CRONACHE del TEATRO e della RADIO

CRONACHE del TEATRO e della RADIO CRONACHE del TEATRO e della RADIO « Due anni dopo *, tlì Nizza e Morbelli Compagnie semistabili a Roma e Milano — Disturbi radiofonici Dobbiamo dirti la i>erità, caro lettore, così, alla buona: abbiamo letto il nuovo libro di Nizza e Morbelli — Due anni dopo — che fa seguito ai famosi Moschettieri, e, checché ne opinino i benpensanti, gli ipocondriaci; gli acidi per natura e i sufficienti per posa, .ci siamo divertiti un mondo. Se hai il fegato sano, leggilo; se sei inguaribilmente atrabiliare, lascia stare: ti ammaleresti d'itterizia. E non vogliamo aver rimorsi Perchè libri come questo, se si accolgono con cordialità, divertono e ricreano, se con diffidenza o con presunzione, provocano le coliche. Bisogna entrar nel gioco e giocare per divertirsi alla parodia; altrimenti si rischia persino di non capire. E diciamo subito che questo secondo libro di Nizza e Morbelli sui Moschettieri ci piace di più del primo. Se nel primo, di fatti, la novità la sorpresa la curiosità hanno avuto buon gioco nel predisporre lietamente il nostro animo alle stravaganti avventure degli eroi dumasiani, nel secondo è la vena, sempre fresca e ricca e varia, è l'intelligenza la misura il garbo il sapore che trionfano e stupiscono. Ma dove diavolo sono andati a pescare tante curiose e riderecce invenzioni Nizza e Morbelli? E non sono soltanto le invenzioni che sorprendono; è la gustosissima contaminazione, quel continuo andirivieni degli eroicomici personaggi dal loro mondo al nostro mondo, senza che si noti fratttira alcuna, senza che l'atmosfera ne risulti comunque turbata, cosi, copie se fosse una cosa Iopica e naturale, senza meraviglia e senza disagio; è quella raggiunta e piena maturità che elude o inganna lo stesso artifizio, e giunge a darci I'iZZttstone ai veder l'impossibile fatto possibile, i fantocci diventar uomini, la maniera assurgere ad arte e suscitar brividi d'emozione. Chi ha detto che la parodia è una semplice buffonaggine, non ha capito Aristofane; chi crede che questo libro di Nizza e Morbelli sia una facile ricalcatura di Ventanni dopo — che, in generale, l'arte del parodiare si fa consistere nel ricalcare, deformandolo fino al ridicolo, un testo — è uno che ha voglia di fermarsi alla superficie, e sbaglia. I nostri autori non hanno ricalcato proprio nulla; a rigore, nemmeno i personaggi principali della loro vicenda; ne hanno richiamato soltanto il magico nome e lo spavaldo atteggiamento, e hanno inventato, creato con estrosa e sovrabbondante fantasia uno strano mondo in cui il falso sembra vero, e al vero non si dà importanza, come se fosse falso; hanno costruito lor mattane in giocondità, vorremmo dire con improntitudine, lasciando che satira e umore si divertissero a rincorrersi e a sopraffarsi; e quando proprio si sono accorti che le sballavano grosse hanno preso a pugili le situazioni e le hanno costrette a risolversi nella maniera più, impensata con grande meraviglia ai tutti. Quando non vogliono dar giustificazione, vi piantati lì con un «.è cosi, e basta», e tirar, via che è un piacere.a veder con quanta disinvoltura/ Ne è venuta fuori un'opera originale, unica nel suo genere, festosa e spassosa, un divertimento al quale, se non sei proprio negato, finisci col partecipare gioiosamente, al punto che non sei pienamente soddisfatto se non arrivi alla fine della lettura. Non è facile scrivere un libro come questo. Ci vuol talento... A chi rimprovera a Nizza e a Morbelli di... perdere il loro tempo in Quisquilie mentre, poiché ne han no la capacità, potrebbero scrive re un lavoro serio, un romanzo ponderato, i due autori rispondono in una breve noterella: « ebbene, non. scriveremo mai un'opera seria. Morremo col rimpianto di non aver vinto un premio letterario e di non essere considerati dalla Critica. Ce ne dispiace proprio. Oh, quanto ce ne dispiacer Ma fin che siamo allegri, scriveremo, di questa roba. E per ora siamo molto allegri. Non cfè pròprio speranza ».Furbacchioni! Credete che non sappiano che nel genere che essi hanno creato non hanno rivali f Andiamo via, non fate gl'ingenui, scanzonatissimi autori, e confessate che abbiamo indovinato. Del resto fanno bene, anzi benone — come direbbe Aramis. Jn un'epoca in cui non c'è libro che non sia affetto in qualche modo di lue fisica o morale, come se i malati soltanto avessero diritto alla no stra attenzione e ammirazione, un'opera come questa che sprizza salute da ogni pagina, sia pure senza le raffinatezze e le leziosaggini di una pruderie intellettualistica che nel dettaglio smarrisce 'la sintesi e annega nella scaltrezza stilistica la bella libertà e la fresca spontaneità 'dell'espressione, un'opera come questa, ariosa spensierata Giovanile, tutta nervi e gioco, che cela sotto un velo di sorrisi vibrazioni umane di onesta e cftiara sipni/icasione, merita di esser segnalata anche agli intelligenti. « Due anni dopo », nato a scopo pubblicitario, e trasmesso in ventitre puntate alla radio sotto forma di rivista, per il diletto immediato e facile dell'anonimo e vario pubblico radiofonico, passando nel libro è cresciuto di statura. Nel racconto il piglio è più svelto e si curo, l'andatura più nobile, il sa poré più gustoso. Bi vede che gli autori nella stesura del racconto hanno messo un che di civetteria; si sente l'orecchio attento, la preoccupazione intelligente, l'aderenza sobria e quasi sempre perfetta della parola all'azione. Ci sono insomma in questo racconto i segni non dubbi di una nobiltà lettera ria, nel senso più ampio, di conte nuio e di stile cioè, che fanno ve rumente onore ai due giovani scrittori, e che ci danno la certezza di uno sviluppo sempre più sorvegliato e sempre più degno della loro fertile fantasia e della loro felice scrittura. Descrizioni come quella del salone dei rinfreschi, del duello all'alba, del metodo Lombroso, delle torture, i dialoghi di Poppea vedova Nerone, le danze classiche spiegate al popolo, il pastore U gregge e la rampogna, son veri e propri pezzi di bravura di un mordente implacabile. E che dire dei versi, tutti fluidi e strizzanti, che dove mirano toccano e pungono con scherzevole mossa ma con doloroso effetto? A parte L'amica di nonna Mary, sapido rifacimento de L'amica di Nonna Speranza del buon Guido, Congedo è una feroce satira dei poeti di ogsulla falsa riga della poesia |carducciana" fli "poeta, o "vulgo IMioccoJ Nizza e Morbelli hanno[ fatto un piccolo pungentissimo capolavoro; la « ninna nanna delle cinque Dionne », poi, è così nutrita di umanità da dar un brivido di commozione. I versi delle canzoni poi, che arieggiano lietamente alla maniera del Redi, son tutti di risalto immediata e travolgente. Dovremmo dire adesso delle illustrazioni di Bioletto. Esse non potrebbero essere più sincere e aderenti al testo, disegnate e colorite come sono con quell'arte minuta in cui non c'è particolare che non sia al suo posto, espressione o atteggiamento che non rivelino un mondo interiore. Tutto è intutto e studiato e sviluppato alla perfezione, e le tavole fuori testo sono quadri che rivelano appieno il sicuro e ricco talento e la felice e possente tecnica di questo artista pensoso e ingegnoso. Presentato in lussuosa veste tipografica, il libro, a quanto pare, andrà in premio ai clienti di due note ditte. Peccato, che merita di esser conosciuto anche da coloro che, per avventura, non,hanno dolci rapporti con le ditte in parola.Nizza e Morbelli, attenti. Avete superato un ' grosso scoglio, e vi siete vittoriosamente imposti. Adesso vi vogliamo vedere, Hetissi- mi se ci sarà dato il piacere di registrare, come abbiamo fede, nuove vittorie definitive affermazioni del vostro talento. s. s. Avremo, col nuovo anno teatrale. In costituzione <Ii alcune compagnie semistabili. Le impreso industriali si orientano difatti verso la costituzione dì un gruppo di compagnie Fcmistabili che dovrebbe garantire il regolare svolgimento degli spettacoli, facendo lunghe stagioni a Roma e a Milano, e irradiandosi poi-per gli altri centri, dove porterebbero un complesso di lavori affiatati, interessanti e attraenti. Lo due maggiori compagnie reciterebbero per almeno cinque mesi, in due turni alternati, a Roma, e a Milano: gli altri tre mesi li passerebbero tra Torino, GenovH. Venezia. Bologna, Firenze. Verrebbe cosi in parte eliminato quel terribile malo del nomadiBino che non dà pace al nostro teatro, e che si manifesta una delle cause principali di quell'approssimativo che caratterizza ie realizzazioni sceniche delle nostre compagnie. Non c'è dubbio che sotto la spinta e il controllo del Ministero della Coltura Popolare, che ha preso l'iniziativa, regolerà le formazioni, il progetto andrà in porto. O'è da augurarci che la stabilità non limiti allo spazio, ma investa anche il dominio del tempo. Perche da una maggioro possibilità di permanenza in comune degli attori l'arte avrò tutto da guadagnare. *** Con questa settimana gli spettacoli di prosa, nelle mattinate domenicali, saranno dedicati alla rappresentazione di commedie e drammi di autore ita¬ iano. L'iniziativa presa dal Ministero della Coltura Popolato a favore dei nostri autori dimostra con quale interessamento sempre più vivo e fattivo l Regime guida e sollecita la vita del eatro italiano. Il provvedimento troverà pienamente consenziente il pubblico italiano, fiero del suo prestigio e delle sempre crescenti afférmazioni dell'ingegno italiano in ogni campo. *** Il 7 aprile s'imbarcherà' a Genova a compagnia Zacconi che si reca, conte è noto, nell'America del Sud per parecchi mesi. Il 6 luglio poi s'imbarcherà, per l'America del Sud, la compagnia • Horboni-Cimara-, guidata da Anton Giulio fragaglia, la quale si fermerà quindici giorni a San Paolo del Brasile, quarantacinque giorni a Buenos Ayres, e quindici a Montévidco, rientrando in Italia ai primi di ottobre. *** II maestro Mule ha, finito di porivere un'opera in un otto: «Il cuore d'argento», eu libretto di Adami, detinato a far trilogia con « La monaella della fontana» e con «Taormina», ha, nuova opera Baro, rappresenata Vanno venturo in uno dei principali teatri d'Italia. #*# I/Istituto Nazionale' del Dramma Antico ha organizzato iter questa estao duo cicli di rappresentazioni all'aperto. Il primo che si svolgerà a Peto, tra il 26 e il So maggio, sullo fondo dei monumentali templi, sarò ostituito da due «Idilli» di Teocrito nnestati in una complessa azione coeografica mimica e drammatica ispiata alle « Baccanti » di Euripide. Reista sarà Mario Frigorie della Scala; le musiche sono del maestro Mule e le danze saranno eseguite dalla scuola di Hcllerau. Il secondo ciclo con «L'aulularia» e «I menccmi » di Plauto, nella nuova traduzione e nel nuovo adattamento di Luigi Chiarelli, avrà inizio il lo giugno nel teatro romano di Ostia; e proseguirà dall'8 ni 9 a Gubbio, e dall'i! al 12 a Fiesole. Interprete principale Luigi Almirante. Altoparlante n radiocronista che ha'fatto il resoconto della, storica seduta del Senato, in cui il Duce ha pronunziato il quadrato discorso sulle Forze Armate della Nazione, inerita un vivo plauso. Crediamo si tratti del prof. Palmieri, il quale è l'unico radiocronista della nostra radio che riesce spesso ad andare in fondo senza grossi inciampi. Già l'abbiamo segnalato altra volta; siamo lieti di confermare la soddisfazione nostra e del pubblico. Potrà avere le sue giornate nere anche lui — perchè non sempre la parola fluisce spedita e espressiva — ma quando si ha sensibilità e intelligenza il compito è più facile. Le cose dunque migliorano. Speriamo di poter presto registrare anche in questo campo uno stabile e degno successo. Da più parti ci giungono insistenti vive lagnanze sulle pessime condizioni di ascolto in cui si trovano i radioamatori in alcune zone della penisola. Le maggiori la¬ gnanze ci giungono dalle nomatine, dall'Emilia, dalle Marche. A Ravenna e a Btmtni pare sia un problema ascoltare il secondo programma trasmesso da Roma HI, è dalle stazioni II di Firenze, Napoli, Bari, Milano, Torino e Genova. A Roma poi, la stazione 1 è divenuta inascoltabile: il suono, anche a volume ridottissimo, forza e sbava da tutte le parti. In questa settimana, in cui nell'ora del pranzo ci hanno trasmesso tre Bande musicali — troppa grazia! — e, tra parentesi, che non lo senta il distrattissimo coordinatore dei programmi, ben cinque volte il Minuetto di Boccherini (orchestra orchestrine banda disco) e due volte a distanza di mezz'ora — il difetto ha assunto proporzioni disastrose. La Banda, si sa, ha quei benedetti ottoni che son poco gentili, e dei tre programmi si è riuscito a capire poco o nulla, tale è stata la confusione, e tanti erano gli ecìii e le risonanze che persistevano anche dopo la fine del suono. Probabilmente, come ci suggerisce uno dei nostri lettori, se Ì'EIAR alle varie stazioni'Il e III sostituisse le più potenti I, gli ascoltatori delle grandi citta non ne soffrirebbero affatto, mentre agli ascoltatori della provincia verrebbe data piena libertà di scelta. In questo campo noi, profani, non ci sentiamo di dar consigli; ma i tecnici della nostra radiofonia, che son tutti bravissimi, pensino a rimediare e a metter le cose in sesto. Continuare così non è nè possibile, nè conveniente.