Sul piano dell'Impero

Sul piano dell'Impero Sul piano dell'Impero Il conte Ciano e lord Perth si Sono ritrovati oggi a Palazzo Chigi per una cerimonia di firma dopo più di quindici mesi: ma quanta diversità di situazioni, quanto cammino percorso da quel 2 gennaio 1937 che aprì gli animi a molte speranze svanite man mano nel giro di poche settimane! Oggi sappiamo che quelle delusioni non si ripeteranno; oggi affermiamo con fjducia che si è costruito solidamente per la pace e per la collaborazione fra i due Imperi. E innanzi tutto un omaggio agli uomini responsabili che hanno voluto con intelligenza e con energia giungere a tali risultati. Il Duce, così inflessibile nel combattimento, sempre ebbe fisso lo sguardo ad una riconciliazione che riportasse le relazioni italo-inglesi sulla linea di amicizia che Egli non avrebbe mai voluto fosse indebolita e distrutta; non fu Sua colpa se dall'altra parte e durante e dopo l'impresa etiopica non ebbe la rispondenza desiderata. Quando coll'avvento alla suprema autorità del potere di sir Neville Chamberlain si aprì lo spiraglio per una vera e duratura distensione Mussolini non tralasciò occasione per stabilire quei contatti e quelle soluzioni che Egli ben sapeva essere rielle intenzioni e nella volontà del Premier di realizzare. Noi dobbiamo oggi obbiettivamente riconoscere che, dato il regime e l'atmosfera' esistenti in Inghilterra, il compito di Chamberlain non fu dei meno ardui per creare l'ambiente favorevole al suo programma di cooperazione coll'Italia; egli impedì che incidenti di varia natura portassero a conseguenze irrimediabili e quando giunse il momento di responsabilità decisive le accettò in pieno con una fermezza, con una sincerità, con un tempismo che gli raccolsero intorno la comprensione prima, la simpatia poi del popolo inglese. Vicino al Duce, interprete fedele e intelligente delle Sue direttive, il Conte Galeazzo Ciano ha svolto con rara perizia, con-abilità perfetta e con serena tenacia l'aspra fatica di plasmare questo spirito di collaborazione nella concreta realtà di atti diplomatici che aderissero alla complessa realtà di problemi vasti e difficilissimi. Ed egli ha trovato in lord. Perth un negoziatore che, interpretando la comune aspirazione ad un accordo, . ha favorito il necessario ritmo alacre delle trattative. La portata storica dell'avvenimento si ha immediata e completa dalla lettura dei documenti. Sono numerosi ma di una linearità e di una chiarezza convergenti ad uno scopo: l'eliminazipne dei dissensi non solo di quelli attuali ma di quelli allo stato potenziale; si prevede, eliminandoli in anticipo, l'eventualità di dissensi. Quanto poteva prestarsi a dùbbi è illuminato con formule precise; e quanto era già assolutamente chiaro e inequivocabile, come per il regime del Canale di Suez, viene riaffermato in modo da rendere gli impegni della più vibrante attualità. Sono accordi sur un piano imperiale ; infatti una zona che riceve dai documenti il massimo rilievo è quella che in Africa confina e in Asia fronteggia il nostro Impero. Ciò ha resa necessaria la partecipazione ai negoziati e agli accordi del Regno di Egitto; l'Italia che ha sempre considerato il popolo egiziano come un popolo amico e che sempre ha respinto tutte le campagne interessate a gettare diffidenza e animosità con quello Stato rivierasco, è lieta di aver potuto fornire una nuova prova dei suoi sentimenti verso il Regno con cui abbiamo avuto tante tradizioni e oggi tante frontiere e tanti interessi in comune. La simpatia italiana verso il mondo arabo e mussulmano è comprovata dallo spirito e ; dalla, lettera delle clausole concernènti la politica verso, gli Stati dell'Arabia, Yemen e Regno Saudiano : la salvaguardia dei rispettivi interessi italiani e britannici è basata sull'assoluto ' rispetto dell' indipendenza di quegli Stati. Facendo pernio sulla integrale libertà di transito, in pace e in guerra, del Cai naie di Suez, viene definito il problema, tecnico non politico, delle acque del Lago Tana mentre i quadri militari della Libia, data la distensione, sono ridotti dal piede di guerra al piede di pace. Altre numerose questioni attinenti alla vita dell'Impero sono esaminate e risolte con mutuo spirito di comprensione. L'adesione dell'Italia al Trattato navale di Londra è un'ulteriore dimostrazione della mutata atmosfera senza che per ciò si debba parlare di concessioni e di compensi italiani; in realtà i nostri esperti avevano espresso un parere favorevole a quel trattato e la nostra adesione non "sarebbe mancata nel 1936 ove non ci fossero state applicate le sanzioni. L'entrata in vigore degli accordi è collegata al riconoscimento della sovranità italiana in Etiopia e al regolamento della questione spagnola. Sebbene queste due condizioni siano formalmente draconiane,- praticamente si stanno risolvendo; è assurdo pensare che la procedura leghista possa arrestare una evoluzione fatale e d'altra parte l'arrivo delle truppe legionarie sul Mediterraneo precipiterà la resistenza bolscevica in Ispagna. Quivi; come già jn Abissinia, le sorti sono state decise. Non può essere davvero nelle intenzioni del Governo df Londra di perdersi in capziose sottigliezze per i due problemi ; fu appunto questa manìa di Eden a mandare all'aria i. tentativi precedenti di collaborazione; se oggi si è arrivati a tale perfetta coordinazione e organicità di intese, lo si deve al mutato orientamento del Foreign Office che considera risolte le questioni di Etiopia e di Spagna. Un capitolo triste, pericoloso e nocivo si, chiude nei rapporti tra Italia e Inghilterra; se fosse statò evitato sarebbe stato un bene per l'Europa e per il mondo. Ma quanto avviene nella storia è inappellabile, risponde ad una nemesi. Gli inglesi non capirono che la giovane Italia era matura per l'Impero ; e cercarono di piegarla in quella che credevano una velleità ambiziosa mentre era una fatale necessità. Il contrasto non fu eliminato subito dopo la marcia degli italiani su Addis Abeba secondo le norme del fair play britannico, stringer la mano al vincitore e riprendere le relazioni normali; settarismo e cecità di piccoli uomini impedirono la riconciliazione e inasprirono i dissidi. Oggi il giovane Impero Fascista esamina sur un terreno . di parità i problemi che lo mettono a contatto coll'Impero britannico. Il richiamo all'amicizia tradizionale è giusto; ma è una nuova amicizia quella di cui salutiamo l'alba: diversa è la statura dell'Italia di lOggi da quella di ieri; ma non per questo le possibilità di collaborazione tra Italia e Inghilterra sono minori. Si trattava di mettersi sul piano giusto di valutazione, sul piano imperiale; e questo è il merito di Chamberlain. Alfredo Signorotti

Persone citate: Chamberlain, Ciano, Duce, Galeazzo Ciano, Mussolini, Neville Chamberlain