SANDRO SANDRI al termine del suo viaggio di Mario Bassi

SANDRO SANDRI al termine del suo viaggio SANDRO SANDRI al termine del suo viaggio Le imponenti onoranze funebri a Bella gio - Commossa partecipazione di popolo Bellaglo, 24 notte. Il tributo d'onore che Bellaglo ha reso stamane a Sandro Sandra non si rievoca senza intensa commozione: tanto è riuscito insieme austeramente semplice e spettacolosamente grandioso, con assumere il carattere d'una manifestazione popolare plebiscitaria. .Chiusi tutti indistintamente i negozi,- con apposti sulle saracinesche abbassate cartelli listati di nero, e1 la scritta di lutto cittadino; chiuse le porte delle case, e da finestre e balconi sventolanti le bandiere a mezz'asta; e sparse fronde di alloro e fiori per le vie percorsa dal corteo funebre; e l'intera popolazione raccolta e incolonnata dietro la bara, in interminabili file, fino al cimitero, con una compunzione e un manifesto cordoglio e una reverenza eccezional mente impressionanti. Nella camera ardente Iersera, all'arrivo da Venezia, la bara era stata portata e deposta nell'atrio di/Villa Italia, trasformato in camera ardente. Le colonne del pronao. del sontuoso edificio erano «tate involte di gramaglie; e drappi di gramaglie frangiati d'oro e d'argento erano disposti a festóne negli intercolunni. E tutto"* nero è orò e argento era decorata la vasta sala dell'atrio, e con festonature sostenute da cordoni intrecciati e nodi . e ricadenti flocchi. Il pavimento scompariva sotto un tappeto di rami verdi e di fiori. Nel mezzo sorgeva il catafalco, e sopravi la bara, coperta dal tricolore. Spiccava il fascio littorio di garofani rossi del- Segretario, del Partito. E lungo i muri e al piedi del catafalco erano 'dispòste le corone, si ammucchiavano fiori Alle corone portate da Venezia, s'aggiungevano quelle dei familiari, dei genitori, della vedova e dei figli, e di altri congiunti; e quelle della famiglia del giornale La Stampa; e quella dell'ambasciata giapponese a Roma, e degli addetti militari, navali e aeronautici, presso la stessa ambasciata; e una inviata dal giornale Asaki di Tochio; e quelle del Sindacato del giornalisti piemontesi, e del Sindacato del giornalisti lombardi, e del Comune di Bellaglo, e dell'Ammini strazione provinciale di Como, e del Fascio di Bellaglo, e del Fa. scio femminile, e dei Combattenti; e molte e molte altre ancora, da diverse Provincie e città d'Italia, di organizzazioni, enti, assoclazio ni, e di amici e conoscenti e ammiratori. E merita d'essere ricordato questo episodio, che se da un lato dimostra l'immensa eco suscitata nel mondo dalla morte di questo nostro valorosissimo collega, di questo apprezzassimo, corrispondente di guerra de La Stampa, d'altro lato testimonia d'una squisita gentilezza di sentimenti di un umile lavoratore giap ponese, emigrato negli Stati Uniti d'America, per ragioni di lavoro. Negli scorsi giorni, la Direzione del nostro giornale riceveva questa lettera del Regio Console d'Italia a Washington: « Il suddito giapponese Tommy Mishida, un umile lavoratore, nel manifestare il suo rincrescimento per la morte del Camerata Sandro Sandri, ha inviato a questo Regio Ufficio la somma di dieci dollari per l'acquisto di fiori per ornare la tomba del caduto. «Mi pregio pertanto inviare Vostra Signoria la somma in questione, perchè voglia cortesemente dare esecuzione alla pietosa disposizione del donatore. « Gradisca, signor Direttore... », eccetera. E naturalmente, tra i fiori de posti intorno alla bara del no atro collega, è figurata anche, < richiedeva d'essere particolarmente notata, la corona dell'operaio giapponese. Autorità e giornalisti Questa notte la salma è stata vegliata in servizio d'onore da Giovani Fascisti, a turno, da Camicie Nere, e dal membri del Direttorio 'del Fascio di Bellaglo Presso il catafalco un alfiere reggeva il gagliardetto del Fascio, poi, stamane all'alba, hanno montato là guardia, all' ingresso di Villa Italia e nell'atrio, ai lati del feretro, militi in arme. E fin dalle prime luci è cominciato un pellegrinaggio di popolo, continuato poi ininterrottamente, popolo che sfilava davanti alla bara, salutando romanamente. Gente d'ogni ceto sociale, e signore e popolane, e giovinetti e bambini portavano fiori e fasci di fronde. In brev'ora . il catafalco restò sommerso in un ammasso di verde e di fiori; e ia bara emergeva sola, e come posata su questo enorme cumulo floreale, ì registri, collocati sotto il pronao, si coprivano di firme, per diecine- e centinaia di pagine. dsdl'mtapOrlazdgentpsevcgeltnrsAcgtgtsccAcdMdtdbdpgBtditonEgrmnmcmgnpljclzrlmcddlcdiftz o a a i l o e i , o a n a l r Stamane, nella storica basilica di San Giacomo, veniva celebrato solennemente l'officio funebre.. La deliziosa chiesa, un gioiello dell'arte romanica dei maestri comacini, era parata a lutto. Sul portale si leggeva l'epigrafe: «Preci per l'anima di Sandro Sandri >. Officiò il prevosto don Cesare Maraffia, assistito da tutti i preti della parrocchia. Il catafalco, in mezzo alla chiesa, tra ima doppia fila di faci e torce, era circondato di gagliardetti e bandiere. La chiesa era gremita di popolo, molte donne vestite del pittoresco costume tradizionale locale, col capo coperto di bianchi veli. Le musiche sacre e 1 cori accompagnavano le esequie. Alle ore undici, il giardino davanti a Villa Italia e indi il viale che si svolge lungo la riva del lago erano invasi dalla folla, che al estendeva innumerabilmente. Tra lè autorità, il grand'ufficlale dottor Gherardo Casini, Direttore generale della Stampa italiana, in rappresentanza di S. E. il Ministro della Cultura Popolare Dino Alfieri, il Prefetto di Como S. E. chi e Monto, Tom.- Umberto Guglielmotti; segretario del Sindacato nazionale ''del giornalisti, il grand'ufficlale Lido Caiani, segretario del Sindacato dei Giornalisti di Roma, il prof. comm. Vincenzo Cima, segretario del Sindacato di Torino e 11 prof. Carlo A. Avenati del Direttorio, 11 collega comm. Remo Fasani, fiduciario del gruppo fascista Fabio Filzi di Milano, in rappresentanza del Federale di Milano dott Rino Parenti, il comm. Ravasio, segretario del Sindacato del giornalisti lombardi, 11 comm. Davide Chiossone, direttore del Secolo XIX, in rappresentanza del Sindacato dei giornalisti ,di Genova, il dottor Beppe . Pegolotti, in rappresentanza del giornale La Nazione di Firenze, il comm. ' Crisaiolo, in rappresentanza del Sindacato del giornalisti napoletani, e numerosi scrittori e * giornalisti. E il Podestà di Como ing. Terragni, e II. Colonnello Fabrizio Serra, comandante del 67.o Reggimento. Fanteria, e 11 Console Generale della Milizia Pertoldi, comandante della 6.a Zona, e il comm. Guazzoni, questore di Como. E tutte le autorità di Bellaglo, con a capo il Podestà ing. Pini. E poi la rappresentanza giapponese: il primo consigliere dell'ambasciata di Roma signor Hajime Matsumiya, l'addetto navale capitano di fregata H. Hiraide, l'addetto aeronautico ten. col. Seizo Arisne, e il giornalista Maeda, rappresentante del giornale Asaki e della stampa giapponese. pllplmIl corteo Tra squilli di tromba, e mentre la folla assiepata saluta romanamente, la bara viene sollevata dal catafalco, e trasportata a braccia da otto Giovani Fascisti al coman do di un capo-manipolo, fino all'autocarro funebre. SI forma é comincia a sfilare il corteo. Precede un drappello di Vigili Urbani, in alta uniforme; e segue poi la banda cittadina, e la lunghissima fila dei Giovani Fascisti che portano le corone. Poi le congregazioni religiose, coi loro crociferi in testa, il clero, altri Giovani Fascisti, e un reparto di fanti del 67.o Reggimento. E" avanza l'autotrasporto col feretro, su cui è distesa la bandiera, e sopra s'adorna del fascio floreale inviato da S. E. Achille Starace. Reggono 1 cordoni il gr. uff. Casini, l'on. Guglielmotti, il Segretario federale di Como, il Direttore de La Stampa dottor Alfredo Signoretti, il Podestà di Bellagid, il Primo Consigliere dell'Ambasciata giapponese a Roma, e un nipote dell'Estinto. Dietro 11 feretro viene portato il gonfalone del Comune di Bellagio, scortato dal valletti, il gagliardetto del Gruppo fascista Fabio Filzi di Milano, cui apparteneva il Sandri, il gagliardetto del Gruppo fascista de La Stampa e quello del Dopolavoro Federico Bresadola. Seguono i familiari dell'estinto, il padre professor Giacomo Sandri, 1 figli maggiori Bruno e Silvia, altri congiunti. E la famiglia de La Stampa, il Direttore amministrativo gr. uff. Cesare Fanti, quasi tutti redattori, le rappresentanze dell- impiegati d'amministrazione, el personale di tipografia, di tutti i lavoratori di questo nostro foglio, in cui si fonde l'opera comune, da quella dello scrittore a quella del tecnico e dell'amministratore e dell'operalo. Poi lo stuolo delle autorità. Poi una selva mossa di bandiere, labari, gagliardetti, stendardi, fiamme, di cui un soffio di vento 'che viene dal lago spiega le fluttuanti sete e il sole avviva i colori. E' una giornata sul lago quasi primaverile. Il panorama si spiega affascinante e stupendo, per le colline intorno, ubertose di vigne campi, vestite di boschi, sparse di palazzine e ville e casette, e per lo specchio ceruleo delle acque, e per i monti' che emergono oltre le colline delle due rive, candidamente ammantate di neve le sovrane cime. E il cielo è terso e chiaro, d'un trasparente cilestrino, inondato di sole. L'aria è frizzante; ma pare percorsa già da quelle vibrazioni sottili e insinuanti, da quei profumi freschi di campagna, da quell'indistinto e diffuso brivido, che preannunziano la atagion nova. Potrebb'essere una giornata sul principio di marzo, questa, cosi luminosa e arridente. Povero Sandri! Il lago ch'egli tanto amava, cui tornava insistente? mente col pensiero dai lontani paesi del suo frettoloso e operoso vagabondare, dai continenti esotici, dagli oceani remoti, è i colli aprichi- e 1 monti, tutto oggi è qua cobI soave e festoso ed estasiente, in questa natura prospera e bella... E per lui tutto invano! Chiuso nella sua sagomata ve : grève bara di lucido mogano, egli non vede jpif" non sente più, più nulla mai. quando, tra poche settimane, tornerà'veramente primavera, anche essa sarà invano per lui, finiti per lui il mondò e le stagioni e questa ammaliante e unica festa della vita. . Dietro quel mareggiare di bandiere, nello svolgersi del corteo, seguono, schiere' di organizzazioni e associazioni: le rappresentanze del'Partito, le donne fasciste, le Giovani, e le Piccole .Italiane, Avanguardisti, Balilla, Figli della Lupa; e' le rappresentanze di gruppi rionali e Fàsci di Como è della provincia; e quelle del: Nastro Azzurro, e del Mutilati ' di guerra e della Rivoluzione, e del Volontari, e delle Famiglie del Caduti, e dei Combattenti, e delle Associazioni d'arma, Fanti, 'Alpini, Granatieri, Bersaglieri, Cavalieri, Artiglieri. E i bimbi dell'Asilo di Bellaglo, col loro cappelli rossi. E rappresentanze dei Sindacati e dei Dopolavoro, di enti e istituti, di associazioni diverse. E un'interminabile tratta di popolo, tutta la popolazione di Bellaglo, molta gente venuta da Como, molti convenuti dai dintorni. Non si vede la fine del corteo. Cncnatipdl i a o i o i , i Presente ! Lento il corteo sfila per le vie della graziosa cittadina, sale alla basilica di San Giacomo. Nella breve piazza in pendenza, davanti ai gradini della chiesa, l'autoferetro sosta; mentre la banda suona gl'inni della guerra e della rivoluzione, e i fanti schierati presentano le armi, e la folla saluta romanamente. I Giovani Fascisti sollevano a braccia la bara, e la portano in chiesa. Il prevosto don Maraffia, in paramenti funebri, assistito dal clero, recita le orazioni dei morti, monda coi fumi d'incenso e asparge d'acqua lustrale la bara. La chiesa non può capire che una minima parte della .folla, soltanto 1 familiari dell'estinto e le autorità e poca altra gente. Fuori dalla chiesa, sulla piazza, e giù per la via, dove la più gran parte della gente- s'ad densa, essendo, come la chiesa, già gremita la piazza, le donne accompagnano le preghiere; e ii mormorio di Queste si propaga, dilunga, si perde. ' Poi, finita la cerimonia religiosa, riportata la bara sull'autocarro funebre, questo e il corteo riprendono la salita. E si esce nella campagna, tra le colline. Il sole profonde la smagliante luminosità e il tepore del mezzogiorno. E si sale, per una serpeggiante strada, tra le ville, tra le abitazioni rustiche, tra ciuffi di piante e campi coltivati e vigne; si saleE si arriva al cimitero. Ora, addio Sandri. La bara portata nello spiazzo, In mezzo al camposanto. La folla fa ressa al cancello, si sparge tra le tombe, si dispone in cerchio intorno alla bara. Il Federale di Como leva il braccio nel saluto romano, davanti alla bara,, che il tricolore neoprene fascia: — Camerata Sandro Sandri. E la folla, a una voce, risponde: — Presente. La bara è calata nel loculo, che il Comune di Bellagio. ha offerto; e la tomba si nasconde sotto il cumulo floreale delle corone. Mario Bassi flfoCdttnmdedptclmstpfttodcgddsepmPVnadBBLrCFEmfNAnTsFdmnRCRdSdlprvdsh2 I FUNERALI DI SANDRO SANDRI. L'ULTIMO SALUTO ALLO SCOMPARSO biliiil Il i