Roma e Londra hanno segnato la via

Roma e Londra hanno segnato la via Roma e Londra hanno segnato la via Continuano In tutto il mondo commenti e previsioni favorevoli per gli accordi di Pasqua e a l : a : e i ¬ Londra, 19 aprile. Le 48 ore immediatamente seguite alla firma degli accordi italo-inglesi, sono state riempite di commenti intonati alla festività: « il trattato di Roma era il più bell'uovo pasquale che Chamberlairi potesse regalare al Paese... >, >i la fine di una tensione artificiosa... » e tante altre belle cose. Non che oggi i toni sentimentali siano completamente scomparsi, ma i titoli che dominavano le pagine del giornali di stamane erano di un altro carattere, pressapoco di questo tenore: la Borsa deve rispondere all'ottimismo generale. E lo Stock Exchange ha obbedito; non per far piacere ai direttori dei giornali,' che favori di tal genere non si possono fare gratis, ma perchè, effettivamente, gli accordi italo-inglési hanno gettato il primo raggio di luce su un'Europa abituata ormai al grigiore plumbeo di.una atmosfera tempestosa. Il carro avanti i buoi Fatta eccezione per * i Petroli messicani, tutti gli altri titoli hanno migliorato in confronto della chiusura precedente seguendo l'esempio dei titoli di Stato che sono stati ampiamente richiesti. Il rialzo odierno è tanto più notevole ih quanto che esso' dimostra che i compratori per speculazione, ritengono convenga attendere ancora per realizzare gli utili provenienti dagli alimenti verificatisi nella settimana che ha preceduto la firma del Patto. E' probabile che la tendenza al rialzo sia, almeno in parte, dovuta alla notizia data stamane dai giornali, di un colloquio fra il conte Ciano e l'incaricato d'Affari francese, Blondel, e alle successive notizie dei giornali meridiani i quali hanno dato un'impostazione nettamente ottimistica alla possibilità di un accordo italo-francese. Non | occorre essere pessimisti — come quel pesce che dentro ad ogni verme vedeva un amo — per accorgersi che la stampa pomeridiana ha, se non fantasticato, almeno esagerato. Che l'aver il Ministro Ciano ricevuto in udienza il signor Blondel possa essere un buon segno, che l'annuncio di un successivo colloquio per giovedì prossimo sia un altro indice incoraggiante — siamo d'accordo —, ma da questo a'stampare titoloni coi me se si fosse alla vigilia o all'antivigilia della firma di un patto, c'è un salto troppo grosso fra la realtà e il sogno. Dove poi qualche giornale picchia addirittura la testa contro la realtà, è laddove afferma — citiamo lo «Standard» I— che è l'Italia che vuole iniziare I immediatamente i negoziati. La j verità vera è che lo « Standard», i come il «News » e lo « Star », hanno bevuto a gola piena le notizie da fonte parigina, fonte che ha grande bisogno di mascherare il I proprio cambiamento di rotta e che ha tutta convenienza di far credere sia Roma a voler correre. I fatti faranno giustizia anche di questa manovretta: si vedrà tra poco se sarà stata Roma o Parigi a cambiar strada. Le notizie che i corrispondenti 'dei giornali più seri inviano stasera dalla Capitale italiana, senza I essere ciecamente ottimiste come > quelle dei giornali della sera, sono incoraggianti. Il corrispondente del I « Daily Telegrapb » afferma di | aver appreso che il conte Ciano avrebbe risposto a Blondel affermativamente alla richiesta avanzata da Daladier per accelerare l'inizio dei negoziati. « Se. cosi fosse — continua il giornalista — il nuovo ambasciatore francese potrebbe presentare le sue credenziali immediatamente, dopo il Consiglio della Lega. La Francia ha già assicurato al governo di Londra che si assoderà alla richiesta fatta dal governo britannico alla Lega, al fine di ottenere che sia tolto il veto agli Stati membri per 11 rico¬ i e l o ¬ noscimento della sovranità italiana sull'Abissinia. Il signor Blondel ha chiesto istruzioni ed attende di potere avere un'altra conversazione con S. E.- Ciano, giovedì. Il governo francese deciderà, circa le istruzioni da mandare a Roma, in una riunione del Gabinetto che avrà luogo domani a Parigi ». I problemi da esaminare Il giornalista quindi, pur avvertendo che è ancora prematuro dire esattamente quali sono i punti sui quali saranno impostati gli eventuali negoziati con la Francia, crede che saranno toccati i seguenti problemi: 1) Tariffe portuali di Gibuti. 2) Questione della ferrovia fra Gibuti e Addis Abeba. Linea che è considerata interamente inadeguata ai bisogni perchè a binario unico e non può sopportare il traffico fra il mare e la capitale dell'Impero. Si crede che il Governo italiano abbia intenzione di fare una ferrovfa a doppio binario ed in tal caso sarà necessario un aumento del capitale, allo scopo, di permettere l'ampliamento della ferrovia. 3) Demarcazione dei confini fra la costa francese dei Somali e l'Impero d'Etiopia. 4) La propaganda; problema questo che può essere risolto sulla stessa linea delle conversazioni scambiate fra il conte Ciano e Lord Perth. 5) La Francia desidera combinare con l'Italia un accordo riguardante la difesa delle piccole i isole che essa possiede di fronte alla costa francese dei Somali, e lo stretto di Bah el Mandeb. 6) La questione del diritto di 'abbeverata alla frontiera per le j tribù nomadi viventi rispettiva| mente in Etiopia e nella costa francese dei Somali. 7) La costruzione di impianti di miniere e per il sale. Dopo questo elenco il giornalista riferisce di avere appreso che] « le conversazioni di oggi fra il conte Ciano e Blondel hanno avuto un tono cordialissimo. E' stato convenuto che quando il governo francese avrà riconosciuto l'Impero italiano, tutti gli altri problemi esistenti fra Italia e i Francia non potranno costituire difficoltà alcuna per un accordo.' D'altra parte la conclusione del trattato italo-inglese ha sistemato lo stato territoriale nel Mediterraneo occidentale e quindi ha disperso le paure che l'Italia occupasse permanentemente le isole Baleari ». Commentando la decisione di Daladier di seguire l'esempio britannico, il Daily Telegraph pubblicherà domattina un editoriale nel quale è detto che ciò costituì- i sce la migliore testimonianza del-! la saldezza dell'accordo italo-bri- j tannico. Il giornale continua: «La soluzione della difficoltà basilare — quella dell'Invio di un ambasciatore debitamente accreditato a Roma — sta per essere trovata mediante l'adesione al passo! fatto dal Governo britannico pres-i so la Società delle Nazioni, affinchè questa tolga il veto al riconoscimento. dell'Impero italiano. A questo proposito è significante notare eh.- la Cecoslovacchia, il cui attaccamento alla Lega delle Nazioni è indubitabile, si è ormai! messa con quel gruppo già notevole di Stati che hanno riconosciuto la sovranità italiana, senza attendere il beneplacito della Società 'delle Nazioni ». Accordo imperiale Dopo aver detto che il trattato' di Roma offre una falsariga eccellente per le trattative italo-' francesi, il giornale passa ad esaminare le buone prospettive di « una completa trasformazione ' jdell'atmosfera politica europea», e conplude con un monito alle sinistre, domestiche e straniere, affermando che « tale trasformazio-, ne sarebbe tanto più facile se sii riducessero in questo e in altri Paesi quelle polemich'e che servo-j no soltanto a prolungare una ten-| sdcsdCtilmcdlpdLlosrD sione che altrimenti sta disfacendosi in una benvenuta dimenticanza ». Fra i commenti dei giornali di stamani è interessante riferire l'editoriale del Manchester Guardian. Comincia dell'affermare che i patti di Roma sono essenzialmente imperialisti e quindi rileva: « Per la storia, l'importanza dell'accordo non è soltanto la promessa formale di riconoscere la conquista italiana dell'Abissinia, da'parte inglese, ma il fatto che l'accordo riconosce' implicitamente per la prima volta la posizione dell'Italia come potenza imperiale. L'Italia è riuscita ad ottenere quello che la Germania non riuscì ad ottenere prima del 1914, cioè è stata,ammessa nel circolo privilegiato dt quelle nazioni che controllano i destini dei popoli africani » Passa .poi a esaminare come il trattato di Roma abbia protetto gli interessi inglesi previsti nel rapporto Maffey, venuto alla luce nei primi-mesi del '36; principali, fra questi problemi e interessi.