LA NOSTRA VITTORIA NEL " FONDO,, e quelle tedesche nella discesa a Garmischi

LA NOSTRA VITTORIA NEL " FONDO,, e quelle tedesche nella discesa a Garmischi Rassegna cimilo sci ewojjeo | LA NOSTRA VITTORIA NEL " FONDO,, e quelle tedesche nella discesa a Garmischi Enrico Silvestri, istruttore capo della equadra che trionfò l'anno scorso nella pista olimpica militare, ha iniziato per conto de «La Stampa» un esame della tecnica e dell'organizzazione sciistica europea, che proseguirà presenziando alle prossime manifestazioni nordiche. Questo suo primo -articolo prende in considerazione i risultati della recente riunione di Garmisch. Le gare di Garmisch ci impongono alcune, considerazioni di carattere tecnico che sarà bene esaminare attentamente per poter trarne quegli insegnamenti che possono servirci per l'avvenire ad evitare errori sempre dannosi. Lo sci italiano deve continuare a progredire sulla via maestra delle affermazioni clamorose che il trionfo della pattuglia militare nelle Olimpiadi del 1936 ha Inaugurata, e che Gerardi e Demetz, con la vittoria nei 18 Km,, che ha messo a rumore tutto il mondo sportivo dello sci, hanno dimostrato di voer seguire. Interrompendo per la seconda volta a Garmisch la dominazione nordica, indiscussa ed Indiscutibile fino ad oggi, nelle gare di fondo e di gran fondo, l'Italia si é arrogato 11 diritto di rappresentare le forze sciistiche delle nazioni che fin qui erano rassegnate a considerare 1 corridori norvegesi, finlandesi e svedesi come modelli Insuperabili. Contro l'idolo nordico E' un rude assalto sferrato da un popolo giovane, che possiede nella forza ancora un po' primiiva e greggia del suoi valligiani riserve tali di energie dà autorizzare la speranza che si possa compiere il miracolo di rovesciare dal uo piedestallo l'idolo nordico. Se difficile è la conquista del primao sportivo, ancor più difficile è la difesa, quando l'attaccante dimotra di buttarsi nella lotta con la disperata energia e l'indomita voontà di affermarsi che anima gli atleti dell'Italia nuova. Duello implacabile e furibondo fra italiani nordici a Garmisch nel 1936 e nel 1938. Due risonanti vittorie taliane: due buone spallate alidolo, che ha visto le sue schiere piegate in quelle gare in cui si redeva più sicuro della propria uperiorità. XI tricolore italiano, ventolando sul più alto pennone ello stadio olimpico di Garmisch nel 1936, fra le bandiere di Finandia e di Svezia, aveva già anunciato al mondo la strabiliante otizia che lo sci alpino era in marcia per la conquista del primato sportivo che gli italiani riendicano per le superiori virtù ella razza. Esaminiamo ora brevemente, ulla scorta dei risultati ottenuti, e é vero che slamo già in grado i sbaragliare, ' nelle gare di fono, il fiore delle forze sciistiche el nord che il primato in periolo alleerà contro di noi. Cercheemo di essere obbiettivi; meglio ncora, ci sforzeremo di essere un ochino pessimisti. Nella valutaione degli avversari, alla vigilia i una lotta implacabile e deciiva, anche una piccola dose di essimismo può servire ad evitae delusioni. Tutti i competenti redevano nella vittoria del noregesi, che avevano mandato a Garmisch un materiale di primo rdine. Iversen, che corre con failità e scioltezza, é senz'altro una edetta della sua terra. Fredriken é pure molto ben considerato. Grottumsbraaten e Grothe sono iovani promesse dalle quali molo si attende in Norvegia. E alloa? Sconfitta senza attenuanti di n esiguo numero di campioni, che anno avuto forse 11 torto di prenere il confronto un po' alla legera, e che sono calati in Germaia confidando più nel prestigio el nome e del loro passato, che ella meticolosa messa a punto el grado di forma. E' tutto quelo che si può concedere. Slamo periò convinti, (ci si perdoni la noa stonata di origine un po' pesimistica, come abbiamo sopra remesso) che tutt'altra impresa arà battere una squadra rappreentativa norvegese, selezionata ttraverso il metodico e proficuo avoro dell'allenamento collegiale. Senza illusioni Noi abbiamo mandato a Garmisch una vera e propria rappreentanza nazionale, preparata con molta cura dei particolari da quelottimo maestro che si è dimostra, o alla prova del fatti il finlan vzUese Saarea Mancavano solo alpnpfiepspLsvpnisqtsprsfngbsmbTqTntapsvfissrM cuni forti elementi della Scuola militare di alpinismo di Aosta. Con Luigi e Giovanni Perenni e con Zeffiro Pession, il blocco delle forze sciistiche italiane sarebbe stato al completo. "Una delle cose più interessanti che ci sarà dato di vedere a Lathl, a parte la lotta che divamperà fra italiani e nordici, impegnati in una gara dura e velocissima, sarà appunto il con trasto che si dibatterà nell'animo di Saares, tra il desiderio dell'affermazione ultra clamorosa dei suol allievi e il sentimento perfettamente naturale di solidarietà col corridori finlandesi. La settimana internazionale di Garmisch ha ancora denunciato il grandissimo vuoto che si é prodotto fra la vecchia e la nuova generazione dei fondisti tedeschi. Le affermazioni ottenute nella discesa e nello slalom, che sono il frutto del valore dei campioni che in gran nùmero si sono dedicati a queste specialità sono state gravemente pagate con l'umiliazione dei fondisti, che non hanno saputo rinnovare in tempo i loro quadri. Anche per i corridori tedeschi il giudizio non è definitivo e inappellabile. Li riteniamo inferiori ai nostri nelle gare di fondo, ma la distanza non può essere cosi grande. Adesso c'è addirittura un abisso tra Gerardi primo classificato e Leupold undicesimo, fra Demetz secondo e Solgadi quattordicesimo, fra Jammaron quarto e Kieble diciassettesimo. La vittoria arriderà ancora al tricolore d'Italia nelle gare di fondo, ma non ci vogliamo fare illusioni: l'impresa sarà molto più ardua quando ci troveremo di fronte tutti i migliori, perfettamente preparati per l'ambita conquista del titolo olimpionico. La.sfortuna dei discesisti Accanto alla luminosa é travolgente avanzata dei fondisti italiani, i risultati ottenuti quest'anno dai nostri discesisti sono piuttosto sconfortanti. Menomato gravemente Passet, per un incidente in allenamento e caduto mortalmente ferito in gara il povero Sei-torelli, il discesimo italiano, che vanta campioni coraggiosi e valenti, si è trovato gravemente menomato. Con il valtellinesé noi abbiamo purtròppo perduto il grande campione che poteva darci un primato olimpico nel 1936, e.che ancor oggi era in grado per potersi imporre vittoriosamente in campo internazionale. Chierroni é stato il primo degli taliani; ma quale differenza dal migliore Chierroni che noi abbia, mo conosciuto in altri tempi, impetuoso ed irresistibile 1 Mancanza di allenamento? o piuttosto mancanza di fiducia nei propri mezzi ? Tutta la squadra pare un po' scossa dalle disgrazie toccate ai compagni, e attraversa un periodo nero di crisi. Kneissl, l'allenatore, è certamente un ottimo discesista: il suo secondo posto dietro Worndle nella gara della Krenzeck parla chiaro. Ma per rianimare i nostri discesisti occorre nuovo materiale da fondere col vecchio, e, sia pure accanto a Kneissl,-un allenatore italiano, che sappia accendere la materia ed infiammare gli spiriti. La sola tecnica, oggi che tutte le forze sportive delle varie nazioni sono scatenate a fondo per la conquista del successo, non basta più nelle competizioni internazionali. Anche nel campo agonistico femminile la Germania vanta dei veri cannoni, che di femminile non hanno che il nome e qualcuno anche gli attributi della grazia. In quanto ad audacia, forza, abilità, e resistenza, sono degnissimi di appartenere al cosi-detto sesso forte. La Cranz, che conosce la pista della Kreuzech alla perfezione, è indiscutibilmente la migliore nel campo della -discesa e dello slalom. Un fenomeno di sicurezza e di intelligenza tattica, quasi Imbattibile. Bisogna averla vista in gara per comprendere quanto studio e quanta arte ci sia nella tecnica di questa donna di eccezione. Non solo slancio, ma accorgimenti stilistici di grande finezza. Subito dopo la Cranz troviamo la Resch, pure tedesca, che ha messo nove secondi circa più della rivale nella discesa dalla «Damen Start». L'unica che ha dimostrato di poter stare loro a paragone è la svizzera Sicuri, che, però, ci è parsa di classe un po' inferiore. Sarebbe stato interessante vedere alla prova la Ruegg e la Zogg, che a Garmisch mancavano. Le due svizzere sono circa della stessa forza delle tedesche nella discesa libera, ma le riteniamo inferiori nello slalom. In Austria, venuta a mancare da tempo alle gare la famosa Ingel Lantschner, non è àncora comparsa all'orizzonte del firmamento sciistico, una stella che la possa degnamente rimpiazzare. Le inglesi, che una volta avevano l'i primato in discesa, non si sono fatte vedere. E le italiane? Anche qui stiamo male. Non vediamo'chi possa prendere il posto della Paola Vieisinger. Enrico Silvestri

Luoghi citati: Aosta, Austria, Garmischi, Germania, Italia, Norvegia, Svezia, Vittoria