L'on. Giovanni Vicinino lascia la presidenza dei Commercianti

L'on. Giovanni Vicinino lascia la presidenza dei Commercianti dell'«.torchia nell'Impero ' L'on. Giovanni Vicinino lascia la presidenza dei Commercianti Prefetto e Federale a palazzo Cavour - Il fervido saluto dell'on. Racheli - Calorosa dimostrazione di autorità e camerati - Le parole del nuovo presidente Adriano Stradella Il cambio della guardia all'Unione Provinciale fascista del commercianti, si è svolto Ieri mattina a palazzo Cavour in un'atmosfera di commossa, affettuosa cordiaità. AU'on. Giovanni Vianino — che la presidenza dell'Unione ha tenuto dal 1922 al 1938, uno del fondatori dell'Associazione professionale fascista alla quale con a sua instancabile attività e col suo ingegno ha dato una ferrea organizzazione — sono state tributate le più calorose cameratesche manifestazioni di affetto, franche espressioni di riconoscimento per la preziosa di lui opera non solamente svolta a favore della categoria che cosi degnamente rappresentava, ma orientata verso il supremo Interesse dèila nazione. Alla cerimonia austera e severa come tutte le cerimonie fasciste sono Intervenuti tutti ) presidenti dei Sindacati provinciali del commerciò, i delegati di zona, i consultori. Da Roma era espressamente giunto l'on. Mario Racheli presidente confederale. Ricevuti dall'on. Vianino sono giunti S. E. il Prefetto cav. di gran croce Pietro Baratono, il Segretario Federale Piero Gazzottl; il vice-Podestà conte De la Forest, 11 segretario dei Sindacati del commercio cav. uff. Sangiacomo, il barone d'Emouse presidente dell'Unione fascista degli agricoltori, ed i rappresentanti di tutte le Associazioni professionali fasciste della Provincia. Erano pure presenti tutti i funzionari dell'Unione con alla testa il direttore aw. Gino Potetti e con il comm. Montigllo. L'on. Racheli ha ordinato 11 saluto al Duce e subito dopo ha presa la parola l'on. Vianino. Il presidente dell'Unione espressa la sua commozione per la manifestazione di consenso datagli da capi e camerati presenti al cambio della guardia ha detto: « Permettetemi anche di dire che alla commozione del distacco si unisce un confortante senso di fierezza, polche consegno al mio successore, al camerata — e amico e valoroso collaboratore di tanti anni — Adriano Stradella, l'Unione fascista dei Commercianti di Torino, questa grande forte sana famiglia del commercio subalpino — commercio autenticamente fascista — questa organizzazione che ha una vibrante anima e dei gagliardi mezzi operanti, e le cui origini risalgono al '22, prima della Marcia su Roma, quando in Torino sabauda fondammo la prima associazione sindacale fascista dei commercianti. Da allora e fino ad oggi ho avuto l'onore di reggerne la presidenza. Sono più di quindici anni». L'oratore ha espresso a S. E. il Prefetto, al Federale ed al Podestà la riconoscenza delle categorie per l'appoggio dato all'associazione, ed a tutte le autorità con le quali l'Unione ha avuto rapporti di subordinata collaborazione. In modo particolare ha attestata la sua gratitudine al Presidente confederale on. Racheli che la mente e l'anima ha posta esemplarmente al servizio del commercio fascista. Ed ha detto « Consentitemi di ringraziare con fervido sentimento fraterno 1 miei collaboratori diretti, i Presidenti ed i Direttorli dei Sindacati, i Delegati alle zone, 1 Fiduciari comunali, i capi di tutte le nostre categorie per la nobile passione, la costruttiva disciplina con cui mi hanno dato la loro preziosa attività. Al personale della Unione, a questo corpo veramente scelto diretto in modo insuperabile dal camerata Potetti, mio collaboratore intelligente e fedele di ogni istante, a tutti invio l'espressione più schietta del mio plauso di presidente ». Rivolto poi al dott. Stradella ha continuato: < Consegno nelle tue mani questo magnifico strumento di azione fascista. Tu lo conosci come se fosse già tuo. Provato brillante mente alle responsabilità di dirigente nazionale, vice-presidente della stessa associazione provinciale per quasi 5 anni, capo della tua categoria fin dalla fondazione del sindacato fascista, sarai pari, ne sono certo, all'alta fiducia che le Gerarchie ti accordano >. dnminvqppagelaSmtutoatenfuScdmshntibcntottscccSnartsllsaEmncmolipzqdddncdclgrrmmgipccdUnscmmsqllgbddut a e e e a e , e L'on. Vianino ha concluso dicendo che egli lascia la presidenza, non la grande famiglia dei commercianti. Egli rientra nei ranghi in marcia per compiere il suo dovere di fascista, soldato nel gran quadro gigantesco della battaglia per l'autarchia che è la battaglia per dare all'Italia del Duce oltre al primato dello spirito e della grandezza in guerra, il primato economico su tutti i fronti. Cessati a calorosissimi e prolunati applausi che hanno accolto il iscorso dell'on. Vianino, ha parlato il nuovo presidente Adriano Stradella, salutato da vivissime dimostrazioni di simpatia. Dopo aver detto ch'egli sente tutta la responsabilità del compito che le gerarchie hanno voluto affidargli ed aver espressa la certezza della preziosa collaborazione che gli verrà dai dirigenti e funzionari dell'Unione, il dott. Stradella ha dichiarato che a facilitargli tate compito ha provveduto 1 on. Vianino tracciando in molti anni di fecondo lavoro una strada sicura che egli seguirà. Ed ha concluso dicendo: « Il camerata Vianino ha accennato alla grande battaglia che tutti gli italiani sono chiamati a* combattere per il trionfo dell'autarchia: credo che non potrei fare niente di più gradito al suo spirito di fascista che rendermi garante, in nome di tutti i commercianti di Torino, che questa battaglia sarà combattuta con ardore mistico, che ciascuno di noi te consacrerà il meglio di sè stesso nella certezza della vittoria, che sem- Sre incorona te imprese volute dal >uce d'Italia ». Fra gli applausi e la commozione del presenti, l'on. Vianino ha aperto te braccia al suo collaboratore, a colui che fedelmente continuerà la sua opera. Il cameratesco fraterno abbraccio ha suggellato la cerimonia del cambio della guardia. Cessata la bella dimostrazione si è alzato a parlare l'on. Racheli, accolto da vibranti acclamazioni. Egli inizia il suo discorso affermando che il distacco dell'on. Vianino non costituisce soltanto viva causa di commozione per i commercianti torinesi ma per l'intera organizzazione del commercio italiano che durante 15 anni ha imparato a conoscere, ad apprezzare e ad ammirare te eminenti qualità di organizzatore, di capo, di tecnico del camerata che fin dagli albori dell'organizzazione del commercio fascista era già nelle prime file, animatore e anticipatore entusiasta e operante. Tratteggiata 1' azione feconda dell'associazione professionale del commercio dagli inizi ad oggi, l'on. Racheli si è soffermato segnatamente ad illustrarla nel periodo dell'assedio economico durante il quale te categorie commerciali sono diventate validissimo strumento della buona battaglia. Non solamente sono rimaste intatte le esportazioni effettuate prima dell'assedio, ma i commercianti sono riusciti a penetrare con prodotti italiani nel mercati delle stesse nazioni sanzioniste. Un fatto che ha del miracoloso. « Anche allora Giovanni Vianino — ha detto l'on. Racheli — è stato uno di quelli che più efficacemente hanno collaborato con me nella Confederazione del commercianti. Giovanni Vianino, e insieme con lui Adriano Stradella, il quale ha lavorato in un particolare settore, sono sempre stati collaboratori fedeli, zelanti, intelligenti, disinteressati; la loro collaborazione è stata attiva e feconda, sostanziata da un contributo di idee, di iniziative, di fatti: In una parola, concreta e realizzatrice ». E l'on. Racheli ha concluso fra commosse acclamazioni: « La Confederazione è orgogliosa di poter dare al Regime, al Fascismo e all'Impero uomini come Vianino la cui vita può essere caratterizzata da questa stupenda parola mussoliniana: « l'instancabilità ». La vibrante conclusione del discorso ha dato luogo ad una nuova vivissima dimostrazione all'indirizzo dell'on. Vianino. Con lui e con Von. Racheli si sono vivamente rallegrate te autorità. H saluto al Duce ordinato dal Federale ha chiusa l'adunata. èvvt1I(mtpaEirerpATVV

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