Il Milan dominato nel primo lempo piega di loga l'Ambrosiana nella ripresa: 1-0 (O-O)

Il Milan dominato nel primo lempo piega di loga l'Ambrosiana nella ripresa: 1-0 (O-O) Il Milan dominato nel primo lempo piega di loga l'Ambrosiana nella ripresa: 1-0 (O-O) Rete: Capra (M.) al 36' del II tempo UI'LAN: Zorzan; Perversi e Berrà; Eemondini, Bortoletti e Loetti; Capra, Moretti, Boffl, Gabardo e Arnoni. AMBROSIANA: Peruchetti; Bonocore e Settói; Locatelli, Olmi e Antona: Frossi, Colli, Mcazza, Ferrari e Ferraris. AEBITEO: Scarpi, di Dolo. Milano, 21 febbraio. Nuovo colpo di scena nel grande dramma a rate del campionato. La' squadra da battere è stata battuta. Lia capolista ha perduto, non precisamente in casa propria, ma sull'uscio di casa propria, nella città di sua residenza, ad òpera di chi abita ad un passo di distanza. I vicini di casa sono sempre esseri terribilmente pericolosi. Primo tempo bianco H « fattaccio » awenne così. Nella imponente cornice costituita da poco meno di trentamila spettatori — pubblico da incontro internazionale — e mentre Q cassiere sta contando i 272 biglietti da mille affluiti al suo ufficio, le squadre si allineano tn campo. Manca nelle file del Milan nientemeno che il capitano, l'anziano, il coordinatore, Bonizzoni, feritosi in allenamento. Lo sostituisce un giovane che non ha mai giuocato in prima squadra, Berrà, originario del Vigevano. L'Ambrosiana ha la precisa formazione delle ultime vittoriose partite. Contiene la prima irruente e pericolosa folata dell'avversano, e va presto all'offensiva, l'Ambrosiana. Olmi gìuoca con autorità, i due terzini mostrano sicurezza sulla palla, le due mezze ali fanno a dovere il lavoro di spola, le due ali sfoggiano intraprendenza e velocità. L'intera squadra mette in luce mobilita e padronanza della palla: più che giuocar bene, giucca con buona uolontd ed impegno. Alla prima occasione in cui è chiamato all'opera, Frossi batte nettamente in velocità mediano e terzino, pianta tutti in asso, e per poco non segna. La seconda volta in cui lo s» serve, scatta ancora forte, avanza veloce e poi si ferma stroncato: strappo o distensione muscolare alla gamba destra. Zoppicherà, come trascinandosi dietro una catena, per tutto il rimanente della par tita.. , La quale partita non riesce a farci vedere violto di speciale, »n questo primo tempo. La difesa milanista ha il sole negli occhi e ne soffre visibilmente. E l attacco, dove Capra zopi>'.ca lux pure e dove Baffi si indugia in lavoro minuto, non -lesce a spuntarla, tenuto, come è, a freno da una difesa che non fa complimenti e gode del vantaggio generale della situazione. La fisionomia dell'incontro e, a questo punto, determinata da una superiorità dell'Ambrosiana, che va prendendo coll'andar del tempo forma sempre più concreta, ma che a risultati positivi, a conclusioni pare proprio abbia incapacità di giungere. Dominio, superiorità, tutto quello 'che si vuole, ma palloni in rete nessuno. Un'ottima occasione si presenta a Colli e la giovane mezz'ala esita come oppresso dalla responsabilità del momento: finisce per sparare alto sopra il palo. In un'altra situazione favorevole, creata da centro di Locatelli, due, tre neroazurri ad un paio di metri dalla porta non riescono a deviare in rete. Di tiri, da parte degli attaccanti, quasi nessuno. Un tiro splendido, invece, da parte di un mediano. Antona, una cannonata bassa, che, toccata dal piede di un difensore, fila direttamente verso l'angolo della rete: Zorzan risponde con un gran balzo deviando a lato. Parata da maestro Peruchetti pure deve, di tempo in tempo, sbrigare lavoro di qualche difficoltà, che il Milan tiene tuifaltro che contegno passivo o rassegnato, ma non vi è dubbio, la superiorità, per quanto sterile, è, finora dell'Ambrosiana. Un vero assedio in certi momenti. Il punto di Capra Si giunge in bianco all'intervallo. E, dopo il riposo, si riprende. E' qui che viene il belio, il nuovo, l'importante. Fin dalle prime battute, la musica cambia. Non è più l'Ambrosiana che controlla il giuoco e domina, è il Milan che detta legge e la fa da padrone. I rosso-neri appaiano trasformati. Hanno mutato tattica. <Han cambiato disco», come sussurra 'un umorista. Il Milan itoti: glvincsetpptdcsavmvnssdsvsl'ssztommp^msptncadtmAaszspEtinptnnzblvbpupvsdPtsncdms , giuoca più rannicchiato in difesa, ligio quasi al tono dettato dall'avversario. Va all'attacco, lui, ora, in atteggiamento di sfida. E lo fa nel suo tono migliore, in quel vecchio suo tono per cui andò famoso, quél tono che ha dell'energico e dello sbarazzino nello stesso tempo e che pare fatto apposta per mettere in imbarazzo chi sta più in alto nella graduatoria della tecnica. Giuoco largo, in profondità, con deciso impiego dèlie ali, con improvvisi rovesciamenti di situazione, con appello al cuore, alle risorse della generosità è della velocità. Di cincischiamenti, nemmeno più l'ombra, adesso. E' il vero Milan che giuoca ed incatena l'attenzione. L'Ambrosiana, come colta alla sprovvista dal cambiamento di situazione, traballa, tentenna, si dimena incerta', Finisce per lasciarsi travolgere. Olmi entra a vuoto; i terzini non hanno più che situazioni difficili da sbrogliare; l'attacco,, rotto e spezzettato, cessa quasi, a lunghi tratti, di esistere. L'intera squadra nero-azzurra annaspa, brancica nel ^vuoto: cerca di afferrare e tener fermo un avversario che continuamente le sfugge. Corrono più volte rischio di capitolare, i nero-azzurri. Bu una ^punizione» concessa fuori del limite dell'area di rigore, Boffi sferra un tiro di rara potenza e precisione. Peruchetti st distende tn aria quanto è lungo, ed1 arriva, come per miracolo, a deviare in angolo. Poi Capra, sgusciato via da solo, è fermato un paio di volte da Setti in modo sfiorante i limiti della regolarità. A tratti, la Ambrosiana si divincoZa, torna all'attacco, tenta di riorganizzarsi, giunge fino ad impegnare Zorzan. Sempre viene fermata e risospinta verso la sua metà campo, come da una forza superiore. E' nettamente superata in velocità, battuta in iniziativa, dominata in tattica. Ed a nove minuti dal fischio finale, avviene quello che solo i non presenti non s'aspettano. Uno dei tanti attacchi milanisti sulla sinistra. Duello fra Arnoni e Bonocore, in cui pare che il nerazzurro debba spuntarla. Sul più bello piomba inaspettato fra i due litiganti, Gabardo, spodesta l'avversario mentre questi sta per liberare, avanza ai due passi, in piena area, e spara. Dal tiro esce un centro verso la destra, quasi perfetto. Sopravviene Capra: una violenta testata, dall'alto in basso, e la palla è in rete ben fuori della portata del braccio destro di Peruchetti. Un punto ' in cui entrano, come collaboratori, la decisione, il'caso, il fiuto, la precisione, di tutto un po'. Un punto che conta e. pesa. Il settore milanista del pubblico — facciamo metà e metà, e diciamo quindicimila persone — pare impazzito. L'altro stlCllslpfnttdpcduccccGtmmggcvsrcodUsslsCam«èzttcqpvAdemzftlcelsdlUzgssl settore pare annientato, paralizzato. Quindicimila muti, quindicimia invasati. Compiacenze dell'altoparlante... Nei nove minuti che mancano, l'Ambrosiana si riversa tutta all'attacco e per qualche poco costringe il Milan in difesa. Una bella rovesciata di Meazza è la cosa più chiara di questa disperata offensiva destinata a sfociare nel nulla. L'Ambrosiana è battuta. Partita avvincente, interessantissima. Due tempi in netto contrasto di andamento, due squadre dalle caratteristiche opposte, una partita tutta combattimento, il crollo di un capolista, la vittoria della semplicità e dell'ardimento, un finale drammatico. Un cerino che cade acceso nella materia combustibile dell'interesse del campionato. Ed un pubblico che è uno spettacolo a sè. Gli interessi dei due partiti in lotta facevano a pugni fra di loro: ma di incidenti non avvenne nemmeno l'ombra. Al termine della gara, mentre il partito rosso-nero giubilava ed osannava, la lunga corrente nero-azzurra che sfilava verso l'uscita mesta ed accorata, si fermava di botto alle prime parole dell'altoparlante: come se il comandante della colonna avesse ordinato l'alt. Sélva di orecchie diritte. « Liguria batte Genova ». Urlo colossale. Trapasso dalla desolazione alla gioia. Funerale trasformato istantaneamente in allegra dimostrazione. Metamorfosi spassosa. Tutto non era perduto. Che santa istitusione le disgrazie altrui! Quando il tono* di un combattimento è, come ieri, quello del « crescendo » ed il secondo tempo è migliore del primo, e le emozioni'si fanno irìù frequenti ed intense vèrso il termine, ed il risultato trova consacrazione, come il coronamento di un grande sforzo, quasi alla battuta finale, le impressioni che rimangono sono inevitabilmente le ultime. E queste si riassumono in una Ambrosiana dall'inizio spavaldo, dalla condotta di gara incoerente, e dal finale sfasato ed abulico. Una Ambrosiana con parecchi uomini lontani dalle migliori condizioni di forma — Ferrari, Meazza fra altri — ed un giuoco che da tecnico non è, e da gladiatore non lo è nemmeno. Ed un Milan che comincia male, quasi soggiogato, e si risolleva di colpo tornando allo stile di giuoco più consono al suo temperamento, quello che non dovrebbe mai abbandonare, quello che le diede fama e simpatie. Un Milan che risolve una situazione delle più complicate con un geniale e subitaneo ritorno alla schiettezza ed alla semplicità di stile. Un Milan che ha meritato l'ambito successo ottenuto. Vittorio Pozzo eDfDmrdazddcdcmspccvmg

Luoghi citati: Dolo, Genova, Liguria, Milano