Quella finestra

Quella finestra Quella finestra C'è una vecchia casa in vendita; il notaio dice che, chi la compra, farà un affare d'oro. — Se bì tratta di un affate d'oro, facciamolo, — dice risoluto Gian Giacomo, offrendo il braccio alla moglie, grossa e zoppicante. Dal notaio, la coppia ha una sorpresa, viene. a sapere, che la casa in questione è nientemeno quella che abitavano loro due quand'eran giovani: Maria Teresa che era ricca, al piano nobile', Gian Giacomo, che era povero, all'ultimo. . — Quale combinazione 1... — esclama Maria Teresa e batterebbe le mani come una bimba, se non si appoggiasse da ima parte al marito, dall'altra al bastone — Non ti spiacerebbe Gian Giacomo andare a darle un'occhiata! Al marito non dispiace, tanto più che la casa è vicina. Pian piano i due coniugi vi arrivano, entrano sotto l'androne, guardano di qua e di là, lè scale, la gente, il cortile. La portinaia esce accigliata a osservarli, ma si rassicura ben presto. Son signori, costoro, e forse saranno i suoi futuri padroni: lui alto e magro, lei piccola e corpulenta, ma ugualmente, riccamente impellicciati. — Ah, Gian Giacomo, la vedi quella finestra?... Non ti dice nulla?... Non ti ricòrdi?... Maria Teresa, alzando il bastone a indicare una finestra del piano nòbile dalla parte del cor ■tile opposta all'androne, palpita e ansima per Un'emozione trop po forte. — Quella finestra!... Era la stireria. Io mi andavo a cacciarla per vederti passare. Tu sbucavi dalle scale, attraversavi il cortile, sparivi sotto il portone ; oppuri arrivavi dalla strada, 'attraversavi il. cortile e infilavi le scale. Io sapevo tutte le ore pre cisé delle tue entrate e delle tue uscite. E questo da quando... Si, dalla prima volta che tu mi ave vi fatto un cenno di saluto. Ti ricordi ?.v Prima un cenno di saluto, timido, quasi riservato, poi certe scappellate da impressionare, infine certi sorrisi... che erano tutto un linguaggio d'amore. Eh, se non fosse stato per quella finestra, quando l'avvocato amico del tuo principale volle portarti dal mio papà e proporti come pretendente alla mia mano, non ti avrei accettato. Mi pareva tanto che tutti pensassero soltanto alla mia dote... Ma appena ti vidi, pensai ai tuoi sguardi, ai tuoi saluti... Ti rammenti, Gian Giacomo?... Gioiosamente, ella alza il capo a guardare il marito e spia, sul suo viso, il sorgere di quel lontano ricordo che stenta a spuntare, e che solo pigramente invade di ,un riflesso malizioso gli occhi chiari e brillanti del vecchio signore. Troppo, malizioso quel riflesso !... Maria Teresa vede, con sgomento, scintillare, in quel viso, un che di beffardo e di diabolico, come tanti anni fa, quando Gian Giacomo era così allegro e cobi infedele, tanto che le amiche di lei, furiose, inveivano sempre contro la sua indulgenza, la sua bontà, la sua assurda manìa di perdonare tutto. — Mi ricordo, adesso, sì, mi ricordoI... . ' ' ■ v Egli ride e sembra che dall'alto lasci cadere sulla moglie una allegria maligna che fa un poco paura. — Sicuro... Tutte le• volte che uscivo e che rientravo alzavo il capo a quella finestra... Ma non alla tua, a quella sopra, al terzo piano. C'era'là una cameriera che era un amore, una. bellezzina bruna che incantava.... Veniva a trovarmi spesso nella mia ' soffitta, era la mia.amica. E io la salutavo, passando. Le scap peliate!... Le facevo per buffo nata... E tu credevi che fossero per te, come i sorrisi, gli sguardi, i saluti?... Oh povera la mia Maria Teresa, sei sempre stata una grande ingenua ! Non è vero che sia sempre stata una grande ingenua pensa Maria Teresa improvvisamente agghiacciata, ma allora sì, lo è stata. Ha creduto, si è illusa. Era la prima volta. Si sapeva piccola, pingue e senza grazia, era certa che nessuno l'avrebbe amata mai; ma a lui, a Gian Giacomo, ai suoi sorrisi, ai .suoi saluti, aveva creduto. Era stato quello il suo grande, il suo unico amore. — Povera Maria Teresa!, egli dice seguitando a ridere, ed ella non osa ribellarsi' a quel riso, tenta anzi di secondarlo, quan tunque senta, dentro, un dolore di ferita profonda, crudèle, inguaribile'. Era l'unica cosa pre zacasastacstfcnlucuvdrvtshehcdcsèdèdnnldtolpssmuncltvtqtf ziosa che avesse nel suo passato di donna brutta, quel ricordo, l'unico tesoro, l'unico punto luminoso della sua vita, l'unica sua vittoria sul destino... — E tu credevi, eh?... — Io credevo, figurati'... — Che cosa buffa, no?... •— Buffissima!... Egli è sempre stato così, senza discrezione .nei suoi trionfi crudeli. Ella pensa che allora, all'offerta di sposare quella grossa ragazza con dote, egli si sarà stretto nelle spalle. — Se è un affare d'oro, facciamolo. Così certo avrà detto, risoluto e nello stesso tempo noncurante. Che forza in quell'essere deciso a vincere !. — Io non ti avevo detto nulla, non ti avevo fatto promesse ne lusinghe. Io son sempre stato chiaro e franco!... — Oh, certo, certo, — dice umilmente Maria Teresa, che vorrebbe andarsene e non sorridere mai più, è piangere di na¬ scosto le sue ultime lacrime. — Senza quella finestra tu avresti detto di no, eh Maria Teresa?... — Eh forse avrei detto di no... . —_ Avresti avuto questo coraggio?.,. — Forse l'avrei avuto. E' strano che questa affermazione metta di cattivo umore Gian Giacomo, gli faccia brillare gli occhi di una luce cattiva, piena di risentimento, quasi di collera. • — Sciocchezze!... Che avresti voluto?.... — Che tu avessi guardato alla mia finestra, Gian Giacomo! Il destino si è burlato di me!... —- Niente affatto !... Sei tu che ti sei burlata del destino. Dopo tutto, non ho mica sposato la camerierina bruna, ho sposato te. E il nostro matrimonio non è stato sbagliato, tutt'altro! Questo è-vero. E' stato un buon matrimonio il loro, le amiche le han sempre invidiato il suo bsmmne bel marito gaio e attivo anche se sovente infedele. E i loro tre bei ragazzi che si son fatta strada nel mondo, non contano nulla? E le nuore e i nipotini che tutti'ammirano e decantano?... Non sono trionfi questi? A poco a poco il grasso viso di Maria Teresa torna roseo e raggiante, ella si mette a ridere, a ridere sempre più forte e alza e appunta il bastone verso quella finestra. — E' vero, sono io che ho burlato il destino !... — Oh, tu, con le tue arie di acqua cheta, sei. sempre stata una famosa burlona !... La vecchia coppia a lenti passi torna indietro, va sul marciapiede, arriva al viale, s'incammina verso casa. — Al notaio telefoneremo poi — dice Maria Teresa. — Ma se l'affare è d'oro, si farà — conclude risoluto Gian Giacomo. Carola Prosperi