Gli agenti provocatori nella intricata vicenda

Gli agenti provocatori nella intricata vicenda I Rosselli e le bombe dell'Etoile Gli agenti provocatori nella intricata vicenda Parigi, 14 gennaio. La stampa oggi annunzia •che negli ambienti della polizia si propende a credere che tutta la serie di delitti misteriosi di questi uitimi tempi, dall'assassinio dell'economista russo Navachine a quello di Letizia Toureaux, al ratto del generale Miller sarebbero l'opera dell'ormai celeberrimo Comitato' segreto di azione rivoluzionaria. Su quali basi si fondi questa molteplicità di ipotesi non è dato ancora sapere con precisione. A.quanto pare, sono le dichiarazioni dello strano personaggio che risponde al nome di Locuty, arrestato dal commissario Buffet a Clermont Ferrànd, nelle condizioni note, che stanno alla base di questo allargarsi dell'inchiesta. Il poliziotto interrogato in merito, ha detto che nelle confessioni concernenti le bombe dell'Etoile, Locuty ha fatto pure allusioni a parecchi altri attentati rimasti impuniti. Egli avrebbe precisato che Metenier e parecchi altri membri del Comitato segreto per ispirargli fiducia e dimostrargli che gli aderenti al gruppo erano sicuri dell'impunità, dopo avergli parlato dell'assassinio dei fratelli Rosselli, gli avevano detto ancora: « Siamo noi pure che abbiamo fatto assassinare Navachine ». Locuty, sempre secondo il commissario, non ha potuto o non ha voluto dare altri dettagli; ma ha aggiunto che ha inteso parlare di altri delitti misteriosi, senza prestarvi una sufficiente attenzione per ricordarsi dei nomi. Insomma questo Locuty, man mano che i giorni passano, rassomiglia ad una chiave che apre tutte le sarrature, anche le più intricate e misteriose. Quanto ai motivi che avrebbero provocato la catena dei delitti di cui sopra, per il momento siamo nel buio più completo. La stampa si limita a formulare delle ipotesi, ma con precauzione, poiché a voler cercare una spiegazione comune per una tale grandinata di delitti, si corre facilmente il rischio di pigliare lucciole per lanterne. Accuse smentite e ipotesi E' cosi che VIntransigeant oggi timidamente osserva che gli atti criminali, di cui si sono resi colpevoli certi individui oggi smascherati, hanno avuto certamente motivi differenti: attentati destinati a creare una certa atmosfera; delitti tendenti alla soppressione di testimoni imbarazzanti; regolamento di conti fra trafficanti di armi. A proposito di questa ultima ipotesi, vi informiamo a titolo di cronaca, che in certi ambienti essa era indicata a spiegare l'assassinio dei fratelli Rosselli. Carlo Rosselli — come è noto — aveva organizzato una colonna di volontari per là Spagna rossa. Non è possibile — si chiede — che egli si sia anche adoperato a rifornirla di armi? E non è egualmente possibile che egli si sia rivolto a uno dei trafficanti arrestati? Se dio è vero, si può legittimamente supporre — si conclude — che la sua fine sia dovuta o a un' mancato Invio oppure al cambio di destinazione di un carico di armi. • In quanto all'inchiesta, interrogato a Domf ront dal giudice istruttore, Jakubiez ha negato qualsiasi partecipazione al delitto, precisando di non essere mai venuto a Bagnoles de l'Orne e di non conoscere nè Fauran nè Bouvier. Interrogato a Parigi, Roberto Puireux di Fiennes, designato da Bauvier come uno dei quattro assassini, ha negato in blocco i fatti che gli erano addebitati, affermando che durante il mese di giugno non aveva mai lasciato Parigi. Puireux è partito oggi per Domfront, dove e stato preceduto da Fauran. Tutti e due sono stati interrogati nel pomeriggio dal giudice istruttore. Le rivelazioni sull'affare delle bombe dell'Etoile hanno causato un'emozione che si comprende fa cilmente; ma il fondo di questo af fare rimane oscuro. Quello soltan to che oggi appare chiarissimo è che degli agenti provocatori non hanno cessato di muoversi attorno a quelli che sono attualmente accusati. Essi sapevano, fin dalla origine quello che accadeva, hanno tutto conosciuto e tutto lasciato fare. « La polizia — a quanto rivela l'ebdomadario Aux Bcoutes — era da molto tempo al corrente della parte sostenuta da Locuty negli attentati dell'Etoile. Al momento delle prime ricerche essa aveva fatto vedere ai portinai degli stabili in cui erano state deposte le bombe, .delle fotografie dell'ingegnere Locuty, ciò che prova che fin dall'inizio era sulla via giusta e conosceva tutti 1 particolari dell'affare. I congiurati, che avevano creduto di operare nel più profondo mistero, erano stati continuamente traditi da agenti provocatori come il Bourlier. Durante parecchie settimane la polizia aveva fatto sapere all'ing. Locuty che egli era scoperto e che non poteva più negare e lunedi scorso infine la polizia lo Interrogava facendogli balenare la prospettiva dell'impunità se avesse confessato. E la confessione venne. Il momento opportuno « La polizia, che da molto tempo aveva in mano tutte le fila dell'affare, ha atteso dunque il momento propizio per rivelare quello che aveva pazientemente elaborato. Ha serbato cioè queste rivelazioni per il momento in cui avrebbero potuto meglio servire ai disegni del governo nell'Intento di rinsaldare il crollante fronte po polare facendo vedere il pericolo di un complotto dei nazionali ». . La cosa è per l'ebdomadario cosi sicura. Il giudice istruttore Beteille, perfettamente al corrente della cosa, aveva del resto la settimana scorsa dichiarato agli avvocati degli accusati: « Non agitatevi. Prima di martedì vi sarà qualche cosa di nuovo! ». Fra gli agenti provocatori la cui azione è stata perfettamente dimostrata, Bourlier era uno dei più attivi e pericolosi. Egli fabbricava delle bombe, del resto di qualità scadente, che si sforzava quindi di vendere. Da circa un an¬ no cercava inutilmente di entrare in relazione con ring. Deloncle. Dopo l'arresto di Deloncle, uno degli amici di quest'ultimo pedinò il Bourlier ed un mattino lo vide entrare in un fabbricato. Entrato dopo di lui nell'immobile, interrogò il portinaio: « Conoscete la persona che è. entrata? ». « No, non so il suo nome, ma lo conosco di vista. Viene qui tutte le mattine per vedere ' l'ispettore Bonny! ». Quelli dell'Etoile L'ing. Vauclard coinvolto nell'affare degli attentati terroristici del quartiere dell'Etoile, è arrivato stamattina sotto buona scorta da Clermont Ferrand accolto egli pure alla Gare de Lyon da grida ostili. Egli è stato accompagnato alle 8 nel Gabinetto del giudice istruttore il quale dopo avergli fatto subire l'interrogatorio di identità, lo ha incolpato come gli altri di distruzione di edifici avente causato la morte di persone, e di tentativo di omicidio, volontario. Vauclard poco dopo è stato imprigionato alla Santi. Il giudice ha poi udito a lungo l'ing. Pietro Locuty che era assistito dai suoi difensori. L'incolpato ha ripetuta, la narrazione fatta al momento del suo arresto. Da ultimo il giudice istruttore Beteìlle ha fatto procedere all'arresto e alla incarcerazione nella prigione della Sante di un altro incolpato. Paolo. Billecocq, di 27 anni, senza professione, contro il quale ha rilevato il reato di associazione di malfattori per i fatti seguenti: lo. scorso mese una persona il cui home non è pubblicato ha fatto alla Sicurezza Generale una dichiarazione ' di cui ecco la sostanza: « Sono stato nel febbraio del 1937 affiliato al C.S.A.R. (comitato segreto di azione rivoluzionaria), e addetto in modo speciale alla sezione incaricata di sopprimere i traditori. Nella primavera mi venne dato per compito di punire l'Impiegato di una compagnia di assicurazioni Giulio Salii che a auanto mi si diceva aveva fatto delle rivelazioni alla polizia. Mi venne consegnato un tubo spiegandomi che conteneva bacilli virulenti che dovevano causare la morte quattro giorni dopo averne versato il contenuto in una bevanda del signor Sallé. Ma io non assolai il compito datomi pur dicendo al mio interlocutore che avevo fatto quello che mi era stato chiesto.-1 miei compagni furono molto meravigliati di constatare che Sallé era sempre vivente; e allora venne consegnata in mia presenta al signor Billecocq una rivoltella affinchè a sua volta agisse contro il Sallé ». Tale fu la narrazione.- La polizia apri immediatamente una inchiesta e Sallé venne ritrovato in un sanatorio in Svizzera. Fu accertato infatti che questi era stato affiliato al C.S.A.R. ma ohe non nè faceva più parte essendo stato messo in guardia da dei dirigenti del partito sociale francese. Dopo le sue dimissioni egli venne a varie riprese minacciato per lettera o da persone che incontrava nella strada.' Per tentare di sfuggire ai suoi persecutori cambiò di quartiere, poi essendo caduto ammalato andò a farsi curare in Svizzera. L'autore di queste rivelazioni ha consegnato alla Sicurezza Generala il tubo di bacilli che aveva conservato. Il signor Kling direttore del laboratorio della Prefettura di polizia, incaricato di analizzarne il contenuto, dichiarò che si trattava di colture di stafilococchi associati a bacilli parati fi ci e tifici A) o B). L'inchiesta permise di ritrovare il Billecocq che a sua volta riconobbe di avere -appartenuto al C.S.A.R. e di avere assistito alla consegna del tubo all'individuo non nominato; ma affermò che per parte sua non era mischiato a questo affare, e di non aver ricevuto nessuna -rivoltella per sopprimere con la violenza 11 Sallé. Malgrado queste sue affermazioni il Billecocq è stato messo a disposizione del giudice istruttore che lo ha fatto incarcerare.

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