Madame Tussaud

Madame Tussaud Madame Tussaud A uno dei capi di Regent's Park di Londra c'è il museo dei bruti, all'altro, il museo degli uomini illustri; lì il giardino zoologico, qui la galleria delle cere di Madame Tussaud. Questa simmetrica disposizione è puramente casuale, ma un allegorista del Medioevo non ayrebbe potuto pensarla meglio, Prototipo del primo l'arca di Noè, senza dubbio; non così vetuste le origini della seconda, ma, in compenso, molto meno plausibili. Perché la storia del Diluvio è piana, men ' tre le leggende di cui pullula la Rivoluzione Francese sono assai imbrogliate, e a sceverare il vero dal falso ci si smarrisce. Vero è che il dottore svizzero Christoph Curtius tanto s'appassionò'a modellare in cera le parti del corpo umano, che di quelle parti finì per concentrarsi sulla più nobile, il volto, e trasferitosi a Parigi intorno al 1762 come ritrattista in cera sotto la protezione del Prince de Conti, trovò favore presso l'aristocrazia; vero, anche, che nel 1766 egli condusse' séco da Berna una nipotina di sei anni, Marie Grosholtz, che istruì nell'arte. Ma tra il 1766 e il 1789 la carriera di Curtius e della nipote destinata a divenire la famosa Madame Tussaud, si segue con meno certezza: dei ritratti in cera, in cui quell'aristocrazia crédette eternarsi, quasi nessuno è rimasto ; una miniatura di Voi taire agonizzante, denominata <t Socrate morente », riassumeva icasticamente la fine .d'un secolo e d'un mondo. Alla vigilia della Rivoluzione, Marie si recava a Versailles ad insegnare l'arte di modellare in cera a Madame Elisabeth, sorella di (Luigi XVI; Curtius aveva aperto un'esposizione al Boulevard du Tempie nota col nome di Cabinet de Ciré, una sezione della quale, la Caverne des Grands Voleurs, precorreva quella che sarebbe stata la Chamber of Horrors di Madame Tussaud a Londra. Dal Théatre Curtius la folla capitanata da Desmoulins il 12 luglio 1789 tolse i busti di Necker e del d-uca di Orléans e li portò in trionfo per le vie di Parigi, e intorno a quei busti sarebbe stato versato il primo sangue della Rivotazione. A questo punto diventa diffici-| le distinguere storia e leggenda, j Al'Théatre Curtius si mostrarono modelli in cera delle teste deglij. illustri ghigliottinati, e Madame! Tussaud, nelle sue Memorie pubblicate nel 1838, asserisce di es-| sere stata costretta dal governo rivoluzionario a ritrarre le teste appena staccate dal busto, onde il pronipote di lei, •■ Louis Tussaud, in una biografia romanzata uscita alla fine del 1937 (The Romance of Madame Tussaud), immagina una scena tra Danton « oscenamente ghignante • e Marie, rinchiusa nella prigione della Force per poter eseguire inappuntabilmente l'orribile incombenza; e infine fa fuggire' in Inghilterra sotto mentite spoglie la sciagurata donna. Di fatto Madame Tussaud non passò la Manica che nel maggio 1802, portandosi dietro il gabinetto delle cere dello zio. Ed eccola esporre in Inghilterra la soave testa decollata di Maria Antonietta, con macchie di san- f;ue al naturale, e Marat pugnaato nel bagno, col volto satanico butterato dal vaiolo e mangia^ to dall'eczema. Se questi ritratti (di cui posson vedersi le fotografie nel volume di John Theodore Tussaud pubblicato nel 1920, con un titolo simile a quello citato sopra, The Romance of Madame Tussaud''s : opera, questa, che vuole essere storica, e non romanzata) furono veramente eseguiti in macabre circostanze, Madame Tussaud servì assai male la Repubblica, mostrando con lineamenti angelici i suoi nemici, e con diabolici i suoi creatori. Si vedai invece lo schizzo che David fece di Maria Antonietta condotta al patibolo, e il quadro che dipinse di Marat nel bagno : quella pare una megera, questo un eroe antico. E se il popolo vedeva con gli occhi di David, come avrebbe tollerato le interpretazioni di Madame Tussaud? Le quali invece parevan fatte'apposta per piacere agl'Inglesi. Infine l'insistenza con cui gli annunci di Madame Tussaud facevan presente ai Britanni, notoriamente vaghi di esecuzioni capitali, che le teste erano state taltrn immcdiately after execution, lascia alquanto perplessi. Certo la figura; di vecchia signora in cuffia ritratta dal pittore di corte di Giorgio IV all'ingresso del suo museo di Baker Street non serba alcuna traccia delle terribili esperienze a' cui si pretese esposta negli anni rivoluzionari. La ottantacinquenne scarna sogguarda dietro gli occhiali inforcati sul lungo naso, e la scambieresti per una di quelle acide e avide portiere, in agguato nello stambugio della portineria, come se ne trova tante a Parigi. E nello sfondo, dietro il pesante cortinaggio levato come un sipario, nel giallore dell'illuminazione a gas, si vedon le statue degl'illustri, alle cui carni la cera conferisce un carattere d'allucinata intensità, quasiché sotto la pelle non scorresse il sangue degli umani, ma l'icore degli dei. L'aveva indovinata bene, Madame Tussaud, a aprir bottega in Inghilterra! Già dai tempi elisabettiani gl'Inglesi erano andati pazzi per le figure di cera, sicché proprio nel cuore del loro massimo tempio, Westminster Abbey, c'è un gabinetto delle cere: le effigi dei sovrani che si solevano esporre alle loro esequie, nelle vesti di cerimonia. E John Webster, nella sua sensazionale Duchessa d'Amalfi, al principio del Seicento, aveva mosso il pubblico a° terrore e pietà facendo apparire le ceree effigi di Antonio e dei suoi figlioletti. Né è solo il pubblico dei Bank Holidavs a far ressa al museo .'elle cere, ti grande Wellingt. aro- a indugiarsi sì di frequente a contemplare la asltmr immagine di Napoleone adagiata sul letto di Saut'Elena, che il pittore Hayter ne fece un quadro ove il Duca di ferro ci appare nella sua posa caratteristica, col collo teso e rigido fuor del goletto, a mo' di tartaruga. Voleva anche, il Wellington, che i Tussaud lo tenessero al corrente delle nuove aggiunte, « senza dimenticarsi della Camera degli Orrori », e quando fu manifestata meraviglia per questo suo interesse per le figure di cera, egli rispose : » Ebbene, non rappresentano esse favt> » (si sciuperebbe a voler tradurre faci con « i fatti », o simile). Concepiva il Wellington il museo di Madame Tussaud come una specie di giornale effigiato, un gazzettino in cera? Oppure vedeva in esso la storia fissata come per incanto, e se medesimo dinanzi al cadavere di Napoleone fermo per sempre nel • supremo momento della sua vita, come se la sua storia personale e quella del mondo avessero subito un ingorgo in quel punto? Dobbiam leggere sulle labbra incartapecorite del vegliardo le parole di Faust all'attimo fuggente : i Fermati, sei bello »?. Ma la storia' non si ferma, neanche nel marmo e nel bronzo : figurarsi poi nella cera ! Nel 1925 il fuoco fece sudare a, molle gli eroi e i grandi criminali di Madanie Tussaud, e la camicia in cui era stato assassinato Enrico IV, e la carrozza su cui Napoleone era fuggito da Waterloo, e la ghigliottina che aveva assaggiato le teste di Luigi XVI e di Robespierre, e il colletto di Gladstone, e la scarpa del piede zoppo di Byron, e la benda dell'occhio cieco di Nelson, e In. verruche di Cromwell, tutto fu lambito dalle inesorabili fiamme, e s'inabissò come il Valalla nel Crepuscolo degli dei. Poi, il museo di Madame Tussaud è stato ricostruito e aggiornato, ma dov'è più il suo fascino leggendario? • Mario Praz

Luoghi citati: Berna, Inghilterra, Londra, Parigi