — come del resto era stato annunciato — nessuna decisione circa la normalizzazione dei rapporti diplomatici con 1* Italia. I! Ministro degli esteri Bonnet si è limitato a fare ai suoi colleghi un'ampia esposizione della situazione ed ha loro comunicato le istruzioni definitive inviate al signor Blondel incaricato di affari a Roma che* dovrà vedere domattina il conte Ciano. Il ghiaccio in ogni modo è rotto fra Roma e Parigi e la cordialità con cui si sono svolti i primi contatti fra 11 conte Ciano ed il signor Blondel inducono la stampa parigina a ritenere unanimemente che i negoziati sono stati intavolati sotto gli auspici più favorevoli, e che, data la buona volontà manifestata da ambo le parti, le conversazioni che avranno luogo nei prossimi giorni condurranno a breve scadenza i due governi ad un accordo politico il cui valore psicologico faciliterà la soluzione dei problemi tecnici che verranno ulteriormente esaminati dagli esperti, -v Previsioni Il Journal des Débats crede che da parte della Francia si chiederà un istrumento scritto che costituirebbe una conferma degli impegni che l'Italia ha già assunto nella cornice degli accordi italo-britannici relativamente alle questioni 'li carattere generale che interessano in modo particolare la Francia come la sicurezza delle comunicazioni nel Mediterraneo, le ripercussioni dell'affare di Spagna, la Siria e l'Etiopia. Si cercherebbe insomma di ottenere le stesse assicurazioni che sono state date agli inglesi. In ricambio la Francia riconoscerebbe l'Impero Italiano di Africa nelle stesse condizioni della Gran Bretagna. Chiarita la questione essenziale nulla si opporrà più ad una azione della Francia a Ginevra, parallela all'azione inglese e favorevole al riconoscimento dell'Impero Italiano d'Etiopia. ' Il modo particolarmente amichevole col quale i negoziati sono stati iniziati fa sperare a questi ambienti, che essi evolveranno rapidamente e che si potranno ristabilire fra breve i vincoli amichevoli fra i due Paesi che seguirono la firma del patto di Roma del gennaio 1935. Come sintomo del favore che ' negoziati incontrano a Parigi, in questi circoli, basta indicare che, non seguendo per una volta la linea di condotta degli altri organi estremisti,'la stessa Genovieff» Tabouis riconosce il favore coi quale tali negoziati vengono accolti in tutta la Francia. Essi soddisfano pienamente quelli che hanno propensione per l'Italia — scrive la Tabouis — essi soddisfano pure quelli che erano deliberatamente opposti al Regime italiano e che ritengono in ogni caso che l'esperimento doveva esser fatto anche se dovesse dimostrare ancora una volta che gli accordi più solenni con Parigi e con Londra non permettono di abbandonare la Spagna e indebolire l'asse Roma-Berlino. La decisione cecoslovacca Da parte sua il Journal des Débats si compiace che i negoziati che hanno avuto luogo fra Londra e Roma abbiano dato l'impressione di essere condotti con discrezione e sicurezza secondo le migliori consuetudini diplomatiche. E si augura che nei prossimi lavori che avranno luogo a Roma, a Parigi ed a Ginevra i negoziati assumano lo stesso carattere. I francesi non dovrebbero fare grandi sforzi, per tornare alle abitudini che eran loro proprie. La sola ombra a tutto questo schietto ottimismo è la nomina dell'ambasciatore presso il Quirinale, nomina che dovrebbe avvenire dopo la sessione ginevrina. Si fa perciò anche notare che meglio assai sarebbe avvenisse immediatamente. La decisione del Governo cecoslovacco assume a quanto pare un interesse particolare per. la Francia. Si è perfino affermato che sarebbe stata Parigi a suggerire al Governo di Praga la decisione; dobbiamo per conto nostro confessare che questa notizia ci lascia molto scet¬ tici. E' fuori però di ogni dubbio che la decisione della Cecoslovacchia favorirà il risultato delle conversazioni in corso fra il conte Ciano e Blondel. Ma, secondo quanto pubblica il settimanale Candide, la responsabilità del rinvio nell'esecuzione di un gesto che sarebbe stato altamente apprezzato a Roma sarebbe dovuto a Edoardo Herriot. Infatti, non appena costituito il nuovo Ministero Daladier e Bonnet avevano pensato di designare immediatamente un ambasciatore a Roma che sarebbe stato munito di credenziali. presso il Re d'Italia Imperatore d'Etiopia. Entrando in tal modo, subito, nel vivo dell'affare franco-italiano si sarebbe assicurato il successo del riavvicinamento. Ma Daladier e Bonnet incontrarono la resistenza di Herriot che suggerì il rinvio di tale decisione". « Avete tempo di agire dopo avere mercanteggiato ed ottenuto garanzie — soggiunse Herriot — senza di che voi urterete le sinistre che hanno votato per il vostro Gabinetto ». Herriot ha saputo cosi far prevalere questa tattica pesando, con tutta la sua influenza, su Daladier che ha un carattere esitante. H Presidente del Consiglio e Bonnet hanno cercato di guadagnar tempo intavolando i negoziati con Roma senza nomi nare subito un ambasciatore. Si sfruttano intanto, a fondo, le con vulsioni del Governo rosso di Barcellona; si reclamano anzi armi e materiale per la Spagna; si intriga per ottenere aiuti e si spera se non di salvar la situazione dei rossi di Spagna, almeno di imbrogliare nuovamente le carte fra Parigi e Roma. Il Temps, ammettendo che il Governo di Barcellona abbia diritto di ricorrere a tutti i mezzi per prolungare la sua resistenza, riconosce che bisognerà però esaminare nella prossima riunione del Consiglio della Società delle Nazioni l'iniziativa dell'Inghilterra e la procedura per liquidare la crisi italo-etiopica. Il fatto poi che la stessa Cecoslovacchia, che tutti sanno essere scrupolosamente rispettosa della legge internazionale e dei principii di Ginevra, ha fatto sapere che considera il suo rappresentante a Roma come accreditato presso il Re d'Italia Imperatore d'Etiopia, deve far comprendere a tutti che certe iniziative particolari sono definitivamente sorpassate dalle realtà del momento. Questo linguaggio energico dell'organo che è considerato come l'interprete ufficioso del Ministero degli Esteri francese, permette di ritenere che il tentativo del Fronte popolare sarà condannato ad uno scacco sicuro e che nulla potrà ostacolare il riawicinamento che si sta operando tra Francia e Italia Due fatti posti in rilievo a Londra Londra, 20 aprile. « Qualche volta può essere più facile uccidere un leone che cento zanzare » : questa frase, attribuita dal corrispondente da Roma del Daily Mail al cónte Ciano, sarebbe stata detta dal Ministro degli Esteri italiano all'Incaricato di Affari francese, che insisteva nella dimostrazione che fra i due Paesi non ci sono « problemi maggiori da risolvere ». Certo è che la battuta, autentica o meno, descrive con eleganza la realtà della situazione: una realtà che si può rilevare con precisione, giacché essa contrasta col tono superottimistico che i giornali e gli ambienti politici di qui hanno dato nei giorni scorsi all'apertura di conversazioni preliminari fra l'Italia e la Francia. La ragione di tale saperottimismo è già stata individuata e indicata: le notizie sulle quali Londra ha basato le sue molto rosee vedute sono di fonte parigina e Parigi ha tutto il vantaggio e ogni interesse di far vedere che sulla vela di un riawicinamento italo-francese spira vento completamento favorevole. E' un fatto che Parigi, dopo avere segnato il passo o camminato a ritroso, sembra ora voler correre. Le corrispondenze dalla capitale francese recano che le istruzioni per Blondel sono state discusse oggi in presenza di Le- brun e che per domani dovrebbe* ro essere già a palazzo Farnese. . D'altra parte, il corrispondente da Roma del Daily Telegraph invia stasera un dispaccio, nel quale rileva che se il signor Blondel non avrà ricevuto per domani mattina le istruzioni chieste a Parigi, sarà molto improbabile che le conversazioni preliminari possano essere iniziate o ripresa fino alla prossima settimana, giacche il conte Ciano si assenterà dalla capitale per presenziare alle imminenti nozze di Ra Zog in Albania. IJ giornalista aggiunge che se tali istruzioni arrivano in tempo, il signor Blondel potrà essere ricevuto da Ciano domani stesso o venerdi. ■ Mentre si attendono gli sviluppi di questi colloqui preparatori, e mentre si guarda a Roma anche per l'incontro che Hore BeliSha, ministro della Guerra britannico, sta per avere col Duce, negli ambienti politici inglesi si sottolineano due fatti, i cui riflessi possono avere importanza di prim'ordine: 1) Della decisione della Cecoslovacchia di procedere immediatamente al riconoscimento dell'Impero i giornali hanno dato notizia con molta evidenza stamane, notizia che qualche foglio ha accompagnato con favorevoli commenti. Ma a questi commenti generici, questa sera nei circoli politici che seguono con attenzione le mosse internazionali si rileva che il gesto della Cecoslovacchia ha molta importanza ih quanto che esso dimostra la tendenza de^ Governo di Praga ad agire in modo da togliersi di dosso la perniciosa influenza di Mosca. 2) Il favorevole commento fatto ieri sera da Roosevelt alla conclusione dell'accordo fra i due Imperi, è caduto come una doccia fredda sulla schiena di quei nemici di Chamberlain i quali, accortisi che l'opinione pubblica inglese era nella stragrande mag-, gioranza dietro al Primo Ministro, avevano puntato le residue speranze su quello che ne avrebbe detto l'America. Ma a parte questo, si fa rilevare inoltre che il fatto che il Presidente abbia commentato la situazione europea è senza precedenti: di proposito era stato stabilito, allorché si è iniziata la consuetudine dei colloqui fra il Presidente e i giornalisti, di evitare qualunque riferimento alla politica del vecchio continente. A Londra questo deviamento dalla consuetudine ha provocato più commenti che qua-' lunque altra dichiarazione fatta da Roosevelt dal tempo dello squillo di bucina di Chicago in poi: mentre, in relazione con le molto tepide accoglienze fatte dal Governo americano alla richiesta di uh membro della Camera dei Rappresentanti secondo la quale il Dipartimento di Stato avrebbe dovuto bollare alcune Nazioni come violatrici di mandati, si rileva che l'Esecutivo di Washington ha esaltato la politica di Mussolini e di Chamberlain come la strada più promettente per la pace. Già abbiamo scritto di quali poveri argomenti fosse armata la opposizione per combattere i risultati ottenuti dalla politica di Chamberlain, Quanto agli sviluppi ulteriori del patto italo-inglese, dal quale a Londra si spera derivi presto un accordo italo-francese, negli ambienti di questa capitale si dimostra oggi una inconsueta prudenza. Un solo giornale parla dell'idea di Chamberlain che mira alla costituzione di un patto occidentale a quattro e che per realizzare la parte più difficile di tale possibilità ( riawicinamento Parigi-Berlino) ci si servirebbe di quella nuova realtà diplomatica che è l'accordo fra Roma e Londra: Roma dovrebbe far leva su Berlino. Londra su Parigi. Leo Rea