Possibilità dell'Impero di Angelo Appiotti

Possibilità dell'Impero A.1 lavoro in A.. O. J. Possibilità dell'Impero Cause e ragioni del primordiale sviluppo etiopico - Immense ricchezze agricole, minerarie, forestali - Un'opera di decenni (Dal nostro Inviato) ADDIS ABEBA, dicembre. • Affacciarsi « economicamente » su questo enorme paese e volerne d'un subito conoscere la fisionomia è impresa quasi disperata. Da sedici mesi siamo qui, abbiamo in ogni, campo fatto cose gigantesche, forse secoli di civiltà sono stati recuperati a questa terra infelice dal nostro gagliardo intervento nella vita delle popolazioni etiopiche; eppure non abbiamo che inciso in superficie, la vecchia Abissinia rimane qual'era non.appéna si siano superati i fortini che delimitano il perimetro delle città e vigilano, fortunatamente sino ad oggi inutilmente, sui ritorni aggressivi di queste popolazioni selvagge. Quatvtj abitanti ?. Abbiamo conquistato un paese enorme e quasi non ne conosciamo il numero degli abitatiti, con certézza sicuramente no; abbiamo tracciato strade, in regioni che le carte geografiche davano come zone bianche, cioè inesplorate,' non mal percorse da uomo civile, abbiamo accettato come città proponendoci di ricostruirle poveri villaggi di capanne, in blocco abbiamo' preso ih eredità dai vecchi manuali geografici dati cifre che al primo- contatto con la realtà si son dimostrati falsi; ed ora siamo qui, a combattere ' questa ciclopica battaglia di rige nerazione umana e ' terriera, protesi veramente come soldati- in un assalto, ma ancora spaventosamente malsicuri del suolo che calpestiamo, delle risorse che esso ci può dare, delle-sorprese che ci riserva. - Pensiamo, allora quanto sia difficile dire « economicamente » di questa terra; e come ogni affermazione diventi subito ad un esame critico supposizione, ogni tesi una ipotesi. Neppure sul numero degli' abitanti siamo sicuri, abbiam detto: i sette milioni di Conti Rossini o gli otto' di De Castro, 1 dodici dell'Almanacco di Gotha o 1 quindici del colonnello Taverna e di Zervos ? Non si è mal fatto di questo paese un censimento; forse, neppure dal Negus, per cattiva volontà, ma per le enormi difficoltà che esso presenta. Sarà cosa ardua, e una Vasta organizzazione la sta preparando, censire la popolazione di Addis Abeba; quasi impossibile censire la popolazione di tutto l'Impero, dalle tribù nomadi dei Galla e Sidama e della regione dei Grandi -Laghi verso il Kenia, alle,cabile del Bassoplano Occidentale sui confini del Sudan. Non sappiamo quanti abitanti ha l'Impero e vogliamo sapere quanti chilogrammi d'oro ogni mese può produrre, quante tonnellate di carbone, quanti ettolitri di petrolio, quanti quintali di grano. Molte zone sono ancora inesplorate, le grandi carte del l'Istituto Geografico e della New Encyclopedia le dipingono 009 un colorino biancastro che vuol dire: < Anche noi non ne Sappiamo nul la.., > e un giornalista avrà, il coraggio di stabilire statistiche, di trarre, deduzioni,' di affermare realtà non dimostrate, forse neppure supposte? Oro carbone rame Può darsi, nulla lo esclude, tutto anzi lo fa sperare, che fra cinquantanni l'Italia sia il paese più ricco d'oro del' mondo, che dalle miniere dell'Uoilèga, dalle sabbie del Bir-Bir; che dalla regione di Gondar, dai tempi di Salomone famosissima per la sua produzione aurifera, affiorino ine stimabili tesori; è quasi sicuro che le vallate di Debra Libanos, di Gherbà, dell'Angareb . posseggano enormi giacimenti di carbon fossile, è sicuro che argento e piombo esistono sull'altipiano, il rame nella regione dèi Ghuraghi, il petrolio nella pianura dancala, 11 mercurio presso Harrar, un po' tutti i prodotti minerari qua e là in questa enciclopedia africana che è l'Etiopia, Tutu l'Africa è qui rappresentata nelle sue infi nite espressioni: il deserto come sulle sponde mediterranee, i gran di fiumi come nel Congo, catene montane sui' quattromila metri come al Kenia e al Tanganlca, laghi vasti come oceani' nell'Uganda, piatte distese selvose come nella Rodhesia: perciò tutto fa supporre che questo piccolo mon- do africano possa dare quanto il grande mondo africano dà nei suoi vari comparti. Ma bisogna andar cauti. L'Im pero, sotto il punto di Vista economico, 'è un problema di decén ni, non di anni. Anche la questlo ne agricola,' sulla quale ci ferme remo a lungo perchè .d'un in te resse capitale nel panorama etiopico, la quale sembra ed è la più facile e di più rapida soluzione, richiederà uno sforzo Imponente di organizzazione per germogliare frutti sicuri. Il problema minerario, fra 1 primi che. il Governo - abbia affrontato subito dopo, la conquista, è d'una complessità inaudita a volerlo risolvere in blocco e subito: risolto, farebbe di noi un popolo di miliardari, dall'oggi al domani. Ma le fortune d'un paese non si raggiungono come un mucchio.' di danaro a un tavolo di roulette: un ordine superiore vuole che, per 1 popoli come per 1 singoli, il duro, non retorico, sudore, della fronte cementi ogni sana durevole conquista. Perciò- proponendoci di esami' nare sotto il punto di vista economico le terre dell'Impero non potremo dare al lettore che una visione molto approssimativa della realtà; e per non creare facili illusioni In noi e in coloro che cij leggono non daremo per certo che quello che è stato dimostrato, andremo insieme a vedere, a tocca re, a soppesare l'oro dove c'è, percorreremo assieme le piantagioni actmiplilcbbsz1ptnamsdqcrcditmpdrfntIsbspt di cotone, ci apriremo un varco ned campi di grano che in certe zone raggiunge 1 tre metri di altezza con due raccolti all'anno, navigheremo sul grandi fiumi.tra foreste immense da cui potremo trarre cellulosa a miliardi di tonnellate... Dopo secoli di barbarie La struttura economica dell'exImpero Etiopico è fra le più primordiali. Non si capisce, senza ammettere una decisa inferiorità di razza, come un popolo che fu indipendente per secoli, abbia ostinatamente rifiutata la civiltà che gli veniva offerta dal restante mondo e che gli avrebbe portato anche il benessere. Siamo ancora in Etiopia al primo stadio economico, e cioè alla agricoltura, al l'allevamento del bestiame e al commercio dei prodòtti derivati. Molteplici le cause di questo arresto sulla via del progresso; • alcune imputabili agli uòmini, altre al sistema, altre ancora alla natura Impervia del paese. La gran parte della popolazione è vissuta sino a ieri e vive ancor oggi (In sedici mesi non s'è potuto fare miracoli, un mondo nuovo non lo può-creare neppure un esercito di santi e di eroi) in stato di semi-barbarie. La mancanza assoluta di 'tecnica agricola nella coltivazione del suolo riduce a un livello minimo il frutto di questo primordiale sforzo umano.- A ciò si aggiunga la tirannica organizzazione feudale del paese, la mancanza di vìe di comunicazione' che permettessero scambi di prodotti, nuove fortune e nuove iniziative, la ostilità dei gover ni negussiti ad. ogni intrapresa straniera, la instabilità dei regimi politici, del valore monetario (il tallero ha subito sempre le fluttuazioni dei prezzi mondiali. del l'argento), dei prezzi dei prodotti agricoli, unica risorsa per la vita d'Etiopia. Un popolo che ha fame soltanto una volta al giorno, che fa a meno dei vestiti, che cammina senza scarpe, che si fabbrica la casa in due ore con cento canne e un po' di fango, che ha ridotto al minimo le sue esigenze materiali, che di spirituali non ne ha, è destinato alla barbarie ove un evènto tragico non gli faccia mutar rotta. Noi italiani slamo stati, coi nostri cannoni e i nostri battaglioni, l'evento tragico per le genti d'Etiopia; ma da noi questo popolo avrà una vita nuova, con noi entrerà superando distanze di secoli, nella, nostra età. Gli scambi commerciali Quale è stata negli ultimi dieci anni la bilancia commerciale dell'Etiopia? Bisogna risalire a queste cifre se vogliamo basare sulla realtà la nostra inchiesta. Vedremo prima le possibilità presenti, poi quelle future. Una bilancia intanto in netto disavanzo. L'Etiopia ha importato sempre tutto o quasi, e questo tutto l'aveva in casa, a portata di mano. Ma questa è una vecchia storia e passiamo oltre. Due voci dominano, nel capitolo esportazioni, le -statistiche di quel decennio: caffè e pelli. Esportazioni per cifre imponenti. Tali da coprire nettamente il nostro fabbisogno. Esportava anche, per.ordine di importanza, cereali, granaglie, legumi, farine, patate, avorio, carbone. Il panorama agricolo del paese è perfetto. Importava relativamente poco, perchè minimi erano i. suoi - bisogni; ma importava, precisamente ciò che possedeva allò stato naturale. Sale, e ne aveva in quantità enorme in Dancalia, su una distesa di milleduecento chilometri quadrati; cotone; e in tutta la cornice del bassopiano, dal Mar Rosso a Gambela, .11 cotone cresce spontaneo sulle immense assolate distese; zucchero, tabacco; riso, e poi tutti 1 prodotti minerari, dal ferro al petrolio. Importava anche armi, tante armi. Le statistiche segnano un pauroso créscendo dal 1924 al 1934; i bei fucili belgi, le belle mitragliatrici pesanti che non bastarono a Mal Ceu a fermare Badoglio... All'interno il mercato, basato quasi Interamente sul baratto (la cartuccia da fucile è moneta corrente in molte zone dell'Etiopia, e cosi il sale, pressato in blocchetti di mez&o chilo) non ci dà nessuna indicazione precisa. Quasi completamente avulsi gli indigeni dal movimento commerciale dell'Impero, le fila eran tenute dai greci, dagli armeni e dagli arabi. Gli europei venivano ad Addis Abeba e facevano ■ affari splendidi: davano fucili e ricevevano 1 bel lingotti d'oro che gli Amara, i Galla I Beni-Amar estraevano dai fiumi setacciando le sabbie. Questo è un paese di incalcolabili possibilità. Non possiamo restringerle in cifre, circoscriverle in sicure previsioni, ma questa è per certo una terra che ci darà tutto. Non sarà, ripetiamo, un dono facile che ci. verrà senza fatica, ma una conquista a cui.giungeremo penando- e sudando. Però potremo, con l'Impero, levare oltre 1 confini della Patria ursguardo più fiducioso e sereno. Angelo Appiotti

Persone citate: Amara, Badoglio, Conti Rossini, De Castro, J. Possibilità, Negus, Taverna, Tutu, Zervos