Un ballo con tre morti

Un ballo con tre morti MONVISO-HIMALAJA E RITORNO Un ballo con tre morti Inaugurazione di un ritrovo notturno a Bag= dad «■ V oppio ai bambini » Elogio del Tigri Tigri ed Eufrate, come ho già detto, sono Va benedizione e la meraviglia di queste terre. Se un giorno dovessero smarrirsi, la vita in Mesopoiamia scomparirebbe in brevissimo spazio di tempo. Alle soglie del mare n Tigri è fiume propriamente irachiano; discende lento, ricchissimo d'acque, ricorda il Danubio per la sua vigorosa solennità. Piroscafi a fondo, piatto lo -percorrono per centinaia di chilometri nei mesi detta piena, e durante tutto l'anno e popolato da un'infinità di « kelek », zattere che s'affidano i , i o a e o o . e l e i n l a pettt gonfiate e traverse di leAgno e nell'acqua si governano per' mezzo di lunghe pertiche. Il Tigri, più di qualsiasi altro fiume, sbalordisce; ed è necessario, per capirne, direi quasi, Vumanità, percorrerlo ed osservarlo dal cielo. Nasce dalla Turchia, sul Tauro, è dopo 500 chilometri invade Virale; per piit di 1000 chilometri questo formidabile corso d'acqua rappresenta l'unico segno di vita del deserto e della pietraia. Non chiede nutrimento a nessuna sorgente che non sia l'originale, sfida temperature che superano i cinquanta gradi, e ben poche volte il cielo, con. rade piogge, t'aiuta. E' un vero trionfo di forza maschia che inneggia alla vita, alla ricchezza, ove della vita non esistono che segni desolanti. Il Tigri offre l'ossigeno a Mossul a Baiji, a Tikrit, a Bagdad, poi discende verso il Golfo Persico; vicino a Kut el Amara sente l'odore del mare, ovvero intuisce un'altra, potenza che raccoglie e disperde i fiumi più gagliardi... E allora U re e la vita del deserto e detta pietraia si lascia cogliere dal panico, non trova l'energia sufficiente a raggiungere con onore il mare, è agitato da strane incertezze, si slabbra in acquitrini, abbevera i canneti, moltiplica le sabbie disegnando ricami simili ai tentacoli d'un polipo, e s'esaurisce sino ad apparire un tisico torrente annaspante in cerca d'aiuto; e l'aiuto lo trova. L'Eufrate sornione, l'attende al varco e ad un certo momento succhia U Tigri, presentandosi gonfio e ricohissimo al Golfo Persico. Questa è la bellissima storia del fiume miracoloso. Nella storia della natura raramente s'incontrano esempi di simile generosità e abnegazione. Gli studiosi giudicano troppo scientificamente e freddamente alcuni fenomeni naturali. Nel Tigri esiste qualcosa di patetico, d'umano che esorbita dalle precisazioni della scienza. Persino gli Arabi, che pure posseggono meravigliosa fantasia e grande sensibilità, mi sembrano irriconoscenti verso la loro sorgente di vita* Tra la babilonia dette fedi che si incontrano sulle sponde del Tigri si possono notare musulmani sunniti, sciti, ebrei, tutti i sottoprodotti del cristianesimo, come caldei, gregoriani, siriani, ortodossi, ed infine moltissimi Yezidi detti anche adoratori del diavolo. Ma non è nata una fede, nell'antichità, che s'inspirasse alla bontà placida e generosa di questo fiume. Anzi, c'è di più: a Bagdad m'è capitato di udir cantare, assai di frequente, le bellezze d'un certo corso d'acqua che gli arabi hanno battezzato fiume d'oro sulle sponde del quale nascono fiori profumatissimi, e piante di frutta dolcissime, dove le gazzelle ti lambiscono le mani e i caprioli impazziscono di gioia. M'hanno accompagnato a vedere questo fiume, ch'io in un primo tempo credevo fosse il Tigri. Non era che una traccia del letto d'un torrentello senza un sol goccio d'acqua; sulle sponde (se pure sponde si possono chiamare) non un filo d'erba, dico un filo d'erba. Dette gazzelle s'eran perdute le tracce. Beata -fantasia di queste genti che hanno impellente necessità di esaltarsi, di immaginare giardinsulle pietre roventi, fontane fre schissime sulla sabbia, e frutta sciroppate tra i canneti saturi di malaria. Creare, cioè, quello che nell'Irak non esiste, Scheherazade Quanto si è scritto, detto, esclamato a proposito di Bagdad t Bagdad è la Dar-es-Saiam, soggiorno di pace, degli Arabi, /ondata da Al Mansar capostipite degli Abassidi nel 762 d. C, presso i luoghi ove sorgeva l'antica Ctcsifonte, per cinque secoli la città fu ingrandita e abbellita dai Califfi sino al H01, anno in cui fu 'occupata dalle orde di TamerlanoCosì, in breve, dice la storiaPoi le Mille e una notte danno una mano dorata alla storia. Le Mille e una notte hanno espresso veramente desideri (sopratutto desideri) e speranze demondo arabo. Nate da antichissima raccolta persiana di raccontihanno offerto il modo agli arabdel Cairo, di Damasco, di.Bagdaddel Marocco di creare una collana di storie preziose, che divennero lentamente l'epopea del grande popolo islamico. Nei riguardi del racconto nessuna o poca importanza hanno. t luoghi, specie dal punto di vista decorativo. Ne ha molta invece l'antica atmosfera caratteristica al mondo orientale. L'atmosfera sognante, profumata, ovattata, ardente, nella quale, per secoli, ha vissuto la gente araba. Il segreto sta netta nota storia di Scheherazade, la bellissima figlia del Gran Visir, che placa le ire di Schahriar, tradito dalla moritee che, a sua volta, si vuol vendicare sposando ogni giorno una fanciulla di lignaggio e di straordinaria bellezza, per ucciderla con puntualità cronometrica dopo la prima notte- d'amore. Bcheheraza de, che avrebbe dovuto finire alla stessa stregua delle altre disgraziate giovinette, racconta a Schahriar favole fantastiche, portentose e avvincenti. E continua cosi per mille e una notte sino a riuscire a far dimenticare al re vendicativo, il suo catastrofico proponimento. Il primo racconto dette Mille e una notte non è uno stratagemma a fine di giustificare le narrazioni successive come appare nel Decamerone, ma è la presentazione dell'anima del popolo. Il re sanguinario, all'udire le storie di Scheherazade dimentica l'oltràggio detta moglie, ed anche Afa propria ferocia e i i i a i k o I sogni hanno più valore della realtà. Delusione Ecco come gli occidentali interpretano l'oriente, e come, ancora oggi, la leggenda del tappeto volante di Bagdad sia l'insegna turistica più accreditata. Chi può credere che Bagdad sia una brutta città sporca e senza carattere T Anche noi, a cavallo del « Libeccio », siamo giunti alla capitale deWIrak con l'animo commosso in anticipo, con gli occhi ambientati nell'atmosfera pittorica di Dulae, ma poi siamo rimasti tristemente delusi. Delusi della città che è un ammasso ibrido di tentativi architettonici semi-moderni frammisti a rimasugli orientali, e sopratutto dalla mancanza assoluta di un clima caratteristico e definito. A Damasco la sporcizia dilagante ha una sua fisionomia; qui, a Bagdad, anche la sporcizia è banale, e rimane tale sino a provocare la nausea. Il ponte di barche sul Tigri è forse it- monumento più caratteristico. Attorno alla città nemmeno il Tigri riesce ad animare la terra; i campi sono poco coltivati e secchi perchè, si può dire, non esiste un sistema di irrigazione e anche di drenaggio- Difettano, inoltre, i contadini. Re Feisal scriveva un giorno: « Come possiamo noi impiegare le nostre terre, quando i beduini ai quah io ho affittato i terreni sono capaci di scomparire da un giorno all'altro, durante il periodo.di maggior lavoro, sem.plicemente perchè hanno sentito dire che in un certo punto del deserto — magari a 200 miglia — ha piovuto ?». Bisogna poi aggiungere che qui preme l'Inghilterra, la quale s'interessa esclusivamente ai pozzi di petrolio e alla funzione strategica dell'Ir ak, magnifico ponte fra il Mediterraneo e l'India. II clima definito {cioè la caratteristica che maggiormente si cerca in queste leggendarie città) manca in quanto la popolazione non possiede uno speciale carattere. Solo i Curdi rappresentano l'elemento fiero e bellicoso, ma non vivono in città in quanto- disprezzano i cittadini effeminati di Bagdad... E ne hanno qualche motivo. Ricordo che il giorno ch'io giunsi a Bagdad si inaugurava un ritrovo notturno (anche questo privo di qualsiasi colore locale); sette od otto ragazze europee assai carine canterellavano ed eseguivano danze un poco asmatiche... Il pubblico era formato quasi esclusivamente da indigeni e da personalità locali. Le ragazze- facevan la spola tra un tavolo e l'altro distribuendo sorrisi e moine. Lo champagne correva abbondante mentre specialmente le personalità irachiane si disputavano l'onore di un ballo o d'una carezza sospiratissimu. Di qui gelosie e bestemmie generali. Com'è finita la lieta serata"! In una sparatoria con tre bellissimi morti in mezzo atta sala. Ciò dimostra come gli antichi sogni stiano svanendo, e come abbia più potere una femmina bianca di tutte le bellissime storie di Scheherazade. Hanno perduto la loro personalità, i loro istinti, la loro.stessa dignità. Dall'occidente accettano volentieri i vizi mentre non ne assorbono la civiltà raffinata. Conservano solo alcune consuetudini inumane necessarie al loro quieto vivere. Mi raccontava un nostro eroico medico, il dott. A?ungioii, che ha lasciato la salute per compiere opere di umanità nel Kurdistan, che vige nell'Irak an cora l'usanza di somministrare ai bambini di un anno l'oppio affin che non piangano. Con simili 'sistemi la mortalità dei bambini da 1 a 5 anni è salita quest'anno alI'87 per cento. Edificante bilancio. Maner Lualdi cSsuiarcsSdlmsidnmicFtifiBmnlnceccpsInpttp

Persone citate: Maner Lualdi, Mansar