Lourdes senza ammalati

Lourdes senza ammalati Lourdes senza ammalati Pace e silenzio sulla grande spianata dove conviene ogni anno un'inferma umanità a invocare la grazia in tutte le lingue e LOURDES, marzo. Non c'è alcun pericolo: oggi si può andare Uberamente a zonzo, il naso all'aria, dove e come si vuole, anche in mezzo alla strada, con quel gusto che si prova a girellare da padroni, in lungo e in largo, in un luogo dove prima si era stati stretti e costretti e pigiati in mezzo a una folla cosi compatta da non poter vedere neppure dove mettere i piedi. E si cammina adagio, ostentatamente, con un certo senso di rivincita, volgendo lo sguardo, finalmente, da ogni parte, per terra, in alto, ai lati, incuriositi dalla scoperta di tante cose che, prima, si erano forse guardate, ma non viste. Lourdes l'abbiamo trovata così, questa volta, Lourdes città vecchia, la città grigia-, come la chiamano per distiguerla dalla città bianca sorta poco a poco intorno alla grotta miracolosa. Una trota dal cielo La pace che vi regna è quella di una vita in sospeso, inerte, in un silenzio sonnolento da città di provincia, d'agosto, col sole a picco. Per lunghi tratti nelle vie e nel Corso principale le botteghe sono sprangate, molti ristoranti chiusi, numerosi gli^ alberghi che hanno cessato la loro attività nella pausa invernale. Morta stagione, durante la quale lai-città di prima del miracolo, a'ecpccolata ai piedi del castello medievale riprende il sopravvento sulla cittàbazar e si mostra qual'è, antica città-fortezza, che ebbe il destino uguale a quello di tutte le altre consorelle disseminate ai piedi dei Pirenei, le quali furono teatri di battaglie, di assedi, di rivolte, di guerre civili e religiose. Gli avanzi del castello che dall'alto di un poggio dominano tuttora la città, rievocano, infatti, le lontane vicende di Lourdes il cui stemma — un'aquila che tiene nel becco uiia trota — perpetua un episodio che risale a Carlo Magno e che la città onora come un segno di fierezza e. insieme, perenne auspicio di abbondanza. TI re sul finire del 100, giunto dalla Spagna dove aveva guerreggiato contro gli arabi, volle sottomettere Lourdes per convertire al. cristianesimo gli abitanti. L'assedio si prolungava assai per la resistenza che opponevano gii assediati, i quali ripetutamente avevano rifiutato di arrendersi, tanto che Carlo Manno aveva deciso di abbandonare l'impresa e di proseguire per il nord, quando accadde un fatto singolare. Un'aquila, che si era precipitata su una grossa trota, nel vicino laghetto della città e l'aveva catturata, volando al disopra del castello vi lasciò cadere l'argentea preda. Mirat, capo degli assediati, la inviò, in dono a Carlo Magno,-pregandolo di constatare che gli assediati erano ben lontani dal soffrire la fame se il loro vivaio offriva ancora di tali bocconi. Carlo Magno prese in mala parte l'offerta e montò su tutte le furie, ma il vescovo di Puy10 dissuase da qualsiasi rappresaglia poiché aveva saputo che la caduta della trota dal cielo aveva colpito e profondamente turbato gli assediati come un fatto misterioso. Il vescovo ne approfittò per indurre Mirat e le sue truppe ad arrendersi alla... Madonna del Puy. Mirat accettò e uscì dal forte per recarsi, con i suoi, al Puy, dóve tutti furono battezzati e l'assedio ebbe fine, così, per incanto. Lourdes vide allora11 suo primo miracolo: Poi, in seguito, la città fu travolta nelle vicende delle Case dì Navarra e di Foix e delle guerre religiose e fu anche roccaforte di Albigesi e Ugonotti, ciò che non avrebbe fatto certamente prevedere che un'giorno, con tali precedenti eretici, sarebbe diventata un focolare di ardente fede nel mondo della cattolicità. Vestigia materiali del passate non sono rimaste, tranne il castello e qualche altra rovina. nemmeno dei tempi più recenti si è avuto molto rispetto giacché la stessa chiesa dove pregò Bernardette fu distrutta per sostituirla con un'altra i cui pregi non superano certo quelli di riconosciuto valore artistico e storico della chiesa scomparsa. Bemardette, tuttavia, fu ben vendicata, perchè in onore delle apparizioni da lei rivelate furonocostruite parecchie chiese, anzuna intera città, la città religiosa, la vera Lourdes per i malati e i pellegrini, ancora tutta nuova e bianca perchè ha appena un'ottantina di anni di vita. Certo, fu bene ispirato il vescovo del tempo quando decise di consacrare in una Lettera pastorale le famose diciotto apparizioni della Vergine a Bemardette Soubirous, avvenute nella grotta di Massabielle VII febbraio 1858 e giorni seguenti.. Quella Lettera si può considerare la carta fondamentale della città religiosa e la fortuna dell'altra. Ma oggi, anche la città bianca ci appare deserta e svuotata di quella vita rigurgitante e febbrile che-è la sua vera. La spianata, — l'indinientica- bile spianata dove convengono ogni anno folle di malati, credenti e curiosi da tutto il mondo — appare inverosimilmente sgombra davanti alle tre chiese sovrapposte l'una all'altra. Gli ingressi ai templi sono spalancati, ma non vi è alcuna animazione: accanto alle soglie sono rimasti appesi dei cartelli il etti monito cade più che mai anacronistico in mezzo a questa solitùdine: Survèillez votre porte-monnaie et votre sac-àmain. Nella grotta del Prodigio Le piscine sono ohiuse, mentre, quattro fontanelle dell'acqua miracolosa gorgogliano accanto alla grotta di Massabielle, la cui bassa volta scavata alla base di una alta roccia, appare annerita dal fumo dei ceri accesi ininterrottamente per mandato di coloro che da lontano invocano la grazia o mantengono viva la fiamma della riconoscenza. Unica decorazione détta grotta sono due festoni di oggetti offerti dai toccati del miracolo: sono molteplici fila di stampelle, bastoni d'ogni genere, dimensione e foggia, storia documentata del Prodigio, umili strumenti di pena, fedeli compagni di dolore donati a Colei che li rese inutili e così trasformati essi pure dal miracolo in sacre reliquie, ciascuna in memoria di un destino. In disparte, sulla soglia, in una nicchia naturale, sorride la piccola e graziosa figura della Madonna, in bianco e celeste, con una vaga dolcissima espressione sulle labbra che sembrano schiudersi a pronunciare le paiole inxcritte nell'aureola d'oro che le cinge il capo: — Je suis l'Immaculée Conception. Nella grotta vigila il sacerdote di guardia, con due o tre fedeli. In ginocchio, davanti al piccolo altare una donna, dimessamente vestita in nero, prega con fervore, a voce alta, il volto nascosto fra le mani: ogni tanto s'interrompe per leggere una lettera che ripete frase per frase, fra i singhiozzi, volgendo il capo da un lato, verso la Madonna^ e allora di quel volto ai scorge una guancia un poco accesa e irrorata di lagrime. Le fila di banchi, all'esterno della grotta, sono deserte, come i dintorni, i viali, i piazzali, le scalee delle cattedrali, lo rive del Gave. E questo aspetto da. giardino pubblico nell'abbaiidono invernale dà un -vivo senso di contrarietà e di disappunto perchè, insomma, la vera Lourdes è l'altra, l'indimenticabile Lourdes invasa e occupata dai malati e dai pellegrini che straboccano da ogni dove, Lourdes di luglio e agosto, arsa e riarsa dal sole ed esaltata dai riti e dalle cerimonie in una atmosfera vibrante di fede e rovente di tutte le infiammate speranze di che arde un'inferma u| munita giunta da ogni Paese e invocante la grazia in tutte le lingue. Lourdes è la grande spianata, fra le tre chiese e il monumento alla Madonna, brulicante di una folla anelante, in mezzo alla quale circolano, sicuri e spediti, con aspetto diventato inevitabilmente professionale, sacerdoti che ordinano, verificano, predispongono, e brancardiers, aristocrazia della Chiesa, con gli spallacci gettati sulla sobria eleganza dei loro vestiti, e infermieri che si affrettano a raggiungere i loro ammalati, o che portano le barelle col triste carico, a passo cadenzato, o spingono con cautela le carrezzelle fino al pun to designato nell'allineamento. E quello che non si dimentica più di Lourdes, sono, soprattutto, i volti dei malati che ci circondano Quando la processione comincia, il clamore della folla si spegne e un grave silenzio pesa su tutti. Ma i pensieri di ciascuno sono così fervidi che. sembra ancora di parlare, mentre invece sono gli occhi, solamente, che vedono. Gli infermi attendono immoti nelle carrozzelle o nelle barelle posate a terra, coperti fino al mento, col segreto del loro male nascosto, ma il volto dice tutto. E in quell'attesa angosciosa di qualche cosa che non si dice, non si nomina, ma che tutti sanno e che una moltitudine spera, è tutto un palpitar di ansie, un vagar di sguardi che si cercano e s'interrogano e anche un apparire ai trepidi sorrisi che stringono il cuore. Una piccola e bianca mano. Fra tutti, più vivo è rimasto nella mia memoria un infermo dalla capigliatura nera e foltissima sopra un volto giallo, scarno, dalle guancie inverosimilmente scavate. L'espressione aveva assai dura e guardava'fisso davanti a sé, lontano, forse i malati del lato opposto, senza scambiar mai una parola con nessuno, neppure con la sua compagna che gli stava al fianco, diritta, elegante nel suo tailleur nero, e che tratto tratto gli rivolgeva vani sorrisi. All'avvicinarsi della processione il volto del malato si offuscò maggiormente, quasi si caricasse di una nuova ira, mentre la compagna gli si accostava un poco di più. E quando il Vescovo officiante gli comparve davanti presentandogli il Santissimo, con una gravità solenne, ma nello stesso tempo serena e incoraggiante, egli rimase impassibile nel suo atteggiamento che si sarebbe detto di sfida, mentre la compagna, singhiozzando, cadeva in ginocchio. Taluni avevano notato l'atteggiamento dello sdegnoso Capaneo e sembravano chiedere a se stessi: Ma allora, perchè è venuto? ' Oltrepassata di poco la processione, l'infelice e protervo infermo, le tenne dietro col suo duro sguardo ed ebbe un improvviso movimento di spalle nella stessa direzione, come se volesse inseguirla. Ma una piccola e bianca mano gli si pose sul petto, dolcemente, come un fiore, e con la sola sua grazia trattenne quell'impeto disperato. E quello sembrò già un miracolo. Gino Berri Rltratto autentico della pastorella Bernadette. LA BASILICA DI LOURDES

Persone citate: Bernardette, Carlo Magno, Carlo Manno, Gino Berri, Navarra

Luoghi citati: Bemardette Soubirous, Spagna