Il primato della Juventus "la vittoria è del forte che ha fede,,

Il primato della Juventus "la vittoria è del forte che ha fede,, Commento al campionato di calcio Il primato della Juventus "la vittoria è del forte che ha fede,, Dice il motto juventino che « la vittoria è del forte che ha fede >. Giusto. Giustissimo. La vittoria più necessaria, quella più fermamente voluta, è stata raggiunta con la forza alimentata dalla fede. La classifica del torneo è ancora mutata a sei giornate dalla fine. Dopo di essere stata raggiuntai la Ambrosiana è^stata anche staccata da quella Juventus che per mesi e mesi ha inseguito con ammirevole tenacia. La Juventus resta in testa, sola, ed ora sono i suoi av.versari a doversi preoccupare di riguadagnare il terreno perduto. Ambrosiana e Genova, che la seguono a due punti; il Milan, che un pareggio subito in casa retega a tre punti; la Triestina ed il Bologna, che restano, com'erano prima, a quattro. Conti a tavolino Sconcertati dal balzo In avanti che la Juventus ha compiuto, quanti non sanno darsi pace della piega presa dagli avvenimenti, prendono à consultare il calendario. E, visto che ai « bianco-neri » toccano ora quattro trasferte e due soli incontri ih casa, si accaniscono a dire che la Juventus non può, non deve vincere il campionato. Perchè pare loro sicuro che nelle partite di Genova, Trieste, Bologna e Milano, il vantaggio attuale debba essere sacrificato ed i punti persi risultino tanti da permettere, ad una o più delle squadre che inseguono, di arrivare prime al traguardai A questi conti fatti a tavolino non c'è da credere, e vi diremo il perchè. La Juventus, da noi stessi criticata in • occasione di alcune partite giuocate con evidente malavoglia contro avversari di piccolo calibro, ha mostrato di essere pienamente all'altezza della situazione quando si è trovata impegnata In incontri di grande Importanza, contro avversari che potevano direttamente minacciarla in classifica. Inoltre, pur dovendo, per lunghi periodi, dolersi del non eccellente funzionamento del suo attacco, ha avuto, nel torneo tutto, una regolarità di marcia quale nessuna altra unità può assolutamente vantare. Imbattuta durante }e prime otto giornate del torneo, cedette, nella nona, all'Arena, proprio di fronte all'Ambrosiana. Una sconfitta che fu un po' un infortunio, perchè determinata da un errore arbitrale, da un incidente toccato a Monti e dalla infelice giornata del. portiere. Quello scacco parve e fu un colpo eccezionalmente duro per l bianco neri. Tornati in sede essi si'videro costretti a rimaneggiare la squadra (Monti era indisponibile per contusione) e la indebolita formazione fu battuta dal Genova e, otto giorni dopo, dalla Roma allo Stadio del Partito. Tre sconfitte consecutive, tre sconfitte di misura, tre sconfitte che furono, lo ricordiamo bene, determinate più da circostanze avverse che da una vera inferiorità nei confronti degli avversari che glie le inflissero. I sei punti persi in così breve volgere di tempo permisero, Intanto, l'ascesa dell'Ambrosiana. Ascesa accompagnata da un entusiasmo scatenato.^ La Juventus pareva spacciata. Dovette pensare a sostituire il portiere e si trovò subito avvantaggiata dal cambiamento operato, ma nella mediana e nell'attacco restavano problemi che davvero parevano insolubili. Fidente attesa Tentare la riscossa con una formazione nella quale ai punti di forza ne facevano riscontro altrettanti di debolezza sembrava impresa Impossibile. Tutti la giudicarono tale, anche perchè c'erano allora altre squadre sulle quali puntare lo sguardo. A parte l'Ambrosiana che si sbizzarriva a vincere a mani basse, c'era il Genova in ascesa, quel Genova che i successi esterni valorizzavano sempre più, sino a farlo apparire il « pericolo n. 1» per i capofila « nero azzurri ». C'era il Milan, tutto intento a raggranellare punti e piazzato minacciosamente in posizione di attesa. C'era II Bologna, ancora quotato nonostante le pause del suo rendimento. C'erano Roma e Lazio, entrambe in forze, entrambe piene di speranze. La Juventus pareva davvero troppo debole per fiaccare una tale coalizione. Non le si faceva credito nemmeno per un onorevole piazzamento. S'era certi che sarebbe discesa ancora, non essendo possibile il miracolo di una sua ripresa. Fu così che per un po' di tempo la squadra fece l<% sua strada nell'ombroL Alternò pareggi a vit¬ tfnicntmèvesrtgdddsstJpmta2gptftrLcssmdècdntMdphtprtgsmdzhlscvsmtspqssgqncmdQaapdieqpnncrdsdlssg«glmsfrpfsaa torie, le 'seconde assai più frequenti dei primi, ma anche in testa si filava forte e quello dei « bianco neri » poteva ritenersi uno sforzo inutile. La Juventus, intanto, accettava tutte le critiche che te venivano mosse. Dicevano i giocatori: « Sappiamo di non poter far molto. Sappiamo che lo scudetto è una mèta alla quale non ci conviene guardare. Tiriamo Innanzi, ecco tutto ». Niente progetti} nessuna strombazzatura, ma un'opera calma di ricostruzione nonostante mancasse ancora Gabetto ed il ginocchio di Borei li tornasse a dare preoccupazioni. Un'attesa fidente tipicamente juventina. L'allarme venne, per... gli squa droni, non appena essi stessi presero ad inciampare. Il vantaggio si ridusse, poi fu annullato del tutto. Ad opera di chit Ma di quella Juventus alla quale, non sapendo più che accusa muovere, si ricominciò a dire che aveva fortuna, troppa fortuna! Restava una speranza. Batterla a Torino, questa Juventus che dal 28 novembre, dalla undicesima giornata di campionato, non perde più; Infrangere quella collana di tredici partite consecutive fruttifere nella quale figurano nove vittorie e quattro pareggi, ventisei reti all'attivo e sei sole al passivo. L'Ambrosiana-ha tentato l'impresa che di colpo l'avrebbe riabilitata di tutti i suoi passi falsi, di tutte le sue recenti incertezze. Non v'è riuscita. S'è battuta bene, ha fatto molto, ma ha perso. Il risultato dice che la forza della Juventus è stata superiore, anche se il gioco avrebbe fatto ritener giusta una divisione di punti. Ora si è di fronte alla situazione nuova alla quale abbiamo accennato all'inizio di queste note. La Ju¬ ventus è prima ed'ilsuo vantaggio vorrà e saprà difenderlo. Non ha mai accampato pretese, ma ora non accetta che si sottovaluti l'impresa che ha compiuto. Le restano delle difficoltà gravi, è vero, ma in base a che cosa si può dire, come qualcuno dice, che non le supererà? E perchè mai ad ipotetiche sue sconfitte dovrebbero corrispondere... franche vittorie dei suoi avversari ? E' strano, ci pare, prevedere scacchi per una squadra che da tredici domeniche non ne subisce e pronosticare vittorie per chi da un po' di tempo a questa parte ne è tartassato. La miglior cosa da fare è aspettare ancora. E' un campionato incertissimo, quello che è entrato ora nella sua fase risolutiva, e nessuna previsio ne ha basi di sicurezza. Tutto può accadere. La Juventus è prima, ma Genova ed Ambrosiana sono ancora in lizza. Il Genova giuccherà domenica la sua carta e la giuocherà pure la Juventus. Ma neppure fra otto giorni la lotta sarà decisa. Continuerà, forse, fino all'ultima giornata, e c'è chi già pensa ad un supplemento reso necessario da una non impossibile classifica pari di due o tre squadre. Tutto è possibile, ma, al presente, non c'è che da stare ai fatti. I quali indicano nella Juventus la più ammirevole, la più seria, la più forte delle squadre in lizza. Quella che ha saputo fare di più disponendo di meno. Quella che non si vale che-della sua tenacia, della sua volontà, della sua costanza per far cammino. Il resto si vedrà. Si vedrà se l'Ambrosiana potrà riprendersi, se il Genova saprà valersi del calendario favorevole, se Milan Triestina e Bologna hanno ancora possibilità. Luigi Cavaliere

Persone citate: Gabetto, Luigi Cavaliere, Milan Triestina