Il colossale ciclorama della Crocifissione di Amerigo Ruggiero

Il colossale ciclorama della Crocifissione LE OPERE DEI CATTOLICI I\L CftNfiDft Il colossale ciclorama della Crocifissione Un quadro di Philippoteaux e di 5 altri pittori lungo 120 metri e alto 15 Impressionante visióne di Gerusalemme nel giorno del gran dramma La basilica di San Giuseppe a Montreal e l'oratorio di frate Andrea (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) QUEBEC, II Cattolicismo nell'America protestante ha dovuto procedere con grande cautela per. non risvegliare antagonismi e suscettibilità sopite, ma sempre vigili,, e trovarsi un bel giorno di fronte al grido di «no popery» che fu lo « slogan », il motto di guerra della riforma inglese. All'infuori delle grandi città dove le sue forse sono diventate imponenti e le sue conquiste solide e durature negli immensi territori di compatta fede protestante è obbligato a conservare il carattere di missione in partibus infìdellum, e avanzare con i riguardi e le cautele che tale condizione impone. Nel Canada francese, invece, ha trovato l'ambiente favorevole per la sua espansione non frenata da ostilità o da cospetti. Con un Atto del Parlamento inglese del 1774, *' famoso « Quebec Act », nello stesso tempo che si assegnavano alla Provincia vasti territori tra l'Ohio e il Mississipì si riconosceva ai suoi abitanti'- il diritto di aderire indisturbati alla religione Cattolica Romàna e di conservare la legislazione francese in materia civile. /I «Quebec Act», che suscitò un enorme risentimento nella popolazione canadese, e americana di origine anglosàssone, fu considerato da leu habitants della Provincia come la loro Carta d'Indipendenza. Il Cattolicismo, al sicuro di persecuzioni, potè così abbandonarsi al genio locale e rivestire il carattere tutto americano del colossale. Perchè qualunque sia la razza che si fissi su questo continente, gli spazi illimitati, l'immensità dello scenario ne modellano la mentalità ispirandola a immagini di grandiosità spettacolosa. Sopraluogo in Palestina Per rendersene conto basta visitare il Ciclorama della Crocifissione in esposizione fin dal 1895 a Sant'Anna di Seaupré. Situato in una immensa rotonda in vicinanza della stazione ferroviaria esso gode la rinomanza di essere la più colossale pittura esistente di mondo. Solo un altro dipinto gli si può mettere a paragone: «Il Panteon della Guèrra Mondiale » Ha ito metri di lunghezza e 15 di altezza. Fu terminato a Parigi nel 188B ma fin dal 1895 è rima sto in esposizione permanente a Sant'Arma di Beaupré. La stia prospettiva e di tale perfezione che gli spettatori hanno l'illusione di esser separati dalle scene del quadro da chilometri di distanza e che le figure siano in rilievo. L'autore del gigantesco lavoro è un pittore francese assai noto. Paul Philippoteaux che ha al suo attivo altri quadri celebri coma « L'assedio dì Parigi », « La Battaglia di Gettysburg » e « Waterloo ». Egli si associò per il compimento della sua opera altri cinque artisti di buona fama: due americani, un inglese e due francesi. Il Philippoteaux da lungo tempo aveva accarezzata l'idea di un Ciclorama di Gerusalemme e quando ebbe fatto i preparativi necessari si partì con i suoi illustri compagni per la Città Santa. In Palestina essi rimasero parecchi mesi percorrendola in lungo e in largo, internandosi nelle straducole dèi vecchi quartieri di Gerusalemme,' seguendo sentieri solitari di campagna, portandosi in località desolate e deserte, studiando l'infinita varietà dei tipi umani di quel punto di incontra delle più svariate razze e raccogliendo dal vero innumerevoli impressioni di umanità vivente, di costruzioni secolari, di paesaggio desertico. Eseguirono ricostruzioni ideali basate sulle più recenti scoperte archeologiche e scientifiche delle rovine della vecchia città scartando tutto quanto si era sovrapposto nel corso di 19 secoli, organizzarono ricerche archeologiche per conto proprio; scavarono, esplorarono dentro e fuori t confini delle antiche e delle nuove mura, studiarono l'architettura dei vecchi edifici, dei ■ :chi tempi, dei vecchi monumenti. Realizzazione verìstica Ritornarono a Parigi con un materiale enorme: un numero sbalorditivo di casse e bauli inzeppati di prezioso materiale eterogeneo. Arazzi, tappeti, vasi, costum\, insegne, esemplari di piante, tutto ciò che poteva contribuire in qualche modo a dare l'impressione esatta di « Gerusalemme nel giorno della Orocifissionet. Le fatiche e i disagi incontrati a e à l o e e i n e e a a c i i ì l a i c u a e i à 5 o a o l i i a a e l a o . furono degni del risultato. Perchè 10 spettatore che si ferma a contemplare l'immenso dipinto si forma l'idea come, forse, non era riuscito a formarsela mai prima1, di quella che dovette essere Gerusalemme nel giorno della Crocifissione. Egli si trova su di un altipiano roccioso circondato da profondi burroni. E' l'ora sesta del giorno corrispondente al moderno 7 Aprile, nell'anno 29 della nostra Era. E' la parte più sterile e desolata della campagna che circonda Gerusalemme. Il paesaggio è immerso in una luce quasi ultraterrena che conferisce a tutto il dipinto una solennità mistica e un senso di grandezza impossibile a riprodursi. Esso è diviso in tre grandi sezioni: la prima rappresenta la campagna ad occidente della città; la fecondai il Calvario; la terza, la città di Gerusalemme. L'albero quasi nudo a destra è un albero di pistacchio assai comune in Palestina. La costruzione di mattoni a sinistra è la tomba di Gerolamo, primo Re d'Israele. Più a destra è la via di Damasco movimentata di carovane e viaggiatori che si recano a Gerusalemme per la ricorrenza della Pasqua. Quattro figure femminili sono terrorizzate dal terremoto che occorse alla morte di Gesù. Una folla di giudei viene ad assistere alla Crocifissione: in distanza si scorgono le fortificazioni romane. Sulla sommità del Calvario un gran Sacerdote cerca di distogliere la folla ebraica furiosa per l'iscrizione: J.N.R.J. E siamo al. Calvario: Gesù cro'cifisso tra i due ladroni e ai piedi della Croce Maria, il. discepolo Giovanni, la Maddalena tra un gruppo di donne piangenti, Lazzaro, Marta, Simone di Cirene, Giuseppe di Arimatea. E al centro 11 soldato romano Ctesifone che gridò :«. Questi era veramente il Figliuol di Dio ». E accanto a lui Longino. La terza sezione dell'immenso dipinto è forse la più interessante e la più compita dal punto di vista artistico. Si vede là città, da una collina a occidente: a sinistra una palestra, la torre Antonia, residenza di Pilato e un edificio bianco, il Tempio di Gerusalemme costruiti sul Monte Moriah. In fondo il Monte degli Ulivi. Di bellissimo effetto sono alcune tende di mercanti arabi fuori della città verso la porta di Giaffa. Sul davanti è il campo dei lebbrosi. Il grande edificio col colonnato vicino alle mura della cittì è il Pretorio dove Gesù fu condannato e accanto, sormontato da una cupola, il palazzo del Sommo Sacerdote Gai/a. Una costruzione ornata da sei piccole colonne è il Cenacolo degli Apostoli e sul davanti a forma di battaglia, è la tomba di Assalonne figlio di Davide. La bellezza di alcuni edifici di importanza storica e artistica è resa alla perfezióne: il palazzo di Erode con accanto la residenza di sua moglie, nel centro quella di suo fratello e ai limiti della città la casa del suo intendente. E' questa la località conosciuta come Monte di Sion. Un piccolo sentiero che s'inoltra tortuosamente nella campagna e si perde in distanza, conduce a Betlemme, il paese di nascita di Gesù. Quando togliete gli occhi dal quadro e vi ritrovate quasi senza saper come all'aperto vi meravigliate di veder genie vestita alla foggia dei nostri tempi e case di costruzione moderna. L'illusione prodottavi dal quadro è stata così perfetta da farvi rivivere l'esistenza di un grande momento della storia del mondo. L'opera di Alfredo Besset Ma le espressioni su linea colossale dei cattolicismo americano non si limitano al Ciclorama detta Crocifissione di Beaupré. Quando si arriva a Montreal e si contempla il Mont Royal che trovasi al centro della città oltre alla gigantesca croce luminosa collocata sulla sua sommità vi colpiscono l'occhio due grandiosi edifici bianchi occupanti buona parte del declivio che degrada dolcemente verso la città. I due edifici sono quasi sovrapposti l'uno all'altro: quello superiore è il Santuario di San Giuseppe non ancora completato del tutto, quello inferiore l'oratorio, chiamato anche cripta o cappella dedicato a « Brother André » o Frate Andrea. La storia dei due edifici è talmente intrecciata con quella della vita di Frate Andrea, una straordinaria figura di religioso apparsa nel Canada tra la fine del secolo scorso e i primi anni del presente, che non possono esser considerate separatamente. Nato da poveri « farmers » a Saint Gregoire d'Iberville in provincia di Quebec, Alfred Besset — questo era il suo vero nome — rimase ben presto orfano e fu raccolto da uno zio il quale era tutt'altro che ricco. A .dodici anni Alfredo ch'era di piccola statura, di sviluppo stentato e di costituzione debole fu messo come apprendista da un calzolaio. Fece in seguito un po' di tutto: garzone di fornaio, avventizio di lavori agricoli. Essendosi la sua vocazione religiosa manifestata assai presto ed avendo attratta l'attenzione del Padre Provinciale di Saint Césaire, questi facilitò la sua ammissione nella. Congregazione della Santa Croce dove indossò l'abito religioso e gli fu imposto il nome di « Frate Andrea ». Avendo avuto appena i primi rudimenti d'istruzione fu accettato come frate laico e assegnato ai lavori manuali. Gli si dette l'incarico di portiere di una scuola per ragazzi tenuta dai religiosi della Congregazione ch'era situata a pochi metri di distanza da quello che doveva essere in futuro l'Oratorio di San Giuseppe. Chiamato quando calamità pubbliche richiedevano l'opera di uomini coraggiosi, egli si prodigò senza il minimo pensiero della sua salvezza a sollevare gl'infelici colpiti da un'epidemia vaiolosa nel 1873 e in un'altra di cosidetta influenza spagnuola nel 1918. In tutt'e due le circostanze egli invocava la speciale protezione di San Giuseppe, il Santo a cui era particolarmente devoto. Ma fu soprattutto durante I 40 anni in cui rimase come umile portiere della Congregazione che si svolse il suo lavoro più proficuo e si manifestarono le sue doti soprannaturali. I visitatori del Collegio dei ragazzi attratti dalla natura affabile del portiere, sempre pronto a portar aiuto ai sofferenti, gli cominciarono a confidare le loro pene, i loro dolori, affanni e preoccupazioni di ogni genere. «Brother André», in un campo così ristretto e dimesso com'era il suo, non solo dava sollievo a quelli che ricorrevano a lui con saggi consigli e parole consolanti, ma cominciò ad operare vere e proprie cure di afflizioni fisiche. Ottenne guarigioni di zoppi, di ciechi, di ammalati d'ogni genere, sempre per l'intercessione di San Giuseppe a cui ricorreva con illimitata fiducia. Verso la gloria degli altari La fama di « Brother André » e delle sue guarigioni divenne largamente nota e frotte di persone tormentate da ogni sorta di malattie cominciò ad accorrere al Collegio. Ma qui Frate Andrea cominciò ad incontrare le opposizioni dei fratelli e dei superiori del suo stesso ordine, i quali temevano che a causa della sua opera, che non tutti erano disposti riconoscere schietta e disinteressata, si potesse. scatenare odio e disprezzo verso la religione cattolica.e la Congregazione della Santa Croce. Ma le supreme autorità ecclesiastiche, a cui fautori e oppositori ricorsero per esporre le loro ragioni sul caso, credettero bene non intervenire e preferirono lasciare' a Frate Andrea la sua libertà d'azione. Si ricorse allora alle autorità civili e specialmente al «Board of Health», alla Commissione Sanitaria, cioè, che regola tutto quanto riguarda la salute pubblica. Questa mandò -un medico a fare un'inchiesta, un medico che non aveva tendenze religiose, e ch'era noto, anzi,, come massone. Il sanitario, dopo aver intervistato a lungo Frate Andrea fini con stringergli la mano e andò a riferire alla Commissione che non aveva riscontrato nulla di nocivo o di falso nell'opera di Frate Andrea. Nel 190!) egli chiese l'autorizzazione di costruire una cappella dedicata a San Giuseppe sul declivio della montagna. Dopo molti rifiuti, tergiversazioni e dubbi il permesso fu accordato. Il lavoro fu cominciato e molti ch'erano stati beneficati dal Frate prestarono gratuitamente la loro opera. Sorse una piccola cappella di legno il sogno che Frate Andrea aveva accarezzato tutta la vita cominciava a prender forma. Nell'anno seguente furono iniziati i pellegrinaggi alla cappella che in breve tempo divenne insufficiente ai bisogni dei fedeli accorrenti in folla da tutte le parti. Nuovi ingrandimenti furono resi necessari e nel 1909 Frate Andrea cessò d'esser portiere della Congregazione per dedicarsi tutto all'erigendo. Santuario. Fu prima costruita quella ch'è conosciuta attualmente come la cripta o la cappella di Frate Andrea dove si contengono la sua tomba, l'inginocchiatoio su cui abitualmente pregava, e vari altri suoi ricordi. Si mise mano in seguito alla maestosa Basilica che sta per essere completata. Frate Andrea morì nel 1930 dopo una straziante malattia sopportata con grande rassegnazione. I grandi giornali del Canada e degli Stati Uniti si occuparono largamente della sua vita, della sua opera, dei suoi miracoli. Pratiche sono attualmente in corSo per la sua canonizzazione. La piccola cappella di legno di soli 30 anni addietro è diventata per opera dell'umile Frate Andrea, portiere del Collegio della Congregazione della Santa Croce, una gigantesca Basilica di marmo che s'innalza maestosa sui fianchi del Mont Royal. Ad essa accórrono ogni anno milioni di pellegrini da ogni angolo della terra, processioni interminabili si svolgono lungo i sentieri del bel monte. Vengono a far omaggio alla fede ardente di Frate Andrea che debole, malato, sfinito, spese tutta la vita per il sollievo morale e fisico dell'umanità sofferente, Amerigo Ruggiero