MEZZO MILIARDO DI UOMINI NEL TURBINE DELLA GUERRA

MEZZO MILIARDO DI UOMINI NEL TURBINE DELLA GUERRA MEZZO MILIARDO DI UOMINI NEL TURBINE DELLA GUERRA Come e donde risorgerà la Cina? - Fin dove si spingerà il • Giappone? - Tra gli eserciti manovranti su un campo di battaglia infinito il popolo cinese /angue tra illusioni, fame, lacrime e piombo (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) SCIANGAI, La guerra ito questi giorni si è allontanata da Sciangai verso l'est; l'esercito nipponico è tutto concentrato intorno Hsuchow investita da nord, da sud e dalle truppe che marciano frontalmente sulla Lunghai Ràilway, la grande inea ferroviaria che taglia orizzontalmente una parte della Cina da Lienyunkang sulle sponde del mare cinese a Sian capitale della provincia dello Shensi. L'esercito Imperiale, vinta la grande battaglie di Sciangai, invasa da nord la provincia dello Shangtung, una delle più importanti delle ventotto provincie della Cina, che un intero esercito difendeva e che più di venticinque milioni di anime abitano, si è gettato risolutamente avanti. Il peso dei soldati Il Governo cinese ha dovuto frettolosamente spostarsi nell'interno; ad Hankow, poi in un secondo ~ tempo, il Presidente della Repubblica Li Sen ha ancora indietreggiato su Chungking lasciando ad Jlankow pochi uomini e fórse 'soìfànto il tribunale di guerra. Mentre scrivo, tale tribunale ha giudicato e quindi immediatamente messi davanti al plotone di esecuzione il generale Li Fu-Chu, Co mandante della sessantunesima armata alla quale appunto il capo dell'esercito aveva affidato la difesa ad oltranza dello Shangtung; il generale Wang Chih-Koo accusato di diserzione di fronte al nemico; il colonnello Wang Chu-Ao per avere trasgredito gli ordini ricevuti; il colonnello Li Fa, per.co dardia'e parecchi altri ufficiali su periori per abbandono di posto. Tre generali e una dozzina' di ufficiali, su per ioii rappresentano per un. esercito di due milioni di combattenti — il più numeroso che qualunque nazione del mondo possa mettere sul piede di guerra — poco più di quello che conta una goqcia di sangue tolta dal corpo di un atleta. /venticinque milioni degli abitanti dello Shangtung forse non lo sanno neppure; anzi, senea forse, soltanto i coolies accovacciati ai piedi del muro contro al quale Chang Kai-Shek ha fatto mettere la schiena dai suoi subalterni, sono a conoscenza di quanto è avvenuto sotto ai loro sguardi- stanchi ed impassibili. Un'esecuzione in massa di ufficiali non può fare che piacere alla popolazione della provin- s a i i e a i o , i e e o o d - eia, abbandonata dalle truppe quasi senza combattere. I contadini, che in Cina rappresentano poco meno del settantaquattro per cento dei suoi qùattrocentottanta milioni, di abitanti, sono gravati in questi ultimi tempi oltre che dal peso dell'ordinaria amministrazione anche da quello delle sopravvenute forze militari. II loro guadagno giornaliero calcolato in trenta centesimi di tira è ancora diminuito e le tasse sono aumentate e l'usura portata ad un interesse iperbolico, assai superiore al sei per cento al mese. Le manine degli artigiani Il Governo non-potendo, a malgrado della sua nuova organizzazione, allargare il raggio di azione, già molto relativo, ha dovuto cedere le armi agli improvvisati regimi militari. I generali, più avidi dei contadini, dei coolies e dei famelici trascinatóri di risciò hanno inasprita crudelmente la vita dei lavoratori della terra obbligandoli a coltivare l'oppio invece del riso L'oppio senza dubbio' è il prodotto che rende di più e, una pipata dell'infausta droga, vale dieci volte la ciòtola di riso della quale l'uomo, in Cina si accontenta: Basta uscire al mattino e vedere di che cosa si nutre la popolazione più povera: uomini e donne cercano nelle immondizie che già durante la notte hanno frugato i cani randagi, un.cibo che non si riesce a capire di cosa possa consistere ■ Gettate in terra la carta in cui avete involto un pezzo di carne e venti disoccupati gli si faranno aopra. Gli europei che raccolgono e pagano cifre favolose le ceramiche, le pitture, i disegni quasi tutti provenienti dai forni e dalle botteghe di Niukiang, un piccolo paese situato a duecento chilometri da Nanchang, non sanno certamente che gli artigiani dedicati a questo genere di produzione, chiamato qui con termine generico di «curiosità», lavorano anche diciotto ore al giorno, pigiati in piccoli tuguri, .accatastati gli uni su gli altri, per una manciata di riso e pochi centesimi. Lavorano fino a tarda, ora, alla scarsa luce dì una lampada, col naso schiacciato contro la cerami ca o il disegno; quasi tutti colpiti da tracoma, in massima parte tubercolotici-per, denutrizione o sifilitici. I paraventi di lacca, i vasi colore « sangue di bue », le morbide divinità in ceramica, gli smaglianti broccati, i pazienti intarsi nell'avorio escono dalle manine degli artisti che sono gracili e fini come quelle di una signora europea. Gli orecchianti ammirano e cantano le manine degli artigiani e i corpi esili delle donne senza sapere che tale fragilità è sinonimo di malattia e di decadenza. Su questa popolazione, che tutta quanta nella sopportazione del dolore si assomiglia, passate ancora la macchina della guerra, fate gravare la prepotenza dei generali e degli ufficiali, la bestialità della soldataglia che scorrazza la campagna sommersa nel fango e avrete forse lontanamente un quadro della vita che si svolge in questo paese, percorso per di più, in lungo e in largo, dalla crudeltà dei briganti. I briganti Briganti diventati cattivi come il resto degli uomini, ma che un tempo erano generosi con i poveri, prepotenti soltanto con i ricchi affamatoti delle masse; brigantifanciulli, che amavano circondarsi puerilmente di riti misteriosi, che si costellavano di distintivi simbolici nascosti sotto le vestaglie di panno grigio, che prendevano il the con i nostri missionari dei quali rispettavano le miserevoli residenze difese soltanto dall'eroismo della fede. Briganti in gonnella come tutti ì cinesi, che qui le donne soltantoportano i pantaloni, oltre gli uomini educati in Occidente oppure scimmiottanti gli occidentali. Cosi e la Cina di oggi, la « Serica » come la chiamarono i Romani, la Cina vecchia di seimila anni, imbelle e mansueta, tenuta insieme dai tronchi di bambù con i quali tutto si fa e si costruisce, e dal culto della famiglia. L'unica cellula che abbia una vera resistenza-. Resistenza dello spirito solo: incomprensibile diga agli assalti della vita e della morte. i , e n i e i l o i o' e a a n e a o Attraversano questo baluardo patetico, trasparente come carta velina eppure solido e compatto come la giada dalle sognanti colorazioni, i proiettili dei cannoni che tuonano verso l'Est. Sotto le bombe degli aeroplani, gettate da aeroplani, in pieno quartiere cinese, duemila perso ne, invece di scappare alzarono i visi intontiti verso il cielo e due mila corpi maciullati si spiaccica rono di colpo contro i muri delle case. Subito dopo altri cinesi sono usciti a passeggio recando in giro le gabbie leggere con dentro gli usignuoli per farli cantare nel sóle. Quella di portare a diporto gli uccellini canori è una tradizione gentile che neppure le bombe hanno interrotta. Insieme allo gabbiettine corre vano' per le strade le autoambulanze col triste fardello dei morti. Da Sun Yat-Sen a Ciang-Kai-Scek Non so da che cosa possa risorgere la Cina: l'idea della risurrezione presuppone almeno, anche sotto le ceneri, la persistenza di qualche tizzone ancora ardente. Sun Yat-sen ha soffiato a pieni polmoni sul fuoco spento e adesso, nelle trincee. Ciang Kai Scek tenta di compiere la medesima fatica. A tale sforzo, che egli appoggia col tuono dei cannoni, non risponde 1 che la quieta luce che si sprigiona continuamente, affettuosamente e con indicibile dolcezza nelle cellule famigliari, dalle quali a migliaia si distaccano, cadendo nelle trincee, le squame più vive della gioventù combattente. Tutto il resto, tutto ciò che vive attorno o addirittura nel frastuono della guerra resta immobile, tranne naturalmente quello che è d'importazione straniera: dalle merci alle idee, dalle corazzate alle valigie diplomatiche che galleggiano a frotte in questi giorni sul mare della Gina, sul l'Oceano Pacifico, attraverso al Canale di Suez e allo Stretto di Gibilterra, o che corrono sui treni, o che volano augii aeroplani attraverso i confini della Siberia e della Mongolia rovesciandosi a Vladivostok; o sulle città dell'interno che il Governo repubblicano, ritirandosi verso l'est, va man ma no occupando. Dello spirito di Sun Yat-sen è inoltre rimasta la vedova che in questi giorni la Società delle Na zioni, con la sua voce sempre più fioca, ha chiamato a Ginevra per denunciare la vendita dell'oppio da parte dei giapponesi ai soldati dell'esercito cinese, onde addormentarli nelle trincee. Cosa da ridere se si pensa che il mercato dell'oppio è stato voluto e organizzato e sostenuto dai proiettili di una nazione straniera. , Sopra le idee del mito Sun Yatsen, più alto e più venerato della vedova di questi, plana sui due milioni di soldati e sul mezzo miliardo di abitanti della Cina, il prestigio o il. terrore di Ciang Kai-Scek. Forse a questo generale stanno dando un'importanza superiore ai suoi meriti: la sua vantata forza di penetrazione morale non riesce a bucare l'immensa diga che l'inerzia degli uomini gli oppone. Ad un certo momento è comparso sulla scena il comunista Borodine al quale il generalissimo ha stretta la mano. Stretta che è durata poco tempo, tanto che il diplomatico russo ha dovuto fare le valigie e ripartire frettolosamente', proprio quando credeva di avere vinto la partita. Mosca Nel momento attuale, Mosca invia sottomarini a Vladivostok, aeroplani e piloti a scorrazzare con poca fortuna i cieli dei campi di battaglia e ambasciatori al Presidente della Repubblica Li Sen, uomo di paglia e senza consistenza nei confronti di Ciang KaiScek, che può permettersi il lusso di far fucilare i comandanti d'armata. I generali vanno alla fucilazione contro i muri di Hankow, mentre i tribunali discutono ancora se sia veramente il caso di ammazzarli oppure lasciarli vivere. Il militarismo è arrivato al completo distacco dal Governo e, nel militarismo stesso, i generali fanno di testa loro fino al momento in cui si accorgono dt perderla. pmpdccnpstcmqmdcssln A quale gancio Stalin voglia e possa attaccare in Cina l'idea comunista non lo so e mi chiedo se possa proprio la miserabile luce di Mosca illuminare popolo ficcato nelle tenebra fin sopra ai capelli, che non ha mai accolto nessun pensiero, che non sa nep pure quale sia il nord e il sud del suo paese, che parla qualche centinaio di lingue diverse, vivendo chiuso nel confine delle sue immense Provincie. Pensate che la percentuale di quelli che sanno leggere è minima, quasi irrisoria, e che il titolo di « letterato » viene dato in Cina, con molto rispetto, a quelli che sanno scrivere. E' talmente difficile la lingua che la vita di uno studioso basta appena a conoscerla. Quando la conosce finalmente, muore. Jfon parlo naturalmente della nuova schiera degli studenti, nè tanto meno di coloro che frequentarono le università straniere ( quelle sorte recentemente nelle di verse capitali delle Provincie. Alludo soltanto alla massa, la massa dei contadini e degli affamati, dei coolies, dei risciottari, i quali potrebbero anche essere allucinati dalle idee che Borodine e altri tristi apostoli fanno luccicare davanti ai loro occhi come il termine delle sofferenze e dei patimenti inenarrabili. Non sono certamente le valigie diplomatiche provenienti da Mosca quelle che possono fare arginare le inondazioni, fermare le carestie, soffocare le epidemie che travolgono qualche milione di vittime allorché si scatenano, nè potranno distruggere la tradizionale idea della famiglia, che qui continua e continuerà nei secoli come l'unico e il più resistente tessuto connettivo di un popolo per il quale fortunatamente, il sentimento dell'amore è pjù forte del pun golo della fame. Campo di battaglia infinito Mentre scrivo va preparandosi la grande battaglia di Hsuchow, per la quale sono impegnati, da parte dei belligeranti, circa un milione di uomini. Gli eserciti camminano nel fango o scivolano sui fiumi gelati sot to, ai bombardamenti aerei, e al tiro dei cannoni avvicinandosi a poco a poco, finché tra i soldati delle forze opposte non vi sarà più che la breve misura della baionetta. O magari i cinesi, quando que sta mia corrispondenza sarà pubblicata, avranno già sguernito il fronte di Hsuchow, per spostarsi in un settore più lontano. La tattica di Ciang Kai-Scek è quella di far correre gli imperiali. Resta a vedere se questi avranno voglia di correre sino all'infinito su un teatro di operazione che può teoricamente calcolarsi infinito. Al- Giappone, molti Stati esteri hanno consigliato di fermarsi un momento per guardare ciò che potrebbe avvenire alle spalle dell'esercito vittorioso: a questo premuroso consiglio ha già risposto il supremo comando nipponico attaccandosi alle tre più grandi linee ferroviarie della Cina. E' buona regola quella di non lasciare vuoti né i ventri nè i fucili dei soldati. Gli imperiali sanno benissimo che le ventotto provincie cinesi, senza contare la sterminata Mongolia esteriore, il Turchestan e il Tibet, hanno gettato fino ad ora, sopra un'area di circa 400 mila chilometri quadrati di terreno poco più di ottomila chilometri di linee ferroviarie; lo Szechwan, pur avendo settantasei milioni di abitanti, non ha neppure un metro di strada ferrata. Non parliamo della rete.stradale che superando appena settantamila chilometri dì sviluppo e allungandosi faticosamente verso il milione e settecentomila chilome tri di strade delle quali ha biso gno, è in certe località, per. non dire in quasi tutte, addirittura intransitabile nel lungo periodo in vernale. Le nazioni straniere che hanno consigliato ai giapponesi di fermarsi, forse non sanno che di tutto questo gli imperiali sono a conoscenza da molti anni prima di loro. Ernesto Quadróne zicezadecovestlaimzicòladSnplicgvgstumtcdddgutgldtrestlipditBlTnnomddspnTSecu—lèsddtpucsdldsotgdlmdstldlcpemdcvmmtccrlavgSqirqcegc