I quattro compiti delle ali armate

I quattro compiti delle ali armate I quattro compiti delle ali armate La scelta degli obiettivi per l'Armata aerea == lm= piego a masse in tattica e in strategia « L'Ar= mata aerea come avanguardia delle forze armate I recenti conflitti armati ' e le guerre di Etiòpia e di Spagna hanno mostrato — constata il G. Me- cozzi continuando il suo studio — che. la guerra aerea contro le popolazioni nemiche spesso non conviene ' per ragioni diplomatiche o politiche e che, in Ogni caso, non porta con sicurezza al collasso della resistenza avversaria. Pur non sostenendo l'idea che le popolazioni debbano restare incolumi per principio, l'A. afferma che l'essenza della guerra aerea è la lotta contro le Forze Armate nemiche, contro le forze ih atto piuttosto che quelle in potenza o in elaborazione, ed inoltre, contro i trasporti ed" i mezzi di trasporto, categoria di obiettivi che interessa popolazione e forze armate; infine, contro le industrie e 1 commerci dell'avversario. La lotta contro le forze annate nemiche è, in ogni caso, meno lunga e più decisiva della lotta contro le popolazioni, inoltre è la più necessaria ed urgente: la vera vittoria non si consegue che distruggendo le forze armate nemiche. Bersagli grandi e piccoli Per vari anni è prevalsa l'idea di lanciare l'offesa sopra vaste superficie: città intere da distruggere :. perciò la precisione del Uro poco contava. Ma in pratica si è visto che per radere al suolo una capitale nemica occorre troppo peso di esplosivo. Anche se ci si decidesse ad impiegare i gas, l'attacco sarebbe certo più micidiale ma non si sposterebbero i termini della questione. Ma in ogni grande città, tra le molte migliaia di edifici esistono poche decine di centri sui quali l'offesa è altamente redditizia: officine del gas o elettriche centrali telefoniche, sedi di governo, depositi di materiali, ecc. Basta ricercare questi bersagli e solo questi, per ottenere il massimo risultato col minimo dispendio di esplosivo e il minor rischio per una armata aerea. Prescindendo dal territorio delle grandi retrovie, le regioni in cui, in tempo di guerra, la vita pulsa più fervidamente è la fascia nella quale, oltre alle popolazioni, alle industrie ed ai commerci stanno schierate o in moto le forze armate, ossia nelle retrovie immediate, sulla terra da 30 a non oltre 400 Km. dalla linea di contatto, in mare per un raggio corrispondente e infine, nell'aria sovrastante. In queste regioni gli obiettivi sono moltissimi, di grande importanza, e relativamente piccoli, tali da giustificare le modalità del getto a tuffo, in picchiata; a volo rasente (le quali richiedono come si è detto, l'impiego di velivoli piccoli e maneggevoli, veloci, senza grande raggio di azione, come quelli d'assalto) per ottenere il massimo rendimento dall'esplosivo gettato. Insomma, non tanto conta il carico delle, bombe da gettare quanto, la scelta dei bersagli da colpire. L'ideale non è di distruggere ciecamente tutto, — il che, fra l'altro, sarebbe impossibile — ma di effettuare l'offesa col massimo rendimento, distruggendo il minor numero possibile di obiettivi, scelti però fra i più sensibili. Si tratta, insomma, in ciascuna delle fasi del conflitto, di scegliere una determinata categoria di obiettivi e di distruggerla metodicamente — ad esempio si potrebbero distruggere tutte le sorgenti di energia dello Stato avversario, termiche o idriche, oppure tutta l'aviazione avversaria non solo nelle sue basi ma nelle fabbriche di ogni specie, ecc. Con queste distruzioni sistematiche si può de-, terminare una «;carenza» che può essere il < punto decisivo » in una certa fase 'del conflitto. Questo concetto di « carenza » emesso dal generale del G. A. Costanzi e sviluppato dal G. Mecozzi è stato recentemente sostenuto dall'americano Caldwell il quale nell'AeroDigest » del settembre scorso paragona la' lotta aerea cosi concepita al Ju-Jutsu giapponese. Come il Ju-Jutsu, basandosi sulla cono scenza dell'anatomia, insegna a colpire certe determinate parti del corpo dell'avversario in modo che questo diviene incapace di resistere, cosi l'aeronautica in guerra, possedendo una conoscenza preventiva perfetta dell'organismo avversario, dovrebbe colpire certi punti deboli, paralizzati i quali la nazione resterebbe incapace di resistenza. . Venendo a discutere della importanza dell'autonomia e cioè dei raggi d'azione superiori al 400 chilometri che' 11 G. Mecozzi richiede per i suol velivoli' d' assalto. Egli sostiene che se la capacità tecnica di questi lunghi raggi d'azione ha importanza virtuale e morale come minaccia, non ha però l'impor tanza di una efficacia concreta. Ciò per un triplice ordine di ragioni: anzitutto perchè la distruzione del nemico più vicino è maggiormente fruttuosa (specie moralmente) di quella di un nemico lontano, e gli effetti se ne risenta no più prontamente: la vittoria-è tempestività, non logoramento. In secondo luogo,' perchè le difficoltà meteneologiche sono tanto maggiori quanto più l'incursione progettata è profonda. In terzo luogo, perchè l'incursione profonda, oltre ad essere difficile è inutile in quanto le guerre di domani in Europa saranno di coalizioni; l'Europa è .piccola e poiché è razionale che si parta dalla base nazionale o alleata più vicina all'obiettivo, non vi sono obiettivi nemici a distanza superiore di 3-400 chilometri. Certo, l'offesa aerea oltremare offre possibilità di sorpresa maggiori dell'incursione su terra, e il lungo volo sul mare richiede possibilità di navigazione eccellenti quali soltanto i grandi aerei con numeroso equipaggio possono of¬ fvnl'rqimaossmdsmgneczdqlitpmvmpcmtvostcscvnnsntvenednspdrmstbflpadèpcdrnpbdrllgqsrcspddctdvsudssf , ò a e a l e , o i a i e i a a o è n à , e n e e , e l i n ¬ frire. Argomentazioni analoghe valgono per il bombardamento notturno. Perciò appunto per l'A. l'aviazione da bombardamento vera e propria, all'infuori cioè di quella d'assalto, dovrebbe essere impiegata per le sue possibilità di agire a lungo raggio, soprattutto oltremare e di notte. Falangi e gruppi di manovra L'impiego dell'aviazione a massa deve, secondo l'A. intendersi nel senso che, in un determinato momento, la grande maggioranza delle forze aeree deve concorrere strategicamente verso un determinato obiettivo o un determinato gruppo di obiettivi, ma non già nel senso tattico, con la creazione e l'impiego cioè di falangi aeree che dovrebbero agire di forza senza curarsi della sorpresa. Comunque, se la falange è l'ordinanza tattica del bombardieri, quella dell'aviazione d'assalto per l'attacco della superficie consiste in molte piccole unità agenti contemporaneamente contro molteplici obiettivi tentando principalmente di realizzare la sorpresa: il volo rasente è appunto una delle modalità impiegate à tale scopo. L'effettuazione di azioni molteplici e sincrone, la reiterazione a catena contro gli obiettivi medesimi, la coordinazione di ondate in tempi diversi e contro obiettivi diversi costituirebbero la manovra operativa. Questa manovra si presterebbe a giuocare contro la limitatissima autonomia del caccia, contro la incertezza del nemico sulle nostre rotte ili incursione, contro la limitata resistenza della vigilanza avversària, contro la sua non illimitata disponibilità di munizionamento antiaereo ecc. Insomma, si tratterebbe di non rinnovare nell'aria i nefasti dell'attacco frontale e di promuòvere invece un vigore tattico particolare esaltando, in luogo di annullarle nell'azione falangiti», le capacità e le energie individuali del comandanti inferiori. Indubbiamente, "per combattere nell'aria bisogna esere in numero succiente, ma 1 velivoli d'assalto possono, come e più del bombardieri, riunirsi all'occorrenza in ragruppamenti numerosi. Insom ma, la formula dell'A. sarebbe la seguente: radunarsi per combattere nell'aria, dividersi per bom bardare, isolarsi per esplorare. Dunque, nel campo tattico, non falangi, non masse, ma manovra, Invece, nel campo strategico l'A. propugna la più integrale applicazione del criterio della massa applicata nel punto scelto come decisivo. Questo punto decisivo non è solo uno spazio geografico ma può consistere in una determinata categoria di obiettivi, come si è detto esponendo il concetto di « carenza ». La « carenza » più dannosa per il nemico è quella che produce effetti a scadenza più breve.' La « carenza » più immediata è quella che incide, più direttamente sulle Forze armate (dell'aria, della terra, del mare), Unità di concetto d'impiego Indubbiamente, la. lotta contro l'aviazione nemica è indispensabile perchè bisogna conquistare ogni giorno la prevalenza aerea, ma questa lotta non basta; essa è in sostanza difensiva: per conseguire risultati positivi bisogna inoltre colpire l'avversario nel punto decisivo. La determinazione di questo punto decisivo (il quale, come si è detto, potrebbe consistere in una determinata categoria di obiettivi come pure in un determinato settore del fronte terrestre offensivo difensivo, ecc.) è di spettanza del comandante supremo che deve decidere sotto la piena sua responsabilità. - E' chiaro che il modo più efficace per agire è di operare con unità di concetto; quindi, se gli ordini per l'Armata aerea fossero di partecipare alla operazioni in un settore decisivo del fronte terrestre essa dovrebbe concentrarvi ogni sforzo cercando, per il resto, di mantenere presso a poco l'equilibrio. . | Da questo punto di vista, l'Armata aerea non è un serbatoio di forze suppletive da destinare in aliquote staccate a rinforzo delle altre Forze armate, ma in certo modo una riserva strategica generale che il C. S. può gettare interamente al momento opportuno nella bilancia degli eventi politici, economici, terrestri o navali. Solo raccogliendo cosi tutti i propri sforzi in un determinato senso o in una determinata direzione, l'Armata aerea può divenire fattore decisivo di vittoria. Sarebbe un gravissimo errore — sostiene calorosamente l'A. ripartire l'Armata aerea per assicurarne sempre la coopcrazione con le forze terrestri o navali: esistono ragioni permanenti e largamente sufficienti per giustificare l'unità e l'autonomia dell'Armata aerea. Nè l'Esercito nè la Marina, posso no oggi fare a meno dell'Armata aerea, ma appunto perciò bisogna, quando il C. S. giudichi che il punto decisivo consista in una azione di cooperazione, essere pronti a portarvi tutte le forze. D'altra parte, 1 Comandi terrestri debbono convincersi che l'aviazione non è una artiglieria a lunga gittata ma un mezzo di guerra, nuovo, il quale deve agire con modalità proprie anche cooperando . direttamente, Infatti, ' -nel campo terrestre, ad esemplo, la zona di azione più efficace e tipica dell'aviazione non è sulla linea di contatto ma nelle immediate retrovie, ad una trentina di chilometri almeno entro tali linee. Insomma, l'intervento dell'aviazione non può essere sempre garantito nel tempo e nello spazio; essa deve agire sempre secondo la prof ria. natura. La unità di tusnl'LrcscvpdmsttiimtscmrgssRcmdcldtsrihtiscsvCnpltrgvrauatqdlpsgzcdpvaqdvnmgcrcilnIspttdrsrdl ottrina o meglio, l'unità del concetto di azione deve far si che ciacuna delle Forze armate cooperi l momento opportuno, evitando erò che una. Forza armata asserisca l'altra alle funzioni di ausiliaria e ne mortifichi cosi la potenza. In quest'ordine di idee giova considerare un caso particolare. Mentre è diffuso il convincimento che l'Armata aerea possa e debba agire fin dalle prime ore del conflitto, è invece certo che anch'essa deve provvedere alla propria mobilitazione, la quale non può attuarsi che con due sistemi: o per sdoppiamento o per neo-formàzione delle unità. In entrambi i casi, l'Armata aerea subisce una crisi. L'A. consiglia dunque di ricorrere ad un terzo sistema e cioè di costituire in tempo di pace stormi speciali di volontari e di prescelti, completamente organizzati. L'aviazione d'assalto, per la sua duplice possibilità di bombardare e di combattere apparrebbe specialmente indicata per costituire questa avanguardia dell'aria e di tutte le Forze armate, sempre pronta ad entrare in azione. Tali sono, in breve sintesi, le idee della < tendenza all'assalto » idee in gran parte non ortodosse ma sulle quali la nostra Aeronautica, sempre all'avanguardia, e cosi splendidamente attrezzata e sicura delle proprie forze materiali, morali e spirituali, non intende fare l'oscurità. Essa, anzi, le divulga perchè costituiscano oggetto di sane ed utili riflessioni e conclusioni. ». * *

Persone citate: Caldwell, Costanzi, Mecozzi

Luoghi citati: Europa, Spagna