DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Disegni di oggi e di domani - L'inizio di « Ettore Fieramosca » - L'attrice « ideale » -- L'Anschluss e il cinema austriaco - Cifre Due versioni di Shaw Il primo disegno a « fungo meraggio » di Disney ha avuto in America il successo del quale ci ono giunti molteplici echi: inteessamento nella critica e nel publico come da tempo non avvenia; per la cassetta, poi, cifre da rimato. Il battesimo di Biancaneve e i sette nani è 'stato cosi rionfale da indurre lo stesso Diney ad accelerare la lavorazione del suo secondo « lungo metraggio », che sarà tratto dalle avvenure di Pinocchio, e la preparazione del terzo, Bambi; e parecchie altre Case editrici americane si sono indotte a studiare ampliamenti dei loro reparti di disegni animati, n modo da poter affrontare una produzione sempre più intensiva, di disegni a lungo metraggio. La Paramount affiderà la direzione di questo suo reparto a Max Fleicher, che, sia pure con.toni terosi, è stato fino a ieri l'emulo più vicino a Disney; la Warner ha afidato lo stesso incarico a Leon Schlesenger; mentre la Metro già annuncia il suo « super-disegno », che s'intitolerà Babes in Toyland. Contemporaneamente, di fronte agli «viluppi, che si prevedono ingenti, della tecnica e della produzione dei disegni animati, si apre n questi giorni una scuola per disegnatori a New York, diretta da Charles Hosting; mentre fino a ieri, di scuole del genere, esisteva soltanto quella Disney, che se la adoperava per prepararsi nuovi elementi. E' tutto un movimento complesso e concreto che mira a dare al 'America altre conferme d'un primato incontrastabile su quel terreno che il povero Cohl, morto recentemente in miseria, aveva faicosamente scoperto. Naturalmen te, alle spalle di questo movimento, sta Sua Altezza l'affare; correndo dietro agli ottimi affari non è però improbabile che il cinema americano, per questa via, possa toccare altre note squisitamente cinematografiche, e dalle risorse semplicemente infinite. Sarà, allora, la rivincita del cinema, del vero cinema. Produttori, soggettisti e registi, da qualche tempo, fanno di tutto per offrirci su gli schermi ciò che si vuole, ma non del cinema. Teatro filmato, cronaca più o meno romanzata, un realismo trito, minuto, esasperante (degno dei palcoscenici della fine del l'ottocento), un sacrosanto terrò-re per tutto ciò che sia fantasia, estro, imprevisto: dimenticando, semplicemente, che lo strumento da essi adoperato è quello che, per eccellenza, può autorizzare ogni e qualsiasi balzo nei regni più lontani dalla realtà quotidiana. In fondo, il successo di Disney, oltre ai meriti intrinseci dei suoi filmetti da tutti più che cordialmente riconosciuti, è proprio in quell'aver saputo offrire, ogni tanto, dieci minuti d'imprevisto, di fia¬ &esco, di fantastico. L'uomo* è un bambino che ha bisogno, per tutta la vita, di'aver le sue fiabe; basta saper trovare il « C'era una volta » adatto per le più diverse età; e non è certo errato il rigoroso atteggiamento di alcuni critici esigenti, i quali'riconoscono, al cinema degli ultimi anni, di avere effettivamente creato, d'autonomo e d'inconfondibile, i disegni di Disney, e nulla più. Vorremo proprio'restare agli ultimi posti, in questo filone che si preannuncia, e che in breve dovrà rivelarsi ricchissimo t Le possibilità di quel mezzo espressivo sono incalcolabili. Per Disney s'è fatto più volte il nome di Esopo, e non immeritatamente; ma si può essere, del disegno animato, un Esopo, o un Dickens, o un Poe, per limitare una sfilata di nomi che potrebbe diventare tanto, lunga quanto variata. E le esigenze di questo mezzo cinematografico sono formidabili come tempo, ingegno e pazienza, ma relativamente lievi come attrezzature tecniche, soprattutto iniziali. Per la sua stessa essenza, poi, un disegno riuscito varca automaticamente i confini, tutto affidato com'è alla visione e a una felice onomatopeia musicale, senza servitù di doppiaggio, e altro ancora. Da noi si è avuto un primo tentativo che si era per l'appunto prefisso una riduzione di Pinocchio; poi non se riè saputo più nuda. Altri tenta- tivi, altrettanto sporadici quanto isolati, sono caduti nel vuoto. Indirizzare qualche giovane su questa via potrebbe essere, domani o dopodomani, assai meritorio; e qualche borsa di studio, per una scuola americana, e una prima attrezzatura del Centro Sperimentale, potrebbero essere prime soluzioni sufficienti. Si sono iniziate le riprese dell'Ettore Fieramosca, negli studi della Farnesina. Risale a tre anni or sono il primo disegno di Blasetti di portare sullo schermo l'ardita e animosa vicenda; ma soltanto l'anno scorso si poteva dar vita a una combinazione finanziaria che potesse affrontare efficientemente la produzione del film complesso e, sotto certi aspetti, monumentale. Lunga e accurata è stata la preparazione, come già si disse; ora però che il grandioso film (quasi certamente presente a Venezia) si è iniziato, si può anche annunciare come la vicenda, cosi come Blasetti e i suoi collaboratori l'hanno veduta, scaturirà da un sorvegliato incontro della fantasia con aldini dati storici, e ben diversa da quella del D'Azeglio. Il Fieramosca del film sarà infatti soprattutto un giovane che dell'eroe avrà impulsi e debolezze, e una formidabile bravura nel ma- neggiare la spada; così la castellana di Monreale, non bella, nonlgaudente, spoglia di ogni grazia cortigiana, farà dell'uomo d'arme Fieramosca un cavaliere italiano. Le riprese si sono iniziate con alcune inquadrature di masse, per le quali il Ministero della Guerra ha posto a disposizione alcuni reparti delle nostre forze armate. — In questi giorni, si « gira » a pieno regime, negli studi romani. Oltre al Fieramosca, proseguono le lavorazioni di Luciano Serra pilota, de II destino in tasca, di Orgoglio, di Hanno rapito un uomo, de L'argine, di Partire, de L'orologio a cucù e de La ruc&a, mentre si sono iniziate le riprese per il Giuseppe Verdi,' del quale già si dette ampiamente notizia. — A Berlino la versione tedesca di Ma non è una cosa seria e quella italiana de II grande appello, di Mario Camerini, hanno avuto fervide accoglienze. Lo chiamano, a Hollywood, il ruolino di marcia dell'* attrice ideale >; pare che molti talentoni e moltissimi valentuomini si siano laboriosamente radunati per stabilire che la cosidetta attrice ideale, modello 1938, dovrebbe avere un peso di 6± kg.; altezza ni. 1,66; vita, cm. 65; fianchici|ca il peso, in grammi e centigram mi, del cervello. cm. 90; caviglie, 15; polpaccio, uJJrt6 ZZt? T°< ic/n,*"e ""'*-!« i7.e)' tTaCT/'25 avambraccio, 22; polso, 15 lcollo 31. Naturalmente, come già\in ann prontuari aei genere, man-,i Dopo l'annessione dell'Austria al Reich, anche la cinematografia tedesca ne trarrà alcuni vantaggi. Se ne estenderà il mercato, sfa pure per un'aliquota non enorme; giacché fino a ieri l'Austria ave-,va con la Germania un accordo!di contingentamento dal quale eralimitata l'importazione di film te-deschi. D'ora innanzi, invece, le 800 sale che possiede l'Austria, delie quali almeno 200 sono im-portanti, saranno naturalmente un altro sbocco per la produzione te-desca, e per una somma pari, super giù, a 50 milioni di scellini. Per ciò che riguarda la produzio- ne, è logico presumere che le Ca se editrici viennesi continueranno a lavorare sotto il controllo delle principali Case tedesche; infatti gli studi viennesi sono già passati sotto le giurisdizioni in parte delì'Ufa e in parte della Tobis, che, a quanto si dice, si sarebbero anche assicurile la gestione di un certo numero di sale. Le Case americane che avevano a Vienna le loro... legazioni, sembrano decise a trasferirle presso le loro agen zie di Praga; ma, a questo propo sito, anche per l'Austria entrerà automaticamente in vigore il contingentamento tedesco dei film americani; e questi, molto probabilmente, verranno cosi distribuiti dalle già esistenti agenzie berlinesi. ' Nei primi mesi d'ogni anno, fino alla primavera avanzata, non ci si salva: fioccano le più diverse statistiche cinematografiche riguardanti l'anno trascorso. Alcune cifre s'impongono però all'attenzione più distratta, anche per il loro crescendo. La produzione, nel 1937, ha raggiunto, in tutto il mondo, la cifra di 2363 film; dei quali 959 prodotti dai Paesi orientali (500 il solo Giappone), 760 dall'Europa, 554 dall'America del ^ord e 90 dall'America Latina. Nei ci confronti della produzione 1936 si è avuto quindi un aumento di 285 film per i Paesi orientali, di 30 per l'Europa, e di Si per l'America Latina. I minimi produttori, per il 1937, sono stati Cuba, Uruguay, Lituania e Romania, ciascuno con un film; dei venti posti europei l'Italia è al quinto, con 37 film, dopo l'Inghilterra (225), la Germania (125), la Francia (123), la Russia (60) e la Cecoslovacchia (i7). * * A circa clnquecentomila dollari ascendono 1 danni subiti dall'industria americana in seguito alle alluvioni avvenute in California; a quella cifra sono da aggiungere altri duecentocinquantamila dollari di danni subiti personalmente da industriali, attori e tecnici. Su per giù, complessivamente, il costo di un < super-colosso », e tutto dedicato al « pezzo » che deve dare il brivido — terremoto, incendio o alluvione di turno. Minime. — Dall'Oriente è tornato Pabst, che vi si era recato per girarvi molti esterni de II dramma di Shanghai. — Il prossimo film di Paul Munì sarà quasi certamente Lupo di mare; se ciò | avverrà, sarà un'altro sintomo di una sempre più lamentata penti- ! rie di soggetti. Lupo di mare è /'!'ìa 3tat° in'atti ^ato nel 1920, laalla Paramount; poi la ste33a \0aaa ne fece ^>m edizione , nel lgs5. e una terza fu opera della Fox, nel 1930. Un lupo di mare ben duro a morire. — Pepe le Moko, ovvero II bandito della Casbah, sard rifatto a Hollywood con il titolo di Algeri; Duvivier è a Hollywood; e regista, del film sarà:.. John Crollimeli. — Un film biografico su Tolstai sarà realiz zato da Max Reinhardl. — Nunzio Malasommu dirigerà a Berli- , ! "° °l°a T3c,,ekowa «« Orchidee inere- — Negli studi di Pinewood |si sono iniziate le riprese di Pig malione, dalla nota commedia di ■ Shaw, con Leslie Howard, e di\retto aa Antonio Asqmth. Il film : "'""<* *«« versioni... inglesi; una 'Pe'' a pubblico britannico, e un'al|tru ver il pubblico americano. — ! Ginger Rogers e James Cagney •,a,a'lno accanto nel loro nuovo èpgfilm (data la danzante Ginger, Sulla punta dei piedi). — L'illusionista, la commedia di Guitry, diventerà un film a Hollywood, con Charles Boyer. — Di Teodoro Dreiser già apparve sullo schermo Una tragedia americana; ora gli sono sfati offerti cinquantamila dollari per la riduzione di Sister Carrie; sdegnosamente rifiutati. m g. Una delle prime inquadrature dell' « Ettore Fieramosca », di Alessandro Blasetti. Doris Durante è la protagonista de « La croce del Sud », di Brignone.