o La morte di Arnaldo Cipolla di Arnaldo Cipolla

o La morte di Arnaldo Cipolla o La morte di Arnaldo Cipolla " Roma, 25 febbraio. Un lutto per il giornalismo italiano: nella sua abitazione romana al viale delle Medaglia d'Oro, si è spento stamane il -jollega Arnaldo Cipolla Braccilortl, stroncato, da una breve malattia durante la quale fino all'estremo momento, è stato assistito amorosamente dalla consorte signora Cesarina Cipolla Braceiiorti, dalle figlie si¬ r gnorine Ornella e Myriam, e dal figlio capitano Arnaldo, ufficiale pilota del III Stormo caccia di Mirafiori. La. salma, rivestita della divisa di colonnello degli Alpini, con decorazioni, è stata trasportata nello studio dove è stata approntata la Camera ardente. a e o ri a e o d e o o a d a n i e o a a n, o il si e a si o e a e a o li a e ti e ge o Il giornalista Era stato sempre il prototipo del giornalista-giramondo. À forza di viaggiare gli s'era stampato nel cervello un atlante completo, si che, a domandargli di un paese, egli ne apriva le invisibili pagine e ti diceva a quanti gradi di longitudine e di latitudine quella terra si trovasse, quali ne fossero i costumi e la storia. Aveva peregrinato dall'Europa alle Americhe, dall'Asia all'Africa e di queste scorribande mandava poi, o scriveva al ritorno, le sue impressioni pittoresche e 'gustose, magari anche un pochino romanzate, per' renderle più- affascinanti ai suoi lettori che certamente furono innumerevoli. Il suo più lungo periodo di sosta in Italia fu durante la guerra mondiale, perchè allora, ufficiale ' degli Alpini vi prese parte con niol- ' to onore. Poi, appena libero, riprese a viaggiare. Era la sua vita vera, questa. Aveva cominciato la sua infaticata esistenza di giornalista errabondo al Corriere della sera, trentanni fa, recandosi in.Africa, più specialmente in Abissinla al tempo di Menelik e le sue corrispondenze lo misero subito in piena luce. Si è che allora gli «.inviati speciali », in Italia, si contavano sulle dita d'una mano e ce n'era d'avanzo. Tre anni dopo quell'esordio eccolo a La Stampa. Fu un successo personale vivissimo che durò a lungo. Le narrazioni di Arnaldo Cipolla Incantavano il pubblico che lo aveva tra i suoi prediletti, tanto che se a Torino od altrove s'annunziava una sua conferenza, la folla in teatro era sempre strabocchevole. Una conferenza, anni fa, dovette essere ripetuta da lui tre volte cosi insistenti e numerose erano state le richieste. E pensare, per dirla schietta; che Cipolla era la negazione dell'eloquenza. Pronunciava male e con una fretta vertiginosa, ma tante, le cose che egli diceva erano sempre gustosissime, pittoresche. Portava il suo uditorio in regioni sconosciute, in paesi che sembravano di sogno, corredava con innumerevoli diapositive la sua esposizione e 11 pubblico se l'assaporava con perfetta beatitudine, felice di trovarsi a quattr'occhi con quel suo idolo tozzo, quadrato di spalle, dal faccione aperto che negli occhi vivissimi ed acuti era tutto spirito frizzante. Le sue corrispondenze Cipolla le raccoglieva in volume e il successo editoriale non mancava mal, perchè 1 suol libri avevano un poco il sapore del Verne o del Salgari, con la differenza eh? lo scrittore aveva visto realmente i paesi e vissuto personalmente le vicende che descriveva. Lasciata La Stampa nel. 1932 Arnaldo Cipolla passò come redattore viaggiante alla Gazzetta del Popolo trasferendosi poi tre anni fa a Roma dove fu assunto dal Messaggero che lo ebbe, col Giornale di Sicilia inviato di guerra in Somalia. Per la sua attività Cipolla ebbe la Croce di guerra sul campo, con questa motivazione: « Corrispondente di guerra sui fronte somalo ha partecipato con le nostre, colonne ad importanti operazionl militari, dando costante prova di coraggio e sprezzo del pericolo. Poco più che sessantenne (Cipolla era nato infatti a Como il 26 settembre 1877) affrontò fatiche e disagi di ogni genere, serbando nei momenti più critici e difficili contegno esemplare. — ■ Campagna ltaló-etiopica 1935-36». Certamente, sebbene non più giovane, Cipolla era rotto a tutte le fatiche e quanto alla guerra la conosceva bene, da alpino. Aveva, nella Riserva, il grado di colonnello. Se non fosse diventato gior-. nalista, sarebbe stato senza fallo un soldato, in Colonia, perchè aveva spirito avventuroso e audace. In questi ultimi anni aveva ripreso a preparare altri volumi da aggiungere alla già lunga serie. L'ultimo, se non erriamo, è quello che s'intitola Sino al limite segreto del mondo. E' la narrazione di un viaggio per terra e per aria dftll'Oripnt'p mAHIforrnnan oll»T*,„ dia, una scorribanda vertiginosa in regioni che Cipolla aveva già visitato. Al limite segreto del mondo... Sì, era andato fino al limite ormai poiché non aveva quasi più nulla da vedere. Eppure, anche se anziano, si sarebbe volentieri addossata la fatica di riprendere il suo vagabondaggio, tanto era in lui il bisogno di muoversi, di continuare a scrivere, per il giornale, ch'era la sua passione e la sua croce. Povero amico! E' morto a sessantanni d'una bronco-polmonite, il male a cui meno egli avrebbe pensato, dopo aver sopportato tanti disagi e tante fatiche, sotto tutti-i cieli e tutti 1 climi. Noi che lo avemmo un tempo cosi vicino, ilare e rumoroso compagno nel diuturno lavoro, sentiamo rinnovarsi la tristezza del distacco, ma questa è tristezza senza conforto polche Arnaldo Cipolla questa volta è partito per un gran viaggio dj mistero che non avrà ritorno,., G. G