IL PLATINO DI YUBDO l'oro dei Beni Sciangul di Angelo Appiotti

IL PLATINO DI YUBDO l'oro dei Beni Sciangul Ovest, foi-xiere dell'Impero IL PLATINO DI YUBDO l'oro dei Beni Sciangul Un interessante colloquio con Maurizio Rava, capo della Missione mineraria (Dal nostro inviato) gimma (Galla-Sidama) Febbraio. L'Ovest è il forziere dell'Impero. E' la regione più ricca sotto 11 punto di vista minerario, forestale, agricolo della nostra conquista, le sue ricchezze si contano a miliardi, le sue possibilità di sfruttamento (brutta parola ebraica ed inglese, denuncia un collega illustre, ma è giocoforza adoprarla) sono infinite. La sua terra è ovunque d'una feracità, inaudita; dona in certi punti tre raccolti di grano all'anno, ha distese immense 41 foreste, centinaia di chilometri di bosco quasi impenetrabile di cui ogni tronco è un piccolo tesoro, ogni zolla un vivaio spontaneo di piante preziose; l'Ovest infine ha platino, oro e rame, ha ogni altro metallo, quasi sicuramente il carbone (importanti giacimenti di lignite già sono stati scoperti e la loro lavorazione è prossima) forse anche i diamanti sulle terre azzurre del sesto parallelo, ai confini del Kenya. L'Ovest è un forziere di cui si è smarrita la chiave, di cui si è di. menticato 11 segreto, il numero, la parola, che farà girare sui cardini la ciclopica porta d'acciaio. Noi siamo appunto qui, protesi in una fatica immane, alla ricerca di questa chiave, alla scoperta del segreto che ci darà la ricchézza. QnelK che htm gre tentato Un segreto veramente che segreto non è più, che si chiama trasporto, che si chiama impianto industriale, che si chiama mano d'opera, che abbraccia tutti quei ' fattori tècnici ed economici senza i quali non è possibile la- messa in valore di un paese. Ci vogliamo oggi brevemente soffermare sulla situazione mineraria, riserbando ad altra occasione l'esame del panorama agricolo forestale dell'Ovest.. Le .principali risorse minerarie del Galla Sidama sono, affidate alle due regioni dell'Uollega e del Beni Sciangul. In tali regioni gli strati sedimentari mesozoici e terziari (trachiti e specialmente basalti) e le intrusioni vulcaniche che ricoprono l'altipiano etiopico per uno spessore di migliaia di metri, erano in origine già abbastanza sottili e sono stati asportati dall'erosione delle, acque lasciando scoperto lo zoccolo costituito da graniti, gneiss e scisti cristallini, micacei, argillosi e clorltici su cui si adagiano numerose roccle intrusive e filoni quarziferi. Tutti I giacimenti d'oro del-UolIega e del Beni Sciangul sono strettamente legati'alla, esistenza di questi filoni, che sembra' abbiano ini prevalenza un andamento nord-sud, occupando una zona larga un centinaio di chilometri, dà Gezan e Lechemti. Tutti i giacimenti sfruttati sotto il regime etiopico erano di carattere alluvionale. L'estrazione veniva compiuta dai Galla e dai Sclangalla con sistemi rudimentali. Esisteva' no anche alcune concessioni come il Sindacato tedesco di studi per l'Abissinia, la concessione Hartel al Birbir, la Société minière d'Ethyopie, la Gesab, le due concessioni Hodjeli, di cui era titolare il principe ereditario e del degiac Gabrè Mariam nel Beni Sciangul che però, tranne la Gesab, nulla di serio avevano realizzato sul terreno. Principale fra tutte era la Società Prasso per lo sfruttamento dei giacimenti platiniferi del Birbir, unica impresa che avesse iniziato una estrazione a carattere industriale, mentre tutte le altre erano ancora nella fase degli accortamenti e delle prospezioni. Nessuno aveva affrontato la ricerca e lo sfruttamento dei filoni e tutti si limitavano ai giacimenti di carattere alluvionale, che erano poi quelli stessi conosciuti da tempo immemorabile dalle popolazioni locali: nel Uollega, i giacimenti del Birbir (oro e platino) con centro a Yubdo, di Iurango (oro), di Neggio (oro, platino e rame) del Dldessa-Abai (oro); nel Beni Sciangul il distretto di Bornu famoso fra gli indigeni per ricchezza di oro. Tre grandi società All'indomani della nostra conquista il problema minerario dell'Ovest si è presentato al nostro sguardo in tutta la sua importanza. Bisognava agire subito, iniziare immediatamente lo sfruttamento di queste enormi ricchezze, ma impostare nello stesso tempo la questione su basi solide e durature. Nascevano cosi tre grandi società, là Sapie e la Prasso per il platino e l'oro dell' Uollega, la Smit per l'oro del Beni Sciangul. Della prima, che ha capitale interamente italiano, è presidente S. E. Maurizio Rava; essa finanzia e controlla la Prasso — presieduta dal Principe Gianfranco Borghese — la quale ha capitali italiani e francesi ma di cui la Sapie possiede la maggioranza azionaria; la SMIT è la più giovane delle tre, è anche essa presieduta da S. E. Rava, ed ha capitale .italo-tedesco. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare ad Asosa durante il nostro vagabondaggio nell'Ovest la missione Rava, reduce da un giro di ispe zione e di organizzazione sopra tutto, alle miniere dell'Uollega è del Beni Sciangul e di trascorrere con l'illustre uomo' alcune ore quanto mai interessanti. Competente come pochi di cose e vicende africane (Maurizio Rava vanta una seria e profonda preparazione coloniale, è stato, come è noto, per quattr'anni Segretario Generale della Tripolitania e per quattr'anni Governatore della Somalia, fu un apostolo appassionato della espansione italiana in Africa nella lontanissima vigilia con Federzoni, Forges, Coppola e pochi altri). S. E. Rava ci ha a lungo parlato del'Ocodèci medesosnotecdemaYuradecoil imdetugiqunirimdrstsitmretepiduintrvempiti1'tol'ereramcoquavovalledoperisatrntiinnndziè ormpracasctodinalatobivoqusineagpnmvsipstumpleaoccchl'scmcuevamzirssdp11tphtnnpszmvtghelbitccgsitces o e e a l e , ; e e i a T e d e e a è e e e a oo, eta, a a o). o delle possibilità minerarie dell'Ovest, del lavoro sino ad oggi condotto a termine, delle finalità dèlia missione. « Siamo qui da oltre tre mesi — ci ha detto — abbiamo minutamente visitato le zone minerarie del Uollega e del Beni Sciangul, sostando nelle concessioni delle nostre tre società, seguendo e partecipando alla severa dura fatica dei nostri cantieri. Le parlerò prima del Uollega, ove, con centro a Yubdo, la Sapie e la.Prasso lavorano per la estrazione dell'oro e del platino. Il perimetro della concessione Sapie corre lungo il Birbir, dalle sorgènti fino alla imboccatura col Baro, lungo il Didessa, da Techerrà alla imboccatura del Nilo Azzurro e nelle regioni, poste alla distanza di cinquanta chilometri a destra e a sinistra delle due rive. Entro il perimetro della Sapie si trova il quadrilatero della Prasso. La mano d'opera Primo scopo della missione è stato quello di esaminare l'attuale situazione produttiva dei giacimenti platiniferi di Yubdo, di dare ad essa nuovo impulso, di potenziarla di nuovi impianti e di più moderne sistemazioni. Difatti durante il nostro soggiórno si 'è iniziata la costruzione di una centrale termo-elettrica e si è provveduto a sostituire nella fase terminale della lavorazione'la forma più razionale delle tavole oscillali ti a quella sin'ora in atto del1'«esame al piatto» (catea). E' noto il procedimento per la ricerca e l'estrazione del platino: una fitta rete di canali, che da Yubdo si irradiano su settantaquattro chilometri di lunghezza, ammollisce con l'acqua il terreno, che viene quindi abbattuto dagli indigeni- e avviato in altri speciali canaletti ove viene dilavato e poi condotto all'« esame del piatto » ed ora delle tavole oscillanti. L'ultimo prò dotto di lavorazione possiede il 75 per cento circa di metallo prezioso. Non è questo forse un tenore ricchissimo, ma economicamente sano, e cioè tale da poter essere trattato. Non credo alla convenienza, per aio che riguarda il platino di Yubdo, di grandi impianti industriali, ma penso invece alla necessità degli attuali sistemi economici di lavorazione, a mezzo di mano d'opera indigena perfezionati al massimo. Fondamentale è il problema della mano d'opera ora che abbiamo risolto il problema, dell'acqua. Durante la nostra permanenza nella zona platinifera abbiamo ben studiato statisticamente la. situazione e siamo riusciti a stabilire che ogni lavoratore produce almeno un grammo di metallo prezioso alla settimana; di conseguenza, aumentando la mano d'opera, si aumenta automaticamente la produzione. Abbiamo ora, nella stagione meno favorevole, circa mille a millecinquecento lavoratori, che salgono sino a tremila-tremilacinquecento nella miglior stagione, cioè da agosto a novembre: è necessario portarli a non meno di tremila nella stagione secca e a sette-ottomila nella più favorevole. E' in vigore una specie di lavorazione "a cottimo che ha dato sino ad oggi ottimi risultati. Il platino nella regione di Yubdo esiste e in quantità notevolissima unico problema grave; ripeto, è la mano d'opera indigena (non si può pensare a mano d'opera nazionale) sempre inferiore come numero alle nostre necessità. La Prasso occupa la zona centrale della concessione Sapie, società questa che s'interessa principalmente dell'estrazione dell'oro. Negli anni scorsi si era iniziata una paziente metodica fase di studio e di raccolta di dati, cui ha fatto seguito una vera e propria campagna di esplorazione geologica. Ora ci troviamo in piena fase realizzatrice. nuil cerasei gnofaMml'OpoAafdeLdPanorama promettente Scopo della nostra missione era appunto questo: di avviare i pri mi lavori di coltivazione, organizzando le colonne di prospezione, irradiando in tutta la regione osservatori e studiosi. Otto colonne sono già partite, alcune di esse dopo averle organizzate e vedute partire, ho visto al lavoro durante 11 mio giro d'ispezione; la loro fatica si è dimostrata sin da ora promettentisslma. Alcune di esse hanno già ottenuto risultati pratici, hanno cioè trovato oro, carbone, ferro, casslterite, mica. Il panorama minerario del Uollega si presenta perciò nelle tinte più rosee, è lecita ogni migliore speranza: a Neggio, a Bogi, a Kossè stiamo ultimando gli accertamenti in vasti giacimenti alluvionali che ritengo di grande valore. Nel territorio dei Beni Sciangul opera la Smit, Società che ho fondato per volontà del Duce e per ordine del Ministero dell'Africa Italiana e che ha assorbito al suo nascere la Gesab', che in quella zona lavorava sin dal tempi del Negus. La Smit (Società mineraria italo-tedesca) ha capitale italo-tedesco, con maggioranza italiana; ma, per uno speciale accordo, l'oro ricavato è interamente devoluto al nostro Paese. La Gesab aveva già precedentemente fatto studi molto seri nel Beni Sciangul, studi che sono stati oggi da noi ripresi e Intensificati con resultati più che soddisfacenti. Filoni assai estesi di quarzo aurifero sono stati rintracciati e taluni sondaggi hanno dato tenori di 28-30 grammi per tonnellata di materiale estratto. Naturalmente questo non significa che un tenore cosi eccezionale sia da riscontrarsi ovunque nei giacimenti accertati; tuttavia la media generale ci ha persuasi che ci troviamo di fronte a una situazione eccellente, di vaste possibilità. Bisogna essere molto cauti — cpvbpnctahtpilpintodugnrimcshamtoutamtoqdlasnstdvndninpvpmepanSn! szslncdlqgtfmgFnknlpSrmnp ha concluso S. E. Rava — quando si parla di ricerche e di produzione di metalli preziosi. Non sarebbe onesto presentare l'Uollega e il eni Sciangul come leggendari paesi dell'oro; ma le più liete speranze ci sono concesse e giungeremo a mete sicure se ci atterremo e riusciremo a piegare alla nostra necessità questi tre fattori: l fattore tempo, e cioè antivedere un periodo di tre o quattro anni di ricerche, di impianti, di organizzazione più intensiva; il fattore « mano d'opera », e cioè aumentare quanto più sarà possibile il numero delle maestranze indigene; l fattore economico, e cioè la necessità di procedere a una lavorazione assai oculata, metodica,' e senza spreco di denaro, evitando i grandi costosissimi impianti, che non ritengo, per ora almeno, affatto necessari ». La prudente serena parola di Maurizio Rava delinea compiutamente la situazione mineraria dell'Ovest. Per ciò abbiam voluto riportare il lontano colloquio di Asosa, piccolo bruciante borgo africano posto agli estremi .confini del Sudan. Angelo Appiotti

Luoghi citati: Abissinia, Africa, Africa Italiana, Kenya, Somalia, Sudan, Tripolitania