Barmat emulo di Stawisky

Barmat emulo di Stawisky Barmat emulo di Stawisky Bilancio di una vita: 2 miliardi truffati in Germania e centinaia di milioni in Belgio e in Olanda; partiti e uomini politici sovvenzionati e corrotti; funzionari e peni grossi spinti al suicidio; ministeri fatti crollare Brusiscile, 8 gennaio. Con alcuni colleghi belgi, martedì scorso, ero salito al Palazzo di Giustizia, la colossale costruzione « tipo assiro-babilonese », che domina Bruxelles e la schiaccia con la vastità delle proporzioni e la pesantezza delle linee architettoniche. I giornali del mattino annunziavano che alle 10 avrebbe avuto luogo il primo interrogatorio di Barmat. Barmat? Una delle più tenebrose figure d'avventurieri della finanza contemporanea, l'emulo, anzi, il maestro di Stawisky, perchè più di costui e meglio di costui egli seppe capire gli ambienti e l'anima dei cosiddetti governi social-democratici, scoprirne le tare, ed i segreti e sfruttarli su più vasta scala. Seguendo, difatti, il metodo adatto con tali governi, e cioè rendendo servigi, comperando giornali, corrompendo funzionari e uomini politici, egli riesci in breve volger di tempo e successivamente in due paesi diversi — Germania e Belgio — ad accumulare' milioni e miliardi. Mi interessava, dunque, vedere da vicino un personaggio del genere. Ma l'interrogatorio, fissato per le 10, alle 10 e mezzo non era ancora incominciato. Alle 11 meno un quarto, il giudice istruttore, Dellois, affacciandosi sulla porta, annunziò: «Per oggi almeno, niente da fare! Barmat è malato». Personaggi che non parlano più Un po' deluso, scesi in città. Nell'attraversare la rue Rogale, il mio tassi venne arrestato per oltre un quarto d'ora da un interminabile corteo mortuario. — Portano al cimitero Frank! — mi disse un collega. — Frank, il governatore della Banca Nazionale del Belgio, implicato nello scandalo Barmat. A mezzodì, in Boulevard Anspach, gli strilloni gridavano l'edizione meridiana di Le Pays Réél, il giornale del Rexisti. Una manchette a grossi caratteri avvertiva: « Barmat, l'ultimo testimone ingombrante, è gravemente ammalato ». Più sotto, nel testo, io lessi: « L'affare Frank-BarmatVan Zeeland diventa sempre più romanzesco, ma d'un romanzesco tragico ». In che cosa consiste, esattamente, l'affare Frank-Barmat-Van Zeeland ? In operazioni finanziarie piuttosto oscUre. Come già aveva fatto in Germania, Barmat emise In Belgio per l'ordine di parecchi milioni tratte di compiacenza sulla Banca Nazionale del Belgio, Istituto d' emissione parastatale. Frank, il governatore, e Tilmont, il direttore, gliele scontarono, pare, su pressioni di determinati personaggi della social-democrazia. Van Zeeland, ex-primo ministro e consulente dell'Istituto, avrebbe, secondo i rexisti, perorato la caudell'awenturiero ed avrebbe Inoltre percepito certi emolumenti, la cui giustificazione non apparirebbe del tutto chiara. In breve, la campagna del rexisti nel settembre scorso trascinò la caduta del Ministero Van Zeeland e l'apertura di un'Istruttoria contro 1 dirienti dell'Istituto di emissione. « Uno dei soliti scandali politicofinanziari — direte voi — quali se ne registrano nei regimi social-democratici... ». Il lato romanzesco dello scandalo, rilevato da Le Pays Réél, dove sta? Sta nella morte Improvvisa del direttore della Banca Nazionale, Tilmont, quando gli dicono che le tratte di Barmat sono false e nella morte non meno improvvisa del governatore" Frank, il giorno successivo al suo interrogatorio; sta nel suicidio del generale Etienne e in quello dell'aw. Anspach-rPuissant, tutt'e due legati a Barmat — come dire? — suol uomini di paglia. Del l'affare, che emozionò cosi fortemente l'opinione pubblica belga e gettò del fango non soltanto su alcuni uomini politici ma su un in. toro sistema di governo, dopo una lunga istruttoria non restava più che Barmat) . Il genio del male Ora, giovedì mattina, anche Barmat è morto. Benché il tribunale abbia ordinato l'autopsia del cadavere, la sua morte sembra naturale, a quanto pare, dovuta a tabe ereditaria. Essa pone cosi la parola fine ad un'esistenza seminata soltanto di rovine e di lutti, che il genio di Barmat, come quello di Stàvisky, non si è manifestato che nel male. E, come Stawisky, in fin dei conti, egli non ha potuto godere in pace 11 frutto delle sue truffe gigantesche. E' morto in un piccolo letto di ferro, in fondo ad una prigione e, ad assisterlo, nell'ora suprema, non vi era che una donna, la moglie, accorsa dalla vicina Olanda. Per due volte, lo ho paragonato Barmat a Stawisky, E 11 paragone è giusto. A parte che essi si sono conosciuti ed hanno lavorato d'accordo nell'affare dei falsi buoni ungheresi, a parte l'identica origine semita e la stessa provenienza dall'Europa orientale, 1 due avventurieri hanno, nella montatura del loro trucchi i medesimi procedimenti. Non si mettono mai in prima linea, si nascondono quasi sempre dietro un uomo politico, un generale a riposo, un diplomatico o un alto funzionario in pensione, gli specchi per le allodole; mentre, per i bassi bisogni si servono di pregiudicati e di falliti. Ma una differenza essenziale esiste fra i due: Stawisky, prodigo e mondano, vive da gran signore, ama 1 piaceri, 11 gioco e le donne; Barmat vive modestamente, ama la famiglia e la casa, è piuttosto avaro dell'avarizia propria della sua razza, per cui un soldo è un soldo e un soldo non si spende se non in funzione di un guadagno futuro. E, diversamente da Stawisky, la pubblicità gU ripugna. La sua rinomanza tuttavia, ha varcato da tempo la cerchia ristretta degli uomini d'affari, dei finanzieri e dei politici. Una lunga serie di scandali l'ha fatto giungere fino alle orecchie dell'uomo della strada e gli scandali sono tanto colossali che a poco a poco, si è trasformata in leggenda. Per la folla, Barmat cosi resta un personaggio enigmatico ai confini della realtà e della fantasia. Con sicurezza, non dimeno, si può dire che ha truffato un paio di miliardi in Germania e parecchie centinaia di milioni in Belgio ed in Olanda, ha sovvenzionato i partiti socialisti tedesco, belga, olandese, ha corrotto deputati e funzionari, ed ha provocato la caduta di diversi ministeri. La sua vita non è che un passare silenzioso da un paese all'altro, dovunque vi sia un intrigo da tramare, una situazione finanziaria da sfruttare, un uomo politico da corrompere, un soldo da guadagnare con la frode o con l'inganno. Dalla fame ai milioni Da dove viene? Da un piccolo ghetto dell'Ucraina. Precisamente, da Umay, a 30 verste da Kieff. Judko Barmat vi è nato, l'8 dicembre 1889. Il padre, modesto rabbino del luogo, tira su, come può, una famiglia numerosa: 5 maschi e 6 femmine. Primogenito di tanta prole, Judko è destinato a succedere al padre nelle mansioni sacerdotali. Ma altri sono 1 gusti ed i sogni del ragazzo: egli ama il commercio, l'avventura, gli affari. Ed una cosa sogna: diventare ricco, ricco il più presto possibile e In qualunque modo. A 13 anni, perciò, abbandona 11 ghetto natale e va a Lodz, per frequentarvi la scuola commerciale. Vi resta 5 anni, 5 anni di vita grama per il povero studente che, senza uno zloty e senza il minimo sussidio che parte dalla famiglia, per vivere vende gallette e pesce secco agli angoli delle strade. Ma a Lodz impara il russo, 11 tedesco, l'inglese, la geografia, la contabilità e 11 diritto commerciale. E tali cognizioni gli permettono di partire alla conquista . dell'occidente, dove egli sa che, con un po' di fortuna e con molta audacia, si può raggiungere in breve tempo la ricchezza. Parigi sembra essere la sua méta. Ma 11 caso o forse la fame lo instradano su Rotterdam. E a Rotterdam si ferma. Sacco in i spalla o carretto alla mano, in un primo tempo egli gira per le strade ed 1 cortili della città per raccogliere stracci. Pare che la figlia di uno straccivendòlo l'abbia incantato. Certo, qualche anno appresso, quando i primi fiorini incominciano a cadere nella sua scarsella egli sposerà Clara, la figlia d'uno straccivendolo, suo correligionario. Con due soci, intanto, egli apre un ufficio di esportazioni. L'ufficio va bene, ma Barmat non va d'accordo con i soci. Per porre fine alle liti continue, si ritira. Si ritira, naturalmente con la cassa. Lo scherzo egli lo ripete con un altro socio e in un'altra azienda di esportazione. Il dùplice colpo gli permetterà di installarsi da solo nella Visch Steeg dove una grossa insegna avverte che, al primo piano del N. 26, esistono gli uffici della « Judko Barmat >, società « per favorire le relazioni commerciali russo-olandesi ». Quali siano esattamente le transazioni della nuova società a nessuno è dato sapere. SI sa soltanto che, nel 1911, la società si trasforma in anonima e che 11 suo presidente e amministratore unico ha nel 1914 un conto in Banca di circa un milione di fiorini. Affari di guerra Il 1914 è l'anno della guerra. Questa dovrà singolarmente accelerare 11 ritmo della fortuna di Barmat. Cambiata la ragione sociale della propria azienda in Amexima (Amsterdamsche Export en Import Maatschappij), egli si specializza In forniture di viveri agli imperi centrali ed apre succursali a Berlino, Amburgo, Vienna e New Jork. Vorrebbe anche aprirne a Parigi e Londra. Ma le sue mene con la Germania gli attirano da parte degli alleati un netto rifiuto, rifiuto di cut egli subito approfitta per dichiarare al console di Germania che 1 suol sentimenti tedescofili non gli permettono come potrebbe in realtà di fornire viveri agli alleati. Tali nobili sentimenti, segnalati a Berlino, gli procurano ordinazioni numerose. I suol viaggi nella capitale del Reich sono più numerosi ancora. E, ad ogni viaggio, noi lo vediamo a contatto e con gli alti ufficiali del servizi di rifornimento e con i capi del partito socialista. Anzi, a quant'egll avrà a dichiarare in seguito, dai capi socialisti tedeschi viene incaricato di parecchie missioni presso Troelstra, capo del partito socialista olandese, sovvenziona 11 Vorwaertz e offre ospitalità nel suol lussuosi uffici di Amsterdam al Comitato dell'Internazionale operala. Le sue relazioni con i socialisti non meravigliano! Benché un uomo < tipo Barmat » non possa avere idee politiche precise, le sue simpatie per la social-democrazia si spiegano col fatto che, prevedendo la aconfitta della Germania, e prevedendo nel tempo stesso che In slmile eventualità i socialisti sarebbero andati al potere, egli si prepara il terreno per speculazioni di più alto stile. Quando, difatti, a guerra finita, il partito socialista prende in mano le redini del Governo, Barmat si affretta a stabilirsi a Berlino. La riconoscenza non essendo sempre una vana parola, egli ottiene mercè l'appoggio del socialisti, il monopolio delle forniture di cereali, grassi e latte condensato, per tutte le istituzioni statali o parastatali. Inoltre, sempre mercè simili relazioni, ottiene dalle banche statali o parastatali ingenti capitali ad un tasso annuo derisorio, capitali che si affretta a cedere ad aziende industriali o commerciali all'interesse. mensile del 5-6 per cento. E non è tutto. La favolosa Inflazione tedesca sarà per lui l'occasione di speculazioni colossali. Tenuto al corrente dagli amici socialisti delle intenzioni governative, egli difatti gioca sul marco a colpo ni? curo. I suoi guadagni salgono a milioni. La mia fortuna ascende a due miliardi di Reichsmarkl — precisa durante il processo, che gli viene intentato nel 1927. Il primo scandalo Che, tira-tira, lo scandalo alla fine è scoppiato. Ritenuto uno del responsabili del fallimento finanziario tedesco, — i danni recati all'erario e al risparmio superano I 5 miliardi di marchi — Barmat viene trascinato davanti al tribunale con i 4 fratelli, un buon numero di amici, e di complici; le sue società, disciolte; 1 beni, confiscati, li processo dura due anni. Alla fine, Barmat se la leva con II mesi di carcere. Molti complici vengono condannati, parecchi si suicidano. Purgata la pena, l'avventuriero ebreo ritorna a Rotterdam -e traffica, in un primo tempo, con le obbligazioni delle « società Lowenstein », guadagnando circa un milione di fiorini, milione che gli permetterà di allungare la mano, sulla Norderbank e sulla Goldziéher-Penso, due. buone banche di Bruxelles. E in Belgio, Barmat ricomincia, lo scherzetto, che gli è riuscito piuttosto male in Germania. Anche qui, le relazioni' con la social-democrazia stanno alla base del suoi affari. Raccomandato a Vandervelde dal leader socialista olandese, il condannato.di Berlino ottiene dagli organi governativi protezioni ed aiuti. Uomini d'affari, politicanti insaziabili od ingenui e l'inevitabile generale a riposo gli dannò una mano o si prestano compiacenti. Il capitale delle due banche viene gonfiato in maniera smisurata e del tutto fittizia, mentre sotto il loro controllo società anonime a carattere pseudo-industriale sorgono come i funghi. Nel 1930, Barmat aumenta a poco a poco il portafoglio di sconto delle sue banche. Aumento regolare, ma che In realtà altro scopo non ha che' di addormentare i dirigenti della Banca Nazionale, in vista d'una oscura e grande manovra. Questa incomincia nel 1931. Pacchi di tratte di compiacenza vengono emessi a nome, e per conto delle società industriali, controllate dalle sue banche. E la Banca Nazionale le sconta. Il colpo verrà scoperto soltanto 'quando le tratte raggiungono i cento milioni e gli anticipi ottenuti superano i 37, Il crollo Ma la Banca Nazionale non denunzia la manovra, non provoca il fallimento delle due banche di Barmat, non avverte nemmeno il tribunale. Nella speranza di ricuperare 1 crediti, transige, permettendo in tal modo a Barmat di succhiare fino all'ultimo 1 piccoli risparmiatori della Noorderbank e di scappare, al momento opportuno in Olanda. Perchè alla fine, come in Germania, lo scandalo scoppia anche qui. Le due banche sono dichiarate in fallimento e l'istruttoria viene aperta. Per tre anni, due magistrati e molti esperti cercano di fare un po' di luce sulla imbrogliata matassa delle combinazioni finanziarie di Barmat, di precisare le responsabilità dei complici e dei numerosi personaggi compromessi. Nel settembre del '34, l'istruttoria viene pubblicata. E, anche in Belgio, la serie dei suicidi e delle morti Improvvise in- comincia. La presenza del principale imputato è richiesta dalle autorità belghe. Ma essa si presenta difficile, le. poco buone condizioni di salute dell'avventuriero non permettendogli 11 viaggio da Amsterdam a Bruxelles. L'autorità giudiziaria belga, tuttavia, insiste ed infine, il 30 dicembre 1937, Judko Barmat sovra un'autoambulanza passa la frontiera e viene rinchiuso nella prigione di Porest. L'attesa' per il suo interrogatorio è enorme. La morte, invece, scende a chiudere per sempre la bocca di colui, che fu l'anima di uno dei più tenebrosi affari che la storia del Belgio ricordi. Secondo 1 rexisti, essa dev'essere stata accolta da taluni personaggi della social-democrazia belga con un enorme sospiro di sollievo. E, tirate le somme, 1 rexisti non hanno torto a pensare cosi. Paolo Zappa

Persone citate: Anspach, Lowenstein, Paolo Zappa, Sacco, Van Zeeland