Londra tira il fiato tra i «se» di Tokio e i «ma» di Washington di Leo Rea

Londra tira il fiato tra i «se» di Tokio e i «ma» di Washington Londra tira il fiato tra i «se» di Tokio e i «ma» di Washington Londra, 12 gennaio. Il Primo Ministro e Ministro degli Esteri ad interim dopo aver passato alcune ore nel suoi uffici di Downlng Street è ripartito per la residenza demaniale di Chequers. Può darsi che domani rientri a Londra per alcune ore ma, secondo gli ambienti bene Informati, si sa che egli spera di poter dedicare un paio di giorni del lungo periodo postnatalizio allo sport della caccia che lo porterà ancora più lontano di quanto non si trovi allorchè risiede a Chequers, Pericolo scongiurato L'attenzione di questi circoli politici continua oggi a centrarsi sull'Estremo Oriente e più precisamente su quello che Tokio farà o .dirà dopo la conferenza imperiale tenutasi ieri nella capitale nipponica sotto la presidenza del Mikado. Londra, bisogna riconoscerlo, è stata o ha mostrato di essere oggi molto meno nervosa di quanto fosse ieri. Il pericolo che Tokio dichiari guerra alla Cina con tutte le conseguenze che tale atto implica sopratutto per i diritti di belligeranza in mare sembra oggi allontanato. Non so.no chiare le ragioni di questa diminuita apprensione britannica: si cerca bensì di dire che il Giappone non si è decìso a prendere tale decisione per ragioni che vanno dall'opposizione dei settori Industriali capitalistici a quelle di Ìndole pratica giacchè nell'eventualità di una dichiarazione di guerra il Giappone verrebbe a soffrire di più per l'imposizione di parte degli Stati Uniti della legge sulla neutralità di quanto verrebbe a soffrire la Cina. Ragioni non chiare e basate sul se di Tokio e sul ma di Washington. Tuttavia si vede e si sente oggi che Londra è più tranquilla. Qualche giornale stamane cercava di stabilire quali sarebbero le conseguenze internazionali della dichiarazione di guerra: ma tali induzioni non arrivavano molto lontano giacchè tutti si limitavano a dire eh>> l'Inghilterra avrebbe comunicato alle due potenze in ostilità la piopria dichiarazione di neutralità. Affari e garanzie Il nervosismo diminuito o oen mascherato dei circoli politici giornalistici ha invece segnato un rialzo negli ambienti finanziari borsistici. Un telegramma proveniente da Hankau riferiva starna ne che un portavoce del governo ci nese ha dichiarato al giornalisti che il governo farà tutto 11 possibile per pagare gli interessi dei suol prestiti all'estero ma che se sarà obbligato a sospendere tali pagamenti sperava che tale sospensione sarebbe stata considerata giustificata dalle circostanze in cui il paese si trova. Notizie di questo genere, sopra tutto quando sono accompagnate 0 Immediatamente precèdute da quél certo nervosismo politico di cui si è parlato, non fanno certamente piacere in quei palazzi dove 1 bottoni dei portieri e le tube dei principali sono mantenute ben lucide appunto in virtù degli interessi, capitalizzati o no, dei prestiti fatti a questo o a quel paese del mondo. C'è stato un po' d'allarme, forse qualche cosa di meno di un allarme: sono stati comunicati 1 titoli del prestito A garantiti con le dogane, del prestito B garantiti con qualche cos'altro, si -sono ripubblicate le statistiche dei tassi d'interesse, si sono riveduti i conti degli interessi maturati e non pagati, si è constatato che per ogni 25 milioni di sterline di capitale ci sono garanzie valutate ad almeno z50 milioni e si è convenuto In fin dei conti che il male e il pericolo non sono tanto imminenti quanto era sembrato fra ieri sera e stamattina. Questa sera poi, nascosto nell'angolo più remoto di un solo giornale; • abbiamo letto che la City ha pensato a coprirsi: il piroscafo Rawalpindi è in viaggio dall'Estremo Oriente per Londra con uh carico di seimila casse contenenti tante monete da un dollaro cinese per un valore in metallo valutato a due milioni di sterline. Tale spedizione, è destinata alla Banca d'Inghilterra. Questa sera si è pubblicata parte della corrispondenza diplomàtica passata nei giorni scorsi fra Londra e Tokio. Il Governo bri tannico, secondo quanto si legge sul giornali, aveva dichiarato in modo e con parola ferma il suo intendimento di mantenere il diritto di 'navigara liberamente le acque dello Yang Tsè e di non poter ammettere alcun diritto o interferenza contro il libero transito delle navi battenti bandiera britannica. «Humour» nipponico Londra si deve essere accorta di avere a che fare con dei diplomatici oltreché abilissimi, muniti di un senso di humour tale da lasciare impappinato anche John Bull. A tale richiesta del Governo di Londra, quello di Tokio ha risposto essere estremamente desideroso di fare tutto il possibile onde facilitare alle navi battenti bandiera della grande Nazione amica il traffico fluviale verso il mare, ma che riteneva dover avvertire esserci « gravi difficoltà nautiche per il traffico in senso inverso»; il che, in parole meno diplomati che, vuol dire che il Governo del Mikado farà tutto quello che può per lasciare che le navi attualmente impegnate nel traffico del Yang Tze raggiungano il largo e non tornino più indietro.' Sulla politica europea la stani pa inglese continua a dimostrarsi molto riservata: il discorso tenuto da Hitler durante il ricevimento del Corpo diplomatico è commentato da alcuni giornali. Quanto al 'rapporto di Van Zeeland, abbiamo appreso da fonte di solito bene informata, che dopo averne- data comunicazione ai vari Governi interessati, il rapporto stesso sarà reso di pubblica ragione durante una colazione offerta dall'associazione della stampa estera all'autore del rapporto stesso. Tale colazione dovrebbe aver luogo il 2 febbraio a Londra. Leo Rea

Persone citate: Hitler, John Bull, Van Zeeland