IL DUCE CELEBRA OGGI SULLA VIA DEI TRIONFI IL QUINDICESIMO ANNUALE DELLA MILIZIA

IL DUCE CELEBRA OGGI SULLA VIA DEI TRIONFI IL QUINDICESIMO ANNUALE DELLA MILIZIA in aito i moschetti in aito te fiamme i IL DUCE CELEBRA OGGI SULLA VIA DEI TRIONFI IL QUINDICESIMO ANNUALE DELLA MILIZIA L'AVVENIRE A Roma, tutta Via dei Trionfi, il Duce concluderà stamane, in una ferrea cintura di armati, distribuendo sei medaglie d'oro, trenta d'argento e venti, di bronzo — sintesi dell'eroismo legionario dell'Anno XV -T- un quindicennio di fatica, di lotte, di glorie di una grande, originale, geniale creazione del Fascismo: la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. L'altissima celebrazione ha l'intima adesione, la spirituale partecipazione dell'intero popolo italiano che vede nella Milizia il suo orgoglio, l'espressione più genuina e più pura del volontarismo italiano, ne alimenta i saldi battaglioni delie sue energie migliori, la sente come una istituzione viva e vitale, ormai radicata nella sua esistenza e inseparabile dal quadro della vita nazionale, quale si è venuta componendo entro linee ferme e robuste, in tre lustri di regime fascista. La Milizia è nata, come tutti ri■ cordano e sanno, perchè il Duce pensò che non poteva andare disperso quel tesoro incommensurabile di fresche e nuove energie che si erano rivelate nello squadrismo, salvezza della Nazione. Si trattava di mettere ancora a profitto del paese l'impeto eroico, la sconfinata abnegazione, l'ansia di azione e di sacrificio delle animose falangi che avevano sanguinosamente affermato contro i negatori e i sovvertitori, gli ideali, i valori, gli interessi della Patria, e nell'ora delle estreme confusioni avevano issata la bandiera dell'ordine, della disciplina, della gerarchia, della armoniosa collaborazione, tutelando il patrimonio'morale e materiale del la collettività nazionale contro le dissipazioni di una politica suicida. La consegna che la Milizia ebbe sul nàscere fu quindi quanto mai ardua ed elevata. Dalla capacità che la nuova istituzione avrei); be dimostrato nell'adempierla, si sarebbe misurata la vitalità stessa della Rivoluzione, la sua forza di proselitismo, la persistenza del suo ardore ideale. Ebbene, è proprio su questo terreno che la storia della Milizia, in questo quindicennio, ci pare significativa: il suo graduale rafforzarsi, il suo allargarsi fino a costituire un saldo e vastissimo esercito che ha ramificazioni ovunque, quella duttilità di impiego in pace e in guerra che ne moltiplica continuamente l'utilità e le bene merenze, tutto questo ci dice, in maniera eloquente che la Rivolti zione delle Camicie Nere, ben lun gi dall'avere esaurito il suo ciclo, è in ascesa progressiva, deve an cora vedere il suo pieno meriggio darà nuova potenza, nuove vittorie, nuove glorie alla Nazione italiana. Perchè, qualunque reainte può costituirsi una « guardia », ma solo un Regime che sia schietta emanazione della volontà popolare, di tutto il popolo, può offrire l'esempio miracoloso di una Milizia volontaria che aumenta sempre più e perfeziona i suoi quadri e dilata la propria organizzazione, tutto chiedendo e nulla dando ai s\oi saldati; una Milizia di volontari che, oltre ad assicurare il pacifico svolgimento, delle attività produttive del paese, a vigilare i porti, le strade, le frontiere, le ferrovie, i servizi pubblici, a presiedere il rimboschimento, a tenere allenati i cittadini alle armi, a organizzare la difesa antiaerea delle città, dà battaglioni di intrepidi combattenti per tutte le imprese in cui si tratti, della difesa della Patria o della affermazione della sua potenza o della lotta, ovunque essa si svolga contro i nemici della civiltà, ■ che prende il nome dal Fascismo. Nessuna Nazione- possiede uno strumento così singolare e potente come la Milizia, per i suoi fini po litici. Vivaio di energie guerriere, essa ha. dato nella riconquista della Libia, nella conquista come nella pacificazione dell'Impero, nella guerra di Spagna, la piena misura del proprio valore. Aperta al popolo, alimentata dalla volontaria passione dell'autentico popolo la voratore, essa è una tipica, inimi labile creazione di quell'Italia proletaria che, sotto la guida del Duce, muove alla conquista — col lavoro fecondo e con le armi, quando è necessario — di un migliore avvenire: l'avvenire che le spetta, l'avvenire'a-cui ha diritto. emzba o i i I labari nel Sacrario L'omaggio di Starace ai Caduti Roma, 31 gennaio. Oggi, alle ore 16,10, sono stati trasferiti dalla Saletta Reale della stazione di Roma-Termini ove erano depositati, al Sacrario della Milizia, i labari e gagliardetti delle Legioni: 230, 252, 190, 198, 192, 135, 263, 215, 315, 81, 82, 367. II corteo al comando ' del console generale Bottarl era composto della musica della 9.a Legione della Milizia Ferroviaria, di una rappresentanza di ufficiali, del Presidio della Milizia, di una compagnia del 112 Battaglione CC. NN., dei làbari e gagliardetti con le relative scorte: e da due compagnie del 112 Battaglione Camicie Nere. Nella sede del Comando generale della Milizia erano ad attendere il. corteo S. E. il Capo di Stato Maggiore generale Russo, 11 Sottocapo di S. M„ tutti gli ufficiali del Comando ed i generali comandanti di zona e di gruppo, una larga rappresentanza di ufficiali della Milizia presenti in Roma, di ufficiali delle altre Forze Armate, il Direttorio dell'Unione nazionale ufficiali In congedo ed il l.o Battaglione Camicie Nere di formazione, con la musica presi diaria della nona zona. Giunto nella sede del Comando generale, il corteo dei labari e gagliardetti si è affiancato al battaglione d'onore, in attesa di S. E. Starace Ministro Segretario del Partito, che è giunto col Diretto rio alle ore 16,20 ricevuto con gli onori militari. Si è svolto, quindi, il rito del trasferimento delle in' segne'nel Sacrario, ove S. E. Sta race, il Direttorio del Partito < quello dell'Unione nazionale ufficiali in congedo hanno reso omaggio ai Caduti; soffermandosi lungamente dinanzi alla raccolta dei cimeli. Prima di lasciare la sede del Comando generale, S. E. Starace ha consegnato al Capo di Stato Maggiore il contributo annuo di lire 50.000 che il Partito versa all'Opera di previdenza della Milizia, affermando che Partito e Milizia si identificano nella ferrea volontà div servire in armi il Duce e la Rivoluzione fascista. Il « Foglio di disposizioni » numero 965 pubblica: Le insegne del Direttorio Nazionale, alle ore 10,30. del 1° febbraio XVI, pi troveranno nel piaz- zale del Colosseo — Tempio Dea Roma — dove il Duce passerà-in rassegna la Milizia. Il Segretario Federale dell'Urbe disporrà perchè lungo la via dei Trionfi siano schierate rappresentanze del Partito e delle organizzazioni dipendenti, e fornirà la guardia al Sacrario del Comando generale, in concorso con i reparti della M.V.S.N., presi gli ordini dal Capo di Stato Maggiore. Le insegne del Direttorio nazionale, al termine della rassegna, rientreranno nel Palazzo del Littorio. I fascisti, durante la giornata indosseranno l'uniforme con decorazioni. Le sedi del P.N.F.' e delle organizzazioni dipendenti saranno imbandierate e, a séra, .illuminate La Reale Accademia d'Italia, in occasione del XV annuale della istituzione della Milizia, ha inviato a S. E. il generale Luigi Russo il seguente telegramma: « Nel decimoquinto annuale del l'istituzione della Milizia, la Reale Accademia d'Italia invia alla gloriosa guardia armata della Rivoluzione fascista il suo più fervido saluto augurale ». Un'offerta dei Combattenti : Rema, 31 gennaio. Il presidente del Direttorio nazionale dell'Associazione nazionale combattenti, on. Medaglia d'oro Amilcare Rossi, ha rimesso al Capo di Stato Maggiore della Milizia un contributo straordinario di 5 mila lire deliberato dal Direttorio stesso a favore del fondo di assistenza per gli orfani delle CC. NN. Il Capo di Stato Maggiore della Milizia ha vivamente ringraziato l'on. Rossi per l'offerta generosa e altamente significativa Un episodjoji audacia Come Starace precedette in aereo la colonna celere occupando Debra Marcot Roma, 31 gennaio. Nel quindicesimo, annuale, la Guardia armata della Rivoluzione rievoca con particolare fierezza l'epica impresa di Gondar che ebbe quale protagonista la colonnaJ celere al comando di S. E. Starace e che portò all'occupazione del Goggiam. Tutta la durissima avanzata, iniziata dalle sponde del Mareb, mise in rilievo le qualità del comandante e dei gregari. Ma oggi, un episodio più degli altri dà. la misura della volontà di conquista e dell'ardimento legionario: Debra Marcos. Fra il 7 e il 10 maggio 1936-XIV, tre colonne iniziavano l'avanzata puntando su Debra Marcos da est, da nord, da ovest Il giorno 20 maggio, in cui è previsto l'arrivo della colonna centrale a Debra Marcos, S. E. Starace parte in volo da Bahar Dar con due apparecchi RO-1 della 41 .a squadriglia aventi a bordo l'equipaggio al completo, tre ufficiali compreso il comandante della squadriglia. Sorvolando la. colonna si viene a stabilire che essa è ad oltre tre ore di marcia dall'obbiettivo e allora S. E. Starace decide ugualmente di proseguire e atterrare a Debra Marcos. L'atterraggio avviene fra una folla di armati nemici che, stupita, rimane immobile, mentre due ufficiali, con la mitragliatrice di un aereo, avanzano con 11 Segretario' del Partito ed uno resta a guardia degli apparecchi. S. E. Starace penetra in mezzo agli indigeni, spiega una bandiera tricolore, si fa seguire e issa l'insegna sulla sede dell'ex Consolato italiano. Alle ore 12 arriva la colonna centrale. Cosi è stata occupata Debra Marcos. SUGGESTIVO QUADRO DI TAFURI: 1 MILITI DEI, SESTO GRUPPO ALLA CONQUISTA DELL'AMBA ALAGI