Al nostro Giornale

Al nostro Giornale Al nostro Giornale Alle 17,15 circa, S. E. Galeazzo Ciano, accompagnato dal Segretario Federale Piero Gazzotti, da) Podestà Ugo Sàrtirana, dal commendatore Anfuso, dal console Belila e dal marchese D'Ajeta,' giunge alla sede del nostro Giornale. A riceverlo sono, eoi senatore Agnelli e il gr. cr. prof. Valletta, il Fiduciario del Gruppo fascista La Stampa e nostro direttore dott. Alfredo Signoréttl, 11 gr. uff. Cesare Fanti; direttore amministrativo; i consultori del Gruppo Avenati, Marco, Serra, Stradella, Verani e Vigna» i..capi settore e i capi nucleo e una squadra che rendeva gli onori. A ossequiare il Ministro era pure il Fiduciario del Gruppo « Mario Gioda » avv. Rossi, alla testa d'un manipolo di vecchie Camicie Nere decorate della medaglia della Marcia su Roma. L'Agenzia Stefani era rappresentata dal suo direttore per il Piemonte comm. Grassini. Fatto segno a fervide manifestazioni S. E. Ciano di Cortellazzo è quindi salito al .primo piano ed ha fatto il suo ingresso nel Salone, dove, tra altissime acclamazioni e il grido scandito di «Du-ce! Du-ce! », al suono e al canto di « Giovinezza », era a salutarlo la famiglia di lavoro de La Stampa al completo. In prima fila i nostri. mutilati di guerra, i decorati al Valor Militare, della Marcia su Roma, della Stella ài merito del lavoro; tutti i redattori, fra cui il capo del Servizio romano dott. Baroni e 11 capo del Servizio parigino dott. Pettinato, gli impiegati, le maestranze. Dappertutto scritte inneggianti al Duce, e massime del grande Capo. A nome di tutti, dopo aver ordinato il saluto al Duce, 11 dottor Signoretti ha espresso all'Ospite un fervido ringraziamento per la sua ambita visita, porgendogli in dono un artistieo-porFasigarette recante incise, in «facsimile», le pagine de La Stampa che ricordano i fatti e gli episodi più sallenti della vita di statista e di combattente del giovane Ministro. Il conte Ciano, dopo aver avuto cordiali parole di ringraziamento per il gradito omaggio, ha formulato il voto più bello per tutti noi: che sia dato alla famiglia- dé La Stampa di poter sempre servire con ardente fede e ferrea energia la causa del Dv.ce e della Rivoluzione Fasciata, parole che hanno suscitato una nuova ondata di ardenti acclamazioni al Duce. Quindi l'Ospite è passato ad effettuare una minuziosa visita ai diversi reparti del nostro Giornale,, redazione, amministrazione, uffici di archivio, stazione radiò e telefoto, tipografia, ovunque sostando con interèsse ed esprimendo agli accompagnatori il suo vivo compiacimento. E' poi sceso nel salone della rotativa dove ha esa¬ minato con particolare interesse 11 gigantesco macchinarlo di cui il nostro direttore gli ha illustrato punto per punto il funzionamento, tra il compiaciuto, fervido raccoglimento delle maestranze. Quindi, effettuata pure un'attenta visita all'attiguo reparto della spedizione, S. E. Galeazzo Ciano ha lasciato la sede de La Stampa, tra il ripetersi di fervorose espansioni di devota simpatia e di profonda gratitudine, nonché del grido altissimo, ispirato dalla nostra fede, dalla nostra passione di giornalisti militanti sotto il segno del Littorio, di « Vìva il Duce! ». L'anima della città ' La macchina del Ministro esce sulla via Bertolà dopo aver percorso la salita sotterranea che congiunge i reparti di spedizione del nòstro giornale con la via e raggiunge la Federazione. L'aspetto che presenta via Carlo Alberto su tutto il fronte della Casa Littoria è veramente imponente. Lungo un lato della strada sono schierati manipoli di vecchie Camicie nere che hanno partecipato alla Marcia su Roma o che sono inscritti al Partito prima della storica data del 28 ottobre. Gli squadristi, che sono agli ordini del centurione Racca, sono tutti in camicia nera e per unica decorazione portano sul petto la medaglia dal nastrino giallo-cremisi della Marcia su Roma; levato alto, impugnato saldamente, luccica nelle loro mani il pugnale squadrista. Dinanzi al .portone d'Ingresso sono i gloriosi feriti fascisti con a capo il Fiduciario della Associazione camerata Perez. Il Ministro Ciano percorre il fronte dello schieramento: giunto' dinanzi ai feriti fasciti Ciano si ferma un istante a salutare il console Candelorl, comandante le. squadre d'azione di Roma e si intrattiene un momento con il vecchio tamburino sardo Strucchi, ferito nell'eccidio di Casale. Percorso il fronte dello schieramento del vecchi fascisti, Galeazzo Ciano passa in rassegna dei manipoli di Gioventù Italiana del Littorio. Sono dei pre-avieri, dei pre-marinari e dei moschettieri, tutti in perfetta divisa; marzialmente presentano le armi al Ministro che attentamente li osserva. Lo spettacolo è veramente eccezionale ed entusiasmante. Faccia a faccia, ordinati disciplinatamente in schiere, sono coloro che per primi seppero comprendere la grandezza di Mussolini e le idealità del Fascismo ed 1 giovani che sono chiamati a tramandare nel tempo queste idealità e le grandi conquiste del Regime. Vecchio glorioso squadrismo che ha conosciu¬ a l n l o e i i i 1 l o , a a i a , e e e e o . o o o a i i i i a a l e i l e a o o a a , l a r a e l i ¬ to tutti gli ardimenti e le più dure battaglie; forte giovinezza littoria che ha già dato prova, nella conquista dell'Impero di essere degna del precursori. Il Ministro Ciano è visibilmente soddisfatto di questa eccezionale adunata. Egli osserva con sguardo lampeggiante le schiere dei giovani; sono tutti irrigiditi nell'attenti in perfetta formazione. Impugnano saldamente le armi che oggi si addestrano ad adoperare oer essere pronti in qualsiasi istante agli ordini del Duce. Mentre 11 Ministro passa dinanzi ai, manipoli viene di volta in volta accolto con il rapido scattante grido fascista: «A noi!». Gli squadristi inneggiano al Duce ad alta voce con ritmo scandito. Al Sacrario dei Caduti Nella Casa • Littoria Galeazzo Ciano entra mentre le trombo squillano le note di attenti. Subito il Ministro degli Esteri, accompagnato da Piero Gazzotti e da altri gerarchi, si reca nel Sacrarlo del Caduti ove sosta in religioso raccoglimento dopo aver deposto dinanzi all'altare una corona d'alloro. Poi accompagnato anche da S. E. il generale Vercelllno, comandante 11 Corpo d'Armata, e dal generale Gamaleri, comandan te la Divisione, 'scende nella cripta preparata per accogliere le gloriose salme dei Caduti Fascisti Torinesi e vi si trattiene alcuni minuti vivamente ammirando le belle sculture e il raccolto religioso ambiente. Il locale sotterraneo è minuta mente visitato dal Ministro. Egli si sofferma dinanzi ai loculi che accoglieranno i resti mortali dei Martiri della Rivoluzione. L'aniblente è tutto illuminato a luci ri flesse che danno Un maggiore ri salto allo splendore dei marmi che decorano fa cripta sotterranea, quindi S. E. Ciano risale e si sofferma un istante per firmare l'albo dei visitatori del Sacrarlo dei Caduti per la Rivoluzione. Poi, mentre una piccola folla di camerati è riuscita ad entrare all'ingresso della Federazione e lo ap f laude calorosamente, egli sale al grimo piano ove hanno sede gli uf- cl. Nel corridoio della Federazione sono schierati i membri dei due Direttori Federali, del GUF, gli ispettori politici ed amministrativi e tutte le principali gerarchie del Fasci Femminili con a capo la contessa Cavalli e i funzionari della Federazione. Un alto tonante saluto si leva dalla .folla del ge-rarchl quando Galeazzo Ciano compare. Nello studio del Federale 11 Ministrò si trattiene con alcune personalità tra cui sono il Pode sta ing. Sàrtirana, l'on. Orsi, il Questore gr. uff. Murino, il conte Fossati, il colonnello Bourcet dei Carabinieri, i vice-Podestà Gloria e De la Forest é molte altre auto rltà. Tra i presenti è anche il ferito fascista. Franco Mazzantlni, ispettore federale, che nel '20 e '21 appartenne con Galeazzo Ciano alla squadra « La disperata » di Livorno. L'incontro tra i due vecchi compagni di squadra e di ardimento è stato affettuoso e cordia le. Nella grande sàia delle riunioni il Federale con poche espressive parole alla presenza di tutte, le principali gerarchle, offre poi allo squadrista un .simbolico dono che ricorda le fulgide ore della lotta negli anni della Vigilia. Il dono è ben gradito dal Ministro che alle devote espressioni di Piero Gazzotti risponde con amichevoli ed affettuose parole. Duce! Duce! Nella strada i vecchi fascisti chiamavano a gran voce 11 camerata squadrista Ciano che si affaccia ad una finestra e saluta cordialmente. Frattanto nella piazza Carlo Alberto si adunano l fascisti ed il'popolo. L'aspetto della adunata è veramente imponente. Tutta l'area della pur vasta piazza è gremita di folla; dalle vie adiacenti continuano a giungere -sempre nuove colonne che per non si sa quale legge di capillarità rie» scono ad Infiltrarsi nella folla. Ma poi. la piazza è letteralmente gre mita; anche sul monumento a Re Carlo Alberto sono saliti i carne rati più giovani che agitano fazzoletti-giallo-cremisi. Anche le vie adiacenti in breve sono affollatissime; via Principe Amedeo fino a piazza Carignàno è una testa sola e cosi via Carlo Alberto per alcuni isolati. Persin sotto la Galleria Subalpina vi è folla, come pure in via Cesare Battisti. Non una per sona potrebbe più entrare in piazza Carlo Alberto. A calcolare approssimativamente non meno di 60 mila persone erano presenti. Da questa numerosa massa di popolo sale possente e palpitante, entu siasta e travolgente un grido solo «Duce! », grido lanciato in tutti 1 toni di voce; voci argentine femminili e di bimbi, forti voci maschili tutte Insieme fuse in un solo potente formidabile urlo. «Duce! Duce! Duce! » invoca la folla che non si stanca di ripetere 11 magico nome In cui si riassume la rinnovata potenza dell'Italia Imperiale. E* l'anima di Torino fascista che vibra appassionatamente. Con Suesto immane grido che si leva alla folla le Camicie Nere ed il popolo di Torino esprimono a Ciano quello che è il più ardente desiderio della nostra città: « venga, il Duce a Torino ». Gli verrà incontro tutto il vecchio Piemonte guerriero, fiero delle sue tradizioni gloriose che hanno trovato nuova affermazione nelle battaglie della vigilia e nella conquista dell'Impero. La popolazione con questo grido indubitatamente intende rivolgere una viva preghiera al conte Ciano perchè egli voglia rendersi interprete del desiderio di tutto 11 popolo di Torino. Lo spettacolo è imponente e grandioso. La facciata posteriore ai Palazzo Carignàno è sfarzosa mente illuminata a luci riflesse ed accentua ancor più lo sfarzoso carattere di enorme scenografia che è proprio della sua architettura, Dai gruppi di lampioni la luce si diffonde su questa marea di popolo che si agita e continua incessantemente ad acclamare. Ad un tratto al balcone compare il Ministro degli Esteri avendo a fianco il Federale Gazzotti che lància ad altissima voce il saluto a S. E. Galeazzo Ciano. La folla risponde con un grido altissimo che sembra non voler diminuire; è ancora 11 nome del Duce detto, gridato, chiamato, e a a e e o e e 1 o i e o o o i l invocato. Poi Galeazzo Ciano accenna a parlare e la folla si placa. S. E. Ciano ha rivolto un caloroso saluto alte Camicie Nere Torinesi ed ha esaltato il genio del Duce e la potenza dell'Italia Fascista. Un rinnovato formidabile grido saluta le nobili parole del conte Ciano che, mentre la folla fervidamente applaude, si ritira dal balcone. Ancora le Camicie Nere ed il popolo acclamano a lungo ed entusiasticamente. Prima dì lasciare la Casa Littoria S. E. Ciano ha per il Federale Gazzotti delle parole di viva affettuosa e cordiale simpatia ed esprime tutta la sua ammirazione per il saldissimo Fascismo di Torino solida e fedele. Mentre la macchina del Ministro lascia la Casa Littoria per raggiungere l'albergo viene circondato dalla folla che la imprigiona per parecchi minuti, mentre si levano dalla popolazione evviva ed alala. Alle ore 21,15, S. E. Ciano riparte per Roma. Una folla strabocchevole si è andata raccoglien¬ do sotto la tettoia, davanti alla saletta reale: folla di Camicie nere In divisa, ma soprattutto di pubblico, cui si uniscono i viaggiatori in partenza ed in arrivo ed il personale delle ferrovie. Gruppi compatti di fascisti con alla testa il colonnello Russi,' vice Segretario del Fascio di Torino, ingannano l'attesa intonando i canti della Rivoluzione. Pochi minuti prima dell'ora stabilita, la folla, come per un moto istintivo, ondeggia, i canti tacciono, succede un attimo di silenzio poi mille voci fuse in una sola martellano l'invocazione al Duce. Presentito dalla folla, ecco appare il Ministro degli Esteri, seguito dal Federale e da uno scintillante stato maggiore di gerarchi ed ufficiali della Milizia. S. E. Ciano percorre a f>asso bersaglieresco la fronte delo schieramento, rispondendo con il saluto romano, ma più ancora col suo luminoso giovanile sorriso all'uragano di acclamazioni della folla e raggiunge la sua vettura, ove sono ad aspettarlo S. E. 11 Prefetto e le autorità. Salito In .tfnggnsmccbgrilraflp• eIelvtrs treno, 11 Ministro non tarda ad affacciarsi al finestrino, provocando nuovo scrosciare di plausi ed un grido sopra tutti insistente: « Vogliamo il Duce a Torino! ». Il Ministro è rimasto affacciato al finestrino sino a quando il treno si è mosso, più volte intonando, in uno con le Camicie nere ed il pubblico, gli inni della Rivoluzione. In tutti i cuori del presenti vibrava la gioia di avere affidato al giovane e sapiente Ministro, al fiero squadrista, al prode soldato la invocazione ardente scaturita dall'animo stesso di Torino: Rivedere, riavere il Duce, il Condottiero amatissimo, il restauratore delle-j fortune d'Italia, il Fondatore dell'Impero, il Capo e il Padre del popolo! Torino che ha vissuto tutta la epopea del Risorgimento, dagli Inizi modesti ma già balenanti di eroismo guerriero di consapevolezza civile, di lungimirante saviezza politica, fino alle grandi tappe decisive, fino alla storica ripresa che, sotto il segno del Fascismo, doveva condurre la Na¬ gfh j zione a grandezza e potenza e dignità d'Impero, Torino sabauda e fascista, operala e universitaria, ha messo, nell'invocazione al Duce, tutto lo slancio del suo sangue, l'orgoglio della sua storia, l'Impeto del suo cuore. Ed è stata felice, Torino, di rinnovare il grido fedelissimo in un giorno che le è naturalmente tanto caro, in un fiorno di festa della Dinastia che n Torino crebbe a tutti gli ardimenti, in un giorno consacrato dalla presenza della maestà sacra del Re Imperatore. Questa invocazione Galeazzo Ciano l'ha udita nelle tonanti voci dei fascisti, l'ha letta negli occhi di tutta la cittadinanza. Egli, per certo, l'ha accolta con intima commozione, egli la porterà — offerta di cento e centomila anime — al Duce nostro. Con lo stesso treno è partito S. E. il Duca del Mare ammiraglio Thaon di Rével. Più tardi, a mezzanotte, è partito il Presidente del Senato, S. E. il cav. Luigi Federzonl.