I PASSI FRANCESI a Berlino e a Vienna

I PASSI FRANCESI a Berlino e a Vienna I PASSI FRANCESI a Berlino e a Vienna alu :a di ufficiosi e ore «fi estremisti a e e o i Parigi, 18 febbraio. Gli organi parigini presentano i due passi compiuti a Berlino dall'ambasciatore di Francia Poncet e a Vienna dal Ministro Puaux come un segno della reazione francese che comincia a precisarsi. Se dobbiamo credere al Petit Parisien, l'ambasciatore Poncet ha attirato, durante la conversazione avuta con lui, l'attenzione del ministro tedesco degli esteri Von Ribbentrop, sulla penosa sorpresa causata in Francia dalla intimazione di Berchtesgaden e dagli eventi di Vienna. Il rappresentante della Francia ha inoltre ricordato al capo della diplomazia del Reich che la Francia continua ad attribuire molto Interesse al mantenimento della Integrità e indipendenza dell'Austria. Il Ministro francese a Vienna avrebbe dichiarato alla Ballplaz che il governo francese considerava sempre l'esistenza dell'Austria come uno degli elementi ■ essenziali dell'equilibrio europeo. I passi «informativi» fatti' a Berlino ed a Vienna dai rappresentanti della Francia nonché da quelli dell' Inghilterra hanno dunque avuto per oggetto di ottenere dai due governi in causa le informazioni necessarie, affinchè le posizioni assunte possano essere chiaramente precisate. Il Temps ammonisce che conviene esser pienamente informati prima di sviscerare le conseguenze che derivano dai mutamenti di Vienna, ed esaminare realisticamente l'atteggiamento da adottarsi in presenza di un fatto nuovo di tanta importanza circa il quale i governi britannico e francese, si mantengono in stretto contatto. Il giornale consiglia a non accogliere che con riserva la voce secondo la quale il rimpasto del gabinetto, austriaco sarebbe seguito a breve scadenza da accordi particolari d'ordine monetario ed economico, equivalenti ad una unione doganale appena mascherata fra la Germania e l'Austria e, persino, da un accordo militare. Il Temps non esclude che questi possano essere degli obbiettivi a scadenza più o meno lunga fissati alla politica tedesca, ma nulla autorizza a ritenere in questo mo mento che il Governo di Berlino voglia esercitare in tal senso la sua "pressione' sull'Austria. Segnalando poi che a Vienna si smentiscono formalmente queste voci e sì persiste nell'affermare che l'ac cordo dell'll luglio 1936 sussiste integralmente e che le relazioni austro-tedesche continuano a svi lupparsi sulla base e nella cornice di questo, il Temps aggiunge che tutto dipende dal modo con cui si intende interpretare i principi! e i metodi con i quali si vuol assicurare una stretta collaborazione del due Paesi salvaguardando la indipendenza dell'Austria. Il discorso che il Cancelliere Hitler deve pronunciare il 30 corrente proietterà senza dubbio un po' di luce su questo punto capitale, ma questo discorso non potrà essere interpretato con la mas sima esattezza se non si sarà prima informati in modo preciso delle posizioni nuove che sono state prese. La misura osservata nel suo articolo dal Temps non è — vi è forse bisogno di dirlo? — seguita affatto dagli organi di estrema sinistra più che mai violenti contro Berlino e contro Roma. I paesi delle democrazie arrivano sempre in ritardo Vienna, 18 febbraio. II discorso di Hitler al Reichs tàg concluderà dopodomani Ja storica settimana aperta a Obersalzberg: in otto giorni sono avvenute molte cose e in Austria si attende di sentire dal Cancelliere tedesco che le cose avvenute gio veranno allo sviluppo futuro dei rapporti fra i due Paesi fratelli ed assicureranno all'Austria una più calma vita. I due poli Di colpo, 1 poli verso i quali guarda l'opinione pubblica austriaca sono diventati Berlino e Roma: non che verso di essi prima non si guardasse, però si guardava pure verso' Parigi, verso Praga e verso Londra, mentre adesso si ha la sensazione che in queste tre capitali si è fatta una politica austriaca dalla quale l'Austria non poteva ricavare nul la di concreto. Nessuno si preoc cupa dei comunicati ufficiosi in cui è detto che a Praga « si giù dica la situazione senza soverchio pessimismo », e dei passi diplomatici compiuti a Berlino dall'Inghilterra e dalla Francia — passi dei quali oggi il Governo austriaco è stato informato dai rappresentanti dei due Paesi nella-consueta forma — si prende semplicemente nota. Le dichiarazioni di Eden alla Camera dei Comuni appaiono vaghe e anodine e si disapprova il tentativo del Ministro degli Esteri britannico di mostrare l'Italia come l'unica grande Potenza europea interessata alle sorti dell'Austria; così, tirando le somme, si giunge alla conclusione che il Cancelliere Schuschnigg ha dato prova di coraggio morale e di onestà politica intendendosi in modo aperto e franco con Hitler ed eliminando una volta per sempre la possibilità che l'interpretazione dell'accordo dell'll luglio fosse feconda di equivoci. La Neue Freie Presse, il gior¬ noèsaczassssz è e n o a e e e e a e n r o ¬ nale che gode fama di anglofilo, osserva, deplorandolo, che Eden si è deciso piuttosto tardi a riconoscere, con i suoi recenti discorsi alla Camera del Comuni, essere la collaborazione delle grandi Potenze il saggio modo di porre fine allo smembramento dell'Europa; simile necessità negli ultimi anni si è manifestata da varie parti, ma purtroppo a Londra ' non si è sempre attribuito alla cosa la giusta importanza. « In caso contrario, — dice la Neue Freie Presse — se si fosse capita tutta la gravità della situazione, si sarebbe dovuto fare una diversa politica abissina. Dopo la creazione dell'Impero Romano sarebbe stato, ad esempio, consigliabile ricavare le opportune conseguenze' e mirare alla normalizzazione dei rapporti italo-inglesi. Ugualmente l'Inghilterra avrebbe avuto occasione di giudicare con obbiettività il bisogno tedesco di colonie, avviando una seria discus sione sul problema e conferendo un diverso aspetto ai rapporti fra Londra e Berlino. In questo modo si sarebbe probabilmente riusciti di colpo ad avviare una intesa delle quattro grandi Potenze europee e ad. impedire per lo meno le sorprese. Adesso le parole di Antony Eden suonano riconoscimento tardivo di quello che si sarebbe potuto e dovuto fare: e cercherà ora la politica inglese di agire In conformità rimediando ad errori innegabili? Una specie di concerto europeo si dimostra ormai ur gentemente necessario: in un passate alquanto lontano l'esperienza con esso fatta non fu troppo cat tiva ». Gli amnistiati se ne vanno In serata sono terminate a Vienna le operazioni di rilascio a piede libero dei settecento detenuti politici i quali hanno beneficiato dell'amnistia; dai penitenziari di provincia acmo anche Uscite 50 perso ne a suo tempo condannate per aver preso parte al putsch del lu gito 1934. Provvisto di denaro, questo gruppo di amnistiati, la cui precedente attività politica non lascia apparire consigliabile la permanenza In Austria, è già partito per la Germania con alla testa ring. Tavs. Il signor Leopold si è aggiunto alla comitiva oggi e si dice che egli abbandoni l'Austria rifiutandosi di riconoscere la sua destituzione da capo del Partito nazionalsocialista austriaco pronunciata dai competenti organi del Reich; il rifiuto non potrà tuttavia mutare nulla, essendo chiaro che il Cancelliere Hitler terrà fede alle promesse fatte a Schuschnigg per fare uscire l'elemento nazionalista tedesco in Austria dallo stato di illegalità nel quale esso dovè vivere fino al 12 febbraio. Il dott. Jury, altro excapo del nazionalsocialismo austrìaco, è entrato nell'organizzazione del Fronte patriottico per assumere, si potrebbe dire, la carica di relatore'per 11 problema della pacificazione interna tenuta dal dott. Seyss-Inquart fino al giorno della sua nomina a Ministro degli Interni. Sono da ritenere prossimi provvedimenti intesi a favorire l'auspicata normalizzazione anche mediante la stampa. Italo Zingarelli L'attività dei nazisti austriaci ammessa nei limiti della Costituzione Berlino, 18 febbraio. A tarda ora l'Agenzia ufficiosa del Reich dirama 11 seguente comunicato: « In base agli accordi intervenuti in data 1S febbraio tra il Fuhrer e Cancelliere del Reich e il Cancelliere' federale Schuschnigg, é data ora anche ai nazionalsocialisti austriaci la posisbilità di una attività legale nel quadro del Fronte patriottico e di tutte le istituzioni austriache. Tale attività, a parità con tutti gli altri gruppi, può tuttavia essere spiegata soltanto nell'ambito della Costituzione la quale, ora come prima, esclude i partiti. Da parte del Reich, in applicazione del vigente divieto, vengono prese misure le quali escludono un'ingerenza degli organi del partito nelle faccende interne austriache, e ciò allo scopo di contribuire a un pacifico sviluppo delle cose. Un comunicato dello stesso tenore viene diramato dall'Ufficio stampa del Governo austriaco ». hCgdptndnlacmnngflI colloqui di Seyss Inquart nella sua visita a Berlino Berlino, 18 febbraio. II ministro degli interni austriaco Seyss Inquart ha avuto colloqui con il luogotenente del Fuhrer, Rodolfo Hess, e con il capo regionale della Gioventù hitleriana, Lauterbacher. {Stefani). Le udienze del Duce Roma, 18 febbraio. Il Duce ha ricevuto 11 giornalista dottor Giuseppe Bucciante, il quale gli ha fatto omaggio della annata 1937 della rivista «li Mediterraneo » da lui fondata e diretta. Il Duce si è compiaciuto per gli scopi ed i risultati raggiunti dalla pubblicazione. Il Duce ha poi ricevuto 11 professor Oddone Fantini, il quale gli ha fatto omaggio della collezione dell'Universalità fascista ». Il Duce ha Infine ricevuto il ; professor Paolo Revelli, ordinario !di Geografia all'Università di Ge\ nova, il quale gii ha fatto omaggio di un importante ed esauriente volume su Cristoforo Colombo i e la scuola cartografica genovese.