Trenta giorni di battaglia di Giovanni Artieri

Trenta giorni di battaglia Trenta giorni di battaglia (Da uno dei nostri inviati) Fronte catalano, 9 aprile. Fanno oggi trenta giorni dall'inizio della battaglia per la Catalogna. Cominciò dinanzi a Budino, fronte legionario, alle 6,30 del mattino con una concentrazione di artiglieria, rimasta fissa nella mente dei nemici superstiti, come un'ossessione. Si spararono allora, sulle coste della Sierra di Rudilla, 1800 colpi al minuto, per no vanta minuti e su di un settore della guerra, dove da un anno non si udiva che qualche rara schioppettata, il cannone italiano dette il via alla, più vasta, complessa e difficile battaglia della guerra di Spagna e una delle più'memorabili della storia militare. I protagonisti Il quadro in cui si sono mosse cinque Armate, abbraccia l'orizzonte dell'intera penisola Iberica nella parte occidentale, dalla saldatura pirenaica al mare Mediterraneo; circa duecento mila uomini lo hanno popolato, suscitandovi lo spettacolo, sempre antico e sempre nuovo, detta lotta' armata di masse cozzanti; numerosi capi, illuminati dalle vampe della. lotta, sono usciti dalla moltitudine al rilievo della storia; gli eroismi indi viduali e collettivi sono stati nuj^ofiaMimi^tà MOttnm itniifmo, i e e il nemico ha sviluppato una forza offensiva e difensiva di cui non si avevano precedenti esempi. La battaglia della Catalogna fu iniziata dagli italiani; vediamo ciò che alla battaglia ■— non ancora chiusa — hanno apportato le armi nostre. Schierate dal nord al sud, lungo l'antica linea di' combattimento che, in una irregolare sinusoide, andava dalla base dei Pirenei al settore di Jaca, fino a Temei che chiudeva, e chiude tuttavia, le armate messe in movimento dallo Stato Maggiore del generale Franco.sono le seguenti: Corpo d'Esercito di Navarra al comando del generale Solchaga, Corpo d'Esercito di Aragona, al comando del generale Moscardo, Corpo d'Esercito marocchino al comando del generale Yague, Corpo Truppe Volontarie al comando del generale Berti, Corpo d'Esercito di Galizia al comando del generale Aranda. Una Divisione di cavalleria, agli ordini del generale Monasterio, e alcune Brigate navarrine hanno costituito la massa mobile di manovra agli 'ordini del Comando Supremo, per l'intervento su questo o quel settore in determinati momenti e per accelerare i processi di crisi del nemico sconfitto. Gli obiettivi 0 e n e e di i e a lrni o mdi la, iuo, Il Corpo Truppe Volontarie, formato dalle Divisioni Camicie Nere italiane « Littorio » e « ts Marzo» dalla Divisione mista «Frecce» (brigate « Frecce Nere » e « Azzurre y>) rompeva il fronte rosso tenuto dall'esercito repubblicano dell'est, avanzando, dall'alba del nove a quella del quattordici marzo, fino ad Alcaniz, abbattendo letteralmente, come un giuoco di carte, lo schieramento nemico. La 35.a divisione internazionale, due brigate della divisione «.Lister.» e altre unità inviate dalla retrovia catalana, sorprese dall'urto inaspettato, vennero messe in schegge e disperse. Il colpo di catapulta dei Legionari, vibrato con estrema jsnergià, scosse dalle fondamenta la costruzione assai appariscente .ma di consistenza debole.quanto massiccia dello « ejercito popular » che la propaganda ad alto potenziale di Barcellona aveva fatto il mito della repubblica, rimasto tale anche dopo la perdita di Teruel. 1 Legionari, allora come adesso, costituivano il rostro dell'immenso carro bellico in cammino dall'ovest all'est, decisamente, sulla Catalogna, riserva fondamentale della Spagna rossa. Al nord, con una serie di operazioni intorno a Huesca, con cui la città veniva liberata per sempre dallo strangolamento di un assedio penoso e sanguinoso durato diciotto mesi, Solchaga e Moscardo riuscivano a superare la Sierra de Guarà, mettendosi l'uno e l'ai, tro sul cammino delle montagne. Parallelamente al confine dei Pirenei, il primo; sulla strada delle centrali elettriche catalane, il secondo. Obiettivi: chiudere la ritirata al nemico e la frontiera francese, ai valichi di Pujcerda e Perthus; togliere l'energia elettrica alla Catalogna, sbarrare la strada litoranea e la ferrovia mediterranea, al sud. Quanto dire recidere i nervi motori del nemico. Il Corpo d'esercito di Yague, dopo la riconquista di Belchite, arriva a Caspe, passa l'Ebro a Quinto, a Gelsa, e si mette sulla strada di Francia, la grande arteria Barcellona-Madrid. bhvlecdrpcloLdtsdtntpnszvsoeNtcf«csdsLrèpftutsrgptridsTliszrL'azione dei Legionari In complesso l'enorme battaglia ha questi scopi lineari: due strade, la litoranea Valencia-Barcellona, e la carretera Madrid-Barcellona, che passa per Saragozza; le centrali elettriche; la frontiera dei Pirenei. Tutto il segreto della vittoria è qui. Ora, la hatfagh», #fce #* a batte dal giorno nove, in un mese ha fatto perdere ai rossi, definitivamente, le sorgenti di energia elettrica. Gli altri obiettivi sono vicini a crollare. Lerida, conquistata da Yague il tre aprile, ha assicurato il dominio sulla prima grande provincia catalana e sul tronco centrale della strada per Barcellona; l'azione al sud dell'Ebro dei Legionari e del Corpo d'Esercito di Galizia taglierà, come si è detto, la via costiera e la Spagna ros sa sarà divisa in due. Si è già detto in queste ultime due settimane quale poderosa fatica abbiano affrontato i Legionari. Il peso della battaglia di Catalogna, è stato totalmente sopportato dai Volontari italiani. Al nord. Solchaga non incontra resistenza, il nemico non esiste. Dinanzi a Moscardo, in un settore così vitale per i repubblicani, la resistenza è stata altrettanto nulla, o quasi. La linea delle centrali elettriche, dal Segre ai due fiumi Noguera, è stata abbandonata, intatta e pressoché indifesa.. Yague, che pure ha proceduto senza difesa, dopo, il combattimento delle « casette dell'Ebro », episodio localizzato benché cruento, è giunto sotto Lerida con qualche scontro di dettaglio e la città' è stata presa senza straordinarie difficoltà La marcia di Aranda verso Vinaroz e il mare, superata Morella, è diventata più rapida e sicura per lo sfaldamento delle scarse difese stabilite sul monte del Maez trazgo. Il cammino più breve Sulle truppe del generale Berti, una volta superata Alcaniz, la battaglia ha gravitato con tutto il suo peso di nemici armati, numerosissimi e decisi. Le Divisioni Legionarie, da Alcaniz a Gandesa, prima città importante della Catalogna, conquistata dalle bandie re nazionali, ' sono state lanciate in una guerra di alpe e di bosco, di scalate e di agguati. Le truppe legionarie hanno preso il cammino più breve,' verso Tortosa, il mare e la litoranea — loro obiettivo finale — alitandosi in una serie di sierre ove la di/e sa è estremamente facile e avan zare costa sangue. Sono di ieri combattimenti a Mirablanc, a Mas del Labrador, del Puig de Caballo, per arrivare a Gandesa E recentissima è. la cronaca della terribile lotta per il possesso del massiccio di Monte Rey. La Sierra- di Montenegrelo sarà ricordata dai nostri Fanti accanto ai nomi delle più sanguinose quote dèlia grande guerra. Al trentesimo giorno della battaglia i Legionari combattono come la mattina del nove scorso, alla presa di Rudilla. La vittoria di Tortosa, l'ultima e la più contrastata, darà ai Volontari la gloria della terza città conquistata in quest'ultima offensiva e l'ono re di aver chiuso la campagna, avendo vinto e disperso con duro sacrificio l'ultimo esercito e la estrema resistenza armata del nemico. Giovanni Artieri