Le vie dell'appoderamento

Le vie dell'appoderamento Il bracciantato nel Ferrarese Le vie dell'appoderamento La bonìfica è costata 540 milioni e il valore annuo della prodazione supera ora i 700 milioni; nella nuova economia, è la possibilità di una più aita giustizia sociale FERRARA, aprile. Inderogabile la necessità di dare al problema del bracciantato una soluzione definitiva, facendo della massa degli avventizi una categoria economica stabilizzata; incontestato lo stato di squilibrio, oggi esistente, fra terra e lavoro, sì che la soluzione del problema va appunto cercata in una razionale pianificazione e sistemazione, vale a dire in una equa ridistribuzione del terreno; ma quali han da essere i criteri cui dovrà informarsi il nuovo processo d'assetto dell'economia agricola locale, quali i limiti in cui potrà operarsi l'immissione nell'agricoltura delle schiere del bracciantato? Per fissare gli uni e gli altri, per delineare, in concreto, le modalità cui dovrà obbedire l'attuazione del piano d'appoderamento, non si può astrarre dal risultati offerti dal censimento poderale. L'indagine — già è stato accennato — si è dispiegata entro i comprensori di tutti i Consorzi di bonifica operanti nella provincia, va. le a dire su una superficie produttiva di 184.816 Ha. Stabilito, attraverso un esatto rilevamento delle condizioni economico-demografiche di circa undicimila aziende agricole, il « grado di attività » attinto in ognuna di esse, si è suddivisa la vasta superficie in zone agrarie omogenee per ordinamento produttivo ed Intersità di produzione, vale a dire in zone aventi la stessa suscettibilità produttiva, per effetto della natura e della fertilità del terreno, dello sviluppo raggiunto dalle opere irrigue, ecc., e si è ottenuto una classificazione che ha portato alla delimitazione della superficie produttiva in quattro unità agronomiche: o) normale, dove 1 terreni (143.043 Ha) sono ottimi, idraulicamente ben sistemati, ma non sempre provvisti di sufficienti stalle e piantagioni legnose; b) terreni di recente bonifica (11.228 Ha) la cui produttività è in funzione dell'assesta. mento idraulico-agrario che vi può essere impresso; c) terreni più o meno torbosi o sabbiosi (25.827 Ha) dove lo sfruttamento agrlco 10 presuppone un ordinamento irriguo totalitario; d) terreni alti, costituiti da antiche dune e cordoni litoranei (4717 Ha) e quindi, perchè di natura sabbiosa, aridi e poco produttivi. I minimi Circoscritte queste diverse zone, si è cercato, per ognuna di esse, di determinare la superficie minima capace di assorbire utilmente 11 lavoro dell'unità lavorativa e di offrire la rimunerazione di lavoro sufficiente a soddisfare alle nor. mali condizioni di vita economica .e sociale dell'unità lavorativa stessa e degli aggregati familiari che da questa dipendono. Prendendo per base i dati riferentisl a quelle aziende agricole che, essendo condotte da lavoratori fissi, presentavano la minima superficie per unità lavorativa e dove, tuttavia, la famiglia colonica trovava lavoro costante e continuo nel corso dell'annata agraria, presentando un regime di vita consono con le esigenze di una famiglia di agricoltori, la determinazione ha potuto compiersi senza approssimazioni. La superficie minima da assegnare ad ogni unità lavorativa risulta di 2 Ha per la prima zona, di 2,5 Ha per la seconda, di 3 Ha per la terza, di 3,5 Ha per la quarta. Questi limiti non hanno oggi alcun riscontro nella realtà, che la superficie assegnata ad ogni unità lavorativa varia da un minimo di uno e mezzo ad un massimo di ' cinque Ha. E' chiaro, tuttavia, che se in ognuna delle quattro zone omogenee esistono famiglie che, pur avendo un minimo di superficie assegnata per unità lavorativa, traggono quanto occorre per il fabbisogno annuo dell'aggregato familiare, un eguale « grado di attività», con analoghi risultati economici, si dovrebbe attendere in tutto l'ambito della zona, ove il terreno fosse distribuito sulla base del coefficienti minimi che sono stati determinati. Viene in risalto da tutto ciò il fondamento del piano di appoderamento destinato a cancellare dalla provincia di Ferrara la plaga del bracciantato e ad immettere nell'agricoltura un impetuoso e nutrito rivolo di fresche energie. Terre da ripartire Postochè la superficie coltivata di 184.816 Ha è attualmente cosi ripartita fra i diversi sistemi di conduzione: conduzione diretta e familiare 65.819 Ha; conduzione mezzadrile 33.658 Ha; conduzione in compartecipazione e con salariati 85.338 Ha; « parteciparle » di Cento e di Pieve 2.100 Ha, e postochè 11 numero dei lavoratori fissi è di circa 32 mila, ne deriva che assegnando alle unità lavorative le superfici minime determinate per ognuna delle quattro zone, si ha la seguente situazione: le attuali unità familiari han da restringersi su 40.985 Ha, cedendone 24.834 Ha per la sistemazione dei braccianti; le attuali unità mezzadrili debbono restringersi su 24.101 Ha, cedendone 9557 Ha, . cosicché per l'assorbimento della massa bracciantile conseguirebbe una disponibilità complessiva di 119.730 Ha. E' sufficiente questa superficie per la sistemazione dell'intera massa degli avventizi? Avendo , -yer base, appunto, i coefficienti che sono stati determinati come min)™1 e come equi, la consisten sa della superficie disponibile consentirebbe di fissare.alla terra poco più di 85 mila unità lavorative bracciantili, esattamente il 77 per cento della globale massa degli avventizi. Per 16.675 unità lavorative, la ruralizzazione sarebbe preclusa. Senonchè è prevedibile che, anche per questa massa residua, nuove e concrete possibilità ctlatul'cilgperlep5sdvtopstadpz(lo(dbgndaucabstvtcrvtgspnrndtccdtfppcmcnnmfpf, di lavoro scaturiranno dal molti- plicarsl delle attività accessorie, In e i o a e o e a o n o . a 5 a a à i i e e e, r di ti e il ae n o ia nlo a si di e ne ne a » e ri va aiole eone tà su a, la be di ie ra do nti me n conseguenza dell'infittirsi dell'attività agraria in tutto l'ambito della provincia, e, ancor più, dalla situazione che si dischiuderà, per l'economia agricola della provincia, in epoca molto prossima, con il completamento delle opere irrigue che sono in corso (cogli impianti di derivazione dal Po già eseguiti a Berrà, stanno per essere avviati a compimento, presso le Chiaviche di Pilastresi, gli impianti destinati a derivare dal Po 54 me. d'acqua al secondo per assicurare ai terreni bonificati il grado di umidità necessario alle più varie colture) si che l'assorbimento della mano d'opera bracciantile potrà considerarsi davvero totale. Soluzione per gradi E' ovvio, tuttavia, che un si vasto piano potrà essere attuato soltanto per gradi. Lo stanziamento di cento milioni, deciso dal Duce, porterà per intanto alla sistemazione di 25 mila unità lavorative (circa 50 mila persone) attraverso lo sdoppiamento dei < versuri » (un'unità colturale caratteristica del Ferrarese, di superficie variabile fra i 25 ed i 30 Ha e configurante quell'azienda che, con la normale combinazione colturale della zona, offre una estensione di arativo tale da rendere necessario un aratro ed un tiro di buoi) nonché una razionale organizzazione aziendale delle terre di più recente bonifica. Il piano esecutivo che dovrà fissare alla terra questo primo contingente di 25 mila unità lavorative bracciantili si può dire in atto. Nessun limite, nessun preconcetto per l'attuazione dell'appoderamento: le modalità con cui avverrà la fissazione del bracciantato saranno dettate dalle contin. genze di fatto e potranno consistere, a volta a volta, nello sdoppiamento del poderi a mezzadria, nella trasformazione del « versuro » in due o più unità poderali, nella creazione di nuove aziende da affidarsi in appalto o in enfiteusi al colonizzatore, oppure da condursi in economia a mezzo di compartecipanti. Ogni Consorzio di bonifica allestirà un piano di trasformazione con le direttive fondamentali obbligatorie per i proprietari: entro questi limiti, il proprietario sceglierà l'Indirizzo che giudicherà più conveniente, mentre i Sindacati dei lavoratori, che hanno in provincia un'organizzazione capillare, con 152 sezioni ed altrettanti uffici di collocamento, penseranno a trarre dalle file del bracciantato i nuovi rurali. Procedendo nella soluzione del problema per gradi, nessuna difficoltà può frapporsi, nessuna rémora può verificarsi. La spesa per la attuazione integrale del piano — comprensiva, tuttavia, delle somme occorrenti per la finale e maggiore valorizzazione agraria della provincia — era stata preventivata in 682 milioni: una cifra cospicua che, ricadendo per il 67 per cento sulle proprietà (il residuo 33 per cento deve intendersi a carico dello Stato, in quanto le opere richieste dall'attuazione del plano di appoderamento rien trano sotto la disciplina giuridica della legge 13 febbraio 1933 sulla bonifica integrale) avrebbe determinato nell'economia agraria della provincia convulsioni difficilmente superabili. Boniiica e produzione Nessuna turbativa potrà invece Intervenire nell' economia della provincia' procedendo per gradi. Alla entità dei nuovi investimenti, agevolati e sorretti largamente dal credito agrario, la proprietà troverà ben presto una contropartita: l'accrescimento del reddito conseguente all'incremento della produzione. Del resto, se nell'ordinamento corporativo, nel corpo di leggi emanato dal Regime per conseguire il riscatto della terra e l'assetto economico-sociale della Nazione risiedono strumenti for midabili per l'attuazione di imprese di cosi vasta portata come quel la cui si pon mano In provincia di Ferrara, gli agricoltori di questa plaga han già dimostrato largamente di avere la coscienza sociale, la maturità e la lena per affrontare e risolvere le Imprese più vaste. Non è una gigantesca impresa la bonifica del 200 mila Ha di terreni invasi o dominati dalle acque nel territorio di questa provincia? Le opere che han portato al riscatto di questa distesa di terreni sono costate all'inclrca 2700 lire per ettaro: 540 milioni in totale; un cifra gigantesca che è superata, certo, nella realtà, dalla successione degli investimenti accessori. Orbene, questa cifra gigantesca ha ogni anno una contropartita che ne travalica l'imponenza e la portata: il valore della prò duzlone che si consegue. Compreso il valore dei- sottoprodotti, ma escluso quello della produzione zootecnica, il valore globale lordo della produzione agricola ferrarese è asceso nel '36 a 600 milioni tondi, è salito nell'anno decorso a 720 milioni. Attraverso la bonlfi ca, questa provincia ha già dimo strato di poter ambire all'alto compito storico di creare una nuo va economia, in cui la volontà del l'uomo si erge dominante sulla forza delle cose; attraverso la bonifica, essa dimostrerà anche come può essere conseguita un'altra méta indicata dal Capo: la giustizia sociale. Francesco Argenta L'ti ii itlitmlircmSrcpc1fprtntseLdirgecsmrdvsealg

Persone citate: Duce, Francesco Argenta

Luoghi citati: Ferrara