La fraterna adunata degli squadristi innalza al DUCE della più pura fedeltà

La fraterna adunata degli squadristi innalza al DUCE della più pura fedeltà Una giornata indimenticabile per la Vecchia Guardia torinese La fraterna adunata degli squadristi innalza al DUCE della più pura fedeltà Spettacolo superbo di forza e di disciplina ■ Il fervido saluto di Starace e l'appassionata risposta degli ante marcia - Le acclamate parole di Gazzotti al rapporto del "Vittorio,, - La sfilata per le vie cittadine fra il plauso del popolo e il saluto dei camerati * L'appello dei Caduti e di Mario Gioda mentre rullano i tamburi e crepitano i moschetti -1 fiori dei feriti per la causa al Sacrario degli Eroi m4d—dDdvvd Quando una massa di popolo si ^accoglie in un teatro, in una sala od altrove per ascoltare la parola dei suoi capi e rinnovare la certezza della propria adesione, l'importanza ed U successo della manifestazione si giudicano, ordinariamente, dalla percentuale dei posti occupati, come quella che sola può dare la misura esatta della rispondenza all'appello e della comunione di spirito e di intenti fra gerarchi e gregari. Il numero, la moltitudine, la ressa, i flussi e riflussi di folla agli ingressi, il nereggiare delle gradinate, il formarsi- di grappoli .umani sono le note di colore-che più colpiscono la fantasia del cronista, nelle circostanze solite, e la sua penna, quando può scrivere che la piazza era. inverosimilmente gremita e che il teatro, o la sala, a memoria d'uomo, non aveva mai accolto tanto pubblico, pare corra da sè, sulle cartelle bianche di redazione. ' . Tutti presenti Tutta la vecchia guardia torinese, che ha dato alla Rivoluzione il Quadrumviro De Vecchi, era adunata ieri mattina, al Teatro Vittorio, per ascoltare le parole che Piero Gazzotti aveva annunciato di volerle rivolgere. Tutta. Chi conosce l'anima dello squadrista avrebbe potuto affermare con assoluta certezza, sin dal primo annuncio dell'adunata, che nessuno sarebbe mancato. Quelli della vigilia si cercavano, si ritrovavano con una gioia che nessuna penna potrebbe descrivere e che solo può capire il veterano cui sia occorso di partecipare qualche volta ad una - di quelle adunate nelle quali si ritrovano i camerati d'un tempo e, per un giorno, pare quasi che si riformino reggimenti, compagnie, squadroni o batterie d'un esercito di puro spirito, simile a quegli eserciti prodigiosi che, nelle ore dubbie del combattimento, gli antichi vedevano fulminare dal .cielo in Ifiro soccorso. Tutta la vecchia guardia era presente. Bastava pronunciare un nome, chiedere d'un camerata, per vedere tosto una mano levarsj, tra i vicini, e un dito accennare: è là. Uomini che si incontrano tutti i giorni, nella vita cittadina, si salutavano come se non si fossero mai più rivisti dal 28 ottobre 1922 e la commozione degli animi non trovava la via per esplodere se non attraverso la esuberanza dei gesti e delle parole. I/adunata era fissata per le ore 10, ma di buon'ora le Camicie Nere con le fiamme, le filettature, gli alamari alle controspalline delle gloriose squadre hanno cominciato ad affluire ai gruppi rio itali. Dappertutto si rinnovavano le stesse scene di entusiasmo Gruppi di vecchi fascisti si raccolgono alla Casa Littoria, ove monta la guardia una centuria di avanguardisti, impeccabili nel le loro uniformi. La giovanissima sentinella, nella posizione di bracciarm, sembra fusa nel bronzo; serio, il capoposto non ha occhi che per le mansioni della sua consegna. Il saluto dei giovanissimi E dal contrasto fra i volti segnati dal tempo degli anziani ed i chiari, freschi visi del giovanissimi nati nel clima del Fascismo, fra le atinte fruste camicie nere ancora una. volta uscite dal fondo dei bauli alla gloria d'un sole di: primavera per meglio affermare la continuità della Rivoluzione si dispandeva un senso di forza, di potenza, di costruttività. Partono le squadre dai gruppi rionali, a pauso cadenzato, con i vecchi comandanti in testa, canando i vecchi canti degli anni vijiliari. TI comando dei reparti è affidato ai' camerati Ugo Bartirana e Giuseppe Gia-y. A tratti l'aria è percossa dal clangore delle musiche che,' attraverso le vie <fel centro, ancor pigre di traffico, si avviano al Teatro Vittorio. Al gruppo Mario Gioda, cui st aggregano gli squadristi de 1.? ; arapa, con alla testa il direttosi! ' dottor Alfredo .Bignoretti il capitano Mario Gobbi, ardito di guerra e comandante di squadre, arringa brevemente i veterani camerati. Molti mostrano sul petto la medaglia della Marcia su Roma: nessun'altira decorazione è ammessa. La consegna per tutti è nelle due parole che sintetizzano le più significative virtù, del vecchio soldato: ordine e disciplina. Parla Gazzotti Poche raccomandazioni recise, un comando secco e la piccola truppa si avvia: terziglie doppie allineate a sinistra a contatto di gomito, file coperte, teste alte, passo cadenzato. Mancano pochi minuti alla manifestazione, oramai e già essa va assumendo il carattere che non dovrà più perdere sino alla fine, di superba parata militare, nel senso più alto e più forte dell'espressione. Militari combattenti erano per origine o per irrefrenabile slancio dell'animo i fascisti dal diciannove al ventidue ed era una dura disciplina, anche se mancavano le forme esteriori, quella che li univa ai loro capi indiscussi e i diciannove anni, trascorsi non hanno allentato, ma rafforzato i vincoli. Al Teatro Vittorio, addobbato di drappi sabaudi, littorii e della città di Torino, già si- ammassano le schiere. La sala immensa ccheggia di canti, di invocazioni al Duce. L'arrivo delle squadre provoca manifestazioni di indiciMie entusiasmo. Si notano, accanto alle formazioni • della città, quelle della-provincia centinaia di volti, un volto solo, che un pittore potrebbe ritrarre in sintesi con pochi colpi di pennello, tanto la fusione degli animi sembra aver foggiato una specie di somiglianza fisica. Si ■ notano alcune donne, fregiate della medaglia della Marcia su Roma. D'un tratto per uno di quei misteriosi moti comunicativi ai folla che sfuggono ad ogni analisi, la massa tace, poi scatta in piedi: un attimo, poi il gagliardetto del Fascio di Torino entra, con la scòrta, e va a prendere posto nel palco di proscenio a destra: Pochi minuti prima delle dieci, accolto da una formidabile acclamazione al Duce, entra il Federale, die ha con sè il console generale Brandimarte, antico comandante delle squadre del Fascio di Torino e da tutti i comandanti di squadra. Il palcoscenico, ove essi prendono postò, Offre un colpo d'occhio superbo. Il .Federale veste la semplice camicia nera dello squadrista, senza fregi, nè gradi, con la medaglia della Marcia. Un altissimo privilegio ■Calmatasi alquanto l'ovazione che ha accolto il suo apparire, martellata dall'invocazione Duce, Piero Gazzotti fa cenno di voler parlare. Egli non è oggi, premette, il Segretario Federale fra i suoi gerarchi, ma il vecchio camerata fra i più vecchi camerati, 10 squadrista fra squadristi. Legge un fervidissimo telegramma del Segretario del Partito, il quale esprime il suo vivo rammarico di non poter assistere all'adunata perchè chiamato altrove dai doveri della sua alta carica. Egli, Gazzotti ha voluto che la manifestazione assumesse il carattere che ha avuto, di rassegna disciplinata e compatta, perchè 'intende — e sa che i fascisti dei giorni eroici capiscono quello che egli sente e vuole — che la vecchia guardia torni a serrare i ranghi per una data che è nel cuore di tutti. Ottobre del 1938 vedrà di nuovo 11 Duce a Torino e dovrà essere la vecchia guardia quella che accoglierà il Duce e lo accompagnerà durante tutta la Sua permanenza. Bisogna sapere essere degni dell'onore. Esprime il suo compiacimento per la prova data dai camerati nell'adunata ed csprime il desiderio che, dopo la sfilata in via Roma fra gli applausi della folla e il saluto dei camerati e gli onori dei battaglioni della Gii, un ultimo ammassa mento in piazza Carlo Alberto, i reparti tornino inquadrati alle loro sedi. Tutto si svolge perfettamente secondo il programma ; fissato Le squadre, al termine del rapporto, si riformano, raggiungono il corso S. Maurizio e l'ordinanza, ricostituita, si attesta ai giardini reali, donde al suono delle musiche, si avvia al luogo dello s filamento. L'alto rito Piero Gazzotti ed i camerati che lo accompagnano prendono posto sul podio eretto in via Roma, allo sbocco di via Cesare Battisti. Ai due lati della grande arteria cittadina il popolo fa ala alla splendida rassegna che si svolge ammiratissima. Si notano, nelle file, vari ufficiali dell'Esèrcito in divisa, un prete, un appuntato dei Carabinieri Reali. La manifestazione si chiude davanti alla Casa Littoria, con una ceri mania commovente. Piero Gazzotti, fatto- deporre dai feriti fascisti una corona al Sacrario, affacciatosi all'arengo, ha fatto l'appello del fondatore del Fascio torinese e dei Caduti. Ogni nome è salutato dal grido « Presente! », dal rullo dei tambu ri e da una scarica di moschette ria. Ordinato il saluto al Duce, cui-ha risposto un formidabile « A Noi! », il Federale ha congedato i reparti che, inquadrati, raggiungono, cantando gli inni della vigilia, le rispettive sedi. Il Segretario Federale, subito dopo il rapporto, ha inviato il seguente telegramma al Segretario del Partito: < Eccellenza Starace. < Ho tenuto rapporto « Vecchia Guardia » Fascismo torinese. Cuori saldi e muscoli gagliardi come allora con in più una infinita commossa riconoscenza per il Duce frsrimVCset4nmmlsoelttfi fondatore dell'Impero e suscitatore di ogni sana e fiera virtù della stirpe. Il Tuffo compiuto -nel glorioso passato ci sarà di incitamento per le battaglie avvenire.' V'iva il Duce! - Piero Gazzotti ». L'AMMASSAMENTO DELLA VECCHIA GUARDIA dn Piazza Carlo Alberto per l'appello dei Caduti fasciati e di Mario Gioda.

Luoghi citati: Roma, Torino