Le manovre dell'opposizione contro Chamberlain - Halifax

Le manovre dell'opposizione contro Chamberlain - Halifax Le manovre dell'opposizione contro Chamberlain - Halifax Londra, 28 febbraio. La stampa e gli oratori dell'opposizione gridano ai quattro venti che la battaglia contro il Primo Ministro non è per nulla finita, ma deve appena cominciare e assicurano che sarà ingaggiata con un esercito fresco, quando le forze sparse del settarismo, dell'edenlsmo e'dell'antifascismo avranno potuto essere allineate in bell'ordine; ma quello che in realtà avviene sulla scena politica d'Inghilterra ha tutti gli aspetti di una fase finale, quando-11 nemico sconfitto spara moleste ma poco pericolose fucilate, più che altro per far sapere di non essere stato completamente distrutta. Questa è la impressione che si riceve assistendo, ai comizi favoriti dal bel tempo che si tengono nel parchi di Londra e leggendo sui giornali la sequèla di. interrogazioni che socialisti e liberali hanno Indirizzato oggi à Chamberlain, in un vano ma ostinato tentativo di metterlo nell'Imbarazzo e di convincere il pùbblico che « l'avventura Chamberlalh-Grandl » è un « giuoco peri co lo so» o addirittura uno «scherzare con la spada di Damocle ». Clamorosa ritirata La seduta odierna della Camera del Comuni è stata Infatti caratterizzata da, questo fuoco sparso di un nemico In ritirata e a corto di munizioni. Uno- dopo l'alt:o, gli oratori antigovernativi hanno domandato: 1) se sia vero che l'Italia intenda partecipare alla difesa Lord Arnold rassegna le dimissioni dal partito laburista per disaccordo sulla politica estera militare del canale di Suez (voce messa in circolazione proprio da coloro che oggi ne hanno chiesta la conferma); 2) se il Primo Ministro sappia che Teruel fu ripresa ai rossi di Spagna grazie agli aeroplani e alle artiglierie italiane; 3) se il Governo possa garantire al Paese che il « deficit » del bilancio italiano non sarà colmato con fondi.britannici; 4) se non sia opportuno e nell'interesse del Paese rendere nota l'identità del misterioso amico il quale portò al Primo Ministro, alla vigilia' delle dimissioni di Eden, quella comunicazione confidenziale italiana che facilitò i preparativi delle conversazioni' italo-inglesi. Alla domanda numero 1, Chamberlain ha cosi risposto: « Non ho voluto fare esaminare gli archivi del Foreign Office anteriori all'anno 1922; ma posso dire che al Governo, non consta che dopo quell'anno l'Italia abbia mai chiesto di partecipare alla difesa di Suez ». Il Primo Ministro ha ricordato ih proposito la smentita pubblicata nei giorni scorsi a Roma. Passando quindi alla domanda n. 2, il Primo Ministro ha osservato che l'uso di materiale bellico estero in Spagna non è un avvenimento tale, da indurre a compiere dei passi presso il Governo di Roma, giacché consta al Governo britannico che entrambe le parti spagnuole usano.armi di origine straniera. Sul punto 3, ha replicato il Sottosegretario finanziario al Tesoro Colville; egli ha insegnato all'in terrogante colonnello Fletcher che i bilanci delle Potenze estere non sono di competenza del Governo britannico. Infine, sulla domanda n. 4 ha preso nuovamente la parola Charri berlain per dire innanzitutto che non può interessare al pubblicò conoscere la identità della persona che recò la famosa comunicazione del Conte Grandi e in secondo luogo che tale identità non ò nota nemmeno a lui, Chamberlain. Un petardo innocuo Dopo questa fucileria prepara toria ha sparato il suo petardo il « leader » dell' opposizione Attlee. Egli ha chiesto al Capo del Governo di spiegare le ragioni per cui fu violata la tradizione in forza della quale il Ministro degli Esteri deve appartenere alla Ca mera dei Comuni. La replica di Chamberlain è stata chiara e convincente é ha avuto gli applausi incondizionati della maggioranza: una tradizione come quella menzionata dall'op positore non esiste; ma seppure esistesse e pur ammettendo che possa essere conveniente affidare il Dicastero a una persona che sia direttamente accessibile ai deputati, nel caso presente il criterio dominante sono state le qualità personali di Lord Halifax. Lord Halifax è stato scelto quale sue cessore di Eden perchè non si sarebbe potuto trovare una persona meglio adatta di lui ad assolvere il delicato compito che la.politica estera dell'Inghilterra si propone in questo momento. L'oppositore non si è detto soddisfatto e a tardissima ora l'argomento è stato ripreso in discussione. Si può dire tuttavia che, a parte la perdita di tempo, la serie di interrogazioni non ha determinato nulla di nuovo. L'opposizione ha dovuto però constatare dal canto suo in serata che l'atteggiamentd del laburismo negli ultimi giorni non ha il consenso di tutti i suoi mèmbri più autorevoli Un comunicato ha reso noto ch<> Lord Arnold, membro del gruppo laburista della Camera alta ed ex. Ministro nel Gabinetto MacDnnald, ha deciso di abbandonare i! partito, perchè disapprova le <''rettlve -generali e quelle particolari della sinistra in fatto di politica estera. Tutto sommato, si è incoraggiati a credere che le conferenze di Lord Perth a Londra con Chamberlain e Halifax e le conversazioni che egli inizierà a Roma la settimana ventura con il Conte Ciano non saranno disturbate da capovolgimenti e neppure da spostamenti interni in Inghilterra Lord Perth al lavoro Stasera si apprende che Lord Perth oggi ha lavorato nuovamente per molte ore insieme al suo diretto superiore onde continuare la redazione dell'ordine del giarno delle trattative imminenti con l'Italia e si apprende inoltre ^he egli ha discusso la situazione pure 1 m con Sir Robert Vansittart, -capo consulente diplomatico del Governo. Alla partecipazione di Vansittart all'esame del problema italiano si attribuisce in certi circoli un valore sintomatico, essendo egli considerato come un rap-. presentante della tendenza antitotalitaria; ma-ò invece probàbile che Vansittart sia stato interpellato solo per le sue conoscenze del problema derivanti dal fatto che fino ad alcune settimane or sono egli fu segretario permanente del Foreign Office. Dire che le conversazioni non saranno disturbate da avvenimenti interni in Inghilterra non equivale però-a escludere complicazioni e difficoltà derivanti dall'esistenza dei legami imperiali "e dall'alleanza con la Francia. Negli ambienti mèglio informati si rammenta oggi insistentemente che i negoziati italo-britannicl dovranno essere lunghi perchè Londra dovrà consultarsi con le capitali del Dominion» le quali hanno già fatto conoscere in occasione della conferenza imperiale di maggio il loro vivo interessamento al problèma mediterraneo; e si apprende inoltre che il governo francese ha compiuto un passo presso il governo inglese intonato, alle dichiarazioni di Delbos alla Camera. Al Primo Ministro dunque spetterà di coordinare le vedute delle Varie Nazióni' con le quali l'Inghilterra è in un modo o nell'altro legata, col suo piano di realizzare la riconciliazione con l'Italia e parallelamente con la Germania onde farla sboccare in una conferenza a quattro. « Molto dipenderà — osserva il collaboratore politico del Daily Telegraph — dalle Informazioni che il conte Grandi recherà a Londra ul suo ritorno e molto dipenderà pure dall'atteggiamento di von Kibbentrop quando egli visiterà prossimamente Londra ». V.