IL GIUOCO E' FATTO ma c'è un'ultima prova di appello

IL GIUOCO E' FATTO ma c'è un'ultima prova di appello Commento al campionato di calcio IL GIUOCO E' FATTO ma c'è un'ultima prova di appello H Liguria ha completato l'opera sua. Nella collezione di vittime illustri ha posto, a fianco del Genova e dell'Ambrosiana, anche la Juventus. Castigamatti ? Definitelo cosi, se vi piace, ma un castigamatti che ha la dinamite occorrente per sferrare il pugno da « cappaò ». Dire come e perchè la Juventus ha perso non è facile. C'è chi crede che si sia illusa della sua forza vera ed abbia sottovalutato le possibilità del Liguria; chi pensa, invece, che proprio non poteva fare di più e che i suoi difetti e la sua debolezza all' attacco, abilmente mascherata nel periodo di maggior vena, hanno portato alla inevitabile risultanza. Forse hanno ragione gli uni e gli altri. Hanno ragione, ma ciò non esclude che la Juventus abbia malamente sciupato tutto il suo tenace lavoro di una intera stagione. Sapevamo anche noi che la squadra non era completa. Sapevamo che la prima linea, privata di elementi quali Borei n e Varglien n, era ridotta a poca cosa; lo sapevamo e l'avevamo detto e ripetuto, a costo di essere tacciati di pessimismo, a costo di essere accusati quali denigratori. Baloncieri lo sapeva Quando la Juventus riuscì a farsi largo con la sola forza della sua difesa, quando l'attacco potè, bene o male, marcare quei punti che permisero alla squadra di balzare al primo posto, velammo il nostro pessimismo, rinunciammo alle critiche. Evidentemente bastava quel poco, se altri, con armi migliori, non riusciva a far di Jiù. E, poi, nonostante tutto, la uventus mostrava volontà, fermezza, impegno. Queste doti potevano pesare in modo risolutivo sulla bilancia. Non sarebbero ba state in condizioni normali, ma potevano essere sufficienti dal mgvvt a s a i o o e e a e i a o i a a i l o i a o a l momento che Ambrosiana, Bologna, Genova, Roma e Milan facevano a gara nell'inciampare anche negli ostacoli minori. La Juventus era più regolare, più attenta, pareva anche più scaltra. Per settimane e mesi tutto si svolse, nel quadro del campionato, in modo da facilitare la vittoria dei bianco-neri. Al merito loro s'univa il demerito altrui. La conquista del titolo, che in un primo tempo « era follia sperare », divenne, a poco a poco, una meta alla quale si poteva mirare. Diventò certezza, quasi, quando, a due giornate dal termine, la Juventus si trovò ancora In vantaggio dopo aver superato con profitto una serie di gare durissime. Tanto che gli stessi giuocatori — che furono sempre i meno convinti delle proprie possibilità — finirono con l'ammettere che, effettivamente, il campionato non sarebbe più sfuggito loro. Bastava battere il Liguria... Il Liguria? Una squadra che nelle scorse stagioni dovette sempre pensare, sino all'ultima giornata, alla salvezza; una squadra che, anche quest'anno, ebbe, specie all'inizio, rovesci e delusioni. Per mesi e mesi Balonceri lavorò per dare all'unità una formazione stabile. Gli uomini di valore erano pochi ed abbondavano, invece, i ragazzi, promettenti magari, ma ancora acerbi. Ce ne parlò un giorno l'ex-capitano degli « azzurri » e s'era, ricordiamo, a metà appena dei girone di andata. Ci disse : « Miracoli non ne posso fare, ma con i « tipi » che Ilo sottomano posso preparare una bella squadra per questa primavera ». Ne sorridemmo, pensando che a primavera il campionato finisce e non c'è gusto ad essere in gamba quando non c'è più possibilità di lotta. O bisogna convenire che Baloncieri aveva ragione. Ha fatto molto davvero, più di quanto si potesse umanamente prevedere e la sua squadra, anche se non è arrivata nelle prime posizioni della classifica, s'è fatta sentire dagli squadroni e si farà ricordare... Cominciò, lo sapete, con il battere il Genova, ma si disse che erano stati i rosso-bleu a fornire una pessima esibizione; continuò sconfiggendo ed umiliando l'Ani brosiana, ma ancora una volta più che lodare i vincitori si biasimarono gli sconfitti; la terza grande vittoria valorizza, ora, le due precedenti. L'aver battuto la Juventus sul suo terreno — una Juventus alla vigilia di vincere il campionato — fa capire definitivamente che c'è, nel Liguria, una forza vera. C'è, come noi stessi avevamo potuto rilevare il giorno della vittoria sull'Ambrosiana, una difesa salda, una mediana fra le migliori d'Italia, un attacco che ha tre uomini almeno di buon valore (e non sono molti quelli che ne contano di più...). Così la Juventus, trovandosi a dover lottare con avversari che solo la carta denunciava deboli, ma che il terreno doveva riconfermare forti, è caduta. Avrebbe potuto vincere, perchè in una gara di calcio possibilità di vittoria ci son sempre, specie quando si gode del vantaggio del campo, ma è spiegabile anche che non sia passata, non disponendo, al momento attuale, di una prima linea sufficientemente penetrativa. Una vale l'altra Sconfitta grave. Non lo era stata quella di Trieste, perchè aveva lasciato intatte le possibilità di vittoria finale, ma questa lo è perchè, ad una sola giornata dal termine, sbalza i bianco-neri dal loro posto di comando e rimette in alto l'Ambrosiana. Ora tutti sanno quale è la situazione e quali sono le prospettive per domenica prossima: un viaggio dell'Ambrosiana a Bari ed un viaggio della Juventus a San Siro; vale a dire che i nero-azzurri, sopratutto in virtù del vantaggio che la sconfitta della Juventus ha regalato loro, hanno piena possi¬ . n i o a ò e s o a e o n l e e , i i o r a o O i o e a a e e ò ù e a i , a e e e a è bilità di vincere di misura questo campionato. Lo vinceranno? In base ai cai' coli tutto è incerto: lo può vin cere l'Ambrosiana, lo potrebbe vincere ancora la Juventus e non è escluso neppure che Milan Bo logna e Genova riescano, proprio all'ultimo, a portarsi almeno alla pari con i primi, rendendo cosi necessario un girone finale sup< plementare, con quali risultanze vi lasciamo immaginare. Tutto è possibile, ma è certo che l'Ambrosiana gode ora di una posizione di assoluto privilegio. Un ultimo sforzo dovrebbe permetterle di ottenere quella vittoria che nel corso della stagione un po' ha mostrato di meritare ed un po' di non meritare. Ma, vinca la Ambrosiana, vinca invece la Ju ventus o si arrivi ad un'ulteriore lotta, una cosa resta certa: che il campionato di questa stagione non ha avuto un dominatore. Lo vincerà quella squadra che, per speciali circostanze, si troverà ad aver fortuna nella giornata di chiusura, ma questa squadra non la potremo valutare nettamente superiore alle altre che finiranno nella sua scia. Otto delle sedici unità iri lizza sono di valore pressoché uguale ed hanno alternato buone prove ad infelici • esibizioni. Ognuna di esse ha avuto il suo periodo di vena ed in tale momento ha fatto credere di essere degna della grande conquista, ma a campionato concluso si vedrà che la grande squadra non è affiorata attraverso le lotte di trenta giornate di gare. L'Ambrosiana ha avuto le sue crisi, la Juventus le sue debolezze, il Genova la sua incapacità a sfruttare in casa i vantaggi che gli son sempre venuti dai successi ottenuti in trasferta, il Milan ha sciupato le occasioni buone al momento opportuno, il Bologna non ha rifulso che a tratti, la Roma non ha avuto autorità, la Triestina, fortissima con i forti, è stata debole con i deboli, il Torino s'è arenato alla fine del girone di andata ed ha tardato troppo a riprendersi, la Lazio ha ceduto dopo aver dato prova di poter essere in linea con i miglio ri. La grande squadra non s'è avuta mai. Avrebbe potuto esserlo la Juventus, pur con uno squilibrio di forze nei suoi reparti, se non avesse, a sua volta, fatta la sciocchezza di cadere sul più bello. Non avremo, dunque, una squadra campione degna in tutto e per tutto del titolo, ma potremo dire di aver avuto un campionato più di ogni altro appassionante. Mai s'è sviluppata una lotta cosi serrata e s'è registrato un tale equilibrio di valori. C'è chi si duole di questo ed ha melanconici rilievi sull'abbassamento di tono subito dal calcio nazionale e c'è, per contro, chi dice che allo squadrone solo di un tempo sono succedute otto squadre tutte buone, tutte forti, tutte degne. La verità è, forse, nel mezzo. Luigi Cavallero ... ?'r'..„■„■ '■r ': tasto #^ IV • ■ r M ■'•«.•tv.?-. LA PARIGI-ROUBAIX, disputata domenica scorsa, è stata avversata da forte vento. Questa fotografia, presa dall'aeroplano, fa chiaramente vedere come i corridori procedevano, a piccole file sgranate a ventaglio, per meglio vincere il comune avversario che infieriva di fronte e sul fianco destro.

Persone citate: Baloncieri, Luigi Cavallero, Milan Bo, Varglien