Quel che insegna la storia

Quel che insegna la storia VI APPIO jjy LITU Quel che insegna la storia Kovno ora Kaunas - Di qui Napoleone vide la sua grande Armata passare superbamente iT Niemen: qui Hindenburg preparò le vittorie masuriane .(Pal nostro inviato speciale) KAUNAS, aprile. Tra le curiosità che vi vengono indicate a Kaunas, figurano la « collina di Napoleone » e Io '« vii. la di Hindemburg ». Dalla collina l'Imperatore assi stè, nell'estate del 181B al passaggio della Grande- Armata sul Niemen. Nella villa, Hindemburg, con lo inseparabile Ludendorf, capo di 8. M., installò il proprio Quartier Generale, dopo la battaglia di Tannemberg, e in questa dimora rimase due anni, dirigendo la vittoriosa campagna tedesca contro la armate zariste. • Ho voluto vedere tanto la collina quanto la villa. Non è stato senza emozione che. ho' salito la prima: una gobba di terreno, posta ad ovest della città propriamente detta, e non più alta d'un ■centinaio di metri. Sulla collina si eleva anche un osservatorio di legno, dal quale si scorge tutto l'immenso- scenario del Niemen e il dilagante paesaggio- di Kaunas. Essa era oggi ancpr spoglia di verde e battuta da un vento glaciale, un- vento artico. Con una stretta al cuore pensai all'infausta Campagna di Russia, che qui ave-, va avuto il suo luminoso ed. estivo inizio. Nomi e ricordi La « villa d'i Hindemburg > si' trotia invece alla periferia di Kaunas e precisamente nella « Grunwald Gadevè», una via tranquilla e quasi monastica; con rari pas. santi; e qualche vaga eco d'opere nautiche giungente dai cantieri del prossimo Niemen, Il portone d'entrata, si apre entro una palizzata di legno dipinta in verde; porta stampato il n. le ed è sormontato dallo stemma del Consolato Generale d'Olanda. La.villa ha piuttosto l'aria d'uno strano palazzotto. E' di legno e dipinta in verde come la palizzata. Ma con la sua torretta, il suo campaniluzzo a cono.e gli. spioventi dei tetti bizzarramente frangiati, fa pensare a un edificio mongolico; ha quasi un slsnnz.qntcglnlmrvsTsdnNovetto di pagoda Qual^^ albero è intorno; nel silenzio pigo la qualche passero assiderato. 1 Tedeschi ohe si trovano a passare per questa via, guardano naturalmente l'edificio con venerazione. — Là — mi ha detto stasera al ristorante un signore germanico gonfiando i baroioli — albergò la nostra gloria! In Rotano funzionò infatti il cervello degli' Eserciti tedeschi! Kowno! E' questo infatti il nome antebellico e bellico di Kaunas. Di colpo le memorie e le immaginazioni si rischiarano, ciò. che per Kaunas non avviene. I Lituani ci scusino. Ancor oggi, a venfanni dalla fine della Guerra mondiale, il pubblico non si è ancora famigliarizzato coi nuovi Atlanti. E, francamente, non riusciamo- a dargli torto: la confusione è sempre grande. L'abito d'Arlecchino, gettato dai Trattati sulla nuova Europa ha prodotto qualche curioso disturbo ottico... Quando poi si tratta di Stati minor», la confusione circa i con/ini, le capitali, le località, diviene ancfce più grande. Inoltre, l'adozione delle terminologie nazionalistiche ha addirittura babelizzató i problemi: Nel caso della Lituania i nomi Vilnius, Kaunas, Augustavas, Taurage, Mariampolè, Niemunas non sono che scar. samente evocatori. Se invece si dice Wilna, Kowno, Augustow, Tauroggen, Mariampol, Niemen ecc., tosto i ricordi si ridestano. Sono i ricordi delle carte che la Grande Guerra stampò, per mesi, per anni, sui giornali di tutto il mondo. I Lituani spiegheranno, con lodevole zelo nazionalistico, che si tratta di nomi impostCda altri popoli e da eventi bejlici. Ma con le carte degli Stati Maggiori non si discute! La guerra ha sempre la voce più forte — sia pur essa la voce della forza. Questi nomi rispondevano appunto al dizionario degli Stati Maggiori tedesco e russo. La storia è là a dimostrarlo. Da Napoleone a Hindenburg . Kaunas è dunque la ' Kowno di anteguerra e della guerra mondiale: ha una celebrità che non si può dimenticare. Fu effettivamente in questa «città del Nord-Ovest » (come in Russia si denominava vagamente questo centro della Li titanio; che fece perno la guerra del « fronte orientale »: — I'« Ostfront* come lo chiamarono i Tedeschi. Kowno fu cosi al tempo stesso, un luogo foHe e un osservatorio di grandiosi avvenimenti. Era forse prescritto dal destino che \\ territorio, lituana fosse,, in¬ sq ' siemè a quello assai più, vasto della Polònia, uno dei più giganteschi e tormentati teatri di guerra, non soltanto dai secoli medievali, ma nei tempi moderni: dall'epoca napoleonica alla nostra. ( E' queHa, t;-a Lituania e Polonia, una comunanza di vicende e di sofferenze che anche i più accesi nazionalisti di Kaunas non potranno negare!). ■ . Già, dal Medio Evo, quando dominavano i Granduchi di Lituania, questa terra era stata teatro di '.otte accanite. Tanto dall'Ovest (cioè dalla Prussia orientale) quanto dall'Est (cioè dalla Lettonia), i Cavalieri dell'ordine Teutonico e i Cavalieri B'qltici, specializzati in Crociate contro il paganesimo sopravvissuto, avevano chiuso in una morsa il territorio lituano,- tormentandolo, . sovente, col prelesto di portare il Cristianesimo ove ancora esisteva l'idolatria). Erano, quindi, a ogni momento, frequenti e sanguinose irruzioni. Senonchè a Tannemberg (la stessa che assai più tardi doveva illustrarsi con la vittoria del binomio . Hindemburg-Ludendorf sulle tarmate «ariète) i Cavalieri Teutonici toccarono da Vitautas, sovrano di Lituania, una grossa e definitiva batosta. ' Proseguendo nel tempo, troviamo, durante i secoli XVI e XVII, il predominui dell'influenza polacca sulla Lituania, 'coti relativa aggiunta di ' guerre 6 invasioni da parte di Russi e di Svedesi. Ed ec :uct infine ai tempi moderni. Kowno rivela, specialmente in questo periodo, un ruolo d'eccellenza. Posta alla confluenza del Niemen con la Vilija, -e circondata da un orlo ben definito di colline, essa non tarda a dar nell'occhio ai condottieri. La città si pre sta evidentemente a costituire un punto forte nella piatta e uni' forme distesa della pianura li' tuana. E', come sempre, il « flenio sovrumano » di Napoleone a met. terla in piena luce.' L'Imperatore, iniziando con la Grande Armata la Campagna di Russia, fa di Kowno la sud piattaforma di ì lancio. E quando l'Imperatore, vinto più che i , o e . verno eccezionalmente terribile (Zr<-i0 gradi sotto zero), è costretto a battere in ritirata; Kowno funziona ancora,, fortunatamente, da punto d'appoggio. Nella città sbalordita e inquieta rifluiscono infatti, nel dicembre del 1812, i resti laceri, screpolati,. sanguinosi di quella Grande Armata che era partita alcuni mesi prima in tutto il fulgore dei suoi brillanti equipaggiamenti. A Kowno arde,, in quel tragico inverno, con bagliori che si possono dire sublimi, l'eroismo del Maresciallo Ney che, con una sparuta retroguardia organizza la estrema resistenza, per dar modo al grosso di varcare il confine. Da questo momento, la funzioni militare di Kowno si precisa, Quando i Russi tornato a impadronirsi della Lituania, pensano subito a fortificare la óittà in modo formidabile. Essi.intendono farne un baluardo invincibile e, al tempo stesso, una testa di ponte minac dosa verso l'Ovest. Migliaia di « mugijk » e mezza miliardo di ru oli (una rotonda somma al cambio d'allora!) sono letteralmente profusi in quest'opera ciclopica, che risulta formata da una catena di H forti, dotati d'artiglieria di ogni calibro e allacciati da cam minamenti ad altezza d'uomo, tali cioè da creare la possibilità d'una sicura circolazione di truppe ed eventuali manovre per linee interne. In quest'epoca la città di Kowno non è gran cosa! Soverchiata dalle opere militari, e impossibilitata, da un « ukase », a erigere abitazioni superiori a un piano, essa, presenta un aspetto piatto e uni/orme, da città di guarnigione. Ma la sua importanza dal punto di vista ' militare e ' morale è grande. Ora, lo Stato Maggiore russo si sente ormai sicuro! Chi oserà attaccare simile baluardo ? Osano, nel 19H, le armate tedesche, Dopo la vittoria di Tannemberg sui Russi il corpo di spedizione del generale Von Litzmann attacca Kowno. Contro ogni previsione, i forti sparano, appena qualche incerto colpo di cannone; mentre colonne di soldati russi fuggono a gambe levate, cercando un più sicuro riparo dietro il territorio fluviale e acquitrinoso della Dwina. . L'impressione nel mondo è enorme, in realtà, questa Campagna appare oggi, al lume della storia, meno' mastodontica, più rarefatta. Gli effettivi impegnati dai tedeschi non erano eccessivi; consistevano sopratutto in Divisioni di cavalleria. Era sopratutto il mito-di sè, che, in quel tempo, la Germania aveva saputo creare! Il mito d'un esercito invincibile e invulnerabile Ora, i miti resistono assai più degli uomini; — anche ai proiettili di grosso calibro. Così Hindemburg con Ludendorf s'installa nel 19H a Kowno, e vi rimane per due anni; cioè durante tutta la vittoriosa campagna sul fronte orientale. L'ultimo dramma i Anche in quest'epoca la Lituania soffre tutto ciò che la guerra può far soffrire a un paese occupato. Il tallone tedesco è duro. 1 combattimenti si susseguono e con essi le devastazioni delle artiglierie. Si calcola che, in Lituania, 35.000 edifici siano andati distrutti. Ma viene il 1918: è l'epoca del Piave fatidico e risolutore; è. la ritirata degli eserciti tedeschi sul fronte accidentale; e infine l'armistizio. ■ La Lituania ne approfitta per proclamare la propria indipenden. za. E chi trova per sanzionare la propria unità f La Russia dei So vieti, la Russia di Lenin. Il capo mongoloide, ricorrendo all'astuzia perchè non può usare la forza, dà ordine ai suoi plenipotenziari di firmare il patto che riconosce il nuovo Stato, la Repubblica di Lituania'. Il Sogno di questo popolo, ardentemente pqrtato all'indipendenza, si è realizzato. C'è chi afferma che i ricordi agiscano potèntemente sul sub-cosciente i vincolino il futuro. Si tratta di vedere se c'è anche un sub-coscients collettivo... ■ La Lituania comunque è riuscì ta ad attuare i lineamenti generali delle proprie aspirazioni. Ci sono ancora, è vero, alcune difficoltà da superare. Vi sono le ùltime fiammate di guerra, suscitate dalle, bande di quel tipo (direi meglio bel tipo) del generale Von der Golt'z, il « soldato ■ errante » che, facendo un fenomenale salto indietro nella storia, ha creduto di resuscitare contro i Lituani le gesta dei Cavalieri Teutonici, con la segreta speranza di annettere la Lituania alla Germania. Furono illusioni epigoniche! Battuto dalle nuove milizie lituane il franco-tiratore prussiano deve cedere. Senonchè le tribolazioni dell'aadolescente Repubblica non sono finite. Scoppia, come una tolgo re, nel 1920, l'impresa del generale polacco Zeligowski e la Lituania perde Wilno e il suo distrétto. E' l'amarezza maggiore della sua nuova esistenza. Che fanno intanto — si doman derà gli altri Paesi baltici, cioè la Lettonia e l'Estonia? Non re. cano un aiuto alla Repubblica sorella? No! Presi dalle loro questioni interne, essi si comportano versò la Lituania con totale indifferenza. Quanto agli Stati scandinavi, trincerati dietro le loro frutti/ere neutralità, s'appoggiano alla balconata e guardano come spet tatari. Questa sommaria esposizioni delle vicende militari di Kowno e della Lituania, possono rivelare, fin d'ora, anche sul piano politico molte cose istruttive... Esse aprono una porta sul passato, ma ne dischiudono una anche sul futuro, Ho voluto scrivere in modo da lasciar tirare le somme ai miei lettori. Una cosa è certa: il tenace, ardente, talvolta quasi disperato spi rito d'indipendenza che anima la Lituania, può essere al disopra o al disotto dei suoi interessi, ma certo è sincero e, in certo qual mo do, motivato. Sono comprensibili, anche se non sono sempre giustificabili, le sue inguietudini, i suoi timori e anche le sue fobie tnlacdscgrnpaintdst' RCurio Mortari NIndlhN"qiisdzcdavlsnrEcndsdLmmlrncvmdtpefrMccnF0nprvcB CASCHI a'ACClAIft NELLE VIE 01 KOWNO COSA RESTA DELLE ANTICHE FORTIFICAZIONI ZARISTE

Persone citate: Grunwald, Lenin, Mortari, Niemen, Von Litzmann