E' stato compiuto un grande passo perla riconciliazione completa dell'Europa

E' stato compiuto un grande passo perla riconciliazione completa dell'Europa Ripercussioni e valutazioni internazionali E' stato compiuto un grande passo perla riconciliazione completa dell'Europa IL MESSAGGIO DEL DUCE consegnato a Chamberlain La stampa inglese è fiduciosa che l'accordo di Roma apra la via ad un accordo italo francese Londra, 16 'aprile. Alle 6,30 di stasera un nugolo di automobili e di motociclette è scattato fuori dal cortilone del Foreign Office e si è buttato giù per Downing Street sulla Whitelall e di là, chi per Trafalgar Square, chi per il Lungo Tamigi glie l'hanno data a tutta velocità verso le redazioni dei giornali. Anche il poliziotto che regola il traffico all'angolo di Downing Street sapeva che a quell'ora sarebbe stato consegnato alla stampa il testo dell'accordo concluso e quando ha udito il mitragliare dei motori, ha spalancato due metri di braccia per dare il via libera a quella strepitante cavalcata. Nelle redazioni dei giornali, il lavoro è cominciato subito e febbrile, per trovare titoli che descrivano nel modo più suggestivo 11 grande avvenimento internazionale e intanto gli estensori dei commenti si sono messi a scrivere, col testo dell'accordo da una parte, con un fattorino dall'altra che portava via le cartelle, di corsa, giacchè il tempo urgeva. Le prime edizioni sono andate in macchina alle 8 di sera. Compiacimento e sollievo Di questa fretta e di questa febbre bisogna tener conto, quando si leggono i primissimi commenti della stampa londinese, onde valutare l'importanza e l'eco che il trattato di Roma, solleva in Inghilterra: nei giorni successivi avremo una misura più esatta e completa del peso che in Inghil terra si attribuisce all'accordo oggi firmato. Oggi si ha la sentazione chiara e completa del senso di sollievo e, scriviamo pure, di compiaci' mento, sentito da Londra per il ristabilimento dell'amicizia con l'Italia. Domani, dopo domani, fra una settimana o fra un mese seguiremo l'evolversi di questo senso di gioia in un senso di meditato ottimismo: che tutti si aspettano che dall'accordo firmato oggi fra due grandi Potenze europee, più vasti accordi possano nascere. A Londra stasera si dice e si scrive che il trattato di Roma è il primo segno di pace che il mondo vede da molti mesi, forse anni. Ma, prima di riferire i commenti e i sentimenti degli Inglesi, è necessario tornare per un momento alla cronaca di oggi. Cronaca che ha per scena ancora una volta Downing Street. Il Primo Ministro, che si trovava in vacanza nella villa premierale di Chequers, è tornato stasera a Londra per ricevere dall'Ambasciatore-d'Italia un messaggio personale del Duce. Nessuno si aspettava che Chamberlain interrompesse le sue meritate vacanze pasquali. Downing Street era quasi deserta: c'erano soltanto sul limitare dell'arco del Foreign Office un policeman in divisa e due di quelle persone che sembrano oziare e viceversa, dopo avervi data una occhiata, sanno chi siete e cosa fate, senza chiedervi di cacciare i documenti: v.n fotografo e un giornalista. La consegna a Downing Street ; L'arrivo del Primo Ministro era previsto per le sette: è arrivato alle 7,5 con un'auto carica letteralmente di valigie. Chamberlain e la sua signora sono entrati nella loro residenza passando dalla porta del N. LI che è normalmente la residenza del Cancelliere dello Scacchiere ma che il Primo Ministro userà ancora per qualche giorno finché saranno terminati i lavori ai locali di abitazione al numero 10. Cinque minuti dopo è arrivato il Conte Grandi entrando subito nella residenza ufficiale del Primo Ministro per consegnargli il messaggio del Duce. Chamberlain e l'Ambasciatore d'Italia si sono intrattenuti colà per 20 minuti. Questa cronaca di una vacanza interrotta e della visita dell'Ambasciatore d'Italia apparirà a grandi caratteri nei giornali domenicali i quali hanno subito sentito la grande importanza che assume lo scambio dei messaggi fra i due Uomini di Stato: si sottolinea che le due lettere completano e vivificano l'amicizia sancita negli strumenti diplomatici sottoscritti oggi a Roma dal conte Ciano e da Lord Perth e non si dimentica di mettere in parallelo due messaggi di oggi con quelli scambiati nel luglio scorso. E, ora, la rivista dei commenti. Lasciamo da parte quelli apparsi sui giornali di stamani: fra tutti meriterebbe essere riportato lo editoriale del Daily Express che stampa una fila di « J'accuse! » lasciando come usa fare ogni Pubblico Ministero, l'accusato maggiore .per ultimo. Eden è segnato a dito come il responsabile principale, anzi, dato che il giornale per tutti i — ci si passi la parola — « coimputati » ammette attenuanti e , per qualcuno discriminanti, non soltanto chiede la soluzione ma anche la riabilitazione, lascian do Eden dove è, cioè in disparte. U Evening Standard invita i let .iori a distogliere per un momento!irosadldicutltr«nlplcsMmmvvnrnnctpEsdaFsgddsppsssfs il pensiero dai giochi festivi per rivolgerlo con gratitudine a chi ha operato affinchè la data odierna sia una data di gioia. Data di gioia « Respirate con sollievo ch'è lo accordo firmato da S. E. Ciano e da Lord Perth segna finalmente la fine di una lunga tensione fra 1 due Paesi e tenete d'occhio d'ora in poi i nostri politicanti che sono causa se ci troviamo talvolta su una falsa posizione come ci siamo trovati nei confronti con l'Italia...». Il collaboratore diplomatico dello stesso giornale in una lunga'nota scrive: « L'accordo italo-inglese, che sarà conosciuto sotto, il nome di « Trattato di Roma », rappresenta nei piani di Chamberlain soltanto l'inizio di un grande movimento politico destinato a portare stabilità e pace nella situazione politica d'Europa. Sulle fondamenta stabilite oggi a Roma, il Primo Ministro intende costruire gradualmente una serie di accorai diplomatici primo dei quali un riavvicinamento italo-francese, riavvicinamento che egli ritiene essere necessario prima di fare un ulteriore passo per portare la Germi nia nell'orbita di una intesa Inter nazionale. Questa è la ragione perchè Chamberlain desidera incontrarsi con Daladier e con Bonnet prima della fine di questo mese. Egli vuole discutere con essi la situazione generale e specialmente dei mezzi e del modi per giungere ad una distensione fra Italia e Francia seguendo le linee con cui si è .rimossa la tensione italo-inglese. Ma lo scopo principale è una duratura soluzione del problema delle relazioni con la Germania, sia mediante negoziati diretti, sia portando ad una combinazione le principali potenze europee ». Anche 1' Observer intona il suo primo editoriale a tale concetto scrivendo: « Il primo grande passo verso la riconciliazione europea è stato compiuto a Roma allorchè il con te Ciano e lord Perth hanno firmato l'accordo italo-britannico Uscito dalla atmosfera buia delle recenti diffidenze e incomprensio ni, -questo grande avvenimento avrà enormi conseguenze per la causa della pace europea. Nelle attuali circostanze non ci sono limiti per i benefici che possono derivare da esso ». Dopo aver detto che il senso di sollievo precede la conoscenza e lo studio dei documenti firmati a Roma giacchè il giornale sostiene che la pace è turbata più dai sospetti e.dal persistente mal volere che dalla difficoltà stessa dei problemi, scrive: « Quando problemi e difficoltà sono accompagnati da buona volontà scompaiono. Quello che ha avvelenato le relazioni italp-ingle•' durante gli ultimi due anni e ha immesso nel mondo il sinistro spettro della guerra, non fu una precisa •rivalità di interessi ma il senso di risentimento e di indignazione. Al contrarlo il senso di fiducia, il buon volere e l'amicizia oggi ristabiliti contribuiranno efficacemente alla pace. Nè il vantaggio è limitato ai due Paesi, giacchè.fra le nazioni non ci sono vantaggi o svantaggi limitati a due di esse. Gli sbagli degli ultimi due anni possono essere ricordati soltanto come salutari lezioni ». Esaminando le origini di quelli che definisce « perversi e inutili intrighi » il giornale scrive che l'autunno del 1935 costituirà nella storia il classico caso del male che può risultare da una buona idea malamente applicata. Il 12 dicembre 1935 resterà nella storia come un caposaldo di ironia. In quel giorno il Consiglio della Lega delle Nazioni stava per decidere l'applicazione delle famose sanzioni applicate anche al petrolio contro l'Italia. Se si fosse accettata tale idea sarebbe stata senz'altro la guerra generale. E l'ironia non potrebbe produrre un capolavoro maggiore di questo, che una Lega delle Nazioni, cercando di mettere la pace, provochi una guerra. Un ministro degli Esteri britannico ha riconosciuto con coraggioso realismo sia la natura che la gravità della situazione. L'opinione pubblica britannica, attaccandosi fanaticamente alla sua originaria fede nella Lega delle Nazioni e ciecamente rifiutandosi di riconoscere che una Lega che non aveva potuto diventare universale, non poteva altro che tradire tale fede, scacciò dal suo posto il Ministro, colpevole di null'altro che di avere salvato il suo paese dalla guerra. Ma l'ossessione è passata. L'Italia e la Gran Bretagna, gli interessi delle quali sono sostanzialmente identici, so no riuscite dopo tre anni di quasi fatale pericolo, a ristabilire la loro amicizia tradizionale. Buona vo lontà, buon senso, buona diplomazia sono riuscite finalmente ad eliminare un errore che resterà storico. La chiara possibilità offerta ora, ad una pericolosamente complicata situazione europea, è che le quattro Potenze da cui dipende la pace possano seguire il trionfale esempio dell'Italia e dell'Inghilterra e possano tentare di sta bilire un Patto a Quattro. Leo Rea LORD PERTH FIRMA L'ACCORDO .(Telefoto).