La scuola sul piano dell'Impero nell'organico discorso del Ministro Bottai

La scuola sul piano dell'Impero nell'organico discorso del Ministro Bottai La scuola sul piano dell'Impero nell'organico discorso del Ministro Bottai Chi guarda da lontano non immagina che rivoluzioni e riforme, ma la scuola opera le sue conquiste con lentezza, con il lavoro tenace e ha bisogno, per fruttificare, più che di stagioni di generazioni Roma, IO marzo. Continuando l'esame dello stato di previsione dei singoli Ministeri per il prossimo esercizio finanziario 1938-39, la Camera, nella seduta odierna, ha terminato la discussione del bilancio del Ministero dell'Educazione Nazionale e ha iniziato quella del bilancio del Ministero 'di Grazia e Giustizia. La seduta ha inizio alle 16, sotto la presidenza di S. E. Costanzo Ciano. Sono presenti al banco del Governo i. Ministri Solmi, Bottai, Starace, Guarneri, Alfieri, Cobolli Gigli, e i Sottosegretari Pariani, Host Venturi, De Marsanich, Jannelli, Tassinari, Medici del Vascello, Cavagnari. L'aula -è affollatissima in tutti i settóri.. Anche le tribune sono molto, affollate. Dalla tribuna diplomatica assiste alla seduta, con la sua.gentile signora, un eminente 'JTiomo politico straniero, il signor Ross, già Ministro degli Esteri è*. delle Finanze del Cile. Dopo l'approvazione di vari disegni, di* lègge, la Camera riprende la .discussione del bilancio del Ministero" dell'Educazióne Nazionale. Il relatore on. BIAGIO PACE rinunzia a parlare. Sale cosi subito alla tribuna, accolto "da-vivissimi generali, prolungati applausi bell'assemblea, il Ministro dell'Educazione Nazionale. ' BOTTAI cercherà, ispirandosi alla concettosa rapidità della discussione, di concentrare il suo dire intorno, a pochi temi della vasta materia scolastica, e sopratutto intorno ' a un tema che tutti gii altri, secondo lui, sopravanza e condiziona. Ricorda che nel suo discorso dell'altro anno annunzia-' va:, uà lavoro di precisione ispirato ad un'osservazione attenta della scuola nel suo funzionamento e nella sua struttura, sopratutto nei suoi uomini, nel suo corpo insegnante' e' nello spirito che lo muove. Non vasti rivolgimenti, non riforme d'assieme. Ha tenuto fede al-suo proposito. E del riconoscimento che, conchiudendo la sua. svèlta e acuta relazióne, ne dà il' camerata Pace, è' lieto, poiché gli viene da un uomo della scuola. Chi guarda, invece, la scuola da lontano, .non immagina che rivoluzioni e .riforme. La verità, è "che la scuola, come ogni altra branca della vita nazionale, anzi di più d'ogni altra, giacchè è di.qualità squisitamente spirituale, opera le Sue .conquiste con lentezza, con il.lavoro tenace e. paziente degli uomini, ed:ha, come la natura, bisogno di stagioni per fruttificare rigogliosa, spesso più che di stagioni, di generazioni La scuola elementare La scuola elementare italiana procede sicura per la, sua. Via,, ha una sua, fisionomia e- un suo valore al primo sguardo riconoscibili.' Non che tutto vi sia, nell'ordine didattico disciplinare e organico, a punto, ma la direzione di marcia è buona. Se il santo zelo del maestri e delle maestre, se il loro entusiasmo che ha potuto in tante occasioni constatare, e il suo pensiero si svolge ora in particolar modo alle maestrine delle scuole rurali che servono con spirito di missione la causa del Regime, continuerà e s'arricchirà; se il governo della scuola saprà sempre più secondarlo e promuoverlo, sia rispettando la libertà didattica del maestro, sia mirando a risolvere quel problemi che maggiormente angustiano la vita magistrale, problemi economici, anche, ma sopratutto di dignità, poiché si ha, infine, da riconoscerlo Suesto apostolato dei maestri itaani (vivi appi.); se tutto questo avverrà, e non può non avvenire nella coscienza che il Regime ha della politica della scuola, il Ministro è certo che, in questo settore elementare, le nostre istituzioni saranno presto esempio e ammonimento a tutti. Basterebbe il fatto che la scuola elementare ci ha dato per prima la impostazione del rapporto tra organizzazione scolastica e organizzazione politica giovanile, per proyare la sua attitudine a intendere i valori didattici ed educativi nuovi espressi dalla Rivoluzione. Già lo scorso anno indicò nel rapporto Scuola-Opera Nazionale Balilla, più che un casuale contatto, un vero e proprio indirizzo, un metodo. Indirizzo e metodo non mutano ora che il rapporto s'estende a tutta la giovinezza disciplinata dal Partito nei ranghi della GIL; divengono, se mai, più impegnativi e più rigorosi per le due parti in rapporto che son tenute a ricercare quell'unità d'azione educativa dalla scuola agli organi di preparazione politica, ai campo sportivi e premilitari da cui solo può essere formata una giovinezza forte di mature convinzioni oltre che di armi (vihjiàs. generali appianai). Può assicurare che per una tale unità si lavora. intanto nel grado elementare, due problemi sono allo studio e s'avviano a soluzione: il riordinamento delle scuole rurali e il nuovo ordinamento dei servizi di vi, gilanza. Del primo si è occupato con singolare competenza l'on. Deregibus. Egli ne discorrerà per disteso quando gli studi e le esperienze in corso ci abbiano dati più sicuri elementi di giudizio. Del se, condo dirà esser suo proposito di distinguere, con sempre maggiore evidenza, la funzione amministrativa dalla funzione didattica: di circoscrivere e limitare quella per rafforzare questa. Occorre li berare i direttori e gli ispettori da un sopralavoro burocratico alieno dal loro compito e non necessario al buon andamento della scuola. Molto è stato fatto nel senso di liberare il personale ad detto alla vigilanza scolastica per metterlo in grado di assolvere il suo ufficio più proprio. Ma molto ancora dovrà farsi e si farà. La crisi della scuola media La crisi della scuola media è crisi di istituzioni, d'uomini, di spirito. Quel fervore didattico, quella adesione consapevole, e perciò intelligente, ai programmi, che ha caratterizzato la scuola elementare, è mancata nella scuola media. Si pensi che in Italia manca una didattica dell'insegnamento medio. Non parla già di una precettistica, ma di quella ricerca, di quella discussione, di quell'ardore di iniziative e d'opere che tengon desta qcoepssmccflLssosctlapsdspgatgtpdnmvsarv(svsnrtsTvdtcsvpvctcoslssqmtecpnlmcsvv[la volontà'di insegnare e indicano le vie migliori per l'insegnamento. i e a à a per un rigore formale "di' terminnon vogliamo dire unica, il liceL'accrescersi della popolazionscolastica, in questi ultimi annise è per noi motivo di legittimo orgoglio, perchè è pur segno chson cresciute le nostre esigenzculturali, per altro verso ha contribuito ad accentuare la crisi della scuola media. Non eravamo preparati ad accogliere un cosi grosso numero di giovani. Non parla dal punto di vista della edilizia scolastica, nella quale si sono fattpassi notevoli. Allude piuttosto agabinetti scientifici, alle officineai campi sperimentali ma sopratutto agli insegnanti e agli insegnamenti (approv.). Quando potremo contare sopra un sicuro corpo insegnante che sia all'altezzdei suoi compiti, non solo in linea culturale ma anche per 11 sumagistero morale • la sua convinzione politica, (viola», appi.) la sua intelligenza didattica, alloraallora soltanto potremo dire d'averealizzato e non già escogitato, inventato la riforma della scuola (viviss. appi.). H problema si innesta, da questo punto di vista, con quello universitario. Diventa il problema stesso delle Università come fucine della cultura. Certo la preparazione del giovane non può limitarsi, oggi men che ieri, alla chiusa cerchia del corso universitarioTanti altri fattori educano il giovane. Il camerata Orano ce ne indicava, per esempio, uno nei littoriali della cultura che anch'eglconsidera debbano sempre più inserirsi nel sistema didattico universitario (bravo!). Tuttavia l'importanza dell'insegnamento universitario, in sè considerato, è ancora cospicua e il suo rilassamento è un male che si ripercuotecrescendo d'intensità su tutti glordini della scuola. Peccherebbe, però, di semplicismo chi volesse circoscrivere tuttla crisi della scuola media a quest'aspetto del problema. Le discussioni, riaccese da alcuni mesi questa parte, intorno alla scuolmedia, si sono svolte in gran parte sul tema della scuola unica. Pre contro, come capita, e forse picontro che a favore. Non vedeperò, con quanto rigore s'è ragiOnato contro le conseguenze avvilenti per la cultura d'una scuolmedia inferiore unica. Si dice: accogliendo insieme tutte le espressioni sociali, accumulando le pidisparate moralità, dovendo scr vire sia a coloro che vi ricercanil pane spirituale sia a quelli chvogliono apprendervi un'attivitdi lavoro, la scuola media non potrà essere che rozza e fiacca e lvellatrice sopra un comune deno minatore che, per necessità di cose, sarà naturalmente il minimoMa il problema vero, contro quale oggi noi ci troviamo a dovelottare, 1 proprio la trasformazione già avvenuta in scuola media « unica » superiore, della scuOla più aristocratica, più formatrice, più atta a servire la cutura e a formare la classe dir[gente: il liceo classico (approv.)La scuola «omnibus» Diventato scuola omnibus, sclassico costituisce l'elemento dmaggiore crisi dei nostri studi. problema, allora, che ci troviama dover risolvere, è proprio questo: come superare quella scuol« unica », quella scuola omnibuche è il iiceo classico? E' proprl'esigenza della cultura, nel senspiù nobile e più alto della culturumanistica, che insorge e ci impone di ricercare la salvezza dliceo classico. Quel che importa è di definire chiaramente le scule scientifiche o tecniche, di chiramente rilevare la dignità e serietà dello studio umanistico. Ma, per prima cosa, sarà ncessario distinguere e sceverarigorosamente le correnti degstudi e degli studenti, degli insgnamenti e degli insegnanti. Sceta necessaria m basso, ma ancpiù necessaria in alto. Il licclassico è la scuola omnibus, nosolo perchè è la scuola di tutti m§ercnè è la scuola per tutto. Ql'errore maggiore. Questo difeto non notano quanti, con molleggerezza, vorrebbero rovescialo, fantasticando di immettere quattro quinti della popolazioo j scolastica italiana nella scuola . | avviamento quale unico o prev ente sbocco al desiderio d'apprendere dei giovani (approv.). Ha accennato dianzi al problema della formazione dei professori. Non parrà una digressione se accenna ad altro che vi si connete: quello della preparazione dei maestri. L'istituto magistrale non ha dato pròva del tutto soddisfacente. V'è chi ripensa, non senza una certa nostalgia, al tirocinio della vecchia maniera. Segno anche questo di disorientamento. Nella migliore delle ipotesi, coteto tirocinio sarebbe insufficiente. Tra la scuola genericamente umanistica e la scuola ottusamente professionale, c'è la scuola che crea in profondità, che educa il maestro nell'uomo e la umanità nel maestro (benissimo). Un anno di severa indagine ha quasi condotto in porto gli studi ai quali la indicazione data ieri dal camerata Vezzani, nel suo discorso sulla struttura dei nostri studi agrari, sarà prezioso contributo di concretezza. Non dispiaccia all'on. Tommaselli se non gli dà oggi una precisa risposta al'appello da lui rivoltogli per i direttori delle scuole d'ostetricia. L'impegno richiesto merita di essere attentamente vagliato in sede amministrativa, e lo sarà. Ha toccato gli argomenti che di più appassionano, in questo momento, il paese, per quanto riguarda la scuola. Ha tralasciato a bela posta l'esame di stato perchè esso è una conquista nella sua essenza, se non nella sua forma inangibile, delle nostre istituzioni scolastiche. Oltre a tutto è lo strumento più prezioso che s'abbia per misurare via via il posto della nostra scuola. Non ha parlato del libro di stato per la scuola elemenare. L'esperienza di molti anni ci ha reso consapevoli dei difetti che il sistema presenta: la sua unicità, sopratutto, che genera uniformità. A questo ultimo difetto, con graduali accorgimenti, si porrà riparo senza intaccare il principio (approv.). Non ha parato della scuola privata, che presenta lacune enormi e che sarà messa al passo con la rinnovata scuola pubblica. Sopratutto ha voluto in breve comunicare alla Camera la sua fiducia in un'opera non clamorosa mìa illuminata e continua di amministrazione, d'organizzazione, Un nuovo spirito Bisogna dare alla scuola in tutti suoi gradi e in tutti i suoi ordini un nuovo slancio, uno spirito nuovo. Bisogna curare gli uomini, spronare le energie e le volontà, incitare e risvegliare chi segna il passo: questa è la via da battere, questo è il bisogno della Scuola nel particolare momento storico nel quale vìviamo (vivìss. approv.): Mettere la scuola sul piano dell'Impero vuol dire, per prima cosadarle uno stile, un ordine, una disciplina per farne una matrice dpersonalità. Le due esigenze d'o gni scuola, la cultura e l'educazione, su questo piano si incontra' no e diventano assolutamente la stessa esigenza. La coscienza imperiale è, infatti, consapevolezza e possesso di valori, e sol per questo potrà essere carattere. D'altra parte soltanto una scuola che abbia tale stile e tale dignità potrà darci davvero quei tecnici, quei lavoratori, quel ricercatori e imprenditori che sono necessari alla nostra vita imperiale. Sa che la scuola intende ama e aiuta siffatto lavoro, perchè quanto di meglio vi è in essa, le forze più sicure, gli spiriti più illuminati, i maestri e gli apostoli che sano ancora numerosi nel campo dell'educazione, vogliono proprio questo, e aspi rano solo a lavorare in serenità e n raccoglimento. Non hanno di menticato, i maestri e le maestre i professori e gli insegnanti d'ogni disciplina o grado, che in un'occa^ sione lontana, ma tuttavia presente al loro spirito, il Duce, delineando il loro compito, li chiamava « colleghi >, partecipi cioè della Sua opera di educazione, di formazione degli Italiani nuovi. Il discorso del Ministro dell'E ducazione Nazionale, ascoltato con molto interesse dalla Camerae sottolineato più volte con applausi e segni di approvazione, è salutato alla fine con un lungo caloroso applauso, al quale partecipano anche le tribune e che srinnova quando S. E. Bottai riprende il suo posto al banco del Governo. Approvati rapidamente i capitoli del bilancio dell'Educazione Nazionale e gli articoli del relativo disegno di legge, la Camera passa alla discussione del bilancio del Ministero di Grazia e Giustizia. Parlano PACE, PAOLTNI e BIGGINI. La seduta è tolta alle1820

Luoghi citati: Cile, Italia, Orano, Roma