L'Internazionale ebraica si mobilita contro la Romania

L'Internazionale ebraica si mobilita contro la Romania L'Internazionale ebraica si mobilita contro la Romania La spada di Damocle sulle piccole Potenze Parigi, 25 gennaio. Giunto a Parigi alla fine del pomeriggio, Eden si è recato al Quai d'Orsay dove ha conferito con Chautemps e Delbos ed è rimasto a pranzo per ripartire in serata alla volta di Ginevra in compagnia del collega francese. Le sanzioni -Le prospettive circa la sessione della Lega rimangono su per giù quali ve le. riassumemmo ieri sera. Una certa importanza sembra dover venire assunta dal problema degli ebrei rumeni a proposito dei quali gli sforzi dell'internazionale . semitica stanno facendo fuoco e fiamme per creare imbarazzi a Micescu. Negli ambienti inglesi in cui Israele gode dell'ascendente che tutti sanno, si vorrebbe appoggiare la domanda del congresso mondiale ebraico che la sua protesta venga esaminata secondo la procedura di estrema urgenza, vale a dire nel corso dell'attuale sessione. Il ministro degli Esteri rumeno ha già fatto sapere ad Avenol che si oppone a tale pro- 1 cedura e che qualora si insista per attuarla il suo governo potrebbe anche ripudiare là giurisdizione della Lega nella questióne riguardante le minoranze etniche. La ragione della gita di Micescu a Cannes starebbe appunto nel desiderio del ministro di abboccarsi con Beck il quale ebbe già ad applicare la stessa rappresaglia per conto della Polonia. Ma non è escluso che in presenza della minaccia rumena gli ebrei e 1 loro coadiutori di Ginevra si accontentino della procedura normale il che implicherebbe il rinvio della discussione ad altra tornata. In quanto alla questione dell'articolo 16 poco avremo da aggiungere alle cose già dette in varie riprese. ■ Si conferma semplicemente che tanto Eden quanto Dei^os si so-' no trovati oggi d'accordo sulla necessità di resistere alla offensiva dei neutrali dichiarando loro impossibile la soluzione immediata della vertenza e sforzandosi di annegarla in discussioni separate. I due ministri degli Esteri pronunzierebbero inoltre, a quanto si dice, ciascuno un discorso per risuscitare la fiducia delle piccole Potenze nella sicurezza collettiva e negli altri miti societari e dichiarerebbero fra l'altro che Parigi e Londra restano più che mai fedeli alla Lega nella sua forma attuale giacché non sarebbero stati i prlncipii societari a far cilecca bensì la solidarietà delle Potenze cui spettava di farli trionfare. Una impressione che. sembra scaturire abbastanza chiara dalle informazioni parigine della serata è comunque quella che se Svizzera, Belgio, Olanda, Svezia,. Danimarca, Polonia, Romania .e Jugoslavia terranno duro, i franco-anglorussi si troveranno assai imbarazzati nel sostenere la loro manovra dilatoria. Quello che Eden e Delbos sperano realizzare è un puro e semplice gesto di intimidazione all'indirizzo • delle Piccole Potenze cioè gettare sulla bilancia il peso dei loro futuri armamenti. Vedremo se la spada di Brenno' farà anche questa volta il suo ufficio o se nelle capitali degli Stati sopra indicati il « sacro egoismo » ha fatto ormai sufficien ti progressi perchè la difesa dei proprii interessi prevalga su quello degli interessi delle plutocrazie occidentali. Il riconoscimento dell'Impero Per quanto concerne il riconoscimento, del fatto compiuto in Etiopia, mentre si conferma sempre più il proposito di Eden di puntare i piedi al muro e rifiutarsi per conto dell'Inghilterra alla mi. nima concessione, qualche informatore parigino vorrebbe farci credere che Delbos abbia scrupolo di seguire il collega su questo terreno e sia invece alla ricerca di un miracolo che gli permetta di dar soddisfazione all'Italia e rimandare un ambasciatore a Roma. Se son rose fioriranno. Ma quello che possiamo dire per il .momento è che non è la prima volta che alla vigilia della sessione-di Ginevra, Parigi ci offre lo spettacolo di manifestazioni di platonico buon volere nei riguardi dell'Italia. Le destre, attraverso i loor organi più significativi, non nascondono di averne abbastanza della commedia del non riconosci. mento, e il « Journal des Débats > fra gli altri ammette che l'esistenza dell'impero italiano di Etiopia è un fatto che sarebbe puerile negare e che la Francia avrebbe interesse a metter fine a una lite di procedura che la priva di un necessario strumento di azione diplomatica. Per conto nostro tuttavia siamo convinti che dopo le dichiarazioni governative, di fedeltà alla politica estera del primo gabinetto Chautemps, sia da escludere che questa politica abbia a mutare proprio sul capitolo Italia, cioè su quello dove più si concentra la. combattività del fronte popolare. Per disporre di una relativa libertà d'azione sui punti del suo programma che interessano la pace interna del pae se e là riorganizzazione della di. fesa nazionale, il ministero è costretto a cedere su tutti- gli altri. E' quanto spiega la continuazione inalterata dell'azione scenografica di Dormoy contro gli Incappucciati, ottimo espediente per tener buoni i sociali comunisti. Ma è quanto renderà inevitabile anche la persistenza dell'attuale semi rottura delie relazioni diplomati che con Roma, €. P,

Persone citate: Beck, Delbos