Rappacificazione nel gabinetto inglese

Rappacificazione nel gabinetto inglese Rappacificazione nel gabinetto inglese L'impudica altalena della stampa e l a a a e i o > e o niien e a. na an e e e nLondra, 15 febbraio. La minacciata crisi ministeriale si sta — come avevamo previsto — componendo. E' bensì vero che si parla ancora e molto di certi movimenti o rimpasti in alcuni Dicasteri — oggi fra i probabili rimescolamenti si è aggiunto al Ministero dell'Aria quello delle Colonie — ma sul fatto maggiore, quello di.un conflitto di Idee fra Chamberlain ed Eden, si sta calando il sipario. Gli stessi giornali che avevano pronosticato le dimissioni di Eden a sette giorni data, ammettono oggi che la cosa è stata aggiustata in famiglia e che 11 Gabinetto è solido — come dicono qui per dire solidale — quanto roccia a roccia. Non vogliamo per ora dare una interpretazione a questa saldatura. Essa è stata fatta al calore di una situazione internazionale molto complessa, situazione di cui il problema mediterraneo e 11 riconoscimento dell'Impero non sono altro che aspetti. Ma in politica si guarda ai risultati, non alle cause; e, ignorando candidamente queste cause, restiamo in attesa dei risultati. Il buco c'è Ed ecco come i due giornali che sono stati all'avanguardia nel denunziare la frattura ChamberlainEden, calano la tela su questo retroscena. Ecco cosa dice 11 Daily Express: « Nella giornata di ieri, il Primo Ministro ha avuto contatti con diversi componenti del Gabinetto e questi colloqui hanno eliminato alcune delle difficoltà che minacciavano una scissione nel Governo. Oggi è possibile affermare che: 1.) Eden non insiste più nel chiedere che la sistemazione del problema dei volontari in Spagna debba precedere l'inizio del negoziali con Roma; egli, tuttavia, chiede che la soluzione di tale problema sia Inserita in qualunque accordo italo-inglese; 2.) nessun accordo è stato raggiunto circa il veto di Eden per un pronto riconoscimento dell'Impero italiano; 3.) mentre l'urto fra il Primo Ministro ed Eden è ora meno acuto, i partigiani dell'uno e dell'altro sono ancora da persuadere. Presto o tardi ci dovrà essere imo schieramento dei -vari- membri del Gabinetto in favore dell'una o- dell'altra tesi e se il Primo Ministro e 11 Segretario agli Esteri riusciranno a raggiungere un accordo completo, i parteggiano di ciascuno probabilmente li imiteranno ». Il commento a questo brano è facile. Basta muovere di poco il vecchio detto italiano: «Il buco c'è, ma non si deve vedere ». E con questo non si vuol dire affatto che gli inglesi, dal loro punto di vista, abbiano torto: In questo momento in cui gli eventi politici di Europa girano Intorno ad un asse che non è più come era 20-4060 anni or sono, l'asse LondraLondra, gli inglesi hanno 11 dovere di mostrarsi concordi e solidali come — per dirla alla loro maniera — due dita della stessa mano. ' E leggiamo ora 11 Daily Mail, 11 primo foglio che ha stampato la Informazione sul dissenso Cnamberlain-Eden: «Una franca conversazione fra il Primo Ministro e il Segretario agli Esteri — scrive il giornale — ha messo fine alle divergenze del Gabinetto: questo era il desiderio personale e di .Chamberlain e di Eden ». ( Il giornale di Lord Rothermere, dopo aver detto che domani 1 problemi di politica estera saranno esaminati in modo esauriente durante il solito consiglio di Gabinetto del mercoledì, scrive che « in seguito a quelle franche e personali conversazioni, è probabile che non sorgano In seno al Gabinetto difficoltà per riconosoere finalmente la sovranità italiana sull'Etiopia ». Lo stesso giornale, riferendo sii umori del Parlamento, dice che m-.i corridoi di Westminster la maggioranza governativa mostrava unanhrumente di desiderare che il Gabinetto resti unito e che le conversoz'r-ni con Roma siano affrettate, giacchè esse possono creare f-avoievo". contatti Internazionali e infine eliminare la tensione europea. Dopo di ciò 11 giornale dice che un rimescolamento di certi porta¬ fomriristqinilvrodesasedscs«insl'cbppocrccmsltnpPsctcAalstpsdpldmslq d e o è l o E o o i n e a 1 a a o — el o di e, oo uie re ifilii -.i ga il ntre li uhe a¬ fogli governativi è cosa più che mai certa. Il quotidiano si riferisce a sostituzioni, promozioni o rimozioni nelle direzioni di dicasteri tra i quali non è compreso quello degli esteri. Sul resto della stampa londinese in argomento c'è niente o quasi: il Daily Herald annuncia che giovedì un deputato socialista interrogherà il Primo Ministro per chiedere se il discorso sulla politica estera del Governo tenuto da Eden a Birmingham sabato sera rappresenta un modo solidale di vedere del Gabinetto. E il giornale si dice sicuro — come del resto sono sicuri tutti — che Chamberlain risponderà con un monosillabo, « yea ». Variazioni abissine Tra la stampa delle Provincie è interessantissimo — non usiamo il superlativo senza intenzione — l'editoriale della Yorkshire Posi che ha per titolo « L'Italia in Abissinia». Abbiamo compreso dalla prima parola all'ultima le ragioni per cui il giornale edenista scrive oggi questa colonna: ed è perchè comprendiamo le necessità preparatorie del quotidiano di Leeds che gli perdoniamo, meno due, le castronerie che ha stampato stamane. Esso Incomincia con questa sentenza: « L'occupazione della- capitale e la fuga dell'imperatore hanno segnato il principio, non la fine, dello sforzo italiano per la conquista dell'Abissinia ». Prima di tutto questa non è una scoperta: tuttavia per un giornale che durante le sanzioni aveva autorevolmente previsto che prima che Badoglio arrivasse ad Addis Abeba, Mussolini avrebbe dovuto arrivare alla Canossa ginevrina, la sentenza di cui sopra può costituire, nell'Intenzione dell'ispirato autore, una concessione. E prendiamola pure in tal senso: e saltiamo pure tutti quei periodi dell'editoriale in cui si cerca di far pesare sul piatto inglese della, bilancia il riconoscimento da parte di questo Governo — riconoscimento che, per inciso, « sarebbe seguito, per conseguenza, da quello francese e probabilmente da quello degli Stati Uniti » — e sai-, tiamo pure quel che dice a proposito della Spagna, ma non possiamo lasciar passare quel che scrìve accennando, agli sviluppi nell'Europa centrale. Noi chiamiamo a testimoni tutti quelli che ci hanno letto e tutti quelli che ci hanno ascoltato perchè dicano se — da quella notte sulla domenica del 6 febbraio nella quale il Sunday Times è saltato fuori con la informazione < avuta da alto loco » sulla possibilità di un accordo italo-inglese — a noi è mancato, da allora a oggi, quel senso di responsabilità e di controllo senza il quale sarebbe stato perfettamente lecito dire — per implicita ammissione degli stessi giornali di qui — che sono stati l movimenti governativi decisi'da Hitler il 4 febbraio a far stendere la mano londinese verso Roma. Oggi di fronte al cambiamento delle carte in tavola operato dalla Yorkshire Post abbiamo 11 dovere di dirlo. E consideriamo come una delle maggiori soddisfazioni mai avute durante la nostra quotidiana fatica, quella di dare lezione di fair play a chi pretende di distribuirne a dritta e a manca, In sù e In giù. Leo Rea Un articolo deli'«Osservatore» e la malafede britannica Roma, 15 febbraio. L'organo vaticano, in un articolo di fondo, commentava il discorso del signor Eden a Birmingham come un indice di una promettente distensione internazionale. Non resta che augurarci — concludeva 10 'scrittore —r che sì concordi parole determinino fatti concordi. In una parola l'Osservatore Romano, come altri giornali, si mostrava ansioso più per i fatti avvenire che per le parole del signor Eden anche se potevano sembrare belle. Questo scritto dell'Osservatore è stato ipso facto artificiosamente sfruttato dal coro britannico. * Il Papa appoggia Eden, scrive 11 Daily Telegraph, precisando che lo stesso Santo Padre ha visto le bozze dell'articolo in parola. Di seguito altri fogli stamburano sullo stesso tono lo scritto. E' evidente la malafede dell'interpretazione fantasiosa che all'editoriale dell'Osservatore si è voluta dare a Londra. Sembrerebbe che, passati al vaglio tutti gli scrìtti, non fosse rimasto altro ai soliti fogli britannici che adattare al dosso del signor Eden l'articolo del giornale della Santa Sede. Rimandiamo gli autori di simili commenti alla lettura attenta dell' articolo. L'editoriale vaticano non offre materia per giustificare gli svolazzi della stampa inglese, e certamente l'Osservatore Romano sarà H primo a sorprendersi di tali interpretazioni. Ad ogni modo si rileva la cura di ambienti britannici che per .avvelenare l'opinione pubblica, non perdono battuta: dipingere il Papa come un sostenitore del signor Eden, francamente non è fargli fare una bella fi* gura ed è anzi una irriverente manifestazione. L'arrivo al Brasìle'dei sottomarini costruiti in Italia Rio de Janeiro, 15 febbraio. Tre sottomarini costruiti in Ita» lia per conto del Brasile sono giun* ti oggi a Recife;

Persone citate: Badoglio, Chamberlain, Hitler, Leo Rea, Mussolini