I "Premi San Remo,,

I "Premi San Remo,, I "Premi San Remo,, La seconda mostra dei bozzetti per i temi: "Il Duce a cavallo,, ed "Il legionario partente,, Sanremo, 12 febbraio. Stamane è stata inaugurata in forma solenne -1' esposizione del bozzetti di pittura e di scultura candidati al Premi San Rèmo, che ammontano a 50 mila lire per ciascun ramo. E' intervenuto il Prefetto di Imperia, S. E. Degli Atti, Insieme col Federale e le maggiori autorità politiche della provincia. Erano anche presenti S. E. 11 Maresciallo Caviglia, S. E. Berlini, comandante il Corpo d'armata di Alessandria e 11 gen. Bracco, comandante la Divisióne «Cosseria ». Il Vescovo mona. Bousset ha Impartito una benedizione, beneaugurante. L'esposizione è raccolta nel padiglione di vetro della Villa comunale, in un quadro suggestivo di palme e di fiori che continua e completa la primavera esterna. Voglio dire che l'animo del visitatore è subito portato alla serenità e alla dolcezza, con una conseguente bontà nei giudizi che d'altronde oggi sarebbero prematuri. Infatti l'assegnazione del premi avrà luogo il 26 febbraio, presenti due Ministri, l'on. Adelchi Serena e molti accademici. Per il momento gli espositori hanno diritto a una speranza pressoché uguale. I prescelti Diremo però subito che non ci troviamo di fronte a un complesso di opere genuinamente sbocciate dalla, fantasia del concorrenti singoli e quindi diverse per soggetto e struttura. Le norme del concorso vincolano gli artisti a un tema preciso. La pittura deve trattare il Duce a cavallo, per un affresco da destinarsi a .un palazzo nazionale dietro indicazióne del Partito Fascista. La scultura a sua volta è vincolata alla statua di un legionario in partenza per l'Africa, da erigersi in uh molo del porto di Napoli. 183 pittori avevano spedito altrettanti bozzetti per la scadenza, fissata l'anno scorso. A un centinaio circa ammontavano le sculture. Un primo esame giudicò non soddisfacente la produzione, sicché fu indetto un secondo concorso, una specie d'esame di riparazione 1 cui risultati sono esposti oggi nella misura di sedici pitture e dieci sculture. Per la scultura sono rimaste esposte anche 78 opere del primo concorso, a puro titolo dicuriosità e senza candidatura alpremio. Ecco i prescelti: Pittura: Cadorin Guido (Venezia), Toschi Ermanno (Firenze), Trovare Ili Sanzio (Firenze), Russo Corrado (Napoli), Barbisan Giovanni (Treviso), Filocamo Luigi (Milano) Caffaro-Rore Mario (Torino), Ca scella Tommaso (Pescara), Achilli Antonio (Roma), Russo Eugenio (Catania), Chiancone Alberto (Napoli), ChiU Otello (Poggibonsi), Pomi Alessandro (Venezia)Corsetti Attilio (Torino), Mattioli Cario ' (Parma), Draghi Antonio (Roma). Scultura: « Histoiia no bis vitae» (Torino), Baigii Franco (Bussane.), Catana I no (Firenze), Posdomani ; Biagio (Roma), Feltrài Umberto (Roma), Coccia Francesco- '/Roma)Vio Romano (Venezia), Castagna Ercole (Imperia), Martin uzzi Na-Eoleone (Venezia), Sgasata Fippo (Termini Imereae). j Due ardui temi I temi da svolgere erano ardui, specialmente quello di pittura. Riprodurre Mussolini come fatto artistico, mentre la sua opera è tuttora in pieno corso, induce facilmente all'accademia, all'adulazione e alla letteratura.: è quanto salta subito agli occhi con l'aggravante di.linee che, in genere, rifuggono dalle sfumature. Forse chi si è più. avvicinato all'accettar zione è il pittore Caffaro-Rore Mario di Torino, che ha realizzato uh sapiente compromesso tra la realtà e i simboli, in un'eleganza di linee che può fargli perdonare il convenzionale. Difficile è comprendere il Duce di Giovanni Barbisan, uh eroe seminudo in uno sfondo cupo. Tommaso Cascella lo fa proteggere dai una vittoria armata e giusta; Sanzio Trovarelli lo colloca di fronte allo spettacolo di rovine romane da risollevare, mentre Cadorin lo fa volare a fior di terni sopra una marea di vessilli, fasci e mani.tese nel saluto romano, senza nessun volo che rallegri, la pesantezza delle linee che Insacca un potutto. II legionario sta poco meglio. Pure lui è agguavató dal simboli e la sua partenza avviene nelle situazioni più impensate. In origine è un semplice, e come tale meraviglioso strumento dell'Impero,ha lo zaino e può adoperare il badile sul posto; ma quando parte ha soltanto lo zaino. Perchè appesantirne il bagaglio? Accanto a1 coloro che gli danno, separati, moschetto e vanga, c'è chi li ha fusi in un oggetto solo, al quale altri ha pure aggiunto il fascio littorio e una bandiera. Tra, i non prescelti c'è un poveretto cine porta, per armi, tenda e parafulmini, un'aquila con le ali spalancate le cui penne sono ridotte ad asticelle impermeabili. Cè chi gli «a baciare disperatamente la moglie o la bambina, c'è chi assegna, alla moglie il compito di guida. Un po' ai «caos», quindi, col -predominio dell'entusiasmo sull'arte. I due legionari piQ quotati sono quello di Bargiggia Franco e ftgarlata Filippo. Quest'ultimo ha specialmente il pregio di partire pensando di andare a colonizzare l'Africa, e non pensando affatto di poter finire sopra il piedistallo di un monumento. Antonio 'Antonucci spbLtrtseacaremnpnSstp