Gli avvenimenti seguiti da Berlino

Gli avvenimenti seguiti da Berlino Gli avvenimenti seguiti da Berlino Berlino, 11 marzo. Soltanto all'ultima ora, pochi minuti prima che ci apprestiamo al telefono per trasmettere gli accenni della piuttosto movimentata cronaca di questa giornata si diffonde qui la notizia della piega precipitosa che gli avvenimenti hanno intanto preso a Vienna nelle ultime ore e che ha portato dapprima alla decisione di rinvio della azione plebiscitaria del Cancelliere Schuschnigg tumultuariamente decisa e intrapresa e quindi alle sue dimissioni ed a quella che appare la conseguenza diretta e naturale, la nomina cioè del Ministro degli interni Seyss Inquart a Cancelliere. Cronaca agitata Queste soluzioni, le più adatte naturalmente a soddisfare le richieste e le aspettazioni nazionalsocialiste del Reich, e che non mancheranno sicuramente di fare oggetto nelle prossime ore dei commenti e delle valutazioni di questi circoli — nonché probabilmente avere per seguito fatti di cronaca anche più importanti valgono intanto a calmare qui una agitazione grandissima che si era impadronita di questi circoli in vista di una situazione quanto mai preoccupante che stava verosimil- mente determinandosi e che alla lunga difficilmente avrebbe potuto a meno di porre questi circoli dirigenti davanti a imbarazzanti e forse gravi alternative; situazione i cui accenni hanno formato la cronaca agitata delle ultime ventiquattro ore e con la quale le soluzioni che si annunciano debbono ritenersi connesse e necessariamente interdipendenti. Sta di fatto che nelle ultime ventiquattro ore la presa di posizione dei circoli del Reich di fronte alla decisione plebiscitaria di Schuschnigg si era allargata dall'appunto del primo momento di inconsistenza, di falsità e di nullità intesa a inficiare preventivamente l'atto plebiscitario a qualche cosa di molto di più e, cioè, all'accusa di violazione degli accordi di Berchtesgaden, lanciata contro il Cancelliere Schuschnigg. Con ciò, come è chiaro, la reazione dei circoli del Reich passava nettamente e significantemente dal campo giuridico morale circa la decisione di Schuschnigg ad un campo nettamente politico; e non si escludeva generalmente che potesse da un momento all'altro avere dei seguiti diplomatici. Enorme era intanto l'agitazione che si era impadronita di tutta la stampa contro l'azione plebiscitaria proclamata dal Cancelliere Schuschnigg la quale veniva sotto tutti gli aspetti violentemente attaccata. L'accusa di violazione delle intese di Berchtesgaden del 12 febbraio fra Schuschnigg ed il Fuhrer, che qualche giornale drammatizzava in un « tradimento alla pace tedesca » veniva variata, nella forma, da tutti i giornali. Essa si basava — come nota la National Zeitung di Essen — sull'argomento che il plebiscito nella forma insidiosa di vera e propria burletta come Schuschnigg l'aveva concepita e proclamata, era troppo evidentemente diretta a tutto danno del nazionalsocialismo austriaco e si opponeva, quindi, nettamente, allo spirito delle intese intercorse fra i due capi, il 12 febbraio, a Berchtesgaden. In via di fatto si rimproverava amaramente al Cancelliere Schusschnigg sulla base di comunicazioni fatte dall'ufficio del dott. Juri vicino al Ministro Seyss-Inquart che la decisione plebiscitaria sarebbe stata presa all'insa- MIKLAS il Presidente della Repubblica austriaca.

Luoghi citati: Berchtesgaden, Berlino, Vienna