Angoscie francesi sull'efficienza della Marina di Concetto Pettinato

Angoscie francesi sull'efficienza della Marina Il Mediterraneo e gli armamenti Angoscie francesi sull'efficienza della Marina . Parigi, 12 gennaio. Continua negli ambienti politici e giornalistici l'effervescenza circa 1 nuovi armamenti navali italiani. Il critico dell'Action Frangaise constata che la flotta italiana non è preoccupante solo per le nuove unità che verranno ad arricchirla, .ma per quelle che già possiede e cita con ammirazione là riforma subita dalla Cavour, dalla Giulio Cesare e dalle due altre' corazzate del tipo Duilio, notando che, malgrado l'aumentata potenza di fuoco, queste navi fileranno d'ora innanzi a 27 nodi all'ora, invece dei 22 di prima. Al paragone, la situazione della flotta francese viene giudicata grave dall'organo monarchico, sia in materia di corazzati» di linea, sia in materia di naviglio leggero e sottomarino. Crisi di costruzione Per superare la crisi, la Francia dovrebbe, come già consigliava giorni or sono il Journal des Débats, accelerare l'allestimento delle sue due corazzate da 35 mila tonnellate, farne votare due altre dal Parlamento, impostandole nei cantieri di Brest e Penhoet, e mettere in lavorazione, in pari tempo, 25 sottomarini di seconda classe. Senonchè, per lanciarsi con frutto in una politica di armamento ad oltranza, bisognerebbe, prima di tutto, trasformare In atmosfera psicologica creata negli stabilimenti militari da 18 mesi di fronte popolare. Ora, fino a questo momento, nulla autorizza a presumere che la Francia sia avviata a farlo. Il Governo britannico avrebbe manifestato a Parigi il proprio desiderio di vedersi scaricato dalla flotta francese di una parte dei suoi compiti mediterranei; ma avrebbe fatto comprendere che, nelle condizioni attuali, ritiene questa flotta incapace di assicurare la supplenza o che la politica mediterranea dell'Inghilterra potrebbe trovarsene quindi modificata. Come prova della decadenza dell'industria navale francese, la stampa di opposizione cita il fatto che le ordinazioni da parte di Governi esteri si fanno sempre più rare e che i cantieri francesi non lavorano oggi se non a un sottomarino per la Polonia e a un cacciatorpediniere per la Jugoslavia, mentre l'Italia sta costruendo buona parte della flotta greca e della flotta turca, oltre a quattro piroscafi mercantili per la Romania, che la Francia ha dovuto rifiutare, non.potendo impegnarsi a consegnarli a tempo. Secondo la- massonica Oeuvre, sempre ( in caccia di voci sensazionali, pur di fomentare l'ostilità e le apprensioni del pubblico nei riguardi dell'Italia, il Governo di Roma si sarebbe impegnato a fornire inoltre al Governo di Bucarest due torpediniere e due sottomarini. Queste unità dovrebbero però servire a pagare le forniture di nafta che l'Italia ne attende: e cioè 60 mila tonnellate in marzo e 120 mila tonnellate in luglio, per un valore complessivo di due milioni e mezzo di sterline. Secondo lo stesso giornale, questi accordi economico-militari fra Ro-, ma e Bucarest costituirebbero il primo atto di una vera collaborazione italo-rumena destinata a continuare, con la creazione di una grande base aeronautica e navale nel porto di Costanza, impresa in vista della quale un corpo di ingegneri e di specialisti italiani starebbe per giungere in Rumania, dove il mese prossimo verrebbe raggiunto da una commissione condotta dal Maresciallo Balbo. Sempre a detta dell'organo massonico, la Russia, in guisa di protesta contro questa trasformazione di Costanza in porto militare, avrebbe richiamato il proprio Ministro a. Bucarest Ostrowsky. Avenol si agita Citiamo le « rivelazioni » dell'Oeuvre unicamente per fornire un documento dell'allarme, sincero o simulato, che la politica navale dell'Italia suscita in questo momento negli ambienti francesi, Delbos, il quale attende con impazienza, giorno per giorno, i ragguagli inviatigli sulla' Conferenza di Budapest dai suol Ministri a Budapest, Vienna e soprattutto a Praga, ha ricevuto oggi Avenol, col quale ha esaminato la questione della dichiarazione comune franco-britannica,, che la Lega delle Nazioni invoca dai suoi due ultimi numi tutelari. A Ginevra si ventilerebbe l'opportunità di provocare anche una dichiarazione collettiva da parte dei tredici membri del Consiglio; ma su'questo punto le opinioni sono discordi. I <t societari > ad oltranza preferirebbero una dichiarazione energica e solidale da parte di Delbos e di Eden al voto di un testo collettivo, che indubbiamente avrebbe il carattere di un compromesso con gli antisocietarl. Circa l'atteggiamento dell'Olanda nplla questione etiopica, dispacci dall'Aja informano che 11 Ministro degli Esteri Patyn, rispondendo alla Camera a un deputato socialista, ha ripetuto che il suo Governo, se le conversazioni in corso col gruppo di Oslo riusciranno favorevoli, non rinunzie™ al proposito di già manifestato di compiere un passo presso l'Inghilterra e la Francia per regolarizzare i loro rapporti con l'Italia. « Il Governo del Paesi Bassi — ha detto il Ministro — è disposto a riconoscere un fatto innegabile: l'occupazione dell'Etiopia da parte dell'Italia e la dominazione italiana in Etiopia, E' questo l'unico scopo del suo progetto. Il riconoscimento cui si procederà potrà essere di fatto o di diritto; ma poiché il riconoscimento di un fatto non implica approvazione morale delle azioni che gli hanno dato oiigine, il riconoscimento in questione non è in contrasto col colorito politico cristiano del Gabinetto attuale ». La rappresentanza a Roma In rapporto con quanto precede, non sarà inutile notare che in taluni ambienti parigini la destinazione di Saint Quentin all'Ambasciata di Washington viene illustrata col dire che al punto in cui stavano le cose, la presenza al Qua! d'Orsay di questo ambasciatore in partibus presso il Quirinale, era più che altro una complicazione supplementare. In un commento redazionale, Paris Soir ritiene che la nuova decisione del Quai d'Orsay non pregiudichi nulla: « Non appena sarà possibile intendersi con Roma sul testo delle lettere credenziali, intesa che è forse prossima, la Francia sarà lieta di mandare un ambasciatore a Roma; e quel giorno sarà preferibile fare un appello ad un uomo nuovo, non implicato nelle penose controversie dei mesi scorsi» Continua intanto alla Camera l'animazione per le sorti del seggio di vice-presidente del comunista Duclos. L'ukase della delegazione delle sinistre, cui accennam mo ieri, essendo stata rifiutata da un centinaio di radicali, il Duclos è venuto a trovarsi in ballottaggio in presenza del suo rivale Au bert. Il secondo scrutinio che avrà luogo domani farà rientrare probabilmente ogni cosa nell'ordine. Concetto Pettinato

Persone citate: Balbo, Cavour, Delbos, Duclos