Dalla Guerra all'Impero

Dalla Guerra all'Impero LETTERATURA FASCISTA Dalla Guerra all'Impero Libri di Lombr asea - Vecchietti -Formigari — Alesai — Frateili -- Gayda a i e o è a i e i e! a i , i n o l a a , i i n a o e i e o e i o o r e i e e à e e r e o i e o Uno dei compiti più difficili, nella letteratura come nelle arti, si è quello di dare, innanzi tempo, agli avvenimenti che si sono vissuti e che si vivono, i composti . lineamenti della storia. Lo scrittore e l'artista sono chiamati a scegliere tra gli elementi molteplici, tra i fatti numerosi-che si presentano loro, quelli che hanno un particolare significato, uno stretto legame con il corso principale degli avvenimenti. Molte cose che suscitarono maggiori sensazione al loro apparire, si affievoliscono immediatamente nel ricordo e appaiono estranee alla più viva realtà. Molte altre, invece, che non furono nemmeno notate vengono ingigantendo nel tempo. Non è facile possedere la virtù di distinguere gli avvenimenti e di collegarli seguendo il loro corso più profondo e più vero. Antologia storica Il compilatore di una antologia deve avere un po' il senso dello storico: tanto più, quanto maggiornfente l'antologia vuole servire alla scuola e ai giovani che la frequentano. Tutto deve apparire, ai giovani delle generazioni che seguono, semplice, ordinato, cristallino. La scelta è laboriosa e difficile. Domenico Lombrassa e Giorgio Vecchietti hanno affrontato questo compito e lo hanno assolto con bravura. Essi hanno compilato una antologia della guerra, della rivoluzione e dell'Impero: le tre grandi realtà dell'Italia, in poco più di quattro lustri: tre grandi realtà che ne formano una sola che si riassume nel verbo combattere. (D. Lombrassa-G. Vecchietti - Combattere - Antologia della guerra, della rivoluzione e dell'Impero (1915-1936) - Firenze - Fe lice Le Monnier, 1937). Le difficoltà dinnanzi alle quali si sono trovati gli autori sono facili a immaginarsi. Innanzi tutto l'enorme materia sulla quale portare la scelta. Ognuno dèi grandi avvenimenti indicati: la guerra, la rivoluzione, l'Impero comporterebbe ima compiuta raccolta di documenti e di scritti. Un'altra difficoltà era quella dì dare il giusto posto alle varie correnti che confluirono nella guerra e nella rivoluzione. Furono interventisti i nazionalisti, i sindacalisti, i repubblicani, 1 futuristi, molta parte della democrazia, il socialismo riformista, le correnti liberali che facevano capo a Calandra, a Orlando, a Boselli, a Son"nino. Ognuna di queste correnti ebbe nobilissime espressioni nella letteratura, nella polemica giornalistica e nell'eloquenza politica. Temo che il compito di mettere in giusta luce tutte queste correnti sia parso troppo arduo ai compilatori. Essi hanno preferito seguire il loro gusto e il loro istinto seguendo la corrente più profonda; quella fascista. Altra grave difficoltà stava nel genere della scelta: dottrina, eloquenza, letteratura varia, cronaca giornalistica, genere epistolare? I due compilatori si sono attenuti ai- generi più accessibili, più immediati e perciò più adatti alla gioventù delle scuole. Il libro ne ha guadagnato in omogeneità: ha assunto un tono toscano, sciolto spigliato e familiare che fa pensare al Fucini e a Ferdinando Martini. Ma, cosi fatta, la raccolta manca dì completezza. Gli scrittori prescelti Una ultima difficoltà era quella di rendere omogenea la prima con la terza parte; i brani relativi alla guerra con quelli relativi all'Impero. Qui il compito si presentava difficile. Se il protagonista dei due grandi avvenimenti è uno solò, Mussolini, molti degli attori, degli scrittori, dei cronisti mutano tra il 1915 e il 1935. Vent'anni sono trascorsi: la moda letteraria è cambiata. I vecchi combattenti hanno i capelli grigi e i figli di vent'anni hanno preso il loro posto. L'unità spirituale è profonda, ma grande è la varietà dei modi e delle forme. La scelta dei compilatori è caduta di preferenza sui narratori e sui cronisti quando raggiungono, costoro, le altezze dell'arte. Perciò consigliamo questa antologia ai ragazzi. Essi vi ritroveranno, liberato dalle scorie del momento, lo spirito della sacra primavera del 1915- Troveranno tra le pagine dell'Intervento i nomi di Mussolini, D'Annunzio, Corradini, Fauro, Corridqni, Panzini, Serra. Perchè non Salandra e Bissolati? Ritro veranno tra le pagine della guerra quelle ancora cosi vive di Jahier, Monelli, Borsi, Slataper, Baldini, Stuparlch, Oietti, Clvinini, Barzini, Battisti, Marpicati, Puccini. Ma .molti nomi mancano: un lavoro preparatorio di grande utilità è stato compiuto dall'*' Istituto Nazionale Fascista di Cultura » con un « Quaderno » di Francesco Formigari dedicato a « La letteratura di guerra in Italia » (1915-1935). Riteniamo che in questo « Quaderno », veramente prezioso, nessun autore e nessun libro di guerra sia stato dimenticato. Ed eccoci alla Rivoluzione. Per rivoluzione i compilatori hanno inteso dire i fatti e le tappe della riscossa fascista tra il 1919 e il 1922. E cioè: fondazione dei Fasci, battaglia di via Mercanti a Milano, la marcia di Ronchi del settembre 1919, l'eccidio di palazzo d'Accursio e via via, sino alla Marcia dell'ottobre 1922. Da queste letture appare chiaro assai meglio che attraverso lo svolgimento di qualsiasi dottrina del Fascismo che il movimento mussolinlano ebbe la sua prima, profonda radice nella guerra e sopratutto nei modi di guerra dell'arditismo e poi del flumanesimo. Ed eccoci infine alla quarta parte dell'opera: quella dedicata all'Impero (1935-36). Queste pagine sono molto più vicine a noi e sono ricavate per gran parte dal¬ l e è i , i i a e i e i a a la migliore cronaca di guerra dei giornali. Questa raccolta non è plutarchesca. Non tende a descrìvere bei caratteri, puri eroi, incontaminati sentimenti. Essa è invece genuina, schietta e reale come le cose di questo mondo, come le vicende, gli affanni e le glorie di questo nostro tempo fascista. La nostra vita La nostra letteratura politica si fa d'ora in ora più ricca e più varia in ragione diretta della cresciuta misura dell'Italia nei suoi rapporti con gli altri paesi e dei complessi fenomeni che ne derivano: notevole, fra tutti, la maggiore irradiazione del pensiero italiano nel mondo e la straordinaria influenza dei nostri istituti e dei nostri ordinamenti dovunque. Abbiamo sotto gli occhi tra le pubblicazioni degli ultimi mesi un volume di Scritti Politici di Rino Alessi (Edizioni Accademiche Udine), un libro di A. Frateili sulla Polonia (Bompiani, Milano), un volumetto di Virginio Gayda dal titolo « I quattro anni del Terzo Reich» (Edizioni Roma). Negli scritti politici di Rino Alessi ritroviamo la maturità forte e sostanziosa di questo autore e la stessa solida corposità che tutti riconoscono alle sue creazioni drammatiche. La materia del libro è quella offerta dagli avvenimenti internazionali degli ultimi anni nei loro riflessi sui rapporti dell'Italia con la Jugoslavia, con la Intesa balcanica, con l'Europa danubiana, con la Germania. Un lungo capitolo è dedicato al viaggio del Duce in Libia: viaggio sentito e descritto come un ritorno provvidenziale della civiltà mediterranea a causa dello,straordinario e felice incontro degli eventi con un Uomo del destino. I fatti della storia e della politica, prima di essere delle realtà, appaiono con solare evidenza nello spirito dei Grandi. Cosi l'Italia,apparve, circa un secolo fa, a Gioberti nel suo nuovo Primato che le sarebbe stato restituito dalla rinata funzione mondiale del nostro antichissimo mare: puro presagio del genio allora; nuova, fermissima, vittoriosa realtà in questo tempo di Mussolini. Rino Alessi mostra nel suoi scritti la compiuta penetrazione di tanta realtà e possiede la rara virtù di passare agevolmente dalla cronaca alla storia. Polonia e Reich Un libro agile, vivo e nutrito sulla Polonia ha scritto Arnaldo Frateili riprendendo con questo suo volume e con l'altro dedicato alla Germania di Hitler la nobile tradizione italiana dei letterati che sanno viaggiare nei paesi stranieri avendo l'occhio attento agli aspetti naturali e agli esterni fenomeni dei luoghi visitati e possedendo la piena intelligenza degli aspetti meno palesi come degli ordinamenti giuridici e politici e sociali dei popoli che avvicinano. Questo libro di Frateili dimostra, a chi non ne fosse convinto, quanto giovi la consuetudine del giornale e la quotidiana abitudine dello scrivere a rendere agile e maneggevole la lingua italiana e a raccostare la cultura letteraria a quella morale e storica. Frateili ha, in più, un'arte tutta sua particolare di semplificare i problemi e di renderli facili e accessibili a timi. Egli sa passare dalla descrizione dei fattori naturali e geografici al ricordo dei precedenti storici, dall'esame delle ricchezze naturali allo studio del problemi etnici e religiosi, dalla presentazione del movimento letterario culturale e universitario della Polonia alla chiarificazione di complicati problemi psicologici quale è quello della donna polacca. In complesso, dunque, un libro attualissimo e utilissimo. Ed eccoci, infine, al citato opuscolo di Virginio Gayda dedicato ai « Quattro anni » del Terzo Reich."La- fama di Gayda è cosi vasta e affermata nel giornalismo europeo da non avere bisogno di speciale segnalazione. Questo suo opuscolo è dedicato ai problemi suscitati dai piani della autarchia economica della Germania d'oggi. Il primo piano, negli anni 1933-37, era destinato a risolvere 1 problemi nazionali della disoccupazione e della alimentazione degli uomi ni. Il secondo piano, iniziato alla fine dell'anno scorso, è rivolto a rafforzare e perpetuare i risultati acquisiti con il primo piano e a risolvere il problema capitale dell' approvvigionamento di materie prime per l'industria germanica sostituendo alla importazione dall'estero una nuova economia produttiva interna. Gayda esamina, con quella cura del concreto e dei numeri che è sua peculiare, i vari aspetti di questi problemi e sa risalire rapidamente dal particolare al generale, dal dato economico al giudizio politico sulla vita degli Stati. Esiste proprio un divario tanto profondo tra l'autonomia autarchica degli Stati autoritari e la pretesa economia libera delle grandi democrazie? Rispondiamo di no. Tutti gli Stati, dagli Stati Uniti d'America, all'Inghilterra e alla Francia, si orientano oggi, verso l'economia condonata che è la premessa di quella autarchica. Questa nuova economia è dominata dalia necessità: dalla necessità degli Stati meno provvisti di ricchezze naturali di assicurarsi una propria indipendenza rispetto agli altri, e dall'imperioso dovere degli Stati moderni di fronteggiare delle crisi della gravità di quella ultima (1929-1934), instaurando una più alta giustizia sociale con rassicurare il lavoro alla generalità dei cittadini. L'economia autarchica non è altro che un aspetto delle rivoluzioni moderne, politiche e sociali, che vanno sotto il nome di Fascismo e Nazionalsocialismo.