Strategia inglese tra Egitto e Libia

Strategia inglese tra Egitto e Libia Strategia inglese tra Egitto e Libia Un problema militare creato artifoiosamente dalla Gran Brettagna IL CAIRO, febbraio. E' una indistruttibile realtà mediterranea la solida e provata amicizia del popolo italiano verso il generoso e forte popolo della Valle del Nilo, cui auguriamo si apra un radioso avvenire di prosperità e potenza. Tale amicizia, 'consacrata dai continui contatti di tutti i tempi, ha assunto speciale significato nell'ultimo secolo per l'apporto italiano, fecondo ed apprezzato, di civiltà di lavoro e di progresso in terra' egiziana. L'Italia fra tutte le Potenze sarà sempre la, prima a compiacersi sinceramente della felice ascesa della nazione egiziana, alla realizzazione delle cui aspirazioni di indipendenza effettiva e di libertà, sempre porterà, come ha •portato, il proprio disinteressato contributo,- La € questione» del Deserto Ma è altrettanto vero che un'altra precisa realtà mediterranea è costituita dalla volontà inglese, di creare artificialmente e far sussistere permanenti motivi di discordia tra Italia ed Egitto, denunciando un preteso problema, militare Libia-Egitto, e ciò ai fini delle esigenze imperialistiche della politica mediterranea britannica, conformemente alla tradizionale tattica del dividere per meglio comandare. Troppo sovente, da due anni a questa parte i critici militari londinesi, più o meno valenti — i vari Temperlay — ritornano sull'argomento della situazione militare strategica Libia-Egitto. E' stata l'Inghilterra con là minaccia di chiusura del Canale di Suez a porre la prima volta una questione Libia-Egitto, a creare un problema del Deserto Occidentale egiziano cui per l'avanti gli abitanti-dei Delta non pensavano minimamente. L'Inghilterra, adunque, ha creato una questione militare del deserto occidentale egiziano, facendone il problema base della difesa dell'Egitto, spostando da quella parte l'asse militare anglo-egiziano. Quando il maggior generale Cornwail — capo della numerosa Missione militare inglese incaricattà, in conformità al trattato d'alleanza, di formare il nuovo esercito egiziano — arrivò in Egitto nel gennaio 1037, una delle sue prime cure è stata lo studio è la preparazione dei piani di difesa del deserto occidentale contro - eventuali' offese provenienti . dalle frontiere della Cirenaica. E' chiaro, però che con ogni problema di difesa si trova connesso un problema di offesa, Sembra pertanto accertato che il piano elaborato dallo Stato Maggiore inglese e approvato dal Govèrno e dal Consiglio Superiore di Difesa dell'Egitto — quest'ul timo, l'organo creato da Nahas — poggi sulle seguenti basi: 1) Ritirare le forze già acca' sermate a Sollum (un battaglione di fanteria e una batteria leggera) ad una linea più interna, a Marsa Matruh o a Sidi Barrani. A Sol lùm, a Siua e lungo la frontiera cirenaica verrebbero lasciati reparti mobilissimi delle truppe dell'Amministrazione delle Frontiere, e cioè sezioni di meharisti e sezioni- motorizzate (camionette Ford con auperballon) munite di mitragliatrici e di molte stazioni radio campali. 2) Creare a Marsa Matruh, dove esistono abbondanti preziose riserve d'acqua contenute nei vecchi pozzi romani, un alto comando di unità disponente di fanteria, di cavalleria motorizzata, di artiglieria autotrainata e specialmente di un munito sistema antiaereo. Naturalmente ciò comporterà la costruzione di caserme, di trinceramenti e di rifugi. A questo scopo ha compiuto vari viaggi a Marsa Matruh il Direttore del Servizio del Genio e delle costruzioni militari, naturalmente sempre attorniato da vari esperti inglesi. L'attuale aeroporto di Marsa Matruh verrebbe ampliato ed attrezzato in modo da- servire all'occorrenza a scopi militari. Infine verrebbe affrettato il lavoro di consolidamento della linea ferroviaria Alessàndrla-Marsa Matruh e ver rebbero iniziati i lavori di asfai taggió della strada ■ Alessandria Fuca, essendo il tratto Fuca-Marsa Matruh già in ottime condizioni. E i movimenti degli operai in queste settimane confermano l'intensificazione dei lavori. Il piano britannico Le suesposte decisioni deriverebbero dalle seguenti conclusive constatazioni d'ordine militare strategico cui avrebbero sfociato le osservazioni e gli studi delle autorità britanniche. Innanzi tutto abbandono della linea di difesa alla.frontiera tra Sollum e Siua, e retrocessione di tale linea al settore ' Marsa Matruh-Depressione del Qattara. Va «servato subito che a sud di' Siua essuna attività militare in granfi stile è possibile, a causa delle gantesche dune in senso nordid che impediscono il passo' lungo direzione dei paralleli, cioè dalla Ica all'Egitto o vicevehsa. io se un problema militare' e alle frontiere occidentali lane, esistè soltanto nel tratSollum-Siua, lungo circa 300 'oraetri. Ma è chiaro xhe sulla ea di frontiera tutti gli svanggi sarebbero, per gli anglo-egl', lontani'dalle basi, mentre 1 jloro avversari sarebbero freschissimi all'atto di partire all'attacco. Inoltre c'è il disagio dell'ampiezza della frontiera da difendere. Ecco perchè sin dal '1935 s'è imposto alle vedute del Comando inglese il criterio della retrocessione della linea di difesa ad un punto che formi una stretta di passaggio obbligato. E questa si trova appunto nel tratto longitudinale Marsa Matruh-Depressione di Qattara, tratto lungo un centinaio di chilometri, passaggio obbligato in quanto più a sud, attraverso la Depressione, un esercito motorizzato non potrebbe assolutamente avanzare, la sua direttrice'possibile di marcia essendo soltanto lungo la zona costiera larga dai venti ai quaranta chilometri, tavolato a fondo duro e provvisto di pozzi d'acqua. Il triangolo difensivo avrebbe per vertici Barrani-Marsa MatruhQattara, con linea d'appoggio Fuca-Qattara. Una linea difensiva a Sollum cedrebbe al primo urto, per una somma di ragioni tra le quali la lontananza delle basi del Delta, la mancanza d'acqua, la difficoltà di ràpido trasporto e am massamento di truppe, e soprattutto — come abbiamo detto — la freschezza delle forze d'attacco scattanti dalle foro basi drenai che; mentre, nelle considerazioni del Comando britannico, tale freschezza si troverebbe infiacchita dopo un'avanzata di 220 chilometri da Sollum a Matruh, dove al contrario le truppe angloegiziane, ben trincerate e protette, si trove rebbero in condizioni di freschezza, con acqua, comodità e.respiro al mare alle spalle, una volta concesse possibilità alla flotta britannica. Strade e ferrovie Matruh inoltre, à differenza di Sollum, può rapidamente ricevere convogli di truppe in ragione del sistema di comunicazioni di cui in parte è dotata, ma di cui meglio si sta dotandola su ripetuta pressan te richiesta delle autorità militari britanniche in quest'ultimi, mesi. Marsa' Matruh, a parte le comu nicazioni via mare, è allacciata alle ferrovie del Delta con una linea a scartamento normale. Ciò è a dire che un treno di truppe formato a Ismailia, a Suez, .a Porto Said, al Cairo, ad Alessandria, può arrivare a Matruh direttamente, senza necessità di tras' bordi. Ecco le distanze ferroviarie da Matruh coi vari centri del Delta: sino ad Amria Km. 270; Alessandria Km. 300; Cairo Km. 500; Ismailia, via Benha, Km. 570. Ecco alcune distanze stradali: Matruh-AmriarAlessandria chilometri 320 (di cui il tronco MatruhFuca in buone condizioni, il rimanente' in pessime, in attesa di iminentl lavori di asfalt aggio) ; Amria-Cairo (strada del deserto asfaltata) Km. 200.. Devono qui considerarsi i tracciati delle strade militari previste dal trattato, alcune in via di costruzoine, tra le quali la Ismailia-Alessandria che verrà ad allacciarsi alla Alessandria-Matruh. Da ciò si rileva che Matruh si trova a non più di un giorno q due di ferrovia o di camion dalle varie basi inglesi o egiziane di Alessandria, del Cairo e della Zona del Canale. Infine una estrèma linea di difesa verrebbe considerata a ridosso del Delta, ' partendo dal mare un po' ad ovest di Alessandria, passando per Amria — già base militare e aèrea inglese — per Wadi Natrun e arrivando al Fayum. In tal -caso a questa linea le colonne avanzanti dall'ovest dovrebbero arrivare, sempre secondo i criteri inglesi, in condizioni di enorme logorio, dopo un difficile percorso sul deserto di 500 chilometri, in terréno nudo, arido, scopèrto, uniforme anche nei colori, sprovvisto della minima pianta all'ombra della' quale nascondersi contro le offese aeree. Ed è evidente che gli aerei inglesi cui le colonne avanzanti apparirebbero visibilissime di giorno e di notte noli tanto mirerebbero a colpire gli uomini quanto le loro riserve d'acqua e di benzina,*le autobotti, le une e le altre ugualmente indispensabili per far marciare uomini e macchine della colonna motorizzata, senza contare che una sol pioggia impantanando il terreno arresterebbe i movimenti e i rifornimenti. In tutti i casi a decidere sarebbe l'aviazione, spècie come arma di protezione della colonna contro attacchi aerei provenienti dal Delta. Certamente sulle linee di difesa del Delta le truppe guardanti al deserto si troverebbero in condizioni di grande freschezza, con acqua e basi e quindi in notevole vantaggio sugli invasori. ' Antonio Lovato La quinta riunione della Commissione di difesa -Roma, 8 febbraio. La Commissióne suprema di difesa, sótto la presidenza del Duce, ha tenuto oggi, dalle 16 alte 18,30, la quinta riunione. I lavori saranno ripresi domani, 0 febbraio, olite-ore 16. Le udienze del Duce Roma, 8 febbraio.1 II Duce ha ricevuto il prof. Albino Manca, scultore, il quale gii ha fatto gradito omaggio di una targa in bronzo cesellata raffigurante « Gli artefici dell'Impero ».

Persone citate: Albino Manca, Antonio Lovato, Duce, Nahas, Wadi